Ho già scritto di come il lunghissimo recitativo nel primo atto in cui si spiegano le premesse della storia mi lasci perplesso: si tratta di quasi sette-otto minuti senza musica orchestrale. Qualcosa di simile accade nella seconda metà del secondo atto: con l'eccezione del temporale (un brano soltanto strumentale), del terzetto “Ah, qual colpo inaspettato” e della breve licenza finale, il resto dell'opera prevede soltanto recitativi secchi, ai quali è affidato il compito di narrare gli ultimi colpi di scena e di tirare le fila della vicenda. Questa strana situazione, a dire il vero, è esacerbata dalla consuetudine di eliminare la grande aria del Conte “Cessa di più resistere” con il suo rondò finale “Il più lieto, il più felice”, ritenuta troppo lunga e poco consona al resto dell'opera (ne parleremo più avanti). A compensare almeno in parte, invece, c'è un brano aggiuntivo scritto dallo stesso Rossini per Rosina, quando si era già consolidato l'uso di far cantare questa parte a un soprano anziché a un contralto. Ma andiamo per ordine.
Don Bartolo ha richiamato Don Basilio, che era stato mandato via di casa incerimoniosamente durante il quintetto precedente, e ha ottenuto da lui la conferma dei suoi sospetti: Don Alonso era un impostore, un inviato del Conte d'Almaviva o forse – come sospetta il maestro di musica – il Conte in persona. Per anticipare le mosse del rivale, il tutore decide di passare all'azione e di affrettare le proprie nozze con Rosina: ordina così a Basilio di convocare la sera stessa il notaio per stipulare il contratto di matrimonio.
Partito Basilio, Don Bartolo decide di mostrare a Rosina il biglietto d'amore che ha ricevuto in precedenza dal finto Don Alonso. Qui il tutore mette in pratica il suggerimento che gli aveva dato lo stesso Almaviva (far credere alla ragazza che il Conte si prende gioco di lei, e che aveva affidato per gioco il suo biglietto a un'altra amante). Rosina interpreta invece la cosa in altro modo: Lindoro la sta corteggiando soltanto per conto del potente Almaviva, in braccio al quale la vuole condurre. Ferita e sbigottita, la ragazza medita vendetta. E per ripicca accetta di sposare il vecchio tutore, rivelandogli anche l'intenzione di Lindoro e di Figaro – in possesso della chiave dell'inferriata alla finestra – di giungere a prenderla quella sera stessa. A questa notizia Bartolo si accommiata, deciso a chiamare le guardie per far arrestare gli intrusi.
(La frase di Bartolo “Don Alonso e il barbiere congiuran contro voi: non vi fidate. In potere del Conte d'Almaviva vi vogliono condurre...” non ha molto senso, visto che il tutore non sa di Lindoro e non ha motivo di credere che Rosina non desideri proprio il Conte come amante).
In questo punto si colloca l'aria aggiuntiva (“Ah, se è ver – L'innocenza di Lindoro”) composta da Rossini attorno al 1820 per il soprano Joséphine Fodor-Mainvielle, che interpretava Rosina in occasione di una rappresentazione a Parigi, quando si stava già consolidando l'uso di far cantare questa parte a un soprano anziché a un contralto. Pur raramente conservato negli allestimenti tradizionali dell'opera (viene invece eseguito talvolta come brano da concerto), questo numero è utile per dare maggior spazio e spessore ai turbamenti della ragazza, che manifesta i propri dubbi e si domanda se Lindoro, in fondo, possa essere innocente (“Ma forse, ahimè, Lindoro avrà perduto / questo dell'amor mio pegno soave”).
Clicca qui per il testo del recitativo che precede il brano (“Dunque voi Don Alonso”).
BARTOLO (introducendo Don Basilio)
Dunque voi Don Alonso
non conoscete affatto?
BASILIO
Affatto.
BARTOLO
Ah, certo il Conte lo mandò.
