Finalmente tutto è pronto per il gran finale. Nel giardino, immersa nel buio della notte, la Contessa – nei panni di Susanna – attende che il Conte si presenti all'appuntamento, mentre Figaro e la stessa Susanna (a sua volta travestita come la sua padrona) spiano nascosti tra le frasche, ciascuno per proprio conto. Ma a giungere per primo sul luogo è invece Cherubino, che deve incontrarsi con Barbarina. Vedendo una donna e credendo di riconoscere in lei Susanna, il paggio impiccione comincia a "corteggiarla" per scherzo e spudoratamente. L'arrivo del Conte causa qualche momento di confusione, anche a causa dell'oscurità che impedisce ai personaggi di riconoscersi: il nobile riceve da Cherubino un bacio che era destinato a "Susanna", e appioppa a Figaro il ceffone che intendeva dare al paggio. Infine, dopo che Cherubino si è rapidamente defilato (entrando nel padiglione dove già si erano nascoste Barbarina e Marcellina), il Conte può finalmente godersi il suo incontro amoroso con "Susanna". Ignorando che si tratta proprio di quella moglie che da tempo trascura, la ricopre di baci, carezze e complimenti, e le regala addirittura un anello. A un certo punto la misura è colma per il geloso Figaro, che si produce in rumori e frastuoni costringendo i due amanti a interrompere momentaneamente le loro effusioni (personalmente adoro e canticchio spesso il passaggio musicale in cui i due si separano: "È Figaro, men vò!" - "Andate, andate, io poi verrò").
CHERUBINO Pian pianin le andrò più presso, tempo perso non sarà.
LA CONTESSA (Ah, se il Conte arriva adesso qualche imbroglio accaderà!)
CHERUBINO (alla Contessa) Susannetta! Non risponde... Colla mano il volto asconde... Or la burlo, in verità. (le prende la mano e l'accarezza)
LA CONTESSA (cerca di liberarsi) Arditello, sfacciatello, ite presto via di qua!
CHERUBINO Smorfiosa, maliziosa, io già so perché sei qua!
IL CONTE Ecco qui la mia Susanna!
SUSANNA e FIGARO Ecco qui l'uccellatore.
CHERUBINO Non far meco la tiranna!
SUSANNA, IL CONTE e FIGARO Ah, nel sen mi batte il core! Un altr'uom con lei sta; alla voce è quegli il paggio.
LA CONTESSA Via partite, o chiamo gente!
CHERUBINO (sempre tenendola per la mano) Dammi un bacio, o non fai niente.
LA CONTESSA Anche un bacio, che coraggio!
CHERUBINO E perché far io non posso, quel che il Conte ognor farà?
SUSANNA, LA CONTESSA, IL CONTE e FIGARO (Temerario!)
CHERUBINO Oh ve', che smorfie! Sai ch'io fui dietro il sofà...
SUSANNA, LA CONTESSA, IL CONTE e FIGARO (Se il ribaldo ancor sta saldo la faccenda guasterà.)
CHERUBINO (volendo dar un bacio alla Contessa) Prendi intanto... (Il Conte, mettendosi tra la Contessa ed il paggio, riceve il bacio.)
LA CONTESSA e CHERUBINO Oh cielo, il Conte! (Cherubino entra nel padiglione da Barbarina.)
FIGARO (appressandosi al Conte) Vo' veder cosa fan là.
IL CONTE (crede di dar uno schiaffo al paggio e lo dà a Figaro) Perché voi nol ripetete, ricevete questo qua!
FIGARO, SUSANNA e LA CONTESSA (Ah, ci ho/ha fatto un bel guadagno colla mia/sua curiosità!) (Figaro si ritira.)
IL CONTE Ah, ci ha fatto un bel guadagno colla sua temerità! (alla Contessa) Partito è alfin l'audace, accostati ben mio!
LA CONTESSA Giacché così vi piace, eccomi qui signor.
FIGARO Che compiacente femmina! Che sposa di buon cor!
IL CONTE Porgimi la manina!
LA CONTESSA Io ve la do.
IL CONTE Carina!
FIGARO Carina!
