I tristi pensieri e presentimenti di Norma vengono interrotti dalla visita di Adalgisa, che con molta timidezza e imbarazzo chiede un colloquio alla sacerdotessa suprema che ammira, ama e in cui ripone una fiducia che ha tutto il sapore della venerazione stessa. Non succede così quando nei primi anni di gioventù abbiamo degli ideali e crediamo di aver trovato il maestro giusto che li incarna? Non diventa il modello e l'oggetto di venerazione?
Norma la incoraggia ad aprirsi a lei con una affettuosità quasi materna che il termine “giovinetta” ci rivela, invitandola addirittura ad abbracciarla. E Adalgisa, così rassicurata, apre finalmente tutto il suo cuore, dopo tanta segreta angoscia. Sì, quello che la turba è il sentimento d'amore che si è insinuato in lei sopraffacendo e scacciando tutti gli altri. E nel descrivere, su sollecitazione della stessa sacerdotessa, come e quando tale amore si è fatto strada, risveglia in Norma il ricordo esatto del suo primo incontro con Pollione (le parole seduttive sono infatti le stesse...) e di come lei per prima abbia ceduto all'incanto, immemore degli obblighi del proprio ruolo.
Siamo di fronte ad un duetto memorabile, in cui le due voci femminili si intrecciano e si sovrappongono in un unico sogno: attuale e in pieno svolgimento per Adalgisa, nostalgico e struggente per Norma, che nella stessa rievocazione lo rivive in pieno riattualizzandolo. E si abbandona talmente al ricordo che Adalgisa teme di non essere ascoltata, tanto la vede estatica e assente.
La lunghezza del duetto è volta a portarci proprio al centro del cuore femminile e di come un amore e un anelito spirituale possano venire indirizzati diversamente, verso l'umano. La libido funziona proprio così: la stessa energia psichica può prendere vie diverse, essere dirottata in alto o in basso e trasformarsi da passione mistica a umana o viceversa, ma l'energia di base o libido (come è più appropriato chiamarla in termini psicologici) è la stessa...
A piè dell'ara ov'io pregava il Dio.E Pollione, come Don Giovanni, intuisce benissimo le potenzialità del sentimento mistico per dirottarlo a suo favore. Non ha già collaudato con Norma una simile tecnica di seduzione? Alla Maddalena cristiana avviene il contrario: il suo amore terreno per gli uomini cambia direzione dopo l'incontro con Gesù e diventa amore mistico, ma quanto vivo e ardente!
Tremai… Sul labbro mio
Si arrestò la preghiera.
E, tutta assorta
In quel leggiadro aspetto,
Un altro cielo mirar credetti,
Un altro cielo in lui.
Proprio il ricordo di come sia dolce e suadente il richiamo d'amore e il suo abbandonarsi ad esso porta Norma ad essere così indulgente e pronta a compiacere la ragazza, assicurandole di poter sciogliere i suoi vincoli con l'altare, anche perché le ricorda che i suoi voti non sono ancora definitivi (Adalgisa è ancora una novizia) e quindi non c'è nessun sacrilegio, anche se ha comunque bisogno del permesso e del perdono della sacerdotessa-capo per essere liberata dalla promessa dei voti. E Norma dissipa ogni ombra, acconsente con gioia ad accordare ad Adalgisa quello che vorrebbe fosse accordato a lei stessa...
Perdono e ti compiango.La tenerezza di Norma per Adalgisa trova qui il punto di massima intensità; dall'atteggiamento iniziale – benevolo, quasi materno – della sacerdotessa verso l'adepta molto più giovane, passiamo ora a un sentimento di comprensione profondamente partecipata e di vera immedesimazione. Di più, Norma fa generosamente per la ragazza quello che nessuno può fare per lei, ma che vorrebbe intensamente: essere sciolta dai voti e poter seguire l'amante senza sensi di colpa. Quale miraggio di felicità!
Dai voti tuoi ti libero,
I tuoi legami io frango.
Al caro oggetto unita
Vivrai felice ancor.
Tale vertice di estasi e visione di una possibile felicità sono destinati a capovolgersi però bruscamente e drammaticamente non appena si apre la porta. Con l'entrata di Pollione, infatti, tutto cambia.
