Eccoci al momento tanto atteso e ormai inevitabile, centro ed apice di tutto il dramma: lo svelamento del nome del cavaliere misterioso, nome così importante da intitolare a sé tutta l'opera.
Contrariamente a quello che aveva chiesto Elsa, di poter essere solo lei a conoscere l'identità del proprio sposo, segreto da preservare nell'intimità della coppia e costituire un nuovo patto di simmetria e di segreta complicità a suggellare l'amore, base di reciproca fedeltà, il cavaliere decide di convocare tutta la comunità e in pubblico, davanti al re, fa la sua rivelazione.
Il momento è tanto solenne e decisivo da richiedere musicalmente un'aria a sé ("In fernem Land", nota anche come "Gralserzählung", ovvero "Racconto del Graal"), ben staccata da tutto il resto, con un'atmosfera incantata, quasi un'isola sublime o un monte altissimo su cui fare l'apparizione, una specie di monte Tabor insomma.
Elsa è già allontanata ed esclusa da tanto “alto sentire”. La vediamo tremante in un angolo, prostrata, che attende insieme alla folla quella rivelazione che aveva inutilmente sperato fosse riservata solo al suo amore.
La rivelazione del nome è preceduta dalla descrizione fiabesca del luogo da cui il cavaliere proviene (“In paese lontano, inaccessibile ai vostri passi...”). In un crescendo di sublimità, egli rivela di essere prescelto (anche in virtù della discendenza dinastica, in quanto figlio del re Perceval), insieme a pochi altri fortunati, quale custode del Graal, e di essere Lohengrin, immune da morte e peccato finché rimarrà sotto la protezione del santo vaso. Tale protezione agisce anche lontano dal luogo sacro, ma solo finché non si conosca il suo nome e il suo sacro servizio. Una volta svelata l'identità, il cavaliere del Graal deve immediatamente tornare indietro e abbandonare la dimora tra gli uomini, qualsiasi nuova situazione si sia intanto instaurata.
Colpisce molto l'atteggiamento di Lohengrin. Una volta rivelato il proprio nome (ma già prima, quando si accinge a tale obbligo), pur rivolgendosi con una certa tenerezza ad Elsa, egli è già oltre, nel mondo luminoso a cui sta per ritornare, e del grande amore che dichiarava alla donna restano ben poche tracce. Nel testo originario di von Eschenbach, in cui il matrimonio dura ormai da tempo e sono nati anche dei figli, quando Elsa fa la sua domanda leggiamo almeno che Lohengrin, richiamato dal cigno, partì “malvolentieri”.
Non ci fermiamo, in questa sede, sul simbolo del Sacro Graal perché richiederebbe una trattazione a parte, vista la complessità dei suoi significati e il posto centrale che è venuto assumendo in tutta la tradizione e la letteratura cavalleresca del medioevo. Se ci occuperemo del “Parsifal”, avremo occasione di tornarci e approfondirlo. Per ora basti sapere che è il vaso in cui, secondo la leggenda medievale, è stato raccolto il sangue di Cristo da Giuseppe d'Arimatea e portato poi in occidente, ma anche la coppa usata nell'ultima cena. Simbolo di salvezza e del sacrificio di Cristo, diviene la “ricerca” per eccellenza che impegna tutta la cavalleria, il talismano prezioso (secondo alcune versioni è stato ricavato dallo smeraldo caduto dalla fronte di Lucifero, l'angelo più bello, nel momento della sua cacciata e dello sprofondamento negli inferi) in grado di guarire ogni male e assicurare la salvezza ai suoi cavalieri, che si impegnano alla purezza del cuore a dedicano le loro imprese al trionfo della giustizia.
