22 novembre 2020

Il flauto magico (26) - "Der, welcher wandert diese Straße"

Scritto da Christian

Tamino è pronto per essere sottoposto alle ultime due prove ("Ti rimangono ancora due strade pericolose da percorrere", gli aveva detto Sarastro), quelle del fuoco e dell'acqua. Viene infatti condotto da "due uomini con corazza nera" ed elmi su cui "arde il fuoco" – in seguito indicati nel libretto come Due Armigeri – davanti alle due montagne che contengono questi elementi (si intravedono rispettivamente una cascata d'acqua e un muro di fuoco), e che il principe dovrà attraversare. Siamo in un mondo del tutto differente da quello delle scene precedenti, più arcaico e austero. In mezzo alle montagne, su una piramide, c'è una scritta misteriosa. E sono proprio i Due Armigeri a leggerla a Tamino:

Chi percorre questa strada irta di fatiche,
si purifica con fuoco, acqua, aria e terra;
Se saprà vincere la paura della morte,
balzerà dalla terra verso il cielo!
Illuminato, sarà allora in grado
di dedicarsi completamente al culto di Iside.
Il testo di questo breve brano fu ispirato a Schikaneder dal romanzo "Sethos" di Jean Terrasson, di cui abbiamo già parlato in precedenza, e che aveva contribuito a rendere popolari i "misteri egizi" in Europa alla metà del settecento. Per la musica, invece, dopo l'introduzione con i tromboni, Mozart si rifà apertamente alla forma del corale luterano, sul modello fugato in tempo uniforme di Bach, citando addirittura un motivo antico e ben preciso, ispirato a un salmo di Martin Lutero, che i Due Armigeri (un tenore e un basso) cantano a distanza di un'ottava.
{I due armigeri] cantano il corale protestante «Ach Gott, vom Himmel sieh' darein», tratto da un manuale di composizione di Johann Philipp Kirnberger (1774) mentre in orchestra risuona il tema del terzo Kyrie di una Messa cattolica di San Enrìco (1701) di Heinrich von Biber: sorprendente apertura su di uno stile arcaico, qui adottato, nella sovrapposizione dei rigidi contrappunti, per connotare la durezza, la difficoltà, la severa austerità delle prove che attendono Tamino e Pamina.
(Paolo Gallarati)
Se il finale del primo atto rappresenta la rivelazione dell'esistenza dell'amore nella coscienza individuale, le prove del fuoco e dell'acqua costituiscono l'affermazione di una legge universale, trascendente, che riguarda tutta l'umanità in tutto ciò che vi è in essa di divinamente sacro: il compimento dell'amore come bellezza e saggezza nel mondo degli uomini. È ciò che chiaramente esprime, al vertice di tutta l'opera, la scena degli armigeri. Qui Mozart utilizza un procedimento simmetrico rispetto al finale del primo atto: non un canto interiorizzato dell'eroe, che si spoglia delle sue certezze per prepararsi esitante a una nuova rivelazione, ma una verità che si rivela con la forza di un imperativo categorico, la cui certezza consentirà alla coppia eletta di superare le prove supreme. Il fatto che Mozart abbia introdotto in questa scena un corale di Bach nel duetto degli armigeri che leggono l'iscrizione misteriosa, e ne abbia poi elaborato la citazione su accompagnamento contrappuntistico nella marcia della purificazione, costituisce un superamento e allo stesso tempo un inveramento della convenzione teatrale in legge musicale assoluta: qui è la musica stessa a diventare protagonista della scena, con gesto che addita la meta del divino. Quando il fugato si arresta bruscamente, comprendiamo di essere giunti, dopo un cammino di lunga attesa, alle soglie dell'eterno.
(Sergio Sablich)
Il tono antico e solenne di questo duetto contribuisce a comunicare il senso sacrale, ma anche il pericolo, delle prove che Tamino sta per affrontare. È probabile che nella prima rappresentazione i cantanti che avevano interpretato l'Oratore e il Secondo Sacerdote (nel duetto "Bewahret euch vor Weibertücken") abbiano rivestito anche i ruoli dei Due Armigeri: questa è una consuetudine conservata anche in molti allestimenti moderni.

Al termine del brano, Tamino si dichiara pronto a sostenere le prove. Ma prima che possa fare un solo passo, si ode la voce di Pamina che chiede di vederlo e di unirsi a lui. I Due Armigeri acconsentono, e danno l'assenso affinché i due entrino nel tempo "mano nella mano", commentando che "una donna che non teme notte e morte / è degna, e viene iniziata". Si tratta di un grande capovolgimento rispetto alla misoginia che finora sembrava aver regnato nel tempio della saggezza. Secondo il musicologo H. C. Robbins-Landon, questo passaggio può essere letto come il desiderio di Mozart di perorare una riforma della loggia massonica cui apparteneva, chiedendo di includere anche le donne.

