8 settembre 2020

Il flauto magico (9) - "Bei Männern, welche Liebe fühlen"

Scritto da Christian



Mentre Pamina "parla come in sogno", invocando la madre, Papageno torna sui propri passi, essendosi autoconvinto che non c'è alcun pericolo. Incontra dunque la ragazza e verifica che si tratta proprio della figlia della Regina della Notte, ovvero di colei che lui e Tamino devono salvare. Il principe, oltre a mandarlo in avanscoperta, gli ha infatti consegnato il ritratto della fanciulla, per mezzo del quale l'uccellatore effettua la sua verifica, "spuntando" una dopo l'altra le caratteristiche di lei: "Gli occhi neri - esatto, neri. - Le labbra rosse - esatto, rosse. - Capelli biondi - capelli biondi. - Tutto coincide, eccetto mani e piedi. - A dedurre dal dipinto, non devi avere né mani né piedi, visto che qui non sono mostrati".

Papageno spiega a Pamina di essere stato inviato a salvarla dalla Regina ("la mia buona, tenera madre", la chiama la ragazza) insieme a un principe che si è innamorato di lei già solo mirandone il ritratto. Non è ben chiaro come Papageno sia potuto entrare così facilmente nel castello e giungere fino a Pamina: se ci è riuscito lui, perché non è arrivato anche Tamino? Se lo chiede anche la ragazza ("Se il giovane sconosciuto prova amore per me, perché esita tanto a liberarmi dalle catene?"), alla quale l'uccellatore risponde, con una punta di sarcasmo: "Per sicurezza il Principe è stato tanto sensibile da mandarmi avanti ad annunciarti il nostro arrivo". In fondo, visto che Papageno ha con sé il ritratto, significa che la sua non era una semplice missione esplorativa ma ci si attendeva che giungesse fino alla ragazza. In ogni caso, il fatto che ci sia riuscito dimostra se non altro che non è un inetto o una spalla comica buona a solo a far ridere. E con Pamina stringe qui una particolare sintonia (favorita dalla semplicità, dalla freschezza e dall'immediatezza dei due caratteri: l'uno è un figlio della natura, l'altra una ragazza molto giovane) che perdurerà per tutto il resto del primo atto.

Tale sintonia nasce già da questo dialogo in cui si presentano a vicenda, senza nascondere i sentimenti e le proprie aspirazioni. Al lamento di Papageno di "non avere ancora una Papagena" (il suo nome virato al femminile è menzionato qui per la prima volta: è la sua parte mancante), Pamina prova a consolarlo: "Pazienza, amico! Il cielo provvederà anche a te; ti invierà un’amica prima di quanto tu creda". È curioso come utilizzi nella stessa frase, forse senza volerlo, le parole "amico" e "amica" ("Freund" e "Freundin" in tedesco) con due significati diversi, il primo relativo appunto all'amicizia e il secondo all'intesa affettiva-sessuale. In ogni caso il discorso dà lo spunto per il bellissimo duetto che segue, l'unico brano nel primo atto (o forse dell'intera opera) che non fa "avanzare" la trama, strettamente parlando: è più un intermezzo in cui i personaggi si fermano a condividere i propri pensieri con il pubblico. Ma naturalmente è uno di quei motivi musicalmente semplici eppure bellissimi che si incontrano spesso in Mozart e che trasudano persino una sorta di spiritualità. Fra i suoi numerosi estimatori c'era anche Ludwig van Beethoven, che ne scrisse delle variazioni per violoncello e pianoforte (le trovate in fondo a questo post).

Il tema è quello del potere dell'unione fra maschile e femminile, ovvero fra gli opposti: l'uno è la controparte essenziale dell'altro. Come Pamina, anche Papageno proviene dal mondo della Regina della Notte, dunque da un mondo femminile e materno. Inoltre è legato alla natura (anziché alla ragione) – è un uomo-uccello, dopo tutto! – e si lascia guidare dall'istinto, il cui primo comando è quello di cercare una compagna per completarsi e per perpetuare la specie. Stranamente poco citato dai commentatori secondo i quali "Die Zauberflöte" tratta della lotta fra elementi contrapposti (luce e ombra, bene e male, maschile e femminile), questo piccolo ma grande brano è invece un inno alla loro collaborazione per raggiungere la felicità, al potere dell'amore che "addolcisce ogni pena, condisce la nostra esistenza, regna su tutta la natura". I versi finali, poi, non lasciano spazio agli equivoci: "L’uomo con la donna e la donna con l’uomo / s’innalzano fino alla divinità". E anche la musica, che era iniziata con l'alternanza fra la voce maschile e femminile su un tema bello ma in fondo semplice, si fa più sofisticata (con la breve coloratura del soprano).