Qualche gran tradimento
qui si prepara.
BASILIO
Io poi dico che quell'amico
era il Conte in persona.
BARTOLO
Il Conte?
BASILIO
Il Conte.
(La borsa parla chiaro.)
BARTOLO
Sia chi si vuole, amico,
dal notaro vo' in questo punto andare;
in questa sera
stipular di mie nozze io vo' il contratto.
BASILIO
Il notar? siete matto?
Piove a torrenti, e poi
questa sera il notaro è impegnato con Figaro;
il barbiere marita sua nipote.
BARTOLO
Una nipote? Che nipote?
Il barbiere non ha nipoti.
Ah, qui v'è qualche imbroglio.
Questa notte i bricconi me la voglion far.
Presto, il notaro qua venga sull'istante.
(gli dà una chiave)
Ecco la chiave del portone:
andate, presto, per carità.
BASILIO
Non temete; in due salti io torno qua.
(parte)
BARTOLO
Per forza o per amore
Rosina avrà da cedere. Cospetto!
Mi viene un'altra idea. Questo biglietto
(cava dalla tasca il biglietto datogli dal Conte)
che scrisse la ragazza ad Almaviva
potria servir che colpo da maestro!
Don Alonso, il briccone,
senza volerlo mi diè l'armi in mano.
Ehi, Rosina, Rosina, avanti, avanti;
(Rosina dalle sue camere entra senza parlare.)
del vostro amante io vi vò dar novella.
Povera sciagurata! In verità
collocaste assai bene il vostro affetto!
Del vostro amor sappiate
ch'ei si fa gioco in sen d'un'altra amante.
Ecco la prova.
(Le dà il biglietto.)
ROSINA (con doloroso stupore)
(Oh cielo! il mio biglietto!)
BARTOLO
Don Alonso e il barbiere congiuran
contro voi; non vi fidate.
Nelle braccia del Conte d'Almaviva
vi vogliono condurre.
ROSINA
(In braccio a un altro!
Che mai sento ah, Lindoro! ah, traditore!
Ah sì! vendetta e vegga,
vegga quell'empio chi è Rosina.)
Dite signore, di sposarmi
voi bramavate...
BARTOLO
E il voglio.
ROSINA
Ebben, si faccia!
Io son contenta! ma all'istante.
Udite: a mezzanotte qui sarà l'indegno
con Figaro il barbier; con lui fuggire
per sposarlo io voleva.
BARTOLO
Ah, scellerati!
Corro a sbarrar la porta.
ROSINA
Ah, mio signore!
Entran per la finestra. Hanno la chiave.
BARTOLO
Non mi muovo di qui.
Ma e se fossero armati? Figlia mia,
poiché tu sei sì bene illuminata
facciam così. Chiuditi a chiave in camera,
io vo a chiamar la forza;
dirò che son due ladri, e come tali,
corpo di Bacco! l'avrem da vedere!
Figlia, chiuditi presto; io vado via.
(parte)
ROSINA
Quanto, quanto è crudel la sorte mia!
Clicca qui per il testo di "Ah, se è ver che in tal momento".
ROSINA
Ma forse, ahimè, Lindoro avrà perduto
questo dell'amor mio pegno soave.
Troppo il poter d'un vivo amore ei sente!
Oh, me lo dice il cor: egli è innocente!
Ah, se è ver che in tal momento
ti scordasti, oh Dio, di me,
il rimorso, il pentimento,
mi ritorni la tua fé.
Se innocente è il caro bene
qual maggior felicità:
più non sento le mie pene.
Di più il cor bramar non sa.
L'innocenza di Lindoro
deh, tu svela, amor pietoso.
Per te l'alma avrà riposo,
per te il cor giubilerà!
Ah, se riede il caro bene,
qual maggior felicità!
Maria Bayo (Rosina)
Marinella Devia | Annick Massis |
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