IL CONTE Che dita tenerelle, che delicata pelle, mi pizzica, mi stuzzica, m'empie d'un nuovo ardor.
SUSANNA, LA CONTESSA e FIGARO La cieca prevenzione delude la ragione inganna i sensi ognor.
IL CONTE Oltre la dote, o cara, ricevi anco un brillante che a te porge un amante in pegno del suo amor. (le dà un anello)
LA CONTESSA Tutto Susanna piglia dal suo benefattor.
SUSANNA, IL CONTE e FIGARO Va tutto a maraviglia, ma il meglio manca ancor.
LA CONTESSA Signor, d'accese fiaccole io veggio il balenar.
IL CONTE Entriam, mia bella Venere, andiamoci a celar!
SUSANNA e FIGARO Mariti scimuniti, venite ad imparar!
LA CONTESSA Al buio, signor mio?
IL CONTE È quello che vogl'io. Tu sai che là per leggere io non desio d'entrar.
SUSANNA e LA CONTESSA I furbi sono in trappola, comincia ben l'affar.
FIGARO La perfida lo seguita, è vano il dubitar. (fa un rumore)
IL CONTE Chi passa?
FIGARO Passa gente!
LA CONTESSA È Figaro; men vò! (entra a man destra)
IL CONTE Andate; io poi verrò. (si disperde pel bosco)
Marie-Ange Todorovitch, Renée Fleming, Andreas Schmidt, Gerald Finley, Alison Hagley
Mentre la melodia cambia e crea un momento di suggestiva sospensione, Figaro si dichiara pronto per prendere in trappola (come un novello Vulcano) la sposa fedifraga e il suo presunto amante. Susanna esce dagli anfratti fingendosi la Contessa, ma dimentica per un attimo di camuffare la propria voce, e così Figaro la riconosce e capisce finalmente ogni cosa: mantenendo il sangue freddo, decide di stuzzicarla a sua volta per prendersi la rivincita e si mette a corteggiare in modo appassionato la "Contessa". Adesso è Susanna a ingelosirsi, e la sua ira esplode in una furibonda sequenza di schiaffi contro il marito. Dopo aver già ricevuto un ceffone da Susanna durante il sestetto del terzo atto ("Riconosci in questo amplesso") e uno dal Conte poco prima, qui Figaro ne fa davvero il pieno. Ma segue subito la riconciliazione, non appena il valletto confessa di aver riconosciuto la voce della ragazza e di aver soltanto voluto prenderla in giro. Con il dolcissimo tema "Pace, pace, mio dolce tesoro", i due mettono una pietra sopra i rispettivi sospetti e si giurano nuovamente eterno amore, appena in tempo per udire il Conte che sta tornando sui suoi passi in cerca di "Susanna". Cogliendo l'occasione, Figaro e la "Contessa" proseguono la loro recita, questa volta a esclusivo beneficio del Conte, che non crede alle sue orecchie nel vedere (e sentire!) la propria consorte abbracciata a Figaro.
FIGARO Tutto è tranquillo e placido; entrò la bella Venere; col vago Marte prendere nuovo Vulcan del secolo in rete la potrò.
SUSANNA Ehi, Figaro, tacete.
FIGARO Oh, questa è la Contessa! A tempo qui giungete... Vedrete là voi stessa... il Conte, e la mia sposa... di propria man la cosa toccar io vi farò.
SUSANNA (dimentica di camuffare la voce) Parlate un po' più basso, di qua non muovo il passo, ma vendicar mi vo'.
FIGARO (la riconosce) (Susanna!) Vendicarsi?
SUSANNA Sì.
FIGARO Come potria farsi?
SUSANNA (L'iniquo io vo' sorprendere, poi so quel che farò.)
FIGARO (La volpe vuol sorprendermi, e secondarla vò.) Ah, se madama il vuole...
SUSANNA Su via, manco parole.
FIGARO Eccomi a' vostri piedi... Ho pieno il cor di foco... Esaminate il loco... Pensate al traditor.
SUSANNA (Come la man mi pizzica, che smania, che furor!)
FIGARO (Come il polmon mi s'altera, che smania, che calor!)