Clicca qui per il testo di "Der, welcher wandert diese Straße".

(Das Theater verwandelt sich in zwei große Berge; in dem einen ist ein Wasserfall, worin man Sausen und Brausen hört; der andre speit Feuer aus; jeder Berg hat ein durchbrochenes Gitter, worin man Feuer und Wasser sieht; da, wo das Feuer brennt, muß der Horizont hellrot sein, und wo das Wasser ist, liegt schwarzer Nebel. Die Szenen sind Felsen, jede Szene schließt sich mit einer eisernen Tür. Tamino ist leicht angezogen, ohne Sandalen. Zwei schwarz geharnischte Männer führen Tamino herein. Auf ihren Helmen brennt Feuer. Sie lesen ihm die transparente Schrift vor, welche auf einer Pyramide geschrieben steht. Diese Pyramide steht in der Mitte ganz in der Höhe, nahe dem Gegitter.)

DIE ZWEI GEHARNISCHTEN MÄNNER
Der, welcher wandert diese Straße voll Beschwerden,
Wird rein durch Feuer, Wasser, Luft und Erden.
Wenn er des Todes Schrecken überwinden kann,
Schwingt er sich aus der Erde himmelan!
Erleuchtet wird er dann im Stande sein,
Sich den Mysterien der Isis ganz zu weih’n.

TAMINO
Mich schreckt kein Tod, als Mann zu handeln,
Den Weg der Tugend fortzuwandeln! -
Schließt mir die Schreckenspforten auf -
Ich wage froh den kühnen Lauf. -
(will gehen)

PAMINA
(von innen)
Tamino halt! ich muß dich sehn!

TAMINO
Was hör’ ich? Paminens Stimme? -

DIE ZWEI GEHARNISCHTEN MÄNNER
Ja ja, das ist Paminens Stimme! -

TAMINO UND DIE ZWEI GEHARNISCHTEN MÄNNER
Wohl mir/dir, nun kann sie mit mir/dir gehn!
Nun trennet uns/euch kein Schicksal mehr,
Wenn auch der Tod beschieden wär’.

TAMINO
Ist mir erlaubt mit ihr zu sprechen?

DIE ZWEI GEHARNISCHTEN MÄNNER
Er ist erlaubt mit ihr zu sprechen!

TAMINO UND DIE ZWEI GEHARNISCHTEN MÄNNER
Welch Glück, wenn wir uns/euch wiedersehn,
Froh Hand in Hand in Tempel gehn.
Ein Weib, das Nacht und Tod nicht scheut,
Ist würdig und wird eingeweiht.
(La scena si muta in due grandi montagne; nell’una c’è una cascata, da dove si sente sibilare e scrosciare l’acqua; l’altra vomita fuoco; ogni montagna ha un’inferriata, da dove si intravedono fuoco e acqua; là, dove arde il fuoco, l’orizzonte deve essere rosso chiaro, e dove c’è l’acqua, si trova una nebbia nera. Le quinte sono rocce, ogni quinta si chiude con una porta di ferro. Tamino è vestito leggero, senza sandali. Due uomini con corazza nera introducono Tamino. Sui loro elmi arde il fuoco. Gli leggono la scritta trasparente che è su una piramide. Questa piramide sta nel mezzo, proprio in cima, accanto all’inferriata.)


I DUE ARMIGERI
Chi percorre questa strada irta di fatiche,
Si purifica con fuoco, acqua, aria e terra;
Se saprà vincere la paura della morte,
Balzerà dalla terra verso il cielo!
Illuminato, sarà allora in grado
Di dedicarsi completamente al culto di Iside.


TAMINO
Non mi spaventa morte alcuna ad agir da uomo,
A continuare sulla strada della virtù! -
Aprite a me le porte della paura -
Io tento lieto il percorso ardito. -
(vuole andare)

PAMINA
(da dentro)
Tamino, ferma! ti devo vedere!

TAMINO
Cosa sento? la voce di Pamina? -

I DUE ARMIGERI
Sì, sì, è la voce di Pamina! -

TAMINO E I DUE ARMIGERI
Oh me/te felice, ora lei può venir con me/te,
Ora nessun destino ci/vi dividerà più,
Anche se la morte fosse segnata.

TAMINO
Mi è concesso parlare con lei? -

I DUE ARMIGERI
Ti è concesso parlare con lei!

TAMINO E I DUE ARMIGERI
Quale gioia, quando ci/vi rivedremo,
Andare nel Tempio mano nella mano.
Una donna che non teme notte e morte
È degna, e viene iniziata.





Will Hartmann (Tamino)
dir: Colin Davis (2003)


dir: Ferenc Fricsay (1955)


dir: John Eliot Gardiner (1995)


dir: William Christie (1995)

dir: René Jacobs (2005)