30 novembre 2020

Il flauto magico (28) - "Pa-pa-pa-pa"

Scritto da Christian



Il gioioso duetto fra Papageno e Papagena è probabilmente il secondo brano più noto dell'intero "Flauto magico" dopo l'aria della Regina della Notte "Der Hölle Rache". In esso anche il simpatico uccellatore ottiene il proprio meritato lieto fine: per lui, a differenza del traguardo spiritualmente elevato di Tamino (e Pamina), si tratta di soddisfare quel desiderio più terreno e "materiale" che sin dall'inizio aveva espresso, ovvero trovare una compagna ("[Alla] mia preferita / darei volentieri uno zuccherino. Lei allora mi bacerebbe affettuosa, sarebbe mia moglie ed io suo marito", cantava già nella sua aria introduttiva). Ma la ragazza promessagli, Papagena, gli è stata fatta balenare davanti per un attimo, prima di essergli portata via. E adesso, in preda alla disperazione, Papageno si sente abbandonato da tutti e medita addirittura il suicidio.

La scena che precede il duetto è dunque drammatica. O meglio, lo sarebbe se, visto il personaggio, Mozart e Schikaneder non la colorassero di tinte vagamente umoristiche, pur restando nell'alveo di una "commovente dignità". D'altronde la scelta di suicidarsi sembra un po' fuori personaggio per un Papageno che fino ad adesso non ha mai preso nulla sul serio e ha sempre vissuto alla giornata, contando su quello che la natura gli regala. Rispetto al precedente tentativo di suicidio di Pamina, pertanto, l'atmosfera è ben diversa, anche se Mozart ricorre ancora una volta alla tonalità di sol minore con cui accompagna le sue pagine più tragiche. Un Papageno che si dichiara "stanco della vita" si rivolge così direttamente al pubblico ("Gridate solo Sì o No": e chissà se non sia mai capitato durante una rappresentazione che qualche ragazza in platea, impietosita, non abbia risposto "Sì") e, prima di impiccarsi, afferma di voler "contare fino a tre" per attendere l'arrivo in extremis della sua bella. Intermezzando il conteggio con lo zufolo, lo protrae il più possibile, ma invano. All'ultimo momento, tuttavia, come nel caso di Pamina, a fermare la sua mano arrivano i Tre Fanciulli.

I tre spiriti salvifici ricordano a Papageno – che non sembra volerli prendere sul serio per via della loro apparente giovane età ("Se vi ardesse il cuore come a me, andreste anche voi in cerca di ragazze", dice loro) – che ha ancora un'ultima risorsa a sua disposizione: i campanelli d'argento. L'uccellatore (come forse anche noi spettatori) aveva completamente dimenticato il Glockenspiel! Tirato fuori "l'aggeggio magico" ("der Zauberdinge"), lo suona e invoca l'arrivo della sua bella. E infatti, condotta per mano dai Tre Fanciulli, ecco apparire Papagena, senza che stavolta nessuno dei sacerdoti di Sarastro abbia da ridire.

Il duetto "Pa-pa-pa-pa" celebra dunque l'unione fra due personaggi simili. Di Papagena, a dire il vero, non sappiamo praticamente nulla (chi è? da dove viene?), se non l'età (18 anni) e il fatto che si veste come Papageno ed è pertanto la perfetta sposa per lui. D'altronde, a parte la breve comparsata precedente nei finti panni di una vecchia, essa appare in scena quando ormai l'opera sta volgendo alla conclusione. Fra la gioia e l'estasi, la coppia non perde tempo a fare progetti di vita, ovvero a immaginare una numerosissima famiglia composta da tanti piccoli Papageni e Papagene: è come se da essi, novelli Adamo ed Eva, debba sorgere un'umanità pronta a ripopolare la terra (il testo, con quel "Pa-pa-pa-pa" ripetuto, ci ricorda il canto degli uccelli – persino i nomi Papageno e Papagena richiamano in italiano quello di un volatile, il pappagallo, così come il loro piumaggio colorato – e di conseguenza quello delle creature della natura), mentre a Tamina e Pamino è riservato un mondo più "elevato", quello degli iniziati, illuminati dalla saggezza.