SUSANNA E senz'alcun affetto?
FIGARO Suppliscavi il dispetto. Non perdiam tempo invano, datemi un po' la mano...
SUSANNA (gli dà uno schiaffo) Servitevi, signor.
FIGARO Che schiaffo!
SUSANNA (ancor uno) Che schiaffo, (lo schiaffeggia a tempo) e questo, e questo, e ancora questo, e questo, e poi quest'altro.
FIGARO Non batter così presto.
SUSANNA E questo, signor scaltro, e questo, e poi quest'altro ancor.
FIGARO O schiaffi graziosissimi, oh, mio felice amor.
SUSANNA Impara, impara, oh perfido, a fare il seduttor.
FIGARO Pace, pace, mio dolce tesoro, io conobbi la voce che adoro e che impressa ognor serbo nel cor.
SUSANNA e FIGARO Questi è il Conte, alla voce il conosco.
IL CONTE Ehi, Susanna! Sei sorda...? Sei muta...?
SUSANNA Bella, bella! Non l'ha conosciuta.
FIGARO Chi?
SUSANNA Madama!
FIGARO Madama?
SUSANNA Madama!
SUSANNA e FIGARO La commedia, idol mio, terminiamo, consoliamo il bizzarro amator!
FIGARO (si mette ai piedi di Susanna) Sì, madama, voi siete il ben mio!
IL CONTE La mia sposa! Ah, senz'arme son io.
FIGARO Un ristoro al mio cor concedete.
SUSANNA Io son qui, faccio quel che volete.
IL CONTE Ah, ribaldi!
SUSANNA e FIGARO Ah, corriamo, mio bene, e le pene compensi il piacer. (Susanna entra nel padiglione.)
Gerald Finley, Alison Hagley, Andreas Schmidt
Furibondo, il Conte chiama a gran voce i suoi servitori come testimoni del tradimento (fra questi ci sono coloro che Figaro stesso aveva invitato ad appostarsi nei dintorni: il libretto – a causa della solita "sovrapposizione" dei cantanti – cita solo Antonio e Basilio, ma normalmente gli allestimenti prevedono la presenza anche di Bartolo, e alcuni persino di Don Curzio, per dar modo a tutti gli attori di essere presenti sul palco nella scena finale). Il nobiluomo invita la moglie a venir fuori dal padiglione dove si è appena nascosta: dopo un attimo di comica sorpresa e smarrimento da parte di tutti nel veder uscire dalla nicchia non solo la "Contessa", ma anche – nell'ordine – Cherubino, Barbarina e Marcellina, il Conte accusa la consorte e il valletto di adulterio. Le suppliche e le richieste di perdono da parte di tutti i presenti sembrano inutili: la situazione però si capovolge quando si fa avanti la vera Contessa, nei panni di Susanna, lasciando tutti a bocca aperta. Chiarita ogni cosa, il Conte si rende finalmente conto di essere lui quello che deve chiedere perdono: e la Contessa, magnanimamente e teneremente, a differenza di lui glielo concede. È il trionfo della bontà femminile sugli egoismi maschili, un inno radioso e quasi liturgico alla pace e alla comprensione al quale si uniscono immediatamente tutti i personaggi presenti.
BASILIO e ANTONIO (accorrono, insieme ai servitori con fiaccole accese) Cosa avvenne?
IL CONTE Il scellerato m'ha tradito, m'ha infamato, e con chi state a veder!
BASILIO e ANTONIO Son stordito, son sbalordito, non mi par che ciò sia ver!
FIGARO Son storditi, son sbalorditi, oh che scena, che piacer!
IL CONTE Invan resistete, uscite madama, il premio or avrete di vostra onestà! (dal padiglione escono Cherubino, Barbarina, Marcellina e Susanna) Il paggio!
ANTONIO Mia figlia!
FIGARO Mia madre!
BASILIO, ANTONIO e FIGARO Madama!
IL CONTE Scoperta è la trama, la perfida è qua.
SUSANNA (s'inginocchia ai piedi del Conte) Perdono! Perdono!