In questa opera di Wagner la divisione tra mondo del Graal con i suoi cavalieri puri e in contemplazione perpetua del sacro mistero e il mondo degli uomini comuni è netta e incolmabile:
Ed in esso una coppa di miracolosa virtù,Proprio questa estrema separazione tra i due mondi rende irrisolvibile la crisi e impedisce una soluzione trasformatrice, che avviene solo se è possibile una integrazione degli opposti, un confronto fecondo. Lohengrin stesso è prigioniero di questa mentalità separante e divisiva; non può essere veramente sé stesso, con la sua vera identità e con la sua tensione spirituale, di fronte alla donna che ama, quando è nel mondo comune e quotidiano, e non può vivere il suo amore per la donna quando si dedica al piano spirituale. È come se, non rivelando il nome, potesse rimuoverlo egli stesso dalla propria coscienza, amare in incognito; come se non pronunciare il nome glorioso potesse proteggere l'amore nascondendolo da una “gelosia” divina.
viene guardata come la più sacra delle reliquie:
essa fu, perché i più puri tra gli uomini ne prendessero cura,
in terra da una schiera d'angeli portata;
ogni anno scende dal cielo una colomba,
per dare nuova forza alla sua miracolosa virtù:
è questo il Graal; e beata purissima fede
per lui si comparte a tutta la sua corte.
Chi dunque è scelto a servire il Graal,
costui Egli munisce d'un sovrumano potere;
contro di lui si perde l'inganno d'ogni malvagio;
quando egli Lo contempla, a lui si dissipa la notte della morte.
Da Eraclito in poi, tutta la saggezza umana verte sul problema degli opposti e la difficile arte della relazione tra i contrari e la loro conciliazione. Riconoscere che gli opposti sono due facce della stessa medaglia (la strada che sale è la stessa di quella che scende, dice Eraclito) e che la luce e il buio sono legati allo stesso fenomeno, ora manifesto, ora occulto, è la base della conoscenza sia scientifica che psicologica. Voler separare come inconciliabili gli opposti li rende sempre più pericolosi e la negazione del loro segreto rapporto e la reciproca corrispondenza rende sempre più violento il conflitto, con conseguenze disastrose (le guerre sono alimentate dalla costante separazione, abilmente manovrata dai potenti di turno, tra buoni e cattivi, dove i cattivi sono ovviamente sempre i nemici, quelli che stanno dall'altra parte, gli stranieri).
L'unione degli opposti, la loro conciliazione, non è però un minestrone dove tutto fa brodo, un confuso tener tutto insieme. La conciliazione degli opposti richiede una vera e propria arte, un impegno di conoscenza e un grande lavoro su sé stessi per reggere la visione delle proprie parti oscure (l'ombra come viene chiamata da Jung, il nemico dentro di noi), non proiettarle più all'esterno sugli altri, una progressiva elaborazione fino all'integrazione che permette una vera e propria trasformazione delle due parti scisse e ostili in una unità superiore e finalmente matura.
Tutto questo, il lavoro che porta all'integrazione, qui nell'opera di Wagner non può avvenire, né nella coscienza individuale né in quella collettiva. I due piani, la luce e le tenebre, il mondo soprannaturale e quello umano, rimangono talmente lontani, tanto che basta nominare l'amore spirituale perché non ci sia più posto per quello terreno. La rivelazione porta quindi alla separazione che, vedremo, sarà definitiva.
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LOHENGRIN (in feierlicher Verklärung vor sich herblickend) In fernem Land, unnahbar euren Schritten, liegt eine Burg, die Montsalvat genannt; ein lichter Tempel stehet dort inmitten, so kostbar, als auf Erden nichts bekannt; drin ein Gefäss von wundertät'gem Segen wird dort als höchstes Heiligtum bewacht: es ward, dass sein der Menschen reinste pflegen, herab von einer Engelschar gebracht; alljährlich naht vom Himmel eine Taube, um neu zu stärken seine Wunderkraft: es heisst der Gral, und selig reinster Glaube erteilt durch ihn sich seiner Ritterschaft. Wer nun dem Gral zu dienen