Il brano che segue è un bellissimo terzetto "asimmetrico", con due personaggi (il Conte e la Contessa) che discutono fra loro e un terzo (Susanna) che, di nascosto, commenta la scena fra sé e sé: eppure tutti e tre i canti si intrecciano in maniera sublime, rafforzandosi e compenetrandosi a vicenda e dando vita a un risultato complessivo che dimostra – una volta di più – il potere della musica sulla parola. Si pensi al passaggio "Chiarissima è la cosa / Bruttissima è la cosa / Capisco qualche cosa", dove ciascuna delle tre voci interviene sulla precedente portandone avanti il tema, e tutte insieme sfociano in una meravigliosa chiusura: è un perfetto esempio della maestria di Mozart nei numeri d'insieme (duetti, terzetti, ecc.), che nelle "Nozze di Figaro" raggiungono vette davvero elevatissime.
Da notare che le due scale ascendenti cantate da uno dei soprani (la prima a 1:04 e la seconda a 2:27, ripetuta poi a 2:56, nella clip immediatamente qui sotto) vengono attribuite talvolta alla Contessa e talvolta a Susanna. Lo stesso Mozart avrebbe cambiato idea, modificando la partitura originale e trasferendo queste parti dalla Contessa a Susanna durante le prove della prima rappresentazione, forse per meglio assecondare le voci delle interpreti. Oggi può capitare di sentire entrambe le soluzioni.
Clicca qui per il testo del recitativo che precede il brano.
IL CONTE
(entra)
Che novità? Non fu mai vostra usanza
di rinchiudervi in stanza!
LA CONTESSA
È ver; ma io...
io stava qui mettendo...
IL CONTE
Via, mettendo...
LA CONTESSA
...certe robe... Era meco la Susanna...
che in sua camera è andata.
IL CONTE
Ad ogni modo voi non siete tranquilla.
Guardate questo foglio!
LA CONTESSA
(Numi! È il foglio che Figaro gli scrisse!)
(Cherubino fa cadere un tavolino ed una sedia in gabinetto)
IL CONTE
Cos'è codesto strepito?
In gabinetto qualche cosa è caduta.
LA CONTESSA
Io non intesi niente.
IL CONTE
Convien che abbiate i gran pensieri in mente.
LA CONTESSA
Di che?
IL CONTE
Là v'è qualcuno.
LA CONTESSA
Chi volete che sia?
IL CONTE
Io chiedo a voi.
Io vengo in questo punto.
LA CONTESSA
Ah sì, Susanna... appunto...
IL CONTE
...che passò, mi diceste, alla sua stanza!
LA CONTESSA
Alla sua stanza o qui, non vidi bene...
IL CONTE
Susanna! E donde viene
che siete sì turbata?
LA CONTESSA
Per la mia cameriera?
IL CONTE
Io non so nulla;
ma turbata senz'altro.
LA CONTESSA
Ah, questa serva
più che non turba me, turba voi stesso.
IL CONTE
È vero, è vero, e lo vedrete adesso.
(Susanna entra per la porta ond'è uscita, e si ferma vedendo il Conte, che dalla porta del gabinetto sta favellando)
Clicca qui per il testo del brano.
IL CONTESusanna, or via, sortite,
sortite, io così vo'.
LA CONTESSA
Fermatevi... sentite...
Sortire ella non può.
SUSANNA
(Cos'è codesta lite?
Il paggio dove andò?)
IL CONTE
E chi vietarlo or osa?
LA CONTESSA
Lo vieta l'onestà.
Un abito da sposa
provando ella si sta.
IL CONTE
Chiarissima è la cosa:
l'amante qui sarà.
LA CONTESSA
Bruttissima è la cosa,
chi sa cosa sarà.
SUSANNA
(Capisco qualche cosa,
veggiamo come va.)
IL CONTE
Dunque parlate almeno,
Susanna, se qui siete.
LA CONTESSA
Nemmen, nemmen, nemmeno,
io v'ordino: tacete.
(Susanna si nasconde entro l'alcova)
IL CONTE e LA CONTESSA
Consorte mia/o, giudizio,
un scandalo, un disordine,
schiviam per carità!
SUSANNA
(Oh cielo, un precipizio,
un scandalo, un disordine,
qui certo nascerà.)
Clicca qui per il testo del recitativo che segue il brano.
IL CONTE
Dunque voi non aprite?
LA CONTESSA
E perché degg'io
le mie camere aprir?
IL CONTE
Ebben, lasciate,
l'aprirem senza chiavi. Ehi, gente!
LA CONTESSA
Come? Porreste a repentaglio
d'una dama l'onore?
IL CONTE
È vero, io sbaglio.
Posso senza rumore,
senza scandalo alcun di nostra gente,
andar io stesso a prender l'occorrente.
Attendete pur qui.
Ma perché in tutto sia il mio dubbio distrutto,
anco le porte io prima chiuderò.
(chiude a chiave la porta che conduce alle stanze delle cameriere)
LA CONTESSA
(Che imprudenza!)
IL CONTE
Voi la condiscendenza di venir meco avrete.
Madama, eccovi il braccio, andiamo.
LA CONTESSA
Andiamo.
IL CONTE
Susanna starà qui finché torniamo.
(partono, chiudendo la porta)
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