Il primo sguardo che gettiamo all'interno del castello di Sarastro sembra confermare tutto quello che i racconti delle Tre Dame e della Regina ci avevano lasciato intendere: Pamina, di cui facciamo finalmente la conoscenza in carne e ossa (dopo averla incontrata solo nel ritratto e attraverso il racconto della madre), è alla mercé di un crudele aguzzino, il moro Monostatos, che intima ai suoi schiavi di incatenarla. Un dialogo fra i tre schiavi che precede questa scena (ma che talvolta è rimosso dalle rappresentazioni, o al limite abbreviato) aggiunge alcuni particolari: Pamina ha tentato la fuga, ma Monostatos l'ha ricatturata.
È in questo momento che fa la sua apparizione Papageno, evidentemente inviato da Tamino in ricognizione. Penetrando nel castello da una finestra (come dice il libretto) o da una botola (come spesso mostrano gli allestimenti), l'uccellatore si trova di colpo di fronte al carceriere, e il risultato è esilarante: ciascuno dei due scambia l'altro per un demonio! Non dimentichiamo infatti che Papageno è vestito di penne e di piume, mentre Monostatos ha la pelle nera, e dunque entrambi hanno un aspetto decisamente particolare e insolito (si tratta inoltre dei due personaggi comici dell'opera, anche se ciascuno lo è a modo proprio, e dunque è normale che appaiano bizzarri e insoliti). Spaventati, si chiedono pietà a vicenda prima di fuggire in direzioni opposte. Per fortuna Papageno mostrerà di avere un po' più di sale in zucca ("Al mondo esistono anche uccelli neri, perché dunque non uomini neri?") e tornerà subito indietro per liberare Pamina.
Il terzetto comincia come un duetto concitato fra Monostatos e Pamina (mentre i tre schiavi non cantano: si tratta di ruoli soltanto parlati), per poi rallentare con l'ingresso di Papageno e trasformarsi in un altro duetto fra i due uomini. Da notare che i versi che l'uccellatore rivolge a Pamina ("Schon Madchen jung und fein, viel weisser noch als Kreide") sarebbero, secondo Charles Osborne, una citazione di "una canzone viennese popolare del 1791".
È una delle apparenti contraddizioni (un'altra, per esempio, è il fatto che siano le Tre Dame, e dunque la Regina della Notte, a fornire a Tamino e Papageno gli strumenti magici nonché l'aiuto dei Tre Fanciulli) di un libretto che sembra improvvisato man mano che si procede, accatastando situazioni tipiche di fiabe e avventure per poi sterzare, nel secondo atto, sul tema dell'iniziazione morale e del dualismo fra giorno e notte (e Monostatos, in quanto "nero", non può che appartenere alla notte, anche se abita nel regno della luce). Non ci stupiremo troppo, dunque, quando nel finale tradirà Sarastro per unirsi alle forze della Regina Astrifiammante. Lo farà per vari motivi: perché punito dal suo padrone alla fine del primo atto, ma soprattutto perché concupisce Pamina (come vediamo sin da questa sua prima scena). Per ora, però, la presenza di un carceriere "cattivo" serve per continuare a farci credere che Sarastro sia effettivamente malvagio, come ne sono convinti Tamino e Papageno.
Una curiosità: nella prima rappresentazione a Vienna del 1791, uno dei tre schiavi era interpretato da Karl Ludwig Giesecke, collaboratore stabile di Schikaneder come attore, librettista e poeta che, secondo alcuni commentatori, potrebbe aver partecipato alla stesura del libretto dell'opera (o esserne addirittura l'unico e vero autore, una tesi che oggi è però poco accreditata).
Clicca qui per il testo del recitativo che precede il brano ("Ha! ha! - Pst! - Was soll denn das Lachen?").
