La scena famigliare, con tutti i suoi connotati incestuosi, viene interrotta dalla voce di Jochanaan, che dalla cisterna ricomincia a profetare: “Guarda, è venuto il tempo, è giunto il giorno di cui parlavo”. Da qui inizia un lungo dibattito sulla figura del profeta che coinvolge le diverse fazioni degli ebrei e il tetrarca stesso, dibattito molto interessante perché ci proietta nel vivo delle infinite polemiche e dei cavilli teologici che hanno invischiato il popolo giudaico (diatribe interne che hanno favorito l'intervento dei romani già dall'epoca di Antonio e poi reso possibile il dominio dell'impero di Roma fino alla distruzione di Gerusalemme da parte di Tito, come risulta evidente dall'opera di Flavio Giuseppe, lo storico ebreo che ne descrive tutte le fasi nella sua “Guerra giudaica”).
Ogni questione religiosa in un contesto incandescente finisce per diventare anche politica, soprattutto se riguarda un ipotetico Messia, e naturalmente viene coinvolto anche chi lo annuncia.
Il giorno di cui parla il profeta è appunto quello dell'arrivo del Messia (“Guarda, è prossimo il giorno, il giorno del Signore, odo sui monti i passi di Colui che sarà il redentore del mondo”).
Sappiamo che proprio sul significato di “redentore del mondo” si è giocato il destino umano di Gesù, perché chi lo voleva eliminare, la classe sacerdotale dominante, lo ha consegnato al proconsole romano Pilato esigendone la condanna a morte solo in virtù di una presunta pretesa alla liberazione dal dominio romano e con l'accusa di non riconoscere in Cesare l'autorità somma e regale anche su Israele.
E qui si discute sull'identità del precursore, su chi ha l'autorità per annunciare l'arrivo del Messia e autenticarne la veridicità. Sappiamo, sempre da Flavio Giuseppe, che in quel periodo erano emerse varie figure che si autoproclamavano il Messia. E ogni setta (soprattutto tra gli Zeloti) aveva il suo candidato, tanto era l'inquietudine sociale, il fermento politico-religioso e il bisogno di una figura carismatica che potesse incarnare le attese messianiche del popolo.
Se Jochanaan è veramente Elia redivivo, allora anche colui di cui parla è l'autentico Messia.
L'autorevolezza del garante, che parla ispirato da Dio stesso, testimonia la veridicità del prescelto.
Le continue dispute teologiche, con reciproche accuse di “eresia”, sono proprie delle religioni monoteistiche e non senza motivazione. Non potendo più usare la tolleranza del politeismo, che accettando molti dèi automaticamente poteva accettare tutte le varie facce del divino e le sue molteplici manifestazioni, il monoteismo è costretto continuamente a precisarne e delimitarne gli attributi e quindi a cercare di eliminare ed estromettere qualsiasi elemento che non corrisponda a quell'unico modello imposto, difendendolo accanitamente anche con la violenza estrema.
Particolarmente interessante nel dibattito a cui assistiamo nell'opera è la questione se Dio possa manifestarsi in forma visibile agli uomini. Perché aver relegato il divino in un unico essere, da un lato continuamente ed attivamente presente nella storia del popolo eletto di cui è geloso, dall'altra imperscrutabile e lontanissimo tanto da proibirne qualsiasi raffigurazione simbolica, lo rende sempre più lontano e “capricciosamente” ambiguo. Il Cristianesimo, facendolo incarnare nel figlio Gesù, riduce la distanza ma pone nuovi problemi teologici (le due nature, per esempio) che hanno alimentato numerose eresie. Nelle religioni politeistiche gli dèi possono, senza alcuno scandalo, girare tra gli uomini e manifestarsi, anche se con le dovute precauzioni perché la distanza tra divino e umano rimane netta e gli uomini non potrebbero reggere il loro splendore (vedi Semele...), e proprio questo rapporto continuo garantisce la sacralità di tutta la natura (Pan, le ninfe...) e la devozione degli uomini.
All'ebreo che dice: ”In nessun tempo Dio si nasconde. Egli si mostra sempre e in ogni luogo. Dio è nel male quanto nel bene“, ammettendo persino che anche il male non può essere diviso da Dio, un altro risponde: “Non dovresti dirlo, è una dottrina pericolosa di Alessandria. E i Greci sono pagani”.
In queste brevi battute c'è tutta la distanza tra il monoteismo e il politeismo, che include nel divino ogni possibilità e ogni aspetto, anche quel male che, separato da Dio, ritorna più potente che mai come diabolico tentatore.
