Il disprezzo per i riti dei “barbari” non impedisce a Pollione di concupire le loro donne, soprattutto le sacerdotesse, incurante del fatto che sedurle voglia dire costringerle a violare il giuramento più sacro per esse: la castità. Eppure dovrebbe sapere che anche a Roma esiste tale giuramento per le Vestali, le custodi del sacro fuoco che arde nel tempio di Vesta, a garanzia della pace sia domestica che di tutto lo stato. Ma del giuramento di sacerdotesse straniere, per un vincitore, non occorre tener nessun conto, anzi l'orgoglio maschile di vincere col proprio fascino un cuore votato a un dio ne esce rinforzato e il gioco è sicuramente molto eccitante! Del resto Pollione non è riuscito a sedurre persino Norma, la sacerdotessa suprema e figlia del re? E come potrebbe fallire con una giovane e inesperta novizia, se utilizza la stessa tecnica e – come vedremo, attraverso il ricordo di Norma – le medesime parole?
Pollione è talmente sicuro, essendo dalla parte dei vincitori, di potersi permettere tutto che, nella sua libidine, si sente giustificato da un dio stesso pronto a prendere le sue parti contro tutto quello che per i nemici “barbari” è sacro ricorrendo anche alla violenza. Con che piglio, anche per dissipare i dubbi e la paura che vuol negare, lo sentiamo declamare:
Me protegge, me difendeNon stiamo forse assistendo alla solita arroganza dei conquistatori che utilizzano anche la religione per il soddisfacimento dei loro istinti (sessuali o di potere), dichiarando “empi” e malvagi o semplicemente falsi idoli le divinità dei vinti, soprattutto se si oppongono ai loro desideri?
un poter maggior di loro.
È il pensier di lei che adoro,
è l'amor che m'infiammò.
Di quel Dio che a me contende
quella vergine celeste,
arderò le rie foreste,
l'empio altare abbatterò.
Ma il profilo psicologico di Pollione pesca anche nell'onnipresente archetipo del seduttore immortalato da Mozart nel suo “Don Giovanni”, e ne vedremo le somiglianze e le differenze, visto che Pollione ne ricalca solo alcuni aspetti. Per ora i punti in comune già evidenti sono il proposito di non fermarsi davanti a nessun ostacolo, sia pure una divinità (per Don Giovanni il primo ostacolo è stato il padre di Donna Anna, diventato poi un vero dio vendicatore), il liberarsi dalla gelosia e dalla vendetta di Norma tradita (come Donna Elvira, che “vuol strappargli il cor”) e la passione per una vergine, che tra tutte, è anche "la passion predominante" nel libertino mozartiano!
Clicca qui per il testo di "Svanir le voci... Meco all'altar di Venere".
(Escono da un lato Flavio e Polline guardinghi e ravvolti nelle loro toghe.)POLLIONE
Svanir le voci!
E dell'orrenda selva
Libero è il varco.
FLAVIO
In quella selva è morte
Norma tel disse.
POLLIONE
Profferisti un nome
Che il cor m'agghiaccia.
FLAVIO
Oh, che di' tu?
L'amante!
La madre de' tuoi figli!
POLLIONE
A me non puoi far tu rampogna,
Ch'io mertar non senta.
Ma nel mio core è spenta
La prima fiamma,
E un Dio la spense,
Un Dio nemico al mio riposo
Ai piè mi veggo l'abisso aperto,
E in lui m'avvento io stesso.
FLAVIO
Altra ameresti tu?
POLLIONE
Parla sommesso …
Un'altra, sì … Adalgisa …
Tu la vedrai …
Fior d'innocenza e riso,
Di candore e d'amor.
Ministra al tempio
Di questo Dio di sangue,
Ella v'appare
Come raggio di stella in ciel turbato.
FLAVIO
Misero amico! E amato
Sei tu del pari?
POLLIONE
Io n'ho fidanza.
FLAVIO
E l'ira
Non temi tu di Norma?
POLLIONE
Atroce, orrenda me la presenta
Il mio rimorso estremo …
Un sogno …
FLAVIO
Ah! Narra.
POLLIONE
In rammentarlo io tremo.
Meco all'altar di Venere
Era Adalgisa in Roma,
Cinta di bende candide,
Sparsa di fior la chioma;
Udia d'Imene i cantici,
Vedea fumar gl'incensi,
Eran rapiti i sensi
Di voluttade e amore.
Quando fra noi terribile
Viene a locarsi un'ombra
L'ampio mantel druidico
Come un vapor l'ingombra;
Cade sull'ara il folgore,
D'un vel si copre il giorno,
Muto si spande intorno
Un sepolcrale orror.
Più l'adorata vergine
Io non mi trovo accanto;
N'odo da lunge un gemito
Misto de' figli al pianto …
Ed una voce orribile
Echeggia in fondo al tempio
Norma così fa scempio
D'amante traditor!
(Squilla il sacro bronzo.)
FLAVIO
Odi? I suoi riti a compiere
Norma dal tempio move.
DRUIDI
(lontani)
Sorta è la Luna, o Druidi.
Ite, profani, altrove,
Ite altrove, ite altrove!
FLAVIO
Vieni…
POLLIONE
Mi lascia.
FLAVIO
Ah, m'ascolta!
POLLIONE
Barbari!
FLAVIO
Fuggiam…
POLLIONE
Io vi proverrò!
FLAVIO
Vieni… Fuggiam…
Scoprire alcun ti può.
POLLIONE
Traman congiure i barbari,
Ma io li preverrò!
FLAVIO
Ah! Vieni, fuggiam…
Sorprendere alcun ti può.
DRUIDI
(lontani)
Ite, profani, altrove.
POLLIONE
Me protegge, me difende
Un poter maggior di loro
È il pensier di lei che adoro,
È l'amor che m'infiammò.
Di quel Dio che a me contende
Quella vergine celeste,
Arderò le rie foreste,
L'empio altare abbatterò.
FLAVIO
Vieni, vieni …
Scoprire alcun ti può …
Vieni… Fuggiam…
DRUIDI
(sempre lontani)
Sorta è la Luna, o Druidi.
Ite, profani, altrove,
Ite altrove.
POLLIONE
Traman congiure i barbari,
Ma io li preverrò!
(Pollione e Flavio partono rapidamente.)
Franco Corelli | Mario Filippeschi |
Mario Del Monaco | Giuseppe Giacomini |
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