12 novembre 2020

Il flauto magico (24) - "Ein Mädchen oder Weibchen"

Scritto da Christian

Che Papageno sia un personaggio guidato dalla necessità di soddisfare i bisogni primari ci è già stato fatto capire in più occasioni, sin dalla sua aria introduttiva, passando per frasi o frammenti di dialoghi come quello di una scena precedente ("In fondo io non pretendo alcuna saggezza. Io sono una persona così semplice, che si accontenta di dormire, mangiare e bere"). E il bisogno per eccellenza, anch'esso manifestato in numerose occasioni, è quello di avere una compagna al proprio fianco. Ora, nella sua seconda aria, questa necessità viene definitivamente esplicitata. Rimasto solo dopo la partenza di Tamino, ed escluso dal circolo degli iniziati per non aver saputo rispettare il silenzio ("Embè, ci saranno certo anche altri nelle mie condizioni", commenta senza scomporsi), al nostro uccellatore viene almeno offerto un bicchiere di vino. Dopodiché, si lancia ad esprimere col canto un altro desiderio... quello di avere con sé "ein Mädchen oder Weibchen", "una fanciulla o una donna [matura]".

Strutturato come un Lied viennese, bipartito (in contrasto con l'aria tipica dell'opera italiana, che invece è tripartita), il brano è una vera e propria canzone da intonare a sé stessi, tanto che alcuni allestimenti approfittano del fatto che Papageno ha appena bevuto del vino per mostrarlo progressivamente più ubriaco man mano che canta. Come la musica, anche il testo è semplice e diretto. Alcuni passaggi ci rendono più chiaro come il personaggio non si poteva sentire a proprio agio in un regno, quello di Sarastro, dove l'elemento femminile è visto con sospetto ("Bewahret euch vor Weibertücken", "Guardatevi dalle insidie delle donne"). Per Papageno, invece, la donna è salvifica ("Doch küßt mich ein weiblicher Mund, so bin ich schon wieder gesund", "Ma se mi bacia una bocca femminile, allora io son già di nuovo guarito!"). Musicalmente, la chiusura ricorda "Signori, di fuori son già i suonatori" dalle "Nozze di Figaro".

Papageno è il rappresentante del russoviano stato di natura: non sa nulla di nulla, conosce solo il ristretto territorio in cui vive, con l'unico scopo di soddisfare i propri bisogni materiali e i propri piaceri sensuali [...]. La musica ne coglie tutta l'ingenuità, come trasfigurandola in una promessa di felicità accessibile alle anime semplici, la cui bontà e freschezza istintiva non è ancora stata intaccata dalla corruzione della civiltà. Lo stile messo in atto da Mozart per caratterizzare questo straordinario personaggio, che possiede anch'egli uno strumento dalla virtù magica come il Glockenspiel, tintinnante gioco di campanelli, è quello del Lied strofico di origine popolare: la semplicità dei mezzi, l'immediatezza delle melodie, l'assoluta linearità della forma sono esse stesse espressione di uno stato di natura che la musica sublima nella più elevata forma d'arte.
(Paolo Gallarati)
Il ritornello dello «Ein Madchen oder Weibchen» di Papageno, una semplice canzone strofica di grande fascino, introdotta e punteggiata dal carillon magico, è diventato in Austria una canzone popolare (con parole diverse, che cominciano con «Üb immer Treu und Redlichkeit»). Un carillon dietro le quinte (oggi di solito viene usata una celesta) fornisce la musica per i carillon di Papageno; e Mozart, in una lettera scritta alla moglie convalescente a Baden, racconta come una sera, al Theater auf der Wieden, si divertì a spese dell'amico Schikaneder: «Durante l'aria di Papageno con il carillon, sono andato dietro le scene perché oggi sentivo proprio una gran voglia di suonarlo io stesso. E per divertirmi, nel momento in cui Schikaneder ha una pausa, io ho suonato un arpeggio. Si è spaventato, ha guardato tra le quinte e mi ha visto. Alla sua pausa successiva, non ho suonato nessun arpeggio. Questa volta si è fermato e si rifiutava di andare avanti. Indovinando il suo pensiero, ho suonato un altro accordo. Allora lui ha dato una botta al carillon e ha gridato: "Chiudi il becco!". Al che tutti hanno riso. Io credo che questo scherzo abbia fatto capire a molti del pubblico che non è Papageno che suona lo strumento».
(Charles Osborne)


Clicca qui per il testo del recitativo ("Tamino! Tamino! - Willst du mich denn gänzlich verlassen?").

