Partita la Regina della Notte, Pamina si dispera, indecisa sul da farsi. Si palesa allora Monostatos, che ha assistito a tutta la scena, ricattandola: se non ricambierà il suo amore, racconterà a Sarastro del progetto di omicidio ai suoi danni. Ma a questo punto fa il suo ingresso proprio il gran sacerdote, che caccia via Monostatos e tranquillizza Pamina, spiegandole di sapere già tutto. E alla ragazza che lo supplica di non vendicarsi di sua madre, Sarastro replica con un'aria in cui spiega che "in queste sacre sale non si conosce la vendetta".
All'aria della Regina "Der Hölle Rache", caratterizzata da note molto acute, segue dunque un brano che, al contrario, raggiunge frequenze estremamente basse. Il contrasto non potrebbe essere maggiore, e sicuramente Mozart e Schikaneder si sono divertiti nel collocare uno dopo l'altro due brani così diversi, non solo musicalmente ma anche nei contenuti. Tanto era il furore e l'ira che prorompevano dall'aria della Regina, tanta è la calma e la compassione (paterna) che vengono veicolate da quella di Sarastro, lenta e solenne, che illustra qui (per usare le parole di Osborne) la sua "filosofia cristiano-umanistica": "in queste sacre mura, dove l'uomo ama l'uomo, non può nascondersi nessun traditore, perché il nemico viene perdonato". Frasi che forse ci spiegano anche il motivo per il quale Sarastro tollera la presenza del malvagio Monostatos nel proprio regno, cosa che fino ad ora ci aveva lasciato perplessi.
Il regno di Sarastro è quello della luce. La sua figura s'identifica con quella del sole, che illumina con i suoi raggi la notte delle tenebre dove si annidano l'ignoranza, l'intrigo, la superstizione. [...] È sorprendente come Mozart riesca a produrre un senso di sfolgorante luminosità attraverso la voce del basso profondo che, più scende a pescare le note nelle regioni oscure del pentagramma, più irradia il calore dell'affetto, della tranquillità, della calma interiore.Clicca qui per il testo del recitativo che precede il brano ("Morden soll ich?").(Paolo Gallarati)
PAMINA (mit dem Dolch in der Hand) Morden soll ich? - Götter! das kann ich nicht. - Das kann ich nicht! (steht in Gedanken) Was soll ich nun? MONOSTATOS Dich mir anvertrauen! (nimmt ihr den Dolch) PAMINA (erschrickt und schreit) Ha! MONOSTATOS Warum zitterst du? vor dem ausgedachten Mord? PAMINA (schüchtern) Du weißt also? - MONOSTATOS Alles. - Ich weiß sogar, daß nicht nur dein, sondern auch deiner Mutter Leben in meiner Hand steht. - Du hast also nur einen Weg, dich und deine Mutter zu retten. PAMINA Der wäre? MONOSTATOS Mich zu lieben! PAMINA (zitternd, für sich) Götter! MONOSTATOS (freudig) Nun Mädchen! - Ja, oder nein! PAMINA (entschlossen) Nein! MONOSTATOS (voll Zorn) Nein? - Ha so stirb! (er ergreift sie bei der Hand) PAMINA Monostatos, sieh mich hier auf meinen Knien! - schone meiner! MONOSTATOS Liebe oder Tod! - Sprich! dein Leben steht auf der Spitze. PAMINA Mein Herz hab’ ich dem Jüngling geopfert. MONOSTATOS Was kümmert mich dein Opfer. - Sprich! - PAMINA (entschlossen) Nie! MONOSTATOS So fahr denn hin! (Sarastro hält ihn schnell ab) Herr, mein Unternehmen ist nicht strafbar; man hat deinen Tod geschworen, darum wollt’ ich dich rächen. SARASTRO Ich weiß nur allzuviel. - Auch würde ich dies schwarz Unternehmen mit höchster Strenge an dir bestrafen, wenn nicht ein böses Weib den Dolch dazu geschmiedet hätte. - Geh! - MONOSTATOS (im Abgehen) Jetzt such’ ich die Mutter auf, weil die Tochter mir nicht beschieden ist. (ab) PAMINA Herr, strafe meine Mutter nicht! Der Schmerz über meine Abwesenheit - SARASTRO Ich weiß alles. - Weiß, daß sie in unterirdischen Gemächern des Tempels herumirrt und Rache über mich und die Menschheit kocht; - allein, du sollst sehen, wie ich mich an deiner Mutter räche. - |
PAMINA (con il pugnale in mano) Io dovrei commettere un assassinio? - Dèi! nol posso. - Nol posso! (rimane pensosa) Che fare, ora? MONOSTATO Affidarti a me! (le prende il pugnale) PAMINA (si spaventa e grida) Ah! MONOSTATO Perché tremi? per il progettato assassinio? PAMINA (impaurita) Tu sai dunque? - MONOSTATO Tutto. - Io so anche che non solo la tua, ma anche la vita di tua madre è in mano mia. - Tu hai dunque solo una strada, per salvare te e tua madre. PAMINA Che sarebbe? MONOSTATO Amarmi! PAMINA (tremando, fra sé) Dèi! MONOSTATO (felice) Ebbene, fanciulla! - Sì, o no! PAMINA (risoluta) No! MONOSTATO (pieno d’ira) No? - Ah, dunque muori! (l’afferra per la mano) PAMINA Monostato, guardami qui in ginocchio! - risparmiami! MONOSTATO Amore o morte! Parla! La tua vita è all’estremo. PAMINA Il mio cuore l’ho offerto a quel giovane. MONOSTATO Cosa m’importa della tua offerta - parla! PAMINA (risoluta) Mai! MONOSTATO Allora, addio! (Sarastro rapido lo trattiene) Signore, la mia impresa non è riprovevole; si è giurata la tua morte, perciò volevo vendicarti. SARASTRO So fin troppo. - E punirei questa nera impresa col più grande rigore verso di te, se una donna malvagia non avesse a ciò forgiato il pugnale. - Va’! MONOSTATO (uscendo) Ora faccio visita alla madre, visto che la figlia non mi è destinata. (esce) PAMINA Signore, non punire mia madre! Il dolore per la mia assenza - SARASTRO So tutto. - So che vaga nei luoghi sotterranei del Tempio e trama vendetta contro me e l’umanità: - ma tu vedrai come mi vendico di tua madre. |
Clicca qui per il testo di "In diesen heil’gen Hallen".
SARASTRO In diesen heil’gen Hallen Kennt man die Rache nicht! Und ist ein Mensch gefallen, Führt Liebe ihn zur Pflicht. Dann wandelt er an Freundes Hand Vergnügt und froh ins bessre Land. In diesen heil’gen Mauern, Wo Mensch den Menschen liebt - Kann kein Verräter lauern, Weil man dem Feind vergiebt. Wen solche Lehren nicht erfreun, Verdienet nicht ein Mensch zu sein. |
SARASTRO In queste sacre sale Non si conosce la vendetta! E se un uomo è caduto, L’amore lo conduce al dovere. Condotto da mano amica, camminerà poi Contento e lieto in terra migliore. In queste sacre mura, Dove l’uomo ama l’uomo, Non può nascondersi nessun traditore, Perché il nemico viene perdonato. Chi non onora tali insegnamenti, Non merita di essere un uomo. |
László Polgár (1989)
Kurt Moll (1991)
René Pape (2006)
Giorgio Tadeo (1965)
Franz Crass (1964) | Günter Wewel (2000) |
masterclass di Joyce DiDonato
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