7 dicembre 2011

3. Aria: "Udite, tutti udite"

Scritto da Daniele Ciccolo

Nel giorno in cui il Don Giovanni apre la stagione operistica del Teatro alla Scala 2011/2012 sotto la guida di Daniel Barenboim ho sentito un impulso irrefrenabile a pubblicare un nuovo pezzo che ci permetta di continuare la nostra storia.

In questo post facciamo la conoscenza di Geronimo, un personaggio citato già numerose volte in precedenza.
Geronimo è un ricco mercante bolognese che, padre di Elisetta e Carolina, vuole compiere un'operazione non insolita all'epoca: usare il proprio denaro per acquistare il prestigio derivante da un titolo nobiliare.
Bertati lo rende un personaggio comico: è un signore già in avanti negli anni e per di più anche un po' sordo, anche se, ovviamente, non lo vuole ammettere.
La sfera semantica dell'udito è molto importante: si ripresenterà successivamente, accrescendo la comicità delle scene e, di riflesso, la presa in giro del ceto borghese che Geronimo rappresenta. E non è un caso, a tal proposito, che il testo dell'aria incominci con "Udite, tutti udite".
Questa particolare caratterizzazione ci conduce naturalmente a pensare alla commedia dell'arte, costruita sulla base di "tipi" con dei connotati ben definiti: nel caso di Geronimo lo si potrebbe definire "il vecchio duro d'orecchi".

Ma andiamo con ordine.

Rimasto solo, Paolino avverte ormai come imminente l'entrata di Geronimo.
Nel recitativo che precede l'aria, Paolino ci fa scoprire che "di sordità patisce assai sovente / ma dice di sentir s'anche non sente"; è per questo motivo che si propone di parlargli "in tuon sonoro", dal momento che deve consegnargli una lettera del Conte Robinson, per cui è molto importante che il vecchio presti massima attenzione.
Così Geronimo entra in scena: è nell'atto di litigare con dei servi per il fatto che non lo chiamano col titolo di "Illustrissimo". Paolino gli porge la lettera a lui indirizzata dal Conte Robinson. In essa è scritto che il Conte ha accettato di sposare Elisetta con la promessa di ricevere in contropartita una dote di 100.000 scudi e che sarebbe nella stessa giornata venuto per firmare il relativo contratto di nozze.
Geronimo è contento e tale felicità si trasmette anche a Paolino, il quale ha la speranza che questo possa giovare alla sua situazione; ma un inciso di Geronimo, in cui esprime la volontà di combinare un "matrimonio nobile" anche per Carolina, lo getta nello sconforto. E Paolino non fa in tempo a pensarci su che già è inviato "a stare in attenzione dell'arrivo del Conte", preparando quanto occorre per poterlo accogliere come si conviene ad un uomo del suo rango.
Non rimane che annunciare al resto della famiglia l'evento, e così comincia l'aria.

Clicca qui per il testo del recitativo che precede il brano.

PAOLINO
Ecco che qui sen vien. Bisogna intanto
ch'io mi avvezzi a parlar in tuon sonoro
per farmi intender bene.
Di sordità patisce assai sovente,
ma dice di sentir s'anche non sente.

GERONIMO
(ad alcuni servi)
Non dovete sbagliar, gente ignorante.
Che cosa è questo: lei, signor Geronimo!
In Italia, i mercanti
che han dei contanti han titol d'illustrissimo:
Illustrissimo io sono e va benissimo;
Se poi... (ad ogni costo
voglio avere un diploma
che della nobiltà mi metta al rango,
chè chi ha dell'oro ha da sortir dal fango.)
Oh! Paolino caro.

PAOLINO
Ecco una lettera
del conte Robinson, che, per espresso
inclusa in una mia, venuta è adesso.

GERONIMO
Sì, son venuto adesso. E questa lettera
di chi è? Chi la manda?

PAOLINO
(forte)
Il conte Robinsone.

GERONIMO
Il conte Robinson, sì, sì, ho capito.
La leggo volentieri.
(legge sottovoce)
Ah ah... comincia bene...
Oh oh... séguita meglio...
Ih... di gioia mi balza il cor in petto!

