19 dicembre 2016

Carmen (11) - Il toreador

Scritto da Marisa

Subito dopo il canto gitano, entra in scena un importante personaggio che completa il quartetto dei protagonisti: il torero Escamillo. È preannunciato da un coro, un vero e proprio inno alla sua fama già conclamata e di ammirazione per il suo coraggio. Come l'entrata in scena di Carmen è preceduta dall'attesa degli spasimanti, così quella di Escamillo viene annunciata dai fan che lo accompagnano e, quando lui fa la sua entrata, tutti gli sguardi sono già indirizzati sul personaggio glorioso!

Siamo nella Spagna dell'inizio del XIX secolo, a Siviglia, dove c'è un'arena per la corrida tra le più famose della nazione. Il toreador è una figura popolarissima, simbolo di grazia, maestria e di coraggio virile, e in questo momento Escamillo è l'astro nascente, una vera star. Non poteva esserci momento più favorevole alla sua presentazione. L'atmosfera è già surriscaldata dallo sfrenato ballo dei gitani e dal canto di Carmen e la tensione eccitata raggiunge il suo punto massimo per potersi scaricare e trovare il suo obbiettivo esaltato nella figura del proprio eroe: quasi una epifania. È come un dio che compare alla folla durante una processione di canti e isteriche invocazioni! Il suo canto non fa che dare conferma a tanta ammirazione, fornendone la giustificazione con la descrizione dell'atmosfera della corrida, delle sue tensioni e della liberazione nella risoluzione finale dell'uccisione del toro.

La tauromachia è il residuo di un rito antichissimo, di origine minoico-cretese del secondo millennio a.C., che aveva come centro mistico-religioso l'immagine del Toro come epifania della forza divina, della sua fecondità e energia. Il famoso affresco cretese detto “Taurocapsia”, dal greco “salto del toro”, raffigura un enorme e bellissimo toro su cui un acrobata fa le sue evoluzioni, saltando elegantemente, dopo averlo preso per le corna. Subito dopo, probabilmente, il toro veniva sacrificato.
In seguito, con il diffondersi del culto di Mitra (il dio frigio che viene raffigurato nell'atto di uccidere un toro), la tauromachia entra nei riti e poi nei giochi, diffondendosi in quelle regioni dove tale culto era stato portato soprattutto dai legionari romani. Sappiamo infatti che il culto di Mitra era diffuso tra i militari e per tanto tempo è stato il vero antagonista alla diffusione della religione cristiana, imposta da Costantino solo nel IV secolo.

Mitra simbolicamente rappresenta uno degli stadi più importanti nel processo della differenziazione della coscienza umana dalla fase indistinta della partecipazione allo stato puramente naturale e istintuale originario. La lotta col toro e il suo sacrificio rappresentano lo sforzo dell'Io cosciente di dominare l'istintualità brutale e il dominio sulla natura bestiale che è alla radice di ogni essere. E si capisce come una simile religione, votata al dominio di sé, all'autodisciplina e alla vittoria sugli istinti più potenti, sia potuta diventare la religione dei legionari romani.

Dalla Spagna e dalla Francia meridionale, territori in cui le legioni romane hanno stanziato per più tempo radicando la tauromachia, tali giochi si sono poi diffusi in Messico e in gran parte del continente sudamericano, dove si possono ancora ammirare imponenti costruzioni nate per tali spettacoli.
Ultima curiosità: le espressioni popolari “prendere il toro per le corna” e “tagliare la testa al toro” derivano proprio dalle lotte col toro per dimostrare la propria abilità, agilità e coraggio nell'aggirare e alla fine risolvere una situazione pericolosa...

