Clicca qui per il testo del brano.
VIOLETTA(trae dal seno una lettera)
"Teneste la promessa...
La disfida ebbe luogo.
Il barone fu ferito, però migliora...
Alfredo è in stranio suolo;
il vostro sacrifizio io stesso gli ho svelato.
Egli a voi tornerà pel suo perdono;
io pur verrò. Curatevi...
Meritate un avvenir migliore.
Giorgio Germont".
(desolata)
È tardi!
(si alza)
Attendo, attendo,
né a me giungon mai!...
(si guarda allo specchio)
Oh, come son mutata!
Ma il dottore a sperar pure m'esorta!
Ah, con tal morbo ogni speranza è morta.
Addio, del passato bei sogni ridenti,
le rose del volto già sono pallenti;
l'amore d'Alfredo pur esso mi manca,
conforto, sostegno dell'anima stanca.
Ah, della traviata sorridi al desio;
a lei, deh, perdona; tu accoglila, o Dio.
Or tutto finì.
Le gioie, i dolori tra poco avran fine,
la tomba ai mortali di tutto è confine!
Non lagrima o fiore avrà la mia fossa,
non croce col nome che copra quest'ossa!
Ah, della traviata sorridi al desio;
A lei, deh, perdona; tu accoglila, o Dio.
Or tutto finì!
Anna Netrebko
Maria Callas | Renata Tebaldi |
Renata Scotto | Anna Moffo |
Ancora qualche parola, in conclusione, sulla lettura della lettera di Germont padre da parte di Violetta. Come fa notare Marco Beghelli in un saggio, "Letture operistiche", pubblicato nel fascicolo che presentava la rappresentazione de "La traviata" al teatro La Fenice di Venezia nella stagione 2004/2005, "sopra un tappeto melodico evocatore, reminiscenza del primo incontro con Alfredo ("Di quell'amor ch'è palpito") [...] la voce si riduce improvvisamente alla dimensione parlata. Per qual mai sortilegio non è ben chiaro, in un contesto di finzione teatrale come quello dell'opera italiana, in cui tutto si può dire e fare cantando in versi, la retorica operistica sentiva evidentemente il bisogno di differenziare il proferimento di parole lette, abbassandone il livello linguistico rispetto al contesto musicale in cui si trovava inserito: all'interno di un recitativo secco, la lettura retrocede pertanto quasi sempre al grado di un'enunciazione parlata, con parole che abbandonano ben spesso la versificazione metrica per affidarsi eccezionalmente alla prosa, mentre in un contesto musicalmente ricco la lettura cantata s'abbassa almeno all'intonazione recitativa su nota più o meno fissa, se non alla totale perdita della dimensione canora".
Nessun commento:
Posta un commento
Se possibile indica un nome, non postare come Anonimo!