PAPAGENO
(von außen)
Tamino! Tamino! - Willst du mich denn gänzlich verlassen?
(er sucht herein)
Wenn ich nur wenigstens wüßte, wo ich wäre. - Tamino! - Tamino! Solang ich lebe, bleib’ ich nicht mehr von dir - nur diesmal verlaß mich armen Reisegefährten nicht!
(er kommt an die Türe, wo Tamino abgeführt worden ist)

EINE STIMME
(ruft)
Zurück!
(Dann ein Donnerschlag; das Feuer schlägt zur Tür heraus; starker Akkord)

PAPAGENO
Barmherzige Götter! - Wo wend’ ich mich hin? Wenn ich nur wüßte, wo ich hereinkam.
(er kommt an die Türe, wo er hereinkam)

DIE STIMME
Zurück!
(Donner und Feuer and Akkord wie oben)

PAPAGENO
Nun kann ich weder zurück, noch vorwärts!
(weint)
Muß vielleicht am Ende gar verhungern! - Schon recht! - Warum bin ich mitgereist?

ZWEITER PRIESTER
Mensch! du hättest verdient, auf immer in finstern Klüften der Erde zu wandern; - die gütigen Götter aber entlassen der Strafe dich. - Dafür aber wirst du das himmlische Vergnügen der Eingeweihten nie fühlen.

PAPAGENO
Je nun, es gibt ja noch mehr Leute meinesgleichen! - Mir wäre jetzt ein gut Glas Wein das größte Vergnügen.

ZWEITER PRIESTER
Sonst hast du keinen Wunsch in dieser Welt?

PAPAGENO
Bis jetzt nicht.

ZWEITER PRIESTER
Man wird dich damit bedienen! -
(Ab. Sogleich kommt ein großer Becher, mit rote Wein angefüllt, aus der Erde.)

PAPAGENO
Juchhe! da ist er ja schon! -
(trinkt)
Herrlich! - Himmlisch! - Göttlich! - Ha! ich bin jetzt so vergnügt, daß ich bis zur Sonne fliegen wollte, wenn ich Flügel hätte! - Ha! - mir wird ganz wunderlich ums Herz! - Ich möchte - ich wünschte - ja, was denn?

PAPAGENO
(da fuori)
Tamino! Tamino! Vuoi dunque abbandonarmi del tutto?
(cerca dentro)
Se solo sapessi almeno dove mi trovo. - Tamino! Tamino! - Per quanto io viva, non starò più lontano da te - solo per stavolta, non abbandonare il tuo povero compagno di viaggio!
(giunge alla porta, attraverso la quale Tamino è stato condotto via)

UNA VOCE
(grida)
Indietro!
(Poi un tuono; il fuoco divampa uscendo dalla porta; forte accordo)

PAPAGENO
Dèi misericordiosi! - Dove mi dirigo? Se solo sapessi dove sono entrato.
(va alla porta donde era venuto)

LA VOCE
Indietro!
(Tuono, fuoco e accordo come sopra)

PAPAGENO
Ora non posso andare né indietro, né avanti.
(piange)
Forse alla fine dovrò persino morir di fame - Ben mi sta! - Perché mi sono fatto coinvolgere?

SECONDO SACERDOTE
Uomo! tu avresti meritato di vagare per sempre nei tetri baratri della terra; gli dèi clementi tuttavia ti condonano la punizione. - Ma per contro non proverai mai i piaceri celesti degli iniziati.


PAPAGENO
Embè, ci saranno certo anche altri nelle mie condizioni. - Per quanto mi riguarda, il piacere più grande sarebbe ora un buon bicchiere di vino.

SECONDO SACERDOTE
Dunque non hai alcun desiderio in questo mondo?

PAPAGENO
Per ora no.

SECONDO SACERDOTE
Sarai servito! -
(Esce. Subito dal suolo giunge una grossa coppa, piena di vino rosso.)

PAPAGENO
Urrà! è già qui!
(beve)
Magnifico! - Celestiale! - Divino! - Ah! ora sono così soddisfatto che vorrei volare fino al sole, se avessi le ali. - Ah! - mi sento tutto strano attorno al cuore! - Io vorrei - desidererei - sì, ma cosa?


Clicca qui per il testo di "Ein Mädchen oder Weibchen".

PAPAGENO
(schlägt das Glockenspiel)
Ein Mädchen oder Weibchen
Wünscht Papageno sich!
O so ein sanftes Täubchen
Wär’ Seligkeit für mich!

