All'interno del quadro conclusivo, questo brano rappresenta il primo momento in cui Puccini introduce un tema musicale nuovo, senza riprendere – con connotazioni nostalgiche o per indicare il ricordo – quelli già usati in precedenza. E che non si tratti di un semplice intermezzo o di un episodio fine a sé stesso, buono soltanto per "staccare" drammaticamente il momento del ritorno di Mimì nella soffitta da quello in cui la ragazza rimane sola con Rodolfo, è dimostrato dal fatto che il tema dell'aria sarà ripreso proprio nelle ultime battute dell'opera, a suggello della morte di Mimì, mettendo in un certo senso, scrive Girardi, "sullo stesso piano la perdita di una persona e di un oggetto amati, riconducendo entrambi alla vie de bohème. [...] Con l’indumento se ne va un altro pezzo della giovinezza di tutti, e poiché Colline non vive avventure romantiche, l’amore per la cultura è anche il sentimento più autentico che prova. Un sentimento che lo lega di amicizia a «filosofi e poeti», e lo rende dignitoso coi potenti".
Clicca qui per il testo.
COLLINE(mentre Musetta e Marcello parlavano, si è levato il pastrano; con commozione crescente)
Vecchia zimarra, senti,
io resto al pian, tu ascendere
il sacro monte or devi.
Le mie grazie ricevi.
Mai non curvasti il logoro
dorso ai ricchi ed ai potenti.
Passâr nelle tue tasche
come in antri tranquilli
filosofi e poeti.
Ora che i giorni lieti
fuggîr, ti dico: addio,
fedele amico mio.
Addio, addio.
Paul Plishka | Carlo Colombara |
James Morris | Nicolai Ghiaurov |
Ezio Pinza | Boris Christoff |
Luciano Pavarotti (che non è certamente un basso!) spiega come cantare al meglio quest'aria durante una Masterclass:
Robert Briggs, Luciano Pavarotti
Nessun commento:
Posta un commento
Se possibile indica un nome, non postare come Anonimo!