Anche Erode interviene nel dibattito per ribadire il suo rifiuto alla richiesta degli ebrei che vorrebbero che il prigioniero fosse consegnato a loro, per provocare la disputa sulle voci che vedrebbero in Jochanaan Elia stesso e poi per una bizzarra presa di potere: vorrebbe proibire al presunto Messia di compiere il miracolo di resuscitare i morti (“Gli proibisco di farlo. Sarebbe tremendo se i morti ritornassero!”).
La posizione di Erode è emblematica per far luce su certi aspetti della figura dei potenti: la scaramanzia e una falsa percezione del loro reale potere.
Egli ha un'oscura paura di Jochanaan e delle sue invettive profetiche, e non sa bene cosa farne. Lo ha fatto imprigionare perché si permetteva di gridare a tutti i venti ingiurie contro di lui e la moglie, ma non osa farlo morire per non incorrere in qualche oscura vendetta divina o della folla stessa che venera quell'uomo inquietante. Dopo tutto, che ne sappiamo veramente se le maledizioni colgano nel segno e si avverino?
Il rapporto dei potenti con la sfera del soprannaturale è sempre stato molto forte e spesso ambivalente, fino ad identificarsi loro stessi in qualche Dio e pretendere un culto divino (il Faraone, Alessandro, Eliogabalo...). Nell'antichità (lo sappiamo soprattutto da Erodoto) tutti i re, generali, uomini politici importanti o capipopolo improvvisati, prima delle loro imprese mandavano emissari in ogni possibile sede oracolare, soprattutto a Delfi, per carpire un responso che legittimasse la loro scelta e per scrutare il favore degli dèi. Quanto all'interpretazione degli oracoli, poi, è tutta un'altra questione... In ogni modo la fede o la superstizione erano (e lo sono ancora) molto intrecciate e confuse tra di loro. Erode non fa eccezione e vorrebbe risparmiare Jochanaan dalla morte solo per paura, cosa che in fondo lo rende più umano di tanti tiranni, antichi e moderni, perché conservare una qualche forma di “timor di Dio” è pur sempre un antidoto all'onnipotenza distruttiva di altri che hanno perso anche questo residuo di consapevolezza che si è comunque soggetti a qualcosa di più grande di ognuno e quindi non hanno più argini alla loro scelleratezza.
Fa sorridere invece la pretesa, in realtà molto infantile, di voler impedire un miracolo (vero o falso che sia) con un comando assurdo. Forse una compensazione per un tiranno che in realtà ha poco potere, visto che tutta la Giudea è sotto il governatorato romano e lui ne è il re solo di facciata!
I personaggi cantano in monologhi o in dialoghi; soltanto nel quintetto degli Ebrei si ha un insieme vocale che con la sua fattura particolarmente severa giunge ad interrompere l'azione. In uno «scherzo burlesco» i cinque Ebrei impiantano una disputa sulla propria religione, dapprima alternandosi, poi assordandosi reciprocamente in un fugato di grottesca esagerazione, con una verbosità di meschina presunzione e di fanatica prepotenza.(Otto Erhardt)
Clicca qui per il testo.
DIE STIMME DES JOCHANAAN Siehe, die Zeit ist gekommen, der Tag, von dem ich sprach, ist da. HERODIAS Heiß' ihn schweigen! Dieser Mensch beschimpft mich! HERODES Er hat nichts gegen dich gesagt. Überdies ist er ein sehr großer Prophet. HERODIAS Ich glaube nicht an Propheten. Aber du, du hast Angst vor ihm! HERODES Ich habe vor niemandem Angst. HERODIAS Ich sage dir, du hast Angst vor ihm. Warum lieferst du ihn nicht den Juden aus, die seit Monaten nach ihm schreien? ERSTER JUDE Wahrhaftig, Herr, es wäre besser, ihn in unsre Hände zu geben! HERODES Genug davon! Ich werde ihn nicht in eure Hände geben. Er ist ein heil'ger Mann. Er ist ein Mann, der Gott geschaut hat. ERSTER JUDE Das kann nicht sein. Seit dem Propheten Elias hat niemand