Ebbene, l'opera inizia a sera inoltrata, in piena atmosfera lunare – in realtà la luna non è ancora sorta, la stanno aspettando invocandola ("Perché tarda la luna?") – e si svolge praticamente tutta di notte ("Nessun dorma"...) fino a risolversi all'alba, quando la vittoria di Calaf coincide con il sorgere del sole.
È ormai patrimonio collettivo il riconoscimento che il simbolismo della luna è tutto al femminile ("Casta diva"...), mentre quello del sole è al maschile. Ma cosa vuol dire questo, e perché è così importante?
Cominciamo col dire che simbolo non è allegoria (qualcosa cioè che sta al posto di un'altra cosa, può sostituirla e può anche essere costruita intenzionalmente), ma è un'immagine che si impone spontaneamente nella coscienza, scaturendo dalle profondità dell'inconscio collettivo, e rappresenta il miglior ponte, la migliore soluzione per unire i due opposti e per rappresentare i tanti elementi che tra loro sarebbero in contraddizione.
Il simbolo tende quindi a ricostruire una "unità originaria", una pienezza di significato, che la nostra coscienza troppo differenziata tende a perdere e a frammentare. Il contrario del "simbolico" è significativamente il "diabolico" (da dia – ballein = "separare"), il separatore, ciò che divide e frammenta l'unità originaria. Il diavolo ha separato l'uomo da Dio.
Ebbene, per il significato simbolico non è così. Il "femminile" e il "maschile" cui si allude quando compaiono nei simboli sono aspetti archetipici, quindi contengono un elemento transpersonale, una specie di matrice che porta con sé delle caratteristiche particolari che, proprio perché risiedono e agiscono nelle profondità della struttura psichica, sono comuni a tutti gli esseri umani, uomini e donne. Va da sé che, se sono stati chiamati così, ci saranno delle analogie più vicine al modo in cui la donna o l'uomo si riconoscono e si sono strutturati, sia biologicamente che psicologicamente e socialmente.
L'analogia tra la luna che cresce fino alla rotondità della sua pienezza e la pancia della donna, che si ingrossa nella gravidanza fino a far nascere un bambino e poi si sgonfia, ha portato, quando ancora non si conosceva il ruolo dell'uomo nel concepimento (più a lungo di quanto si pensi), a riconoscere nella luna il "signore delle donne" e ad attribuire alla penetrazione del suo raggio l'effetto fecondante.
Non sto a parlare, per ovvie ragioni di spazio, dei numerosissimi miti e leggende su questi aspetti, comuni praticamente a tutti i popoli e che si possono trovare in molti libri di storia delle religioni primitive o in quelli di psicologia analitica da Jung in poi, primo fra tutti il bellissimo lavoro della dottoressa M. Esther Harding, "I misteri della donna" (ed. Astrolabio), a cui rimando per chi volesse approfondire.
Analogamente, la luna è diventata direttamente garante di tutto "quello che cresce", della fertilità e fecondità della natura vegetativa e animale. Ancora adesso i nostri contadini sanno che per seminare, raccogliere o tagliare, affinché l'operazione vada a buon fine, bisogna rispettare le fasi della luna...
Ma la luna non è solo e sempre benefica e garante di fecondità (Iside, Artemide...); c'è anche la "luna nera", l'aspetto inquietante e negativo, legato alla morte e alla distruzione: l'altra faccia che ogni archetipo porta con sé e che mitologicamente è rappresentato da Kalì, da Ecate e da altre dee dall'aspetto terrificante.
Inoltre la luna, appartenendo alla notte, ha a che fare con tutti i significati legati a essa, in senso sia positivo che negativo: matrice della coscienza, ma rappresentante delle tenebre e dell'inconscio rispetto al sole che si pone come rappresentante della luce della coscienza diurna e centro del mondo maschile.
La melodia che prepara l'apparizione della luna e di Turandot è magistralmente evocativa, e assai interessanti sono le parole indirizzate alla luna: "testa mozza", "squallida", "esangue", "pallida", "taciturna", "funereo lume dei cimiteri", "amante smunta dei morti"... Ce n'è quanto basta per capire che qui l'aspetto presente della luna è il suo lato mortifero.
E questo caratterizza anche Turandot: essa viene invocata con le parole "Bianca al pari della giada, fredda come quella spada...". È la crudele principessa che sfida gli uomini, quelli hanno la sventura di innamorarsi di lei, con enigmi difficilissimi e li condanna con freddezza e determinazione a una morte orribile.
L'editto con cui si apre l'opera parla chiaro: "Popolo di Pechino, la legge è questa". Ma in tutta questa lugubre attesa, il misterioso coro dei ragazzi ("Là sui monti dell'Est..."), con la sua musica meravigliosa e suggestiva, introduce un elemento trasformativo: la speranza o forse la premonizione che le cose possano cambiare, il gelo sciogliersi e l'albero rifiorire...
Vedremo nel secondo atto il perché di tanta negatività e i motivi della scelta vendicativa della principessa.
Clicca qui per il testo di "Perché tarda la luna?".
LA FOLLAPerché tarda la luna? Faccia pallida! Mostrati in cielo! Presto, vieni!
Spunta! O testa mozza! O squallida! Vieni! Spunta! Mostrati in cielo!
O testa mozza! O esangue! O esangue, o squallida!
O taciturna! O amante smunta dei morti! O taciturna, mostrati in cielo!
Come aspettano, o taciturna, il tuo funereo lume i cimiteri!
O esangue, squallida! O testa mozza! Ecco laggiù un barlume!
Vieni, presto, spunta! O testa mozza, spunta! Vieni! O testa mozza, vieni!
Mostrati, o faccia pallida! O faccia pallida! O esangue, pallida!
Vieni, amante smunta dei morti! O amante smunta dei morti! Vieni, vieni, spunta!
Ecco laggiù un barlume, dilaga in cielo, la sua luce smorta!
TUTTI
Pu-Tin-Pao! La luna è sorta!
RAGAZZI
Là sui monti dell'Est la cicogna cantò.
Ma l'april non rifiorì, ma la neve non sgelò.
Dal deserto al mar non odi tu mille voci sospirar:
"Principessa, scendi a me! Tutto fiorirà, tutto splenderà!"
Ah!
direttore: Zubin Mehta
direttore: Francesco Molinari-Pradelli
Più che un commento, il mio è un ringraziamento. Non ho mai ascoltato la Turandot e sono davvero poche le rappresentazioni di opere liriche a cui ho assistito.
RispondiEliminaIncontrare così per la prima volta un'opera è un'esperienza bellissima, è bene che lo sappiate...
Spero che avrai la pazienza di andare fino in fondo. Turandot è un'opera unica e bellissima, da ascoltare e riascoltare sempre con amore. I brani qui selezionati sono tutti ad alto livello e imparerai a conoscerne le sfumature.
RispondiEliminaQuesti cori sulla luna poi sono veramente suggestivi e molto importanti per determinare l'atmosfera e i significati emotivi di tutta l'opera.