ist erkoren, den rüstet er mit überirdischer Macht; an dem ist jedes Bösen Trug verloren, wenn ihn er sieht, weicht dem des Todes Nacht. Selbst wer von ihm in ferne Land entsendet, zum Streiter für der Tugend Recht ernannt, dem wird nicht seine heil'ge Kraft entwendet, bleibt als sein Ritter dort er unerkannt; so hehrer Art doch ist des Grales Segen, enthüllt - muss er des Laien Auge fliehn; des Ritters drum sollt Zweifel ihr nicht hegen, erkennt ihr ihn, - dann muss er von euch ziehn. - Nun hört, wie ich verbotner Frage lohne! Vom Gral ward ich zu euch daher gesandt: mein Vater Parzival trägt seine Krone, sein Ritter ich - bin Lohengrin genannt. ALLE MÄNNER UND FRAUEN (voll Staunens und in höchster Rührung auf ihn hinblickend) Hör ich so seine höchste Art bewähren, entbrennt mein Aug in heil'gen Wonnezähren. |
LOHENGRIN (guarda lontano avanti a sé, solennemente trasfigurandosi) In paese lontano, inaccessibile ai vostri passi, havvi un castello di nome Monsalvato; un luminoso tempio s'alza colà nel mezzo, prezioso qual niente di simile si conosce in terra. Ed in esso una coppa di miracolosa virtù, viene guardata come la più sacra delle reliquie: essa fu, perché i più puri ne prendessero cura, in terra da una schiera d'angeli portata; ogni anno scende dal cielo una colomba, per dare nuova forza alla sua miracolosa virtù: è questo il Graal; e beata purissima fede per lui si comparte a tutta la sua corte. Chi dunque è scelto a servire il Graal, costui Egli munisce d'un sovrumano potere; contro di lui si perde l'inganno d'ogni malvagio; a lui si dissipa la notte della morte. Anche colui che dal Gral è in lontano paese inviato, ed eletto a campione in difesa della virtù, non viene punto spogliato della sua santa forza, finché quale suo cavaliere colà non sia riconosciuto. Di tale augusta natura infatti è la virtù del Graal, che, scoperto, ei deve fuggire agli occhi dei profani. Nessun dubbio dovete nutrire sul suo cavaliere; ma se lo riconoscete... allora deve da voi partire. Ora udite, com'io ricompenso la vietata domanda! Dal Graal fui io dunque presso di voi mandato: Parsifal mio padre ne porta la corona, e suo cavaliere io sono... chiamato Lohengrin. TUTTI GLI UOMINI E LE DONNE (guardandolo, pieni di stupore, con la più profonda commozione) Quand'io l'odo così l'altissima sua stirpe provare, arde il mio occhio di lacrime dolci e sacre. |
dir: Claudio Abbado (1990)
Placido Domingo (Lohengrin)
Jess Thomas (1964) | Sandor Konya |
Mario Del Monaco | Lauritz Melchior (1939) |
Klaus Florian Vogt | James King (1968) |
Il cosiddetto "racconto del Graal", nei progetti iniziali di Wagner, era più lungo e narrava, oltre che delle origini di Lohengrin, anche della sua missione e di come fosse giunto fin sulle sponde della Schelda. La parte finale (ben 56 battute), già composta, venne però espunta da Franz Liszt, poco prima della prima rappresentazione, per volere dello stesso Wagner. Pur raramente eseguita, la versione lunga del brano (che solo di recente è stata pubblicata all'interno dell'edizione critica della partitura) è comunque occasionalmente presente sui palcoscenici o nelle incisioni. Eccone di seguito due esempi.
Clicca qui per il testo della versione estesa.
LOHENGRIN In fernem Land, unnahbar euren Schritten, liegt eine Burg, die Montsalvat genannt; ein lichter Tempel stehet dort inmitten, so kostbar, als auf Erden nichts bekannt; drin ein Gefäss von wundertät'gem Segen wird dort als höchstes Heiligtum bewacht: es ward, dass sein der Menschen reinste pflegen, herab von einer Engelschar gebracht; alljährlich naht vom Himmel eine Taube, um neu zu stärken seine Wunderkraft: es heisst der Gral, und selig reinster Glaube erteilt durch ihn sich seiner Ritterschaft. Wer nun dem Gral zu dienen ist erkoren, den rüstet er mit überirdischer Macht; an dem ist jedes Bösen Trug verloren, wenn ihn er sieht, weicht dem des Todes Nacht. Selbst wer von ihm in ferne Land entsendet, zum Streiter für der Tugend Recht ernannt, dem wird nicht seine