2 dicembre 2019

15. Terzetto: "Cosa farete? Via, su, parlate"

Scritto da Daniele Ciccolo

Il secondo atto si è aperto con un accordo tra Geronimo e il Conte Robinson: il primo avrebbe acconsentito a dare in sposa al secondo Carolina al posto di Elisetta, ma in cambio Robinson si sarebbe impegnato ad accettare soltanto metà della dote inizialmente pattuita. Ma c'è di più: come ricorderete, infatti, Geronimo ha posto un'altra condizione, dicendo "ma col patto ch'Elisetta / ancor essa accorderà". Così, nell'aria precedente abbiamo assistito al tentativo del Conte di far desistere Elisetta dalle sue pretese, snocciolando una lista di suoi difetti (veri o presunti) in un climax ascendente di gravità. Uscito di scena, possiamo ben comprendere come lo stato d'animo di Elisetta sia di forte shock. Non è un caso che Fidalma si sia accorta del fatto che la nipote è "ben turbata".

Nel nuovo recitativo vediamo palesato un rapporto tra i personaggi che abbiamo già imparato a conoscere musicalmente. In un terzetto del primo atto, infatti, eravamo giunti alla conclusione che Cimarosa era riuscito a mostrarci il legame di solidarietà tra Fidalma ed Elisetta ben prima del libretto. Eccone la prova: solo adesso, ad oltre metà del secondo atto e ad un passo dall'epilogo, il libretto ci mostra una forte comunione d'intenti tra le due donne. Entrambe, infatti, convengono che la causa dei propri problemi sia Carolina. Dal punto di vista di Elisetta, Carolina "fomenta la passione del Conte", impedendogli di onorare l'impegno preso nei suoi confronti; dal punto di vista di Fidalma, invece, Carolina appare come innamorata di Paolino: qui, fra l'altro, Fidalma è costretta a mettere le carte in tavola e a svelare l'oggetto del suo desiderio amoroso, cioè Paolino, sebbene questa informazione ci fosse già nota.

Che fare dunque? Come "sbarazzarsi" di una persona che sembra ostacolare i progetti delle due donne? Ecco l'ingegno femminile all'opera: basta che vada temporaneamente in un ritiro, in un convento, "acciò non ci disturbi".  Solo quando "acchetati che sian tutti i rumori / allora poi, sì, allor tornerà fuori".

Ma bisogna pur sempre convincere Geronimo, che rientra in scena. Il vecchio mercante, forse pensando che il Conte sia riuscito a disimpegnarsi con Elisetta, chiede a quest'ultima se si è convinta a rinunciare al matrimonio, non nascondendo che si sarebbe trattato di un "baratto vantaggiosissimo".
La figlia risponde negativamente, quindi Geronimo non può far altro che cercare l'appoggio della sorella Fidalma che, perentoria, risponde: "anzi dico di no". Ed ecco che propone la soluzione appena concordata con la nipote: bisogna "far sparire" Carolina, "mandarla in un ritiro". E se Geronimo dovesse anche solo pensare di opporsi, ecco il ricatto: "Voi mi farete / de' capitali miei restituzione, / e così finiremo ogni questione". Da questo particolare intuiamo che la fortunata attività commerciale di Geronimo ha potuto avere inizio grazie all'apporto finanziario della sorella, che si era già presentata nel primo atto come "ricca pel primo marito".

Il recitativo si conclude con la promessa di Geronimo, ormai rassegnato: "Farò quanto conviene".


Clicca qui per il testo del recitativo che precede il brano.

FIDALMA
Elisetta mia cara,
vi trovo ben turbata.

ELISETTA
Se dagli occhi del Conte
non si toglie ad un tratto Carolina,
qui nasce una rovina.
Convien togliergli affatto ogni speranza
di poterla sposar.

FIDALMA
Dite benissimo;
Ma se voi la credete
vaghita del Conte, io poi vi dico
che forse forse con ragion fondata
la credo di Paolino innamorata.

ELISETTA
Di quello non mi curo.

FIDALMA
Me ne curo ben io; nè più mi sento
di tenerlo celato.

ELISETTA
Dunque, facciam che debba
passar in un ritiro,
acciò non ci disturbi.

FIDALMA
Ottimamente.
Quest'è il pensier che anch'io volgeva in mente.
Lasciate fare a me; la fraschettina
mandata vi sarà doman mattina.

GERONIMO
Ebben? Sei persuasa
di rinunziare a questo matrimonio?

ELISETTA
Non sarà vero mai ch'io vi rinunzi,
perchè poi mia sorella
debba sposar il Conte.

