22 ottobre 2020

Il flauto magico (19) - "In diesen heil'gen Hallen"

Scritto da Christian

Partita la Regina della Notte, Pamina si dispera, indecisa sul da farsi. Si palesa allora Monostatos, che ha assistito a tutta la scena, ricattandola: se non ricambierà il suo amore, racconterà a Sarastro del progetto di omicidio ai suoi danni. Ma a questo punto fa il suo ingresso proprio il gran sacerdote, che caccia via Monostatos e tranquillizza Pamina, spiegandole di sapere già tutto. E alla ragazza che lo supplica di non vendicarsi di sua madre, Sarastro replica con un'aria in cui spiega che "in queste sacre sale non si conosce la vendetta".

All'aria della Regina "Der Hölle Rache", caratterizzata da note molto acute, segue dunque un brano che, al contrario, raggiunge frequenze estremamente basse. Il contrasto non potrebbe essere maggiore, e sicuramente Mozart e Schikaneder si sono divertiti nel collocare uno dopo l'altro due brani così diversi, non solo musicalmente ma anche nei contenuti. Tanto era il furore e l'ira che prorompevano dall'aria della Regina, tanta è la calma e la compassione (paterna) che vengono veicolate da quella di Sarastro, lenta e solenne, che illustra qui (per usare le parole di Osborne) la sua "filosofia cristiano-umanistica": "in queste sacre mura, dove l'uomo ama l'uomo, non può nascondersi nessun traditore, perché il nemico viene perdonato". Frasi che forse ci spiegano anche il motivo per il quale Sarastro tollera la presenza del malvagio Monostatos nel proprio regno, cosa che fino ad ora ci aveva lasciato perplessi.

Il regno di Sarastro è quello della luce. La sua figura s'identifica con quella del sole, che illumina con i suoi raggi la notte delle tenebre dove si annidano l'ignoranza, l'intrigo, la superstizione. [...] È sorprendente come Mozart riesca a produrre un senso di sfolgorante luminosità attraverso la voce del basso profondo che, più scende a pescare le note nelle regioni oscure del pentagramma, più irradia il calore dell'affetto, della tranquillità, della calma interiore.
(Paolo Gallarati)
Clicca qui per il testo del recitativo che precede il brano ("Morden soll ich?").

PAMINA
(mit dem Dolch in der Hand)
Morden soll ich? - Götter! das kann ich nicht. - Das kann ich nicht!
(steht in Gedanken)
Was soll ich nun?

MONOSTATOS
Dich mir anvertrauen!
(nimmt ihr den Dolch)

PAMINA
(erschrickt und schreit)
Ha!

MONOSTATOS
Warum zitterst du? vor dem ausgedachten Mord?

PAMINA
(schüchtern)
Du weißt also? -

MONOSTATOS
Alles. - Ich weiß sogar, daß nicht nur dein, sondern auch deiner Mutter Leben in meiner Hand steht. - Du hast also nur einen Weg, dich und deine Mutter zu retten.

PAMINA
Der wäre?

MONOSTATOS
Mich zu lieben!

PAMINA
(zitternd, für sich)
Götter!

MONOSTATOS
(freudig)
Nun Mädchen! - Ja, oder nein!

PAMINA
(entschlossen)
Nein!

MONOSTATOS
(voll Zorn)
Nein? - Ha so stirb!
(er ergreift sie bei der Hand)

PAMINA
Monostatos, sieh mich hier auf meinen Knien! - schone meiner!

MONOSTATOS
Liebe oder Tod! - Sprich! dein Leben steht auf der Spitze.

PAMINA
Mein Herz hab’ ich dem Jüngling geopfert.

MONOSTATOS
Was kümmert mich dein Opfer. - Sprich! -

PAMINA
(entschlossen)
Nie!

MONOSTATOS
So fahr denn hin!
(Sarastro hält ihn schnell ab)
Herr, mein Unternehmen ist nicht strafbar; man hat deinen Tod geschworen, darum wollt’ ich dich rächen.