(Zwei Sklaven tragen, so bald das Theater in ein prächtiges ägyptisches Zimmer verwandelt ist, schöne Pölster nebst einem prächtigen türkischen Tisch heraus, breiten Teppiche auf, sodann kommt der dritte Sklave.) DRITTER SKLAVE Ha, ha, ha! ERSTER SKLAVE Pst, pst! ZWEITER SKLAVE Was soll denn das Lachen? DRITTER SKLAVE Unser Peiniger, der alles belauschende Mohr, wird morgen sicherlich gehangen oder gespießt. – Pamina! – Ha, ha, ha! ERSTER SKLAVE Nun? DRITTER SKLAVE Das reizende Mädchen! – Ha, ha, ha! ZWEITER SKLAVE Nun? DRITTER SKLAVE Ist entsprungen. ERSTER UND ZWEITER SKLAVE Entsprungen? - ERSTER SKLAVE Und sie entkam? DRITTER SKLAVE Unfehlbar! – Wenigstens ist's mein wahrer Wunsch. ERSTER SKLAVE O Dank euch, ihr guten Götter! ihr habt meine Bitte erhört. DRITTER SKLAVE Sagt' ich euch nicht immer, es wird doch ein Tag für uns scheinen, wo wir gerochen, und der schwarze Monostatos bestraft werden wird. ZWEITER SKLAVE Was spricht nun der Mohr zu der Geschichte? ERSTER SKLAVE Er weiß doch davon? DRITTER SKLAVE Natürlich! Sie entlief vor seinen Augen. – Wie mir einige Brüder erzählten, die im Garten arbeiteten, und von weitem sahen und hörten, so ist der Mohr nicht mehr zu retten; auch wenn Pamina von Sarastros Gefolge wieder eingebracht würde. ERSTER UND ZWEITER SKLAVE Wieso? DRITTER SKLAVE Du kennst ja den üppigen Wanst und seine Weise; das Mädchen aber war klüger, als ich dachte. – In dem Augenblicke, da er zu siegen glaubte, rief sie Sarastros Namen: das erschütterte den Mohren; er blieb stumm und unbeweglich stehen – indes lief Pamina nach dem Kanal und schiffte von selbst eine Gondel dem Palmenwäldchen zu. ERSTER SKLAVE O wie wird das schüchterne Reh mit Todesangst dem Palaste ihrer zärtlichen Mutter zueilen. MONOSTATOS (von innen) He, Sklaven! ERSTER SKLAVE Monostatos' Stimme! MONOSTATOS He, Sklaven! Schafft Fesseln herbei! – DIE DREI SKLAVEN Fesseln? ERSTER SKLAVE (läuft zur Seitenthüre) Doch nicht für Pamina? O ihr Götter! da seht, Brüder, das Mädchen ist gefangen. ZWEITER UND DRITTER SKLAVE Pamina? Schrecklicher Anblick! ERSTER SKLAVE Seht, wie der unbarmherzige Teufel sie bei ihren zarten Händchen faßt. – Das halt' ich nicht aus. (geht auf die andere Seite ab) ZWEITER SKLAVE Ich noch weniger. – (auch dort ab) DRITTER SKLAVE So was sehen zu müssen, ist Höllenmarter. (ab) | (Due schiavi, non appena la scena è mutata in una sontuosa sala egizia, portano fuori bei cuscini, insieme ad uno splendido tavolo turco, e stendono tappeti; poi giunge il Terzo schiavo.) TERZO SCHIAVO Ah, ah, ah! PRIMO SCHIAVO Sst, sst! SECONDO SCHIAVO Che c'è da ridere? – TERZO SCHIAVO Il nostro aguzzino, quel moro che origlia tutto, domani verrà sicuramente impiccato o impalato. – Pamina! – Ah, ah, ah! PRIMO SCHIAVO Ebbene? TERZO SCHIAVO Quella fanciulla deliziosa! Ah, ah, ah! SECONDO SCHIAVO E allora? TERZO SCHIAVO È fuggita. PRIMO E SECONDO SCHIAVO Fuggita? PRIMO SCHIAVO E ce l'ha fatta? TERZO SCHIAVO Sicuro! – O almeno lo spero veramente. PRIMO SCHIAVO Oh grazie a voi, dèi clementi! avete esaudito la mia preghiera. TERZO SCHIAVO Non ve lo dicevo sempre che sarebbe arrivato per noi il giorno in cui noi saremmo stati vendicati e il nero Monostatos verrà punito? SECONDO SCHIAVO Cosa dice ora il moro di questa storia? PRIMO SCHIAVO Ma ne sa qualcosa? TERZO SCHIAVO Naturalmente! Lei è fuggita davanti ai suoi occhi. – Secondo quanto mi hanno raccontato alcuni fratelli, che stavano lavorando