Gott gesehn. Er war der letzte, der Gott von Angesicht geschaut. In unsren Tagen zeigt sich Gott nicht. Gott verbirgt sich. Darum ist großes Übel über das Land gekommen, großes Übel. ZWEITER JUDE In Wahrheit weiß niemand, ob Elias in der Tat Gott gesehen hat. Möglicherweise war es nur der Schatten Gottes, was er sah. DRITTER JUDE Gott ist zu keiner Zeit verborgen. Er zeigt sich zu allen Zeiten und an allen Orten. Gott ist im Schlimmen ebenso wie im Guten. VIERTER JUDE Du solltest das nicht sagen, es ist eine sehr gefährliche Lehre aus Alexandria. Und die Griechen sind Heiden. FÜNFTER JUDE Niemand kann sagen, wie Gott wirkt. Seine Wege sind sehr dunkel. Wir können nur unser Haupt unter seinen Willen beugen, denn Gott ist sehr stark. ERSTER JUDE Du sagst die Wahrheit. Fürwahr, Gott ist furchtbar. Aber was diesen Menschen angeht, der hat Gott nie gesehn. Seit dem Propheten Elias hat niemand Gott gesehn. Er war der letzte, der Gott von Angesicht zu Angesicht geschaut. In unsren Tagen zeigt sich Gott nicht. Gott verbirgt sich. Darum ist großes Übel über das Land gekommen. Er war der letzte usw. ZWEITER JUDE In Wahrheit weiß niemand, ob Elias in der Tat Gott gesehen hat. Möglicherweise war es nur der Schatten Gottes, was er sah. In Wahrheit weiß niemand, ob Elias auch wirklich Gott gesehen hat. Gott ist furchtbar, er bricht den Starken in Stücke, den Starken wie den Schwachen, denn jeder gilt ihm gleich. Möglichenveise usw. DRITTER JUDE Gott ist zu keiner Zeit verborgen. Er zeigt sich zu allen Zeiten. Er zeigt sich an allen Orten. Gott ist im Schlimmen ebenso wie im Guten. Gott ist zu keiner Zeit verborgen. Gott zeigt sich zu allen Zeiten und an allen Orten. Gott ist im Guten ebenso wie im Bösen... VIERTER JUDE (zum dritten) Du solltest das nicht sagen, es ist eine sehr gefährliche Lehre aus Alexandria. Und die Griechen sind Heiden. Sie sind nicht einmal beschnitten. Niemand kann sagen, wie Gott wirkt, denn Gott ist sehr stark. Er bricht den Starken wie den Schwachen in Stücke. Gott ist stark. FÜNFTER JUDE Niemand kann sagen, wie Gott wirkt. Seine Wege sind sehr dunkel. Es kann sein, daß die Dinge, die wir gut nennen, sehr schlimm sind, und die Dinge, die wir schlimm nennen, sehr gut sind. Wir wissen von nichts etwas... HERODIAS (zu Herodes, heftig) Heiß' sie schweigen, sie langweilen mich. HERODES Doch hab' ich davon sprechen hören, Jochanaan sei in Wahrheit euer Prophet Elias. ERSTER JUDE Das kann nicht sein. Seit den Tagen des Propheten Elias sind mehr als dreihundert Jahre vergangen. ERSTER NAZARENER Mir ist sicher, daß er der Prophet Elias ist. ERSTER JUDE Das kann nicht sein. Seit den Tagen des Propheten Elias sind mehr als dreihundert Jahre vergangen... ZWEITER, DRITTER, VIERTER UND FÜNFTER JUDE Keineswegs, er ist nicht der Prophet Elias. HERODIAS Heiß' sie schweigen! DIE STIMME DES JOCHANAAN Siehe, der Tag ist nahe, der Tag des Herrn, und ich höre auf den Bergen die Schritte Dessen, der sein wird der Erlöser der Welt. HERODES Was soll das heißen, der Erlöser der Welt? ERSTER NAZARENER (emphatisch) Der Messias ist gekommen. ERSTER JUDE (schreiend) Der Messias ist nicht gekommen. ERSTER NAZARENER Er ist gekommen, und allenthalben tut er Wunder. Bei einer Hochzeit in Galiläa hat er Wasser in Wein verwandelt. Er heilte zwei Aussätzige von Capernaum. ZWEITER NAZARENER Durch bloßes Berühren! ERSTER NAZARENER Er hat auch Blinde geheilt. Man hat ihn auf einem Berge im Gespräch mit Engeln gesehn! HERODIAS Oho! Ich glaube nicht an Wunder, ich habe ihrer zu viele gesehn! ERSTER NAZARENER Die Tochter des Jairus hat er von den Toten erweckt. HERODES (erscheckt) Wie, er erweckt die Toten? ERSTER UND ZWEITER NAZARENER Jawohl. Er