Dal testo del duetto si nota subito quanto Alfredo tenda a idealizzare il proprio sentimento e l'oggetto di questo, al punto da farne il centro di tutto l'universo e dimenticare ogni altra cosa, come vedremo anche nell'aria che apre il secondo atto ("De' miei bollenti spiriti"). Di contro, Violetta appare più pragmatica e realista (e sembra quasi prenderlo in giro, definendo il suo un "così eroico amor"). Anche quando in seguito cederà a sua volta alla forza dell'amore, manterrà sempre i piedi piantati per terra (si preoccuperà, per esempio, del denaro necessario a conservare il proprio tenore di vita, cosa che ad Alfredo – perso nella passione – non passerà nemmeno per la testa).
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ALFREDOUn dì felice, eterea,
mi balenaste innante,
e da quel dì, tremante,
vissi d'ignoto amor.
Di quell'amor ch'è palpito
dell'universo intero,
misterioso, altero,
croce e delizia al cor.
VIOLETTA
Ah, se ciò è ver, fuggitemi,
solo amistade io v'offro:
amar non so, né soffro
un così eroico amor.
Io sono franca, ingenua;
altra cercar dovete;
non arduo troverete
dimenticarmi allor.
Frank Lopardo e Angela Gheorghiu
Luciano Pavarotti e Joan Sutherland | Giuseppe Di Stefano e Maria Callas |
Rolando Villazón e Anna Netrebko
Al cinema il brano è stato usato da Woody Allen (in "Match Point") e da Rainer Werner Fassbinder ne "Le lacrime amare di Petra Von Kant".
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