GERONIMO
Si può fare un baratto
per te vantaggiosissimo.

FIDALMA
Non si fanno baratti.
Anzi, mi meraviglio
che un uomo come voi, prudente e saggio,
proponga adesso un altro maritaggio.

GERONIMO
Sì, un altro maritaggio. Ecco, tua zia
è della mia opinione.

FIDALMA
Anzi, dico di no. Si deve togliere
la causa del disordine.
Carolina fomenta
la passione del Conte; onde si deve
farla sparir, mandarla in un ritiro;
e acchetati che sian tutti i rumori,
allora poi, sì, allor tornerà fuori.

ELISETTA
Avete ben capito?

GERONIMO
Sì, sì: parlate pure.

FIDALMA
E se questo non fate, il mio decoro
non vuol che in questa casa
io me ne resti più. Voi mi farete
de' capitali miei restituzione,
e così finiremo ogni questione.

ELISETTA
Avete inteso bene?

GERONIMO
Sordo non son. Farò quanto conviene.



Il breve terzetto che segue è un piccolo gioiello in termini sia musicali che drammaturgici. Mi limito a segnalare pochi elementi, che possono trovare un più immediato riscontro nell'ascolto successivo.

– Anzitutto, questo brano amplifica l'alleanza tra le due donne, ormai coalizzate contro Geronimo: la sovrapposizione musicale delle voci di zia e nipote è ormai evidente e ben riconoscibile.
– La tonalità d'impianto prescelta (il Do maggiore), il ritmo, i versi del libretto metricamente corti nonché la felice invenzione melodica rendono il brano fresco e frizzante, al punto che è possibile ascoltarlo molte volte di fila senza annoiarsi.
– Da notare come all'incalzare delle frasi delle due donne si innalza progressivamente l'altezza melodica delle frasi.
– Il potere che le donne hanno assunto in questa scena è, in qualche modo, equilibrato dagli interventi di Geronimo, che sente, al posto delle voci femminili, strilli e timpani: le prime hanno una richiesta seria da fare, il secondo lamenta la solita debolezza d'udito; questo contrasto crea comicità.
– Infine, le frasi femminili sono trattate con l'utilizzo di diversi espedienti musicali e sono sempre più incalzanti ed insistenti: ciò risponde a una precisa logica, cioè quella di "far passare il messaggio" al povero vecchio, un po' come succede con le pubblicità televisive, in cui un determinato messaggio ci viene proposto in maniera martellante. In particolare, nella parte culminante del brano vengono ripetute e quasi esasperate le parole-chiave: "In un ritiro, la Carolina... mandar dovete doman mattina... la Carolina, la Carolina... in un ritiro, in un ritiro".

A Geronimo non resta quindi che invocare il silenzio e arrendersi, anche musicalmente, unendo la sua voce al duo zia-nipote. La resa non è motivata da reale convinzione, visto che più volte il povero mercante confessa di non aver capito nulla, ma è il risultato dell'insofferenza per le insistenze delle due donne.


Clicca qui per il testo del brano.

FIDALMA
Cosa farete?
Via, su, parlate.

ELISETTA
Via, risolvete.
Via, non tardate.

FIDALMA ED ELISETTA
Presto, anzi sùbito
si deve far.

GERONIMO
Ma non strillate
tutte due unite;
sento che il timpano
voi mi ferite.
Parlate piano,
senza gridar.

FIDALMA ED ELISETTA
Diremo dunque,
diremo piano,
che in un ritiro
di qua lontano,
per metter ordine
al gran disordine
la Carolina
si dee mandar.
Voi ci sentite?

GERONIMO
Che cosa dite?

FIDALMA ED ELISETTA
Abbiam parlato,
vi abbiamo detto...

GERONIMO
Sia maledetto
questo strillar!

ELISETTA
In un ritiro – la Carolina...

GERONIMO
Già l'ho capito, – cara signora...

FIDALMA
Mandar dovete – doman mattina...

GERONIMO
Già l'ho capito – ch'è un quarto d'ora.
Senza far chiasso,
senza fracasso
si può ben dire,
si può parlar.

ELISETTA E FIDALMA
Oh, che fracasso
di Satanasso!
Tutta la casa
farà tremar.

(Elisetta e Fidalma partono)





Enrico Fissore, Valeria Baiano, Carmen Gonzales



Carlo Torriani, Margherita Pieri, Evgenija Rakowa



Dietrich Fischer-Dieskau, Julia Varady, Julia Hamari

Allan Rizzetti, Paola Cacciatori, Caterina Rufo