Nel duetto (...) tra Pamina e Papageno («Bei Mannern, welche Liebe fühlen»), l'azione viene momentaneamente fermata per permettere a questa coppia mal assortita, l'eroina ed il comico, di tenere una gentile predica sull'amore. Nelle battute finali, la semplicità sembra essere stata abbandonata e Pamina indulge in una ripetuta fioritura, anche se essa, che comprende il salto dal do di centro al la sopra il rigo, esprime un sentimento profondo, come rivela chiaramente un'interpretazione sensibile da parte del soprano. Esisteva, a quanto pare, una versione precedente di questo duetto, di stile meno popolare, che Schikaneder scartò, ma che può aver ripristinato quando l'opera fu messa in scena nel 1802 al nuovo Theater and der Wien.
(Charles Osborne)
Clicca qui per il testo del recitativo che precede il brano.

PAMINA
(spricht wie im Traum)
Mutter - Mutter - Mutter! -
(sie erholt sich, sieht sich um)
Wie? - Noch nicht vernichtet? - Zu neuen Qualen erwacht! - Mir bitterer als der Tod!

PAPAGENO
Bin ich nicht ein Narr, daß ich mich schrecken ließ? – Es gibt ja schwarze Vogel in der Welt, warum denn nicht auch schwarze Menschen? – Ah, sieh da! hier ist das schöne Fräulenbild noch. – Du Tochter der nächtlichen Königin!

PAMINA
Nächtliche Königin? – Wer bist du?

PAPAGENO
Ein Abgesandter der sternflammenden Königin.

PAMINA
(freudig)
Meiner Mutter? - O Wonne! - Dein Name!

PAPAGENO
Papageno.

PAMINA
Du kennst also meine gute, zärtliche Mutter?

PAPAGENO
Wenn du die Tochter der nächtlichen Königin bist - ja!

PAMINA
O ich bin es.

PAPAGENO
Das will ich gleich erkennen.
(Er sieht das Porträt an, welches der Prinz zuvor empfangen, und Papageno nun an einem Bande am Halse trägt)
Die Augen schwarz - richtig, schwarz. - Die Lippen rot - richtig, rot. - Blonde Haare - blonde Haare. - Alles trifft ein, bis auf Händ’ und Füße. - Nach dem Gemälde zu schließen, sollst du weder Hände noch Füße haben; denn hier sind auch keine angezeigt.

PAMINA
Erlaube mir - Ja ich bin’s - Wie kam es in deine Hände?

PAPAGENO
Eben, als ich im Begriff war, meine Vögel abzugeben, sah ich einen Menschen vor mir, der sich Prinz nennen läßt. - Dieser Prinz hat deine Mutter so eingenommen, daß sie ihm dein Bildnis schenkte und ihm befahl, dich zu befreien. - Sein Entschluß war so schnell, als seine Liebe zu dir.

PAMINA
Liebe?
(freudig)
Er liebt mich also? Aber Lieber Freund! wenn der unbekannte Jüngling Liebe für mich fühlt, warum säumt er so lange, mich von meinen Fesseln zu befreien? -

PAPAGENO
Zur Sicherheit war der Prinz so fein, mich voraus zu schicken, um dir unsre Ankunft anzukündigen. -

PAMINA
Freund, du hast viel gewagt! - Wenn Sarastro dich hier erblicken sollte -

PAPAGENO
So wird mir meine Rückreise erspart - das kann ich mir denken.

PAMINA
Dein martervoller Tod würde ohne Grenzen sein.

PAPAGENO
Um diesem auszuweichen, so gehen wir lieber beizeiten.

PAMINA
Wohl denn, es sei gewagt!
(sie gehen, Pamina kehrt um)
Aber wenn dies ein Fallstrick wäre? - wenn dieser nun ein böser Geist von Sarastros Gefolge wäre? -
(sie sieht ihn bedenklich an)

PAPAGENO
Ich ein böser Geist? - Wo denkst Ihr hin, Fräuleinbild? - Ich bin der beste Geist von der Welt.

PAMINA
Freund, vergib! vergib! wenn ich dich beleidigte. Du hast ein gefühlvolles Herz, das sehe ich in jedem deiner Züge.

PAPAGENO
Ach freilich habe ich ein gefühlvolles Herz - aber was nützt mir das alles? - Ich möchte mir oft alle meine Federn ausrupfen, wenn ich bedenke, daß Papageno noch keine Papagena hat.

PAMINA
Geduld, Freund! Der Himmel wird auch für dich sorgen; er wird dir eine Freundin schicken, ehe du dir’s vermutest. -

PAPAGENO
Wenn er’s nur bald schickte.

PAMINA
(parla come in sogno)
Madre - Madre - Madre! -
(si riprende, si guarda intorno)
Come? - Non ancora distrutta? - Risvegliata a nuovi supplizi! - Per me è più amaro della morte!

PAPAGENO
Non sono un pazzo, io, che mi lascio spaventare? – Nel mondo esistono uccelli neri, perché non dovrebbero esserci anche uomini neri? - Ah, guarda là! ecco la bella ragazza del ritratto. - Tu, figlia della Regina notturna!

PAMINA
Regina notturna? – Chi sei tu?

PAPAGENO
Un inviato della Regina astrifiammante.

PAMINA
(con gioia)
Mia madre? - Oh gioia! - Il tuo nome?

PAPAGENO
Papageno.