Clicca qui per il testo del recitativo che precede.
(Entra Adalgisa.)
NORMA
Adalgisa!
ADALGISA
(da lontano)
(Alma, costanza!)
NORMA
T'inoltra, o giovinetta, t'inoltra.
E perchè tremi?
Udii che grave a me segreto
Palesar tu voglia.
ADALGISA
È ver.
Ma, deh, ti spoglia
Della celeste austerità
Che splende negli occhi tuoi!
Dammi coraggio,
Ond'io senza alcun velo
Ti palesi il core!
(Si prostra.)
NORMA
(la solleva)
M'abbraccia, e parla.
Che t'afflige?
ADALGISA
(dopo un momento di esitazione)
Amore. Non t'irritar!
Lunga stagion pugnai per soffocarlo.
Ogni mia forza ei vinse,
Ogni rimorso.
Ah! Tu non sai, pur dianzi
Qual giuramento io fea!
Fuggir dal tempio,
Tradir l'altare a cui son io legata,
Abbandonar la patria…
NORMA
Ahi! Sventurata!
Del tuo primier mattino
Già turbato è il sereno?
E come, e quando
Nacque tal fiamma in te?
ADALGISA
Da un solo sguardo, da un sol sospiro,
Nella sacra selva,
A piè dell'ara ov'io pregava il Dio.
Tremai… Sul labbro mio
Si arrestò la preghiera.
E, tutta assorta
In quel leggiadro aspetto,
Un altro cielo mirar credetti,
Un altro cielo in lui.
Clicca qui per il testo di "Oh! Rimembranza!"... "Sola, furtiva, al tempio".
NORMA(Oh! Rimembranza!
Io fui così rapita
Al sol mirarlo in volto!)
ADALGISA
Ma non m'ascolti tu?
NORMA
Segui. T'ascolto.
ADALGISA
Sola, furtiva, al tempio
Io l'aspettai sovente,
Ed ogni dì più fervida
Crebbe la fiamma ardente.
NORMA
(Io stessa arsì così.)
ADALGISA
Vieni, ei dicea, concedi
Ch'io mi ti prostri ai piedi.
NORMA
(Oh, rimembranza!)
ADALGISA
Lascia che l'aura io spiri...
NORMA
(Io fui così sedotta!)
ADALGISA
Dei dolci tuoi sospiri,
Del tuo bel crin le anella
Dammi, dammi poter baciar.
NORMA
(Oh, cari accenti!
Così li profferia,
Così trovava del mio cor la via!)
ADALGISA
Dolci qual arpa armonica
M'eran le sue parole,
Negli occhi suoi sorridere
Vedea più bello un sole.
NORMA
(L'incanto suo fu il mio!)
ADALGISA
Io fui perduta e il sono!
NORMA
Ah! Tergi il pianto!
ADALGISA
D'uopo ho del tuo perdono!
NORMA
Avrò pietade!
ADALGISA
Deh! Tu mi reggi e guida!
NORMA
Ah! Tergi il pianto!
ADALGISA
Me rassicura, o sgrida,
Salvami da me stessa,
Salvami, salvami dal mio cor!
NORMA
Ah! Tergi il pianto!
Te non lega eterno nodo,
Eterno nodo all'ara.
ADALGISA
Ah! Ripeti, o ciel, ripeti
Sì lusinghieri accenti!
NORMA
Ah! Sì, fa core e abbracciami.
Perdono e ti compiango.
Dai voti tuoi ti libero,
I tuoi legami io frango.
Al caro oggetto unita
Vivrai felice ancor.
ADALGISA
Ripeti, o ciel, ripetimi
Sì lusinghieri accenti!
Per te, per te, s'acquetano
I lunghi miei tormenti.
Tu rendi a me la vita,
Se non è colpa amor.
Daniela Dessì (Norma), Kate Aldrich (Adalgisa)
dir: Evelino Pidò (2008)
Maria Callas, Christa Ludwig | Montserrat Caballé, Fiorenza Cossotto |
Renata Scotto, Tatiana Troyanos | Sondra Radvanovsky, Ekaterina Gubanova |
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