PAOLINO
Ah ah, oh oh, ih ih, così ha già letto?

GERONIMO
Venite, Paolino,
venite, ch'io v'abbracci. È vostro merito
la buona rïuscita;
Io vi sono obbligato della vita.

PAOLINO
(Questo mi dà conforto.)

GERONIMO
Fra poco il conte genero
sarà qui a sottoscrivere il contratto:
Elisetta è contessa: il tutto è fatto.
Con Carolina or poi se mi riesce
di fare un matrimonio eguale a questo,
colla primaria nobiltà m'innesto.

PAOLINO
(Questo poi mi dà affanno.)

GERONIMO
Che avete voi? Siete di tristo umore?

PAOLINO
Io? Signor no.

GERONIMO
Che?

PAOLINO
Allegro anzi son io
per queste nozze.

GERONIMO
Bene. Andate dunque
a stare in attenzione
per l'arrivo del Conte; ed ordinate
tutto quel che vi par che vada bene
per poterlo trattar come conviene.
(Paolino parte)

GERONIMO
Orsù, più non si tardi
a dar sì lieta nuova alla famiglia.
Elisetta! Fidalma! Carolina!
Figlie, sorella, amici, servitori,
quanti in casa vi son, vengano fuori.

CAROLINA
Signor padre?

ELISETTA
Signor? ...

FIDALMA
Fratello amato? ...

CAROLINA
Che avvenne?

ELISETTA
Cosa c'è?

CAROLINA
Che cosa è stato?


L'azione a questo punto si ferma e la musica si preoccupa di far risaltare la gioia incontenibile di Geronimo.
Addentrandoci meglio nell'analisi della partitura notiamo, infatti, che quest'aria, al pari di altre nell'opera, è divisa in due parti. Ascoltando attentamente, infatti, possiamo distinguere una prima sezione lenta e poi una veloce. Naturalmente tutto questo non è casuale, ma è funzionale all'esigenza di rinforzare con la musica quanto espresso dal testo. Infatti, ad un'attenta analisi sono solo tre le note che accompagnano il grido di gioia "Udite, tutti udite", in corrispondenza dei tempo forti di ciascuna battuta: il resto sono solo abbellimenti.
Il che equivale a dire che un annuncio del genere va fatto, mutuando un'espressione delle Nozze di Figaro, "con la più ricca pompa" ed è l'andamento lento ed allo stesso tempo ornato che conferisce solennità a tale dichiarazione! La notizia non è per niente banale: si annuncia addirittura un "matrimonio nobile". Ecco, a tale riguardo mi viene in mente che Geronimo ripete quest'espressione un buon numero di volte (quattro, se non vado errato), quasi a voler convincere se stesso, gli altri personaggi e gli spettatori dell'eccezionalità della situazione; della serie: "un matrimonio nobile, mica roba da poco!".
Nell'aria si inserisce anche un rimprovero di Geronimo verso Carolina. Egli, infatti, pensa che la figlia sia invidiosa per la notizia e la rassicura che anche per lei verrà il momento di sposare un nobile; a questo punto si giustifica come Carolina stia "col ciglio basso", perché in cuor suo pensa alla sua unione con Paolino: il che viene nuovamente frainteso e scambiato per un comportamento sciocco.
Dopo questa breve parentesi l'aria si può concludere nel massimo della felicità per Geronimo, che lascia la scena pieno di soddisfazione.

Clicca qui per il testo del brano.

GERONIMO
Udite, tutti udite,
le orecchie spalancate,
di giubilo saltate:
un matrimonio nobile
per lei concluso è già.
Signora Contessina
quest'oggi ella sarà.
Via, bacia, mia carina,
la mano al tuo papà.
Che saltino i denari:
la festa si prepari.
Godete tutti quanti
di mia felicità.
Sorella mia, che dite?
Che dici tu, Elisetta?
(A Carolina)
Con quella bocca stretta
per cosa stai tu là?
Via, via, che per te ancora
tuo padre ha già pensato:
un altro titolato
sua sposa ti farà.
E stai col ciglio basso?
Non muovi ancor la bocca?
Che sciocca! ohimè, che sciocca!
Fai rabbia in verità.
L'invidia fai conoscere,
che dentro il cor ti sta.