Ma torniamo ad Escamillo. Abbiamo detto che viene percepito e lui stesso si propone come una star, un idolo, esempio di coraggio virile e centro di ammirazione. Quindi quello che predomina non è la sua realtà personale, l'uomo individuale con caratteristiche particolari. Questo non interesserebbe a nessuno. Lui deve incarnare una figura collettiva, “il torero vincente”, l'eroe in grado di sconfiggere l'animale potente, la forza indomita della natura, per conto di tutti gli spettatori, perché tutti si possano identificare per un momento nella sua abilità e nella sua fortuna. Che ora si chiami Escamillo e domani Manuelito non importa. Importa solo che ci sia sempre qualcuno che permetta all'uomo comune di rispecchiarsi in colui che in quel momento incarna il simbolo della superiorità umana rispetto alla pura istintualità e alla forza della natura, che ammiriamo tanto ma che bisogna dominare, anche a costo della sua distruzione fisica... Va da sé che in fondo l'uomo si identifica anche col toro, e che si tratta di una lotta tra pari in cui fino alla fine l'esito è incerto e il nemico ha diritto allo stesso rispetto che l'uomo cerca per sé. Che gloria procurerebbe il vincere su un toro debole o malato? Ed esiste, infine, una lotta che non sia in realtà lotta con sé stessi, conflitto tra le proprie forze opposte, anche se preferiamo proiettare il nemico e l'avversario sempre fuori di noi?
Non a caso Escamillo riconosce una vera affinità nei soldati che affollano la taverna di Pastia e lo acclamano, uomini che sono abituati a rischiare la vita in ogni battaglia, in costante pericolo di vita e allenati alla proiezione della parte più aggressiva di loro stessi nel “nemico” che bisogna sconfiggere e possibilmente uccidere (tra soldati e toreri ci si intende sempre, dice).

Appena compare, capiamo subito che sarà Escamillo il vero partner di Carmen. Sono fatti della stessa pasta e sono destinati a intendersi a meraviglia, anche se solo per poco tempo, ma il tempo non conta poi molto nel regno del mito. Ambedue sono infatti più esseri mitici che reali, e la loro identità personale non esiste quasi, mentre è fortissima l'impronta collettiva. L'una rappresenta il desiderio sensuale e l'incostanza dell'amour-passion, l'altro il disprezzo della morte a vantaggio del momento di coraggio e di gloria, l'estasi della vittoria sotto lo sguardo di tutti e soprattutto di quegli “occhi neri” che per sovrappiù gli daranno il godimento del premio dell'amore conquistato con l'esibizione del proprio coraggio. Tutti e due incarnano situazioni pericolosissime per il comune mortale. Per il momento il loro incontro è fugace e non sembra dare frutti, ma il seme è già posto...

Clicca qui per il testo di "Votre toast, je peux vous le rendre".

CHŒUR
Vivat! vivat le Toréro!
Vivat! vivat Escamillo!

ESCAMILLO
Votre toast, je peux vous le rendre,
señors, señors, car avec les soldats,
oui, les toréros peuvent s’entendre,
pour plaisirs ils ont les combats!
Le cirque est plein, c’est jour de fête,
le cirque est plein du haut en bas.
Les spectateurs perdant la tête.
Les spectateurs s’interpellent à grand fracas!
Apostrophes, cris et tapage
poussés jusques à la fureur!
Car c’est la fête des gens du courage!
c’est la fête des gens de cœur!
Allons! en garde! ah!
Toréador, en garde!
Et songe bien, oui, songe en combattant,
qu’un œil noir te regarde
et que l’amour t’attend!
Toréador, l’amour t’attend!

TOUT LE MONDE
Toréador, en garde! etc.
(Carmen remplit le verre d’Escamillo.)

ESCAMILLO
Tout d’un coup, on fait silence,
on fait silence, ah! que se passe-t-il?
Plus de cris, c’est l’instant!
Le taureau s’élance
en bondissant hors du toril!
Il s’élance! Il entre, il frappe!
Un cheval roule, entraînant un picador!
« Ah! bravo Toro!» hurle la foule;
le taureau va, il vient,
il vient et frappe encore!
En secouant ses banderilles,
plein de fureur, il court!
Le cirque est plein de sang!
On se sauve, on franchit les grilles.
C’est ton tour maintenant!
Allons! en garde! ah!
Toréador, en garde! etc.

