18 gennaio 2017

Carmen (20) - Il ritorno di Micaëla

Scritto da Marisa

In piena notte, tra le montagne dove c'è il rifugio dei contrabbandieri, arriva Micaëla in cerca dell'uomo che ha amato e che forse ama ancora. L'aria che Bizet le dedica è bellissima e dolcissima, ma tutt'altro che sdolcinata: una preghiera che nasce dal riconoscimento della propria debolezza e che spontaneamente fa alzare lo sguardo verso l'infinito e invocare la presenza e l'aiuto di un testimone misericordioso.

È ora di rendere giustizia al personaggio di Micaëla, quasi sempre appiattita al solo ruolo di appendice dalla madre e ingenua fanciulla di paese. Visto che nel libro di Mérimée non compare, qui, nell'economia dell'opera, assume un significato importante perché è stato introdotto proprio per arricchire la situazione e creare un personaggio che possa reggere l'importanza della protagonista creando un contraltare. Non si tratta quindi solo di una povera fanciulla di paese, timida e spaventata. Abbiamo già visto come si sa destreggiare in città sfuggendo garbatamente alla corte insistente dei soldati, per niente intimorita, ma decisa a non cadere in trappola. Ha le idee chiare e persegue il suo obiettivo che è quello di incontrare Don José per consegnargli il messaggio della madre e non si lascia disturbare da nessuno. Ed anche ora, in questa seconda apparizione, ha un compito preciso che ha accettato liberamente e che intende portare a termine.

Ma quanto è diversa la situazione! Mentre nella prima scena Micaëla è sicura di trovare l'uomo che ha sempre conosciuto, che ama e con cui crede di poter condividere anche il futuro, ora sa di andare incontro ad un uomo profondamente diverso, molto cambiato e trasformato da un potere e da una malia che si sono impossessati di lui, e non è per niente sicura del successo della sua missione. E qui sbaglia, perché Don José non è cambiato veramente: ha soltanto spostato la sua dipendenza, cosa che Micaëla non può sapere perché lei è veramente aderente alla propria natura e le sue scelte sono più libere di quello che possa sembrare a prima vista.

Nonostante siano su due poli opposti, sia lei che Carmen sono fedeli alla propria identità e alle proprie scelte e non, come Don José, in balia della forza di volontà altrui o vittime della seduzione. La differenza fondamentale tra le due donne consiste nel diverso mondo a cui appartengono, che condiziona sì le loro scelte, ma a cui aderiscono in piena libertà e consapevolezza. Carmen è fiera di aderire al mondo dei fuorilegge e la trasgressione per lei è una bandiera sia nel comportamento sociale che nella spregiudicatezza della vita amorosa che non tiene conto di promesse o doveri, Micaëla nella fedeltà ai valori della tradizione e dei vincoli di devozione filiale che la legano alla madre di Don José dimostra una capacità di autodeterminazione notevole. Ha accettato liberamente di farsi messaggera, prima mossa anche da un sentimento d'amore per il figlio, ora per pietà verso la vecchia ormai vicino alla morte per il dolore, ma forse anche per vedere da vicino la rivale che è tanto bella e potente da aver assoggettato e trasformato l'uomo che ha amato da militare difensore della legge in un brigante. Al fatalismo di Carmen e la sua cieca fede nel verdetto delle carte, che sono pur sempre una forma di resa ad un potere soprannaturale più forte della volontà degli uomini, Micaëla contrappone ancora la fede in Dio. E la sua preghiera è una richiesta di aiuto e un riconoscimento della fragilità dell'animo umano, anche quando crede di essere forte e di non aver paura di niente e di nessuno.

Dico che nulla mi spaventa,
dico, ahimè! che rispondo di me;
ma ho un bel far la coraggiosa,
in fondo al cuore muoio di spavento!
Sola in questo luogo selvaggio,
tutta sola, temo,
ma ho torto di temere;
voi mi darete coraggio,
voi mi proteggerete, Signore!
Questo affidarsi alla protezione divina non è per nulla infantile perché qui non c'è né la pretesa di aver diritto ad una protezione incondizionata come è naturale nel bambino, né l'incoscienza spavalda di chi, mettendosi in pericolo, conta poi sull'aiuto della provvidenza o chi per essa, il falso eroe. Micaëla è un'adulta che prima ha tirato fuori tutto il coraggio e fatto del suo meglio per affrontare la situazione ed ora accetta i propri limiti, riconosce molto umanamente di aver paura e di aver bisogno di qualcosa di più, che da sola non può darsi: si ricollega al piano divino, semplicemente riaffermando di essere solo una “creatura” che si rimette sotto la protezione del “Creatore”. Solo tenendo presente la situazione creaturale non ci si sente più soli e si esce dall'onnipotenza “diabolica” di chi negando il legame con il Tutto crede di poter fare tutto da solo.

Nella seconda parte dell'aria vediamo che Micaëla è anche una donna profondamente ferita e, pur non alimentando sentimenti di vendetta, non può non nutrire risentimento, forse anche odio verso la donna fatale:
Vedrò da vicino quella donna
le cui arti maledette
han finito per rendere infame
chi un tempo amavo.
È pericolosa... è bella!...
Ma la sua aria si chiude comunque con la preghiera e la consapevolezza della pericolosità di Carmen con l'abisso che si è creato con l'uomo amato la rende molto più umana.

Clicca qui per il testo di "Je dis, que rien ne m’épouvante".

MICAËLA (regardant autour d’elle)
C’est des contrebandiers le refuge ordinaire.
Il est ici, je le verrai…
et le devoir que m’imposa sa mère
sans trembler je l’accomplirai.

Je dis, que rien ne m’épouvante,
je dis, hélas ! que je réponds de moi;
mais j’ai beau faire la vaillante,
au fond du cœur, je meurs d’effroi!
Seule en ce lieu sauvage,
toute seule j’ai peur,
mais j’ai tort d’avoir peur;
vous me donnerez du courage,
vous me protégerez, Seigneur.
Je vais voir de près cette femme
dont les artifices maudits
ont fini par faire un infâme
de celui que j’aimais jadis:
elle est dangereuse, elle est belle,
mais je ne veux pas avoir peur,
je parlerai haut devant elle.
Ah! Seigneur,
vous me protégerez!
Ah! je dis, que rien ne m’épouvante, etc.
…protégez-moi, ô Seigneur!
Protégez-moi, Seigneur!

MICAËLA (guardandosi intorno)
È il rifugio abituale dei contrabbandieri.
Lui è qui, lo vedrò…
e porterò a termine senza tremare
il compito assegnatomi da sua madre.

Dico che niente mi spaventa,
dico, ahimé, che so badare a me stessa;
ma per quanto faccia la coraggiosa,
in fondo al cuore, muoio di paura!
Sola in questo luogo selvaggio,
tutta sola ho paura,
ma ho torto ad aver paura;
voi mi darete coraggio,
voi mi proteggerete, Signore.
Sto per vedere da vicino questa donna
i cui sortilegi maledetti
hanno finito per rendere un infame
colui che io un tempo amavo:
è pericolosa, è bella,
ma io non voglio aver paura,
parlerò forte e chiaro davanti a lei.
Ah! Signore,
voi mi proteggerete!
Ah! Dico che niente mi spaventa, ecc.
…proteggetemi, o Signore!
Proteggetemi, o Signore!



Isobel Buchanan (Micaëla)
dir: Carlos Kleiber (1978)



Anna Moffo


Katia Ricciarelli


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Mirella Freni