Dann schmeckte mir Trinken und Essen,
Dann könnt’ ich mit Fürsten mich messen,
Des Lebens als Weiser mich freun,
Und wie im Elysium sein.

Ein Mädchen oder Weibchen
Wünscht Papageno sich!
O so ein sanftes Täubchen
Wär’ Seligkeit für mich!

Ach kann ich denn keiner von allen
Den reizenden Mädchen gefallen?
Helf’ eine mir nur aus der Not,
Sonst gräm’ ich mich wahrlich zu Tod.

Ein Mädchen oder Weibchen
Wünscht Papageno sich!
O so ein sanftes Täubchen
Wär’ Seligkeit für mich!

Wird keine mir Liebe gewähren,
So muß mich die Flamme verzehren,
Doch küßt mich ein weiblicher Mund,
So bin ich schon wieder gesund.
PAPAGENO
(suona i campanelli)
Una fanciulla o una donnetta
Vorrebbe Papageno per sé!
Oh, una delicata colombella
Sarebbe per me la beatitudine!

Allora berrei e mangerei di gusto,
Allora potrei misurarmi coi principi,
Godermi la vita al par di un saggio
E sentirmi come nell’Elisio.

Una fanciulla o una donnetta
Vorrebbe Papageno per sé!
Oh, una delicata colombella
Sarebbe per me la beatitudine!

Possibil che non piaccia a nessuna
Di tutte quelle deliziose fanciulle?
Almeno una mi aiuti a uscir da questo stato,
Altrimenti mi affliggerò fino a morire.

Una fanciulla o una donnetta
Vorrebbe Papageno per sé!
Oh, una delicata colombella
Sarebbe per me la beatitudine!

Se nessuna mi accorderà amore,
Allor l’ardore mi consumerà,
Ma se mi bacia una bocca femminile,
Allora io son già di nuovo guarito!





Simon Keenlyside (1995)


Detlef Roth (2001)


Christian Gerhaher (2006)


Hermann Prey (1971)


Manfred Hemm (1991)


Daniel Schmutzhard (2009)

Gerard Finley (1995)


Anche questo brano ha dato origine nel tempo a numerose variazioni e canzoni. Qui sotto potete ascoltare in due versioni (tenore e coro) la canzone viennese citata da Osborne ("Üb immer Treu und Redlichkeit"). Come già per il duetto fra Papageno e Pamina "Bei Männern, welche Liebe fühlen", esistono poi delle variazioni di Ludwig van Beethoven per violoncello e pianoforte. Infine, la melodia è stata adattata a un inno religioso ("I am a faithful Catholic") pubblicato da Henri F. Hémy nel 1864.


"Üb immer Treu und Redlichkeit"
Franz Baumann (tenore)

"Üb immer Treu und Redlichkeit"
The Boys Choir of Vienna (coro)


Dodici variazioni di Ludwig van Beethoven per violoncello e pianoforte (1796)
Mischa Maisky, Martha Argerich


Quanto al cinema, è proprio durante l'esecuzione di quest'aria da parte di Schikaneder (Simon Callow) che, nel film "Amadeus", si immagina che Mozart si senta male (l'aria è cantata in inglese da Brian Kay).


scena dal film "Amadeus" (1984) di Miloš Forman


scena dal film "Lettera da una sconosciuta" (1948) di Max Ophüls


scena dal film "L'infedele" (2000) di Liv Ullmann



Non appena Papageno ha terminato la sua canzone (anzi, danzando sulle ultime note di questa, come specifica il libretto) fa la sua ricomparsa la vecchia che aveva già dialogato con l'uccellatore in una scena precedente. Questa volta gli chiede di sposarla ("Se tu mi prometti di rimanermi sempre fedele, allora vedrai quanto teneramente ti amerà la tua mogliettina"). Pur di non dover "rinunciare per sempre al mondo", Papageno accetta e le giura fedeltà ("finché non ne vedrò una più bella", commenta però fra sé).

A queste parole, "la donna si muta in una giovane" (il libretto non specifica se per magia, o se fosse semplicemente travestita). Si tratta infatti di quella Papagena "giovane e bella" che gli era stata promessa se si fosse sottoposto alle prove. L'uccellatore vorrebbe abbracciarla, ma il Secondo Sacerdote interviene per dividerli. Egli, infatti, "non è ancora degno" di lei.