PAMINA
Tu conosci dunque la mia buona, tenera madre?

PAPAGENO
Se tu sei la figlia della Regina notturna - sì!


PAMINA
Oh, lo sono.

PAPAGENO
Voglio accertarmene subito.
(guarda il ritratto che il principe aveva ricevuto in precedenza e che ora Papageno porta legato al collo)
Gli occhi neri - esatto, neri. - Le labbra rosse - esatto, rosse. - Capelli biondi - capelli biondi. - Tutto coincide, eccetto mani e piedi. - A dedurre dal dipinto, non devi avere né mani né piedi, visto che qui non sono mostrati.

PAMINA
Permettimi - Sì, sono io - Come è giunto nelle tue mani?

PAPAGENO
Per l’appunto, mentre ero in procinto di consegnare i miei uccelli, ho visto un uomo davanti a me, che si fa chiamare Principe. - Questo Principe ha talmente conquistato tua madre che lei gli ha donato il tuo ritratto e gli ha ordinato di liberarti. - La sua decisione fu tanto rapida quanto il suo amore per te.

PAMINA
Amore?
(con gioia)
Dunque egli mi ama? Caro amico! se il giovane sconosciuto prova amore per me, perché esita tanto a liberarmi dalle catene? -

PAPAGENO
Così per sicurezza il Principe è stato tanto sensibile da mandarmi avanti ad annunciarti il nostro arrivo. -

PAMINA
Amico, tu hai rischiato molto! - Se Sarastro ti dovesse scorgere qui -

PAPAGENO
In tal caso mi risparmierò il viaggio di ritorno - posso immaginarmelo.

PAMINA
La tua morte sarebbe all’insegna di torture senza limiti.

PAPAGENO
Per evitarla, è dunque meglio che ce ne andiamo per tempo.

PAMINA
Bene, allora si tenti!
(s’avviano, Pamina torna indietro)
Ma se questa fosse una trappola? - se costui fosse uno spirito maligno del seguito di Sarastro?
(lo guarda pensierosa)

PAPAGENO
Io uno spirito maligno? Da cosa lo pensate, ragazza? Io sono il miglior spirito del mondo.

PAMINA
Amico, perdona! perdona! se ti ho offeso. Tu hai un cuore tanto sensibile, lo vedo in ogni tuo lineamento.

PAPAGENO
Ah, certamente ho un cuore pieno di sensibilità - ma a cosa mi serve? - Tante volte vorrei strapparmi tutte le penne, quando penso che Papageno non ha ancora una Papagena.

PAMINA
Pazienza, amico! Il cielo provvederà anche a te; ti invierà un’amica prima di quanto tu creda. -

PAPAGENO
Se solo la inviasse presto!

Clicca qui per il testo del brano ("Bei Männern, welche Liebe fühlen").

PAMINA
Bei Männern, welche Liebe fühlen,
Fehlt auch ein gutes Herze nicht.

PAPAGENO
Die süßen Triebe mitzüfuhlen
Ist dann der Weiber erste Pflicht.

BEIDE
Wir wollen uns der Liebe freun,
Wir leben durch die Lieb’ allein.

PAMINA
Die Lieb’ versüßet jede Plage,
Ihr opfert jede Kreatur.

PAPAGENO
Sie würzet unsre Lebenstage,
Sie wirkt im Kreise der Natur.

BEIDE
Ihr hoher Zweck zeigt deutlich an:
Nichts Edlers sei, als Weib und Mann.
Mann und Weib, und Weib und Mann,
Reichen an die Gottheit an.
(beide ab)
PAMINA
Negli uomini che provano amore
Alberga certo un cuore buono.

PAPAGENO
Condividere i dolci desideri
È poi il primo dovere di una donna.

A DUE
Dobbiamo rallegrarci dell’amore,
Noi viviamo solo grazie all’amore.

PAMINA
L’amore addolcisce ogni pena,
A lui si offre ogni creatura.

PAPAGENO
Condisce la nostra esistenza,
Regna su tutta la natura.

A DUE
Il suo alto fine indica chiaramente:
Nulla è più nobile di un uomo e una donna.
L’uomo con la donna e la donna con l’uomo
S’innalzano fino alla divinità.
(escono entrambi)





Lucia Popp (Pamina), Wolfgang Brendel (Papageno)
dir: Wolfgang Sawallisch (1983)


Kathleen Battle, Manfred Hemm
dir: James Levine (1991)

Dorothea Röschmann, Simon Keenlyside
dir: Colin Davis (2003)


Dorothea Röschmann (Pamina), Detlef Roth (Papageno)
dir: Iván Fischer (2001)


Genia Kühmeier (Pamina), Christian Gerhaher (Papageno)
dir: Riccardo Muti (2006)


Kiri Te Kanawa (Pamina), Thomas Allen (Papageno)
(1983)



scene dal film "Mozart" (1955) di Karl Hartl


scene dal film "Uccellacci e uccellini" (1966) di Pier Paolo Pasolini


Sette variazioni di Ludwig van Beethoven per violoncello e pianoforte (1801)
Mischa Maisky, Martha Argerich