LA CONTESSA (esce dall'altra nicchia) Almeno io per loro perdono otterrò.
BASILIO, IL CONTE e ANTONIO (Oh cielo, che veggio! Deliro! Vaneggio! Che creder non so?)
IL CONTE Contessa, perdono!
LA CONTESSA Più docile io sono, e dico di sì.
TUTTI Ah, tutti contenti saremo così. Questo giorno di tormenti, di capricci, e di follia, in contenti e in allegria solo amor può terminar. Sposi, amici, al ballo, al gioco, alle mine date foco! Ed al suon di lieta marcia corriam tutti a festeggiar!
Renée Fleming, Andreas Schmidt e altri - direttore: Bernard Haitink
Al termine di una "folle giornata" di intrighi e mascheramenti, di inganni e di trappole, di seduzioni e tradimenti (quasi sempre soltanto presunti e mai davvero agiti: basti pensare a tutte le volte che Figaro e Susanna sospettano l'uno dell'infedeltà dell'altra), giunge dunque il momento della riconciliazione finale. L'opera si conclude con tutti i personaggi che gioiscono per la ritrovata armonia e si apprestano a festeggiare per tutta la notte. Il perdono della Contessa ha avuto il potere di rinsaldare i legami familiari e coniugali, ma in un certo senso i personaggi – e noi con loro – sanno bene che quello che si è concluso è soltanto un capitolo del continuo e infinito gioco delle parti che caratterizza i rapporti sentimentali degli esseri umani: seduzione, conquista, amore, inganno, tradimento, pace e armonia.
direttore: John Eliot Gardiner
direttore: René Jacobs
direttore: Georg Solti
In conclusione, torniamo un attimo al "sublime perdono". Così infatti Antonio Salieri (interpretato da F. Murray Abraham, che per questo ruolo vinse il premio Oscar come miglior attore), descrive il momento culminante dell'opera nel film "Amadeus" di Miloš Forman:
Vidi una donna, nelle vesti della propria cameriera, udire suo marito rivolgerle per la prima volta dopo anni tenere frasi d'amore... solo perché egli pensava che fosse un'altra. Udii la musica del sublime perdono riempire il teatro, conferendo a tutti i presenti una totale assoluzione. Dio, tramite quel piccolo uomo, riusciva a far giungere a tutti la propria voce, irrefrenabilmente, rendendo sempre più amara la mia sconfitta.
Ed ecco la scena del perdono nel film "Le nozze di Figaro" di Jean-Pierre Ponnelle:
Anche l'aria di Susanna "Deh, vieni, non tardar", come la precedente "Venite, inginocchiatevi" nel secondo atto, venne sostituita da Mozart con un brano alternativo in occasione del nuovo allestimento viennese dell'opera nel 1789, per venire incontro alle esigenze della cantante che interpretava quel ruolo (il recitativo obbligato che precede l'aria, "Giunse alfin il momento", è invece lo stesso). Oggi è molto raro che le due arie alternative vengano eseguite durante le normali produzioni, visto che si preferisce mantenere i pezzi originali. In ogni caso, "Al desio", l'aria che dovrebbe prendere il posto di "Deh, vieni", svolge la medesima funzione scenica: è un canto colmo di carica erotica con il quale Susanna pregusta l'arrivo immimente del suo amante, il Conte. Il brano è ovviamente intonato a esclusivo beneficio di Figaro, che la ragazza sa essere in ascolto, allo scopo di suscitare la sua gelosia.
SUSANNA Giunse alfin il momento che godrò senz'affanno in braccio all'idol mio. Timide cure, uscite dal mio petto, a turbar non venite il mio diletto! Oh, come par che all'amoroso foco l'amenità del loco, la terra e il ciel risponda, come la notte i furti miei seconda!
Al desìo di chi t'adora, vieni, vola, o mia speranza! Morirò, se indarno ancora tu mi lasci sospirar. Le promesse, i giuramenti, deh, rammenta, o mio tesoro, e i momenti di ristoro che mi fece Amor sperar! Ah, ch'io mai più non resisto all'ardor che in sen m'accende! Chi d'amor gli affetti intende, compatisca il mio penar.