erweckt die Toten. HERODES Ich verbiete ihm, das zu tun. Es wäre schrecklich, wenn die Toten wiederkämen! Wo ist der Mann zur Zeit? ERSTER NAZARENER Herr, er ist überall, aber es ist schwer, ihn zu finden. HERODES Der Mann muß gefunden werden. ZWEITER NAZARENER Es heißt, in Samaria weile er jetzt. ERSTER NAZARENER Vor ein paar Tagen verließ er Samaria, ich glaube, im Augenblick ist er in der Nähe von Jerusalem. HERODES So hört: Ich verbiete ihm, die Toten zu erwecken! Es müßte schrecklich sein, wenn die Toten wiederkämen! DIE STIMME DES JOCHANAAN O über dieses geile Weib, die Tochter Babylons. So spricht der Herr, unser Gott: Eine Menge Menschen wird sich gegen sie sammeln, und sie werden Steine nehmen und sie steinigen! HERODIAS (wütend) Befiehl ihm, er soll schweigen! Wahrhaftig, es ist schändlich! DIE STIMME DES JOCHANAAN Die Kriegshauptleute werden sie mit ihren Schwertern durchbohren, sie werden sie mit ihren Schilden zermalmen! HERODIAS Er soll schweigen! DIE STIMME DES JOCHANAAN Est ist so, daß ich alle Verruchtheit austilgen werde, daß ich alle Weiber lehren werde, nicht auf den Wegen ihrer Greuel zu wandeln! HERODIAS Du hörst, was er gegen mich sagt, du duldest es, daß er die schmähe, die dein Weib ist. HERODES Er hat deinen Namen nicht genannt. DIE STIMME DES JOCHANAAN (sehr feierlich) Es kommt ein Tag, da wird die Sonne finster werden wie ein schwarzes Tuch. Und der Mond wird werden wie Blut, und die Sterne des Himmels werden zur Erde fallen wie unreife Feigen vom Feigenbaum. Es kommt ein Tag, wo die Kön'ge der Erde erzittern. HERODIAS Ha, ha! Dieser Prophet schwatzt wie ein Betrunkener... Aber ich kann den Klang seiner Stimme nicht ertragen, ich hasse seine Stimme. Befiehl ihm, er soll schweigen. |
LA VOCE DI JOCHANAAN Guarda, è venuto il tempo, è giunto il giorno di cui parlavo. ERODIADE Fallo tacere! Quest'uomo mi ingiuria! ERODE Contro te nulla ha detto. Inoltre, è un profeta grandissimo. ERODIADE Non credo ai profeti. Ma tu, tu hai paura di lui! ERODE Io non ho paura di nessuno. ERODIADE Te lo dico io, hai paura di lui. Perché non lo consegni agli Ebrei, che da mesi strillano per averlo? PRIMO EBREO Davvero, Sire, sarebbe meglio affidarlo a noi! ERODE Basta così! Non ve lo affido. Quello è un sant'uomo. È un uomo che ha visto Dio. PRIMO EBREO No, non può essere. Dopo il profeta Elia nessuno ha visto Dio. Elia fu l'ultimo che ha guardato Dio in faccia. Nei nostri tempi Dio non si mostra. Dio si nasconde. Perciò gran male è venuto sul paese, gran male. SECONDO EBREO A dire il vero, non sa nessuno se Elia ha visto Dio realmente. Caso mai, era l'ombra di Dio quella che vide. TERZO EBREO In nessun tempo Dio si nasconde. Egli si mostra sempre e in ogni luogo. Dio è nel male quanto nel bene. QUARTO EBREO Non dovresti dirlo, è una dottrina pericolosa di Alessandria. E i Greci sono pagani. QUINTO EBREO Nessuno può dire come opera Dio. Le sue vie sono oscure. Noi possiamo solo piegare il capo ai suoi comandi, perché Dio è fortissimo. PRIMO EBREO Tu dici bene. Davvero, Dio è terribile. Quanto a costui, non ha mai visto Dio. Dopo il profeta Elia nessuno ha visto Dio. Elia fu l'ultimo che ha guardato Dio faccia a faccia. Nei nostri tempi Dio non sì mostra. Dio si nasconde. Perciò gran male è venuto sul paese. Elia fu l'ultimo, ecc. SECONDO EBREO A dire il vero, non sa nessuno se Elia ha visto Dio realmente. Caso mai, era l'ombra di Dio quella che vide. A dire il vero, non sa nessuno se anche Elia ha visto Dìo realmente. Dio è terribile e i forti annienta, i forti come i deboli, perché per lui tutti valgono uguale. Caso mai, ecc. TERZO EBREO In nessun tempo Dio si nasconde. Egli si mostra sempre. Egli si mostra in ogni