Seguono alcune versioni dell'aria.


Enrico Fissore



Carlos Feller

Salvatore Salvaggio

Potrete notare tra di essi una stretta somiglianza. In questo caso è giusto emendare uno sbaglio che ho fatto peccando di superficialità. Ho infatti accusato il cantante Salvaggio di aver copiato in modo spudorato le movenze di Feller; per di più, la scenografia e la regia sono praticamente le stesse. Questo fatto non è dipeso in nessun modo dalle scelte del cantante.
In questi casi, infatti, si verifica che una determinata produzione (scenografia più regia) sia esportata ed utilizzata in diversi teatri. Era una cosa che mi era ignota fino a non molto tempo fa! E' possibile, insomma, che due teatri mettano in scena un'opera acquistando una determinata produzione. Se questo sia giusto o sbagliato lo lascio giudicare a voi. Secondo il mio parere, ci introduciamo in un complesso discorso dell'originalità dell'arte e del suo ridursi a merce per il mercato, considerando che le produzioni artistiche di questo tipo hanno determinati costi, dunque il discorso economico ha la sua rilevanza.
Detto questo, concludo dicendo che il secondo video contiene anche il recitativo che precede l'aria.

Devo anche dire che del primo dei prossimi due video non sono riuscito a rintracciare il nome del cantante; spero, allo stesso modo, di non trovare né quello dello scenografo e né quello del regista, che altrimenti potrei diventare violento nei loro confronti: spero non ci sia bisogno di spiegarne i motivi! Qui potrebbe partire un interessantissimo discorso sulle modalità con cui un'opera lirica dovrebbe essere messa in scena, però questa non è la sede adatta!



Carmine Monaco

Concludo in bellezza con il grande Fischer-Dieskau, sotto la bacchetta di Daniel Barenboim.


Dietrich Fischer-Dieskau

2 commenti:

Marisa ha detto...

Spero che di questi "impulsi irrefrenabili" sarai preso più spesso perchè ci stai lasciando un pò languire in attesa dello sviluppo dell'opera :-)
Comunque ti rinnovo i complimenti per la passione che si intravede e per la competenza.

Certo che bisognerebbe,nell'allestimento di un'opera , tener presente che si tratta di uno spettacolo di grande complessità a vari livelli, in cui la parte musicale e quella drammatica e teatrale devono integrarsi, ma è chiaro che non sempre si trovano i requisiti adatti sia nei cantanti che nelle regie o nei direttori d'orchestra.
Spesso ognuno cerca di dar rilievo ai propri mezzi. Ma il peggio è quando si cerca una originalità che è solo stramberia o bassa ricerca di un omaggio alla modernità tradendo completamente il carattere originario ed eterno dell'opera, che è pur sempre una rappresentazione di parti archetipiche e valide perciò in ogni contesto storico, senza dover fare caricature e forzature.


Daniele Ciccolo ha detto...

Lo so, lo so che siete tutti ansiosi di conoscere come si evolverà la storia! :) Purtroppo, specie in questo periodo, il tempo libero è davvero poco, proprio a causa della musica, per cui faccio quello che posso! :)

Nel tuo commento hai sollevato delle questioni abbastanza interessanti.
Io ho voluto evitare di dare ad esse ampio risalto nei topic, perché vorrei che ci si focalizzasse di più sulla storia e sulla musica, ma ciò non mi ha impedito di "lanciare qualche amo" su questioni complesse quali le modalità con cui un'opera dovrebbe essere messa in scena. Ho spesso riflettuto su questo punto e sono giunto alla conclusione che bisogna stare molto attenti alle "rivisitazioni" moderne di un'opera che è nata in un contesto ben preciso. Semmai, mi piacerebbe che le persone che vanno a teatro siano più informate circa quello che stanno andando a vedere; spesso mi precludo di andare ad uno spettacolo perché "non lo conosco" e rischierei di non cogliere nulla di quel che vorrei cogliere.
Ecco uno dei motivi per cui ho deciso di collaborare a questo blog!

Basta, mi sono dilungato troppo! Prima di Natale spero di pubblicare un altro post! :)