A chi vorrebbe una risposta per ogni cosa, restano delle domande irrisolte: chi è Papagena? da dove viene? perché è vestita come Papageno e, soprattutto, ha il suo stesso nome (come Paperino e Paperina)? Inutile attendersi delle spiegazioni realistiche: ricordiamo che si tratta di una fiaba... Che poi, anche questo è un classico topos delle favole: il personaggio "buono" che viene premiato per essersi mostrato gentile verso qualcuno camuffato da vecchio e brutto. Nell'incipit della "Cenerentola" di Rossini, per esempio, la protagonista accoglie in casa e offre del cibo ad Alidoro, vestito da mendicante, che invece le due sorellastre vorrebbero scacciare. Qui Papageno, pur con qualche esitazione (e il caveat che dice fra sé), fa qualcosa di simile, accettando (e non scacciando) la vecchia: per questo alla fine sarà ricompensato.

Clicca qui per il testo del recitativo che segue ("Da bin ich schon, mein Engel!").

(Die Alte kommt, tanzend und auf ihren Stock dabei sich stützend.)

WEIB
Da bin ich schon, mein Engel!

PAPAGENO
Du hast dich meiner erbarmt?

WEIB
Ja, mein Engel!

PAPAGENO
Das ist ein Glück!

WEIB
Und wenn du mir versprichst, mir ewig treu zu bleiben, dann sollst du sehen, wie zärtlich dein Weibchen dich lieben wird.

PAPAGENO
Nur nicht so hastig, lieber Engel! - So ein Bündnis braucht doch auch seine Überlegung.

WEIB
Papageno, ich rate dir, zaudre nicht. - Deine Hand, oder du bist auf immer hier eingekerkert.

PAPAGENO
Eingekerkert?

WEIB
Wasser und Brot wird deine tägliche Kost sein. - Ohne Freund, ohne Freundin mußt du leben, und der Welt auf immer entsagen. -

PAPAGENO
Wasser trinken? - Der Welt entsagen? - Nein, da will ich doch lieber eine Alte nehmen, als gar keine. - Nun, da hast du meine Hand, mit der Versicherung, daß ich dir immer getreu bleibe,
(für sich)
solang ich keine Schönere sehe.

WEIB
Das schwörst du?

PAPAGENO
Ja, das schwör’ ich!
(Das Weib verwandelt sich in ein junges Weib, welches ebenso gekleidet ist wie Papageno)

PAPAGENO
Pa-Pa-Papagena! -
(er will sie umarmen)

ZWEITER PRIESTER
(nimmt sie hastig bei der Hand)
Fort mit dir, junges Weib! Er ist deiner noch nicht würdig.
(er schleppt sie hinein, Papageno will nach)
Zurück, sag ich! oder zittre! -

PAPAGENO
Eh’ ich mich zurückziehe, soll die Erde mich verschlingen.
(er sinkt hinab)
O ihr Götter!

(Entra la vecchia, che danza e nello stesso tempo si appoggia al suo bastone.)

DONNA
Eccomi qui, angelo mio!

PAPAGENO
Ti sei impietosita di me?

DONNA
Sì, angelo mio!

PAPAGENO
Una vera fortuna!

DONNA
Se tu mi prometti di rimanermi sempre fedele, allora vedrai quanto teneramente ti amerà la tua mogliettina.

PAPAGENO
Ma non così in fretta, angelo caro! - Un patto siffatto richiede una certa riflessione.

DONNA
Papageno, io ti consiglio di non esitare. - La tua mano, o tu resterai per sempre qui imprigionato.

PAPAGENO
Imprigionato?

DONNA
Acqua e pane saranno il tuo cibo quotidiano. - Dovrai vivere senza amici e senza amiche, e rinunciare per sempre al mondo. -

PAPAGENO
Bere acqua? - Rinunciare al mondo? - No, in tal caso preferisco prendere una vecchia che niente del tutto. - Ebbene, hai qui la mia mano, con l’assicurazione che ti rimarrò sempre fedele,
(fra sé)
finché non ne vedrò una più bella.

DONNA
Tu lo giuri?

PAPAGENO
Sì, io lo giuro!
(La donna si muta in una giovane, vestita esattamente come Papageno)

PAPAGENO
Pa-Pa-Papagena! -
(la vuole abbracciare)

SECONDO SACERDOTE
(la prende in fretta per la mano)
Vattene via, giovane donna, egli non è ancora degno di te!
(la trascina dentro, Papageno vuole seguirla)
Indietro, ti dico, o trema! -

PAPAGENO
Prima ch’io mi ritiri, la terra mi deve inghiottire.
(egli sprofonda)
Oh dèi!