luogo. Dio è nel male quanto nel bene. In nessun tempo Dio si nasconde. Dio si mostra sempre e in ogni luogo. Dio è in ciò che è buono e in ciò che è cattivo... QUARTO EBREO (rivolto al terzo) Non dovresti dirlo, è una dottrina pericolosa di Alessandria. E i Greci sono pagani. Non sono nemmeno circoncisi. Nessuno può dire come opera Dio, perché Dio è fortissimo. Egli annienta i forti come i deboli. Dio è forte. QUINTO EBREO Nessuno può dire come opera Dio. Le sue vie sono oscure. Può essere che le cose che diciamo buone siano pessime, e le cose che diciamo cattive siano perfette. Di nulla sappiamo alcunché... ERODIADE (a Erode, infurìata) Falli tacere, mi tediano. ERODE Ma io ho sentito dire che Jochanaan sia veramente il vostro profeta Elia. PRIMO EBREO No, non può essere. Dai tempi del profeta Elia sono passati più di trecento anni. PRIMO NAZARENO Per me è certo che egli è il profeta Elia. PRIMO EBREO No, non può essere. Dai tempi del profeta Elia sono passati più di trecento anni. SECONDO, TERZO, QUARTO E QUINTO EBREO Sicuramente no, non è il profeta Elia. ERODIADE Falli tacere! LA VOCE DI JOCHANAAN Guarda, è prossimo il giorno, il giorno del Signore, odo sui monti i passi di Colui che sarà il redentore del mondo. ERODE E che vuol dire, redentore del mondo? PRIMO NAZARENO (con solennità) Il Messia è giunto. PRIMO EBREO (strillando) Il Messia non è giunto. PRIMO NAZARENO È giunto, e in ogni luogo fa miracoli. In una festa di nozze in Galilea ha mutato l'acqua in vino. Ha sanato due lebbrosi a Cafàrnao. SECONDO NAZARENO Li ha toccati soltanto! PRIMO NAZARENO Ha sanato anche i ciechi. L'hanno visto sui monti a colloquio con gli angeli! ERODIADE Oh! Non credo nei miracoli, ne ho visti troppi! PRIMO NAZARENO La figlia di Giairo egli l'ha destata dalla morte. ERODE (sgomento) Che? Desta i morti? PRIMO E SECONDO NAZARENO Davvero. Desta i morti. ERODE Gli proibisco di farlo. Sarebbe tremendo se i morti ritornassero! Quell'uomo dov'è adesso? PRIMO NAZARENO È dappertutto, o re, ma trovarlo è difficile. ERODE Bisogna trovare quell'uomo. SECONDO NAZARENO Si dice che ora si trovi in Samaria. PRIMO NAZARENO Da un paio di giorni ha lasciato la Samaria, credo che al momento egli sia nei pressi di Gerusalemme. ERODE Udite dunque: gli proibisco di destare i morti! Sarebbe tremendo se i morti ritornassero! LA VOCE DI JOCHANAAN Maledetta l'infame, figlia di Babilonia. Così parla il Signore, Dio nostro: contro colei si uniranno uomini in massa e prenderanno pietre per lapidarla! ERODIADE (furente) Ordina ch'egli taccia! È uno scandalo, insomma! LA VOCE DI JOCHANAAN I capi degli eserciti la trafiggeranno con le spade e con gli scudi la schiaccieranno! ERODIADE Che taccia! LA VOCE DI JOCHANAAN È così che ogni empietà saprò estirpare e che alle donne saprò insegnare a non procedere sulla via delle sue colpe! ERODIADE Senti che dice contro me, tu sopporti ch'egli offenda la tua sposa. ERODE Non ha fatto il tuo nome. LA VOCE DI JOCHANAAN (molto solenne) Ecco che viene il giorno in cui il sole si farà oscuro come un nero lenzuolo. Sangue sarà la luna e le stelle sulla terra cadranno come dai rami i fichi ancora acerbi. Ecco che viene il giorno in cui trepideranno i re del mondo. ERODIADE Ah, ah! Il profeta vaneggia come un ebbro... Ma non sopporto il suono della sua voce, è una voce che odio. Ordina ch'egli taccia. |
Hans Beirer (Erode), Astrid Varnay (Erodiade), Bernd Weikl (Jochanaan)
dir: Karl Böhm (1974)
Horst Hiestermann (Erode), Leonie Rysaner (Erodiade), Simon Estes (Jochanaan)
dir: Giuseppe Sinopoli (1990)
Herwig Pecoraro (Erode), Elisabeth Kulman (Erodiade), Tomasz Konieczny (Jochanaan)
dir: Simone Young (2015)
0 commenti:
Posta un commento