heil'ge Kraft entwendet, bleibt als sein Ritter dort er unerkannt; so hehrer Art doch ist des Grales Segen, enthüllt - muss er des Laien Auge fliehn; des Ritters drum sollt Zweifel ihr nicht hegen, erkennt ihr ihn, - dann muss er von euch ziehn. - Nun hört, wie ich verbotner Frage lohne! Vom Gral ward ich zu euch daher gesandt: mein Vater Parzival trägt seine Krone, sein Ritter ich - bin Lohengrin genannt. ALLE MÄNNER UND FRAUEN Wie wunderbar ist er zu schau'n! Uns fasst vor ihm ein sel'ges Grau'n. LOHENGRIN Nun höret noch, wie ich zu euch gekommen! Ein klagend Tönen trug die Luft daher, daraus im Tempel wir sogleich vernommen, daß fern wo eine Magd in Drangsal wär'; - als wir den Gral zu fragen nun beschickten, wohin ein Streiter zu entsenden sei, - da auf der Flut wir einen Schwan erblickten, zu uns zog einen Nachen er herbei: - mein Vater, der erkannt des Schwanes Wesen, nahm ihn in Dienste nach des Grales Spruch, denn wer ein Jahr nur seinem Dienst erlesen, dem weicht von dann ab jedes Zaubers Fluch. Zunächst nun sollt' er mich dahin geleiten, woher zu uns der Hilfe Rufen kam, denn durch den Gral war ich erwählt zu streiten, darum ich mutig von ihm Abschied nahm. Durch Flüsse und durch wilde Meereswogen hat mich der treue Schwan dem Ziel genaht, bis er zu euch daher an's Ufer mich gezogen, wo ihr in Gott mich alle landen saht. ALLE MÄNNER UND FRAUEN Hör ich so seine höchste Art bewähren, entbrennt mein Aug in heil'gen Wonnezähren. |
LOHENGRIN In paese lontano, inaccessibile ai vostri passi, havvi un castello di nome Monsalvato; un luminoso tempio s'alza colà nel mezzo, prezioso qual niente di simile si conosce in terra. Ed in esso una coppa di miracolosa virtù, viene guardata come la più sacra delle reliquie: essa fu, perché i più puri ne prendessero cura, in terra da una schiera d'angeli portata; ogni anno scende dal cielo una colomba, per dare nuova forza alla sua miracolosa virtù: è questo il Graal; e beata purissima fede per lui si comparte a tutta la sua corte. Chi dunque è scelto a servire il Graal, costui Egli munisce d'un sovrumano potere; contro di lui si perde l'inganno d'ogni malvagio; a lui si dissipa la notte della morte. Anche colui che dal Gral è in lontano paese inviato, ed eletto a campione in difesa della virtù, non viene punto spogliato della sua santa forza, finché quale suo cavaliere colà non sia riconosciuto. Di tale augusta natura infatti è la virtù del Graal, che, scoperto, ei deve fuggire agli occhi dei profani. Nessun dubbio dovete nutrire sul suo cavaliere; ma se lo riconoscete... allora deve da voi partire. Ora udite, com'io ricompenso la vietata domanda! Dal Graal fui io dunque presso di voi mandato: Parsifal mio padre ne porta la corona, e suo cavaliere io sono... chiamato Lohengrin. GLI UOMINI E LE DONNE Come è meraviglioso da vedere! Ci avvolge da lui un felice stupore. LOHENGRIN E udite ancora come sono giunto fino a voi! L’aria portò laggiù un suono lamentoso dal quale nel tempio noi tosto apprendemmo che in terra lontana una fanciulla era in pericolo; quando però mandammo a chiedere al Graal dove dovessimo inviare un cavaliere, allora sulla marea montante vedemmo un cigno: verso di noi trainava una navicella; mio padre, che riconobbe la natura del cigno, ne accettò il servizio, ricordando il magico Graal, perché chi per un anno al suo servizio è eletto, si ritrova libero da ogni satanico incantamento. Il suo primo compito fu dunque di condurmi là da dove giungeva a noi il richiamo di aiuto, poiché dal Graal io ero stato scelto a combattere e così audacemente da lui prendevo congedo. Attraverso fiumi e le onde selvagge del mare il cigno fedele mi ha avvicinato alla meta, fino a quando mi ha trainato a riva qui da voi, dove tutti mi avete visto approdare nel nome di Dio. TUTTI GLI UOMINI E LE DONNE Quand'io l'odo così l'altissima sua stirpe provare, arde il mio occhio di lacrime dolci e sacre. |
Franz Völker (1938) | Jonas Kaufmann (2013) |
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