Berlioz lo descrisse come uno chef-d’oeuvre da ammirare in ogni suo aspetto, Baudelaire vi scorse la «solitudine assoluta» e «l’immensità con il solo sfondo di se stessa», in un bagno di luce sempre più intensa. Il preludio del Lohengrin è la trasfigurazione musicale del mistico Graal, che gradualmente appare, si rivela agli uomini e ne purifica il cuore in un’atmosfera celestiale. Impressiona il sapiente crescendo che dal suono impalpabile e quasi trasparente dei violini divisi in otto parti sprofonda lentamente nel registro grave; che si arricchisce nel frattempo del timbro dei legni, che raggiunge infine il culmine nell’accecante rivelazione del Graal agli occhi dei mortali, gloriosamente enunciata dagli ottoni. Ma la visione dura un istante: senza interruzione, la musica riprende la sua ascesa verso altezze ultraterrene e sonorità eteree per spegnersi là dove ha avuto inizio, in un pianissimo quasi impercettibile dei violini. Tutto è attentamente calibrato e finalizzato a rinforzare il disegno drammaturgico, con una perfezione che è quasi matematica: il punto in cui tutta l’energia gradualmente accumulata si sprigiona è posto in modo che ciò che lo precede duri esattamente il doppio del diminuendo che segue.(Laura Mazzagufo)
dir: Georg Solti (1994) | dir: Otto Klemperer (1970) |
dir: Wilhelm Furtwangler (1954) | dir: Arturo Toscanini (1951) |
La musica del preludio è stata usata a volte anche al cinema. L'esempio più celebre è quello del film di Charles Chaplin "Il grande dittatore" (1940), in cui l'attore fa la parodia di Hitler (e forse, purtroppo, ha contribuito ad associare ulteriormente nell'immaginario popolare la musica di Wagner al nazismo).
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