nel giardino e hanno visto e udito da lontano, il moro non ha più scampo; anche se Pamina venisse nuovamente raggiunta dal seguito di Sarastro. PRIMO E SECONDO SCHIAVO Com'è successo? TERZO SCHIAVO Conosci quell'enorme pancione e i suoi modi; ma la ragazza è stata più astuta di quanto pensavo. Nell'istante in cui lui pensava di vincere, lei ha gridato il nome di Sarastro: ciò ha fatto tremare il moro; egli è rimasto muto ed immobile – intanto Pamina è corsa verso il canale e si è diretta da sola con una gondola verso il boschetto di palme. PRIMO SCHIAVO Oh, come il timido capriolo, impaurito a morte, starà correndo al palazzo della sua affettuosa madre. MONOSTATOS (da dentro) Olà, schiavi! PRIMO SCHIAVO La voce di Monostatos! MONOSTATOS Olà, schiavi! Portate qui delle catene! I TRE SCHIAVI Catene? PRIMO SCHIAVO (corre alla porta laterale) Mica per Pamina? Oh dèi! guardate là, fratelli, la fanciulla è stata catturata. SECONDO e TERZO SCHIAVO Pamina? Tremenda visione! PRIMO SCHIAVO Guardate come quel diavolo spietato l'afferra per le tenere manine – non posso guardare. (esce dalla parte opposta) SECONDO SCHIAVO Io ancor meno. (fa lo stesso) TERZO SCHIAVO Dover stare così a guardare è una pena d'inferno. (esce) |
Clicca qui per il testo del brano ("Du feines Täubchen, nur herein").
MONOSTATOS Du feines Täubchen, nur herein. PAMINA O welche Marter, welche Pein! MONOSTATOS Verloren ist dein Leben. PAMINA Der Tod macht mich nicht beben; Nur meine Mutter dauert mich, Sie stirbt vor Gram ganz sicherlich. MONOSTATOS He Sklaven, legt ihr Fesseln an; Mein Haß soll dich verderben! (sie legen ihr Fesseln an) PAMINA O laß mich lieber sterben, Weil nichts, Barbar, dich rühren kann! (sinkt in Ohnmacht auf ein Sopha) MONOSTATOS Nun fort! Laßt mich bei ihr allein. (die Sklaven gehen ab) PAPAGENO (am Fenster von außen, ohne gleich gesehen zu werden) Wo bin ich wohl! Wo mag ich sein? Aha! da find’ ich Leute, Gewagt; ich geh’ hinein. (geht herein) Schön Mädchen, jung und rein, Viel weißer noch als Kreide… MONOSTATOS UND PAPAGENO (sehen sich, - erschrickt einer über den andern) Hu - das ist der Teufel sicherlich. Hab Mitleid! verschone mich! - Hu - hu - hu - (laufen beide ab) |
MONOSTATOS Tu, leggiadra colombella, avvicinati. PAMINA Oh, che supplizio, che angoscia! MONOSTATOS La tua vita è perduta. PAMINA La morte non mi fa tremare; Solo mia madre mi fa pietà, Morirebbe sicuramente di pena. MONOSTATOS Olà, schiavi! Mettetele le catene! Il mio odio ti rovinerà! (le mettono le catene) PAMINA Ah, lasciami piuttosto morire, Giacché nulla, barbaro, ti può commuovere! (cade svenuta su un sofà) MONOSTATOS Ora via! Lasciatemi solo con lei. (gli schiavi escono) PAPAGENO (alla finestra dal di fuori, dapprima senza essere visto) Dove mi trovo mai! Dove potrei essere? Aha, ecco gente! Coraggio, entriamo. (entra) Bella fanciulla, giovane e candida, Più bianca ancor del gesso… MONOSTATOS E PAPAGENO (si vedono, si spaventano l’uno dell’altro) Uh - questo è - il diavolo sicuramente! Abbi pietà! risparmiami! - Uh - uh - uh - (corrono via entrambi) |
Heinz Zednik (Monostatos), Kathleen Battle (Pamina), Manfred Hemm (Papageno)
dir: James Levine (1991)
Burkhard Ulrich (Monostatos), Genia Kühmeier (Pamina), Christian Gerhaher (Papageno)
dir: Riccardo Muti (2006)
Uwe Peper (Monostatos), Dorothea Röschmann (Pamina), Detlef Roth (Papageno)
dir: Iván Fisher (2001)
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