Si tratta di una delle pagine più celebri e divertenti della Zauberflöte, nella quale la musica dispiega un’irresistibile vis comica. Lo stupore iniziale dei due personaggi, che rimangono sbalorditi senza riuscire a parlare, viene sottolineato da un motivo staccato e saltellante degli archi di otto battute, che forma un ritornello ripetuto altre due volte di seguito. A partire dalla seconda entrata i cantanti iniziano a balbettare le prime sillabe del loro nome («Pa-pa-pa»), alternandosi e imitandosi, ma con entrate sempre più rapide, fino ad arrivare a una raffica di crome ribattute («pa-pa-pa-pa-pa-Pa-pa-ge-no/a»), un vero scioglilingua o, se si preferisce, un assaggio di poesia dadaista con più di un secolo d’anticipo. Poiché anche i figli avranno i nomi dei genitori, e si prevede una prole assai numerosa, Papageno e Papagena continuano a sciorinare cascate di «Pa-pa-pa» fino alla fine del pezzo. In uno dei passaggi musicalmente più divertenti i violini rispondono all’elenco dei nuovi nati con delle scale ascendenti di crome in Re maggiore, sempre uguali, che a noi ascoltatori del XXI secolo fanno pensare a una catena di montaggio. I compositori italiani degli anni successivi, Rossini in primo luogo, sfrutteranno a piene mani la possibilità di creare una situazione comica grazie alla ripetizione ossessiva di un semplice inciso melodico, accompagnato da frasi prive di senso dei cantanti e da una scansione delle sillabe accelerata all’estremo. Le oltre 350 battute dedicate a Papageno nel finale II, sommate alle due arie solistiche nel primo e nel secondo atto, finiscono per farne il protagonista assoluto dell’opera, almeno sul piano musicale. Ciò in parte si spiega col fatto che il ruolo fu scritto per l’autore del libretto, Schikaneder, che era un brillante attore comico e che pertanto si è riservato una parte principale; del resto, l’opera è una farsa popolaresca, e pertanto è più che giustificato il fatto che il registro comico abbia una grande importanza nell’economia complessiva della Zauberflöte. Ma è indubbio anche che la lunga parentesi comica del finale II assume un significato speciale, come trionfo dello spirito vitale e della pura gioia musicale sulla gravità del mondo etico e fin troppo ascetico di Sarastro, al quale si sono votati – o forse sarebbe meglio dire condannati? – Tamino e Pamina.
(Marco Marica)

Clicca qui per il testo di "Papagena! Papagena!".

PAPAGENO
(pfeift)
Papagena! Papagena! Papagena!
(pfeift)
Weibchen! Täubchen! meine Schöne! -
Vergebens! Ach, sie ist verloren!
Ich bin zum Unglück schon geboren! -
Ich plauderte - und das war schlecht,
Und drum geschieht es mir schon recht! -
Seit ich gekostet diesen Wein -
Seit ich das schöne Weibchen sah,
So brennt’s im Herzenskämmerlein,
So zwicket’s hier, so zwicket’s da!
Papagena! Herzensweibchen!
Papagena! Liebes Täubchen!
’S ist umsonst, es ist vergebens,
Müde bin ich meines Lebens!
Sterben macht der Lieb’ ein End’,
Wenn’s im Herzen noch so brennt.
(nimmt einen Strick von seiner Mitte)
Diesen Baum da will ich zieren,
Mir an ihm den Hals zuschnüren,
Weil das Leben mir mißfällt;
Gute Nacht, du schwarze Welt! -
Weil du böse an mir handelst,
Mir kein schönes Kind zubandelst,
So ist’s aus, so sterbe ich.
Schöne Mädchen, denkt an mich! -
Will sich eine um mich Armen,
Eh’ ich hänge, noch erbarmen -
Wohl, so laß’ ich’s diesmal sein!
Rufet nur, Ja, oder Nein. -
Keine hört mich! alles stille!
(sieht sich um)
Also ist es euer Wille!
Papageno frisch hinauf,
Ende deinen Lebenslauf.
(sieht sich um)
Nun! ich warte noch! es sei -
Bis man zählet: eins, zwei, drei!…
(sieht sich um, pfeift)
Nun wohlan! es bleibt dabei!
Weil mich nichts zurücke hält,
Gute Nacht, du falsche Welt!
(will sich hängen)

DIE DREI KNABEN
(fahren herunter)
Halt ein! o Papageno, und sei klug!
Man lebt nur einmal, dies sei dir genug!

PAPAGENO
Ihr habt gut reden, habt gut scherzen;
Doch brennt’ es euch, wie mich im Herzen,
Ihr würdet auch nach Mädchen gehn.

DIE DREI KNABEN
So lasse deine Glöckchen klingen,
Dies wird dein Weibchen zu dir bringen.

PAPAGENO
Ich Narr vergaß der Zauberdinge! -
(nimmt sein Instrument heraus)
Erklinge Glockenspiel, erklinge,
Ich muß mein liebes Mädchen sehn!
(Die drei Knaben laufen die zu ihrem Flugwerk und bringen das Weib heraus)
Klinget Glöckchen klinget,
Schafft mein Mädchen her! -
Klinget Glöckchen klinget,
Bringt mein Weibchen her! -

DIE DREI KNABEN
Nun, Papageno, sieh dich um!

PAPAGENO
(zufola)
Papagena! Papagena! Papagena!
(zufola)
Mogliettina! colombella! mia bellezza! -
Inutile! - Ah! ella è perduta!
Io già son nato alla sfortuna! -
Ho chiacchierato - e questo era male,
E perciò mi sta proprio bene! -
Da quando ho assaggiato quel vino -
Da quando ho visto quella bella ragazza,
Ecco sento ardermi nel profondo del cuore,
Ecco pizzica qui, ecco pizzica là.
Papagena! fanciulla del cuore!
Papagena! cara colombella!
È inutile, è perduta,
Stanco son della mia vita!
La morte pone fine all’amore,
Quando nel cuore s’arde ancor così.
(prende una corda dalla sua cintola)
Ecco, voglio adornare quest’albero,
Legandomi il collo a lui,
Giacché la vita non mi piace;
Buona notte, mondo nero! -
Poiché sei cattivo con me