SARASTRO
Ich weiß nur allzuviel. - Auch würde ich dies schwarz Unternehmen mit höchster Strenge an dir bestrafen, wenn nicht ein böses Weib den Dolch dazu geschmiedet hätte. - Geh! -

MONOSTATOS
(im Abgehen)
Jetzt such’ ich die Mutter auf, weil die Tochter mir nicht beschieden ist.
(ab)

PAMINA
Herr, strafe meine Mutter nicht! Der Schmerz über meine Abwesenheit -

SARASTRO
Ich weiß alles. - Weiß, daß sie in unterirdischen Gemächern des Tempels herumirrt und Rache über mich und die Menschheit kocht; - allein, du sollst sehen, wie ich mich an deiner Mutter räche. -
PAMINA
(con il pugnale in mano)
Io dovrei commettere un assassinio? - Dèi! nol posso. - Nol posso!
(rimane pensosa)
Che fare, ora?

MONOSTATO
Affidarti a me!
(le prende il pugnale)

PAMINA
(si spaventa e grida)
Ah!

MONOSTATO
Perché tremi? per il progettato assassinio?

PAMINA
(impaurita)
Tu sai dunque? -

MONOSTATO
Tutto. - Io so anche che non solo la tua, ma anche la vita di tua madre è in mano mia. - Tu hai dunque solo una strada, per salvare te e tua madre.


PAMINA
Che sarebbe?

MONOSTATO
Amarmi!

PAMINA
(tremando, fra sé)
Dèi!

MONOSTATO
(felice)
Ebbene, fanciulla! - Sì, o no!

PAMINA
(risoluta)
No!

MONOSTATO
(pieno d’ira)
No? - Ah, dunque muori!
(l’afferra per la mano)

PAMINA
Monostato, guardami qui in ginocchio! - risparmiami!


MONOSTATO
Amore o morte! Parla! La tua vita è all’estremo.


PAMINA
Il mio cuore l’ho offerto a quel giovane.

MONOSTATO
Cosa m’importa della tua offerta - parla!

PAMINA
(risoluta)
Mai!

MONOSTATO
Allora, addio!
(Sarastro rapido lo trattiene)
Signore, la mia impresa non è riprovevole; si è giurata la tua morte, perciò volevo vendicarti.


SARASTRO
So fin troppo. - E punirei questa nera impresa col più grande rigore verso di te, se una donna malvagia non avesse a ciò forgiato il pugnale. - Va’!


MONOSTATO
(uscendo)
Ora faccio visita alla madre, visto che la figlia non mi è destinata.
(esce)

PAMINA
Signore, non punire mia madre! Il dolore per la mia assenza -

SARASTRO
So tutto. - So che vaga nei luoghi sotterranei del Tempio e trama vendetta contro me e l’umanità: - ma tu vedrai come mi vendico di tua madre.

Clicca qui per il testo di "In diesen heil’gen Hallen".

SARASTRO
In diesen heil’gen Hallen
Kennt man die Rache nicht!
Und ist ein Mensch gefallen,
Führt Liebe ihn zur Pflicht.
Dann wandelt er an Freundes Hand
Vergnügt und froh ins bessre Land.
In diesen heil’gen Mauern,
Wo Mensch den Menschen liebt -
Kann kein Verräter lauern,
Weil man dem Feind vergiebt.
Wen solche Lehren nicht erfreun,
Verdienet nicht ein Mensch zu sein.
SARASTRO
In queste sacre sale
Non si conosce la vendetta!
E se un uomo è caduto,
L’amore lo conduce al dovere.
Condotto da mano amica, camminerà poi
Contento e lieto in terra migliore.
In queste sacre mura,
Dove l’uomo ama l’uomo,
Non può nascondersi nessun traditore,
Perché il nemico viene perdonato.
Chi non onora tali insegnamenti,
Non merita di essere un uomo.





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