16 aprile 2013

13. Aria: "Pria che spunti in ciel l'aurora"

Scritto da Daniele Ciccolo

Siamo giunti ad un punto critico.
Nell'aria precedente abbiamo assistito ad una situazione paradossale: Fidalma ha dichiarato a Paolino l'intenzione di sposarlo, credendo di essere ricambiata dal giovane, il quale, invece, voleva chiederle di intercedere presso il fratello circa il suo matrimonio segreto con Carolina. Proprio al culmine dell'equivoco entra in scena Carolina, che comincia a nutrire dei dubbi circa la fedeltà dello sposo.

Questo travagliato recitativo, infatti, ci mostra la discussione dei due personaggi una volta che Fidalma è uscita di scena. Inizialmente Carolina invita Paolino a seguire Fidalma, ma poi chiede spiegazioni con veemenza. Dopo uno scambio di battute, Carolina cede e ritrova la fiducia per Paolino. Quest'ultimo chiude il recitativo esprimendo alla sposa l'intenzione di fuggire.

Clicca qui per il testo del recitativo che precede il brano.

CAROLINA
Vanne, vanne: la séguita... No, arrestati.
Dimmi, tristo, su, dimmi,
quante pensi sposarne? Ora comprendo
perché a svelar non pensi
il nodo clandestin che ci ha legati.
Lo fai per il piacere
di tradire due donne a un solo istante,
me come sposa e l'altra come amante.

PAOLINO
No, Carolina, chetati ed ascoltami.

CAROLINA
E che deggio ascoltar? Non ti ho trovato
svenuto per amore
al fianco di mia zia? Non l'ho sentita
vantarsi del tuo affetto?
E che l'hai da sposar non ha già detto?

PAOLINO
Questo è un inganno, o cara...

CAROLINA
Eh, sì, un inganno
che da te si commette.
Se tu amavi mia zia,
perché non sposar lei?
Perché sedurre una fanciulla onesta,
priva d'ogni esperienza e d'accortezza,
per farla poi crepar dall'amarezza?

PAOLINO
M'ascolta, per pietà...

CAROLINA
Che vuoi che ascolti?
Comprendo in questo istante
il peso del mio fallo.
Ma senti, io corro adesso
a' piedi di mio padre;
Svelerò quel che ho fatto...
A qualunque castigo
mi renderò soggetta.
Di te poi, seduttor, tristo, spergiuro,
segua quel che si voglia, io non mi curo.
(per partire)

PAOLINO
Ferma, ferma, ti prego...

CAROLINA
Oibò... mi lascia.

PAOLINO
No, ti dico.

CAROLINA
Vo' andar.

PAOLINO
Sentimi, e poi
subito te ne andrai se andar tu vuoi.

CAROLINA
Ah! Chi poteva mai
questo da te aspettarsi!

PAOLINO
Ascolta, io dico.

CAROLINA
Io mi sento morir!

PAOLINO
Calmati un poco.

CAROLINA
(piangendo)
Così resterai libero,
così la sposerai.

PAOLINO
Ah! no, che tu così morir mi fai.
Nell'inganno tu sei, ragion non senti,
e ti scordi in un punto di furore,
chi sei tu, chi son io, tutto l'amore?

CAROLINA
Cosa potresti dir?

PAOLINO
Dir che tua zia
soltanto in quest'istante,
mi si scoperse amante;
e la sorpresa mia fu che mi tolse
l'uso de' sensi. Or vanne a pubblicarmi
qual seduttor. Rovinami, ma prima
prendi questo coltello,
e poichè sei impazzita,
qui dammi prima una mortal ferita.

CAROLINA
Guarda ch'io te la do.

PAOLINO
Non mi ritiro.

CAROLINA
Ma non disse ella stessa
che tu l'amavi?

PAOLINO
Equivocò Fidalma.

CAROLINA
Confessa, o fo davvero.

PAOLINO
Se un bugiardo mi credi,
spingi senza pietade.

CAROLINA
Ah! mi vien freddo ed il coltel mi cade.

PAOLINO
Or sappi, sposa mia, che più maneggio
non trovo al scoprimento
per salvar il decoro. A noi non resta
che di fuggir. Coi buoni uffizi il padre
farem poi che si plachi.
Quel ch'è fatto è già fatto; ed alla fine
presto o tardi lo sdegno ha il suo confine.


Fuggire si configura come extrema ratio. Come ricorderete, i due protagonisti hanno cercato di fare di tutto per svelare il loro matrimonio segreto alla famiglia di lei senza per questo creare scandali ed imbarazzi. All'inizio si è cercato di usare il matrimonio combinato del Conte con Elisetta, dovuto essenzialmente a Paolino, come occasione adatta per rendere meno dura la reazione familiare, soprattutto di Geronimo. Ma, come si è visto, il Conte ha dimostrato interesse verso Carolina. Successivamente, si è sperato nell'aiuto di Fidalma, ma questa ha mostrato la sua infatuazione per Paolino. Che fare, dunque? A Paolino viene naturale proporre alla sposa di fuggire. E il tema della fuga è l'oggetto dell'aria che segue.

Si tratta di una delle arie più perlustrate e conosciute dell'opera cimarosiana; ciò è dimostrato dal fatto che nelle proposte video vi sono contributi di artisti quali Florez ed Alva.

Ciò che mi preme sottolineare è questo: Si tratta di un'aria, se vogliamo, dal contenuto atipico. Voglio dire, dopo la lite tra Carolina e Paolino sviluppatasi nel recitativo precedente, ci saremmo dovuti aspettare un'aria in cui il giovane confermava i sentimenti amorosi nei confronti della sposa. Ma così non è. E' un'aria descrittiva, in cui il piano di fuga è espresso con dovizia di particolari.

Come ogni fuga che si rispetti, questa avverrà di notte. Ad attendere gli sposi ci sarà una carrozza, che li condurrà da un'anziana parente di Paolino. In un ambiente non ostile si potrà poi pensare a tutto il resto: l'unica cosa che conta al momento, l'unico sostegno imprescindibile, infatti, è l'amore che lega i nostri protagonisti.

Da un punto di vista strutturale, l'aria si divide in due parti, un Andante sostenuto e un Allegro vivace.
E' importante perché contengono differenti indicazioni circa lo stato d'animo di Paolino, cui l'aria è interamente affidata. Infatti, nella prima parte il testo è esposto in modo timido, quasi che il pensiero della fuga non fosse premeditato, ma fosse conseguenza sopravvenuta della situazione creatasi nella scena precedente. Nella seconda parte, invece, vi sono delle ripetizioni, a significare che Paolino ha pienamente aderito al suo proposito e si è convinto della bontà della sua idea.

Clicca qui per il testo del brano.

PAOLINO
Pria che spunti in ciel l'aurora,
cheti cheti, a lento passo,
scenderemo fin abbasso,
che nessun ci sentirà.
Sortiremo pian pianino
per la porta del giardino:
tutta pronta una carrozza
là da noi si troverà.
Chiusi in quella, il vetturino,
per schivar qualunque intoppo,
i cavalli di galoppo
senza posa caccerà.
Da una vecchia mia parente,
buona donna e assai pietosa,
ce ne andremo, cara sposa,
e staremo cheti là.
Come poi s'avrà da fare
penseremo a mente cheta.
Sposa cara, sta pur lieta,
che l'amor ci assisterà.
(parte)


Seguono alcune proposte di ascolto.


Paolo Barbacini


David Kuebler

Ryland Davies


Luigi Alva

Juan Diego Florez

3 commenti:

Marisa ha detto...

Sì, sembra proprio che l'idea della fuga nasca sul momento e si rinforzi man mano che viene esposta. la musica qui rende molto bene questo processo in fieri e conferma che spesso è proprio così: prendiamo maggiormente coscienza delle nostre idee e progetti man mano che siamo costretti ad esporli ad altri.
Tra pensiero e parola c'è un meccanismo di rinforzo continuo; perciò è così importante comunicare.


Daniele Ciccolo ha detto...

Marisa, ti ringrazio del commento, sempre molto gradito!


Gúrgite vasto ha detto...

La sottolineatura musicale che descrive i cavalli della carrozza è assolutamente fantastica!