TOUT LE MONDE
Toréador, en garde! etc.

CORO
Viva! Viva il torero!
Viva! Viva Escamillo!

ESCAMILLO
Il vostro brindisi, lo posso ricambiare,
signori, perché i toreri, sì,
possono andar d’accordo con i soldati,
hanno i combattimenti come piacere!
L’arena è piena, è giorno di festa,
l’arena è piena dall’alto in basso.
Gli spettatori perdono la testa.
Gli spettatori si chiamano con gran strepito!
Richiami, grida e confusione
crescono alla follia!
Poiché è la festa delle persone che hanno coraggio! Di quelli che hanno fegato!
Su! In guardia! Ah!
Toreador, in guardia!
E tieni a mente, sì, tieni a mente, mentre combatti, che un occhio nero ti guarda
e che ti aspetta l’amore!
Toreador, l’amore ti aspetta!

TUTTI
Toreador, in guardia! ecc,
(Carmen riempie il bicchiere di Escamillo).

ESCAMILLO
Tutto d’un tratto, cala il silenzio,
cala il silenzio, ah! Che succede?
Basta gridare, è l’ora!
Il toro si slancia
balzando fuori dal suo recinto!
Si butta in avanti! Entra, colpisce!
Un cavallo corre, portando un picador!
“Ah! Bravo, toro!”, urla la folla;
il toro va e ritorna,
viene e colpisce ancora!
Corre, scuotendo le sue banderillas
pieno di furore!
L’arena è piena di sangue!
È un fuggi fuggi, si superano le inferriate.
Tocca a te, ora!
Avanti! In guardia! Ah!
Toreador, in guardia!, ecc.

TUTTI
Toreador, in guardia! ecc.

Clicca qui per il testo del recitativo che segue.

(On boit, on échange des poignées de main avec le Toréro. Les officiers commencent à se préparer à partir. Escamillo se trouve près de Carmen.)

ESCAMILLO
La belle, un mot:
comment t’appelle-t-on?
Dans mon premier danger
je veux dire ton nom.

CARMEN
Carmen, Carmencita!
Cela revient au même!

ESCAMILLO
Si l’on te disait que l’on t’aime?…

CARMEN
Je répondrais qu’il ne faut pas m’aimer.

ESCAMILLO
Cette réponse n’est pas tendre;
je me contenterai d’espérer et d’attendre.

CARMEN
Il est permis d’attendre, il est doux d’espérer.

ZUNIGA
Puisque tu ne viens pas, Carmen, je reviendrai.

CARMEN
Et vous aurez grand tort!

ZUNIGA
Bah! je me risquerai!
(Exit Zuniga et Escamillo.)

(Bevono, si scambiano delle strette di mano con il Torero. Gli ufficiali si preparano a partire. Escamillo si viene a trovare vicino a Carmen.)

ESCAMILLO
Bellezza, una parola:
come ti chiami?
Nel momento del pericolo,
voglio dire il tuo nome.

CARMEN
Carmen, Carmencita!
Fa lo stesso.

ESCAMILLO
Se ti dicessero di amarti?…

CARMEN
Risponderei che non bisogna amarmi.

ESCAMILLO
Questa risposta non è tenera;
mi accontenterò di aspettare e sperare.

CARMEN
È concesso aspettare, è dolce sperare.

ZUNIGA
Visto che tu non vieni, Carmen, tornerò io.

CARMEN
E fareste molto male!

ZUNIGA
Bah! Correrò il rischio!
(Escono Zuniga e Escamillo.)




Yuri Mazurok (Escamillo)
dir: Carlos Kleiber (1978)



Ruggero Raimondi (Escamillo)
dir: Pierre Dervaux (1980)



Justino Diaz

Bryn Terfel