La collocazione di questo "atto mancante" era da intendersi fra gli attuali quadri III e IV, ma la struttura dell'opera sarebbe stata comunque diversa: i primi due quadri erano inizialmente uno solo, diviso in due scene. "La barriera d'Enfer" era il secondo, e quello di via La Bruyère era il terzo. E forse non tutto torna dal punto di vista della continuità, dato che alla "Barriera d'Enfer" Musetta già convive con Marcello presso l'osteria, come se lo sfratto fosse già avvenuto. Inoltre, nei dialoghi di Rodolfo c'è un riferimento al Visconte Paolo ("Un moscardino / di Viscontino / le fa l'occhio di triglia"), come se Mimì già lo frequentasse. Questioni di poco conto, certamente, e che sarebbero state gestite in maniera diversa se l'episodio della festa in cortile fosse stato mantenuto. Del Visconte si parlerà nuovamente nell'atto conclusivo, ma anche in quel caso solo nei dialoghi (citato da Musetta: "Intesi dire che Mimì, fuggita dal Viscontino, era in fin di vita"): lui in persona non si vedrà mai sul palcoscenico.
Puccini scelse di eliminare questo quadro per motivi squisitamente formali: riteneva infatti che mettere in scena una festa in questo punto avrebbe "ricalcato" in parte quello che era stato già proposto al Quartiere Latino, rovinando l'equilibrio dell'opera e sbilanciandola eccessivamente sul versante comico. In effetti, la sua rimozione rende "La Bohème" molto più armoniosa nella sua bipartizione a livello strutturale: si inizia con due episodi felici e spensierati, seguiti da due episodi più drammatici.
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