Altro aspetto fondamentale è che ognuno entra in scena portando già dalle prime battute tutta la propria indole, come se Mozart non volesse perdere tempo in presentazioni progressive, ma in sintonia con l'irruenza e rapidità d'azione del protagonista, lo individua e definisce già nella primissima istantanea.
Leporello è il primo che incontriamo e immediatamente si dichiara per quello che è: il servo, lo spettatore complice cui tocca il ruolo di "coprispalle" (“Vuol star dentro con la bella / ed io a far da sentinella...”) mentre vorrebbe essere anche lui un "gentiluomo". Già da queste prime battute il suo ruolo è definito, con tutte le potenziali dinamiche di invidia e di dipendenza. Ma non è delineato solo il suo profilo, perché come "guardiano" precede e introduce con la stessa concisione anche il padrone, preparandoci alla sua drammatica ed irruenta comparsa; in modo che, non appena Don Giovanni entra in scena, praticamente conosciamo già il suo stile di vita, e questo con le stesse pochissime battute, perché per Don Giovanni l'immediatezza dell'azione è tutto.
La funzione di Leporello è sostanzialmente quella di dar risalto al padrone, una specie di torcia continuamente accesa su di lui, e mantiene questa posizione anche quando sembra contraddirlo o dissociarsi perché ritorna – dopo pochissima e breve resistenza – ai suoi ordini, persino sollevato dal fatto che, avendolo criticato, può subito far la pace con proprio guadagno economico e salvandosi la coscienza per aver posto qualche remora a tanta dissolutezza.
In questo ruolo di "ammiratore" delle imprese cui è costretto ad assistere, dà il meglio di sé nella stesura del catalogo, che aggiorna continuamente con la precisione del contabile ma anche con una capacità di osservazione e di sintesi psicologica straordinarie. È proprio da questo catalogo che apprendiamo l'arte di Don Giovanni di apprezzare tutte le donne, distillando, come nettare prezioso, la qualità principale, la vera quintessenza di ognuna, che la rende amabile nel momento dell'incontro (“Nella bionda egli ha l'usanza di lodar la gentilezza; nella bruna, la costanza; nella bianca la dolcezza...”). Non si può non ammirare, insieme ad un Leporello così orgoglioso per le gesta del suo signore, l'escalation della passerella in cui ogni tipo di donna viene esaltato al meglio fino al vertice in cui “la giovin principiante” assume il primato assoluto della passione per lo squisito piacere dell'iniziazione erotica. L'interessante saggio-romanzo “Diario del seduttore” di Kierkegaard parte proprio dalla frase “sua passion predominante è la giovin principiante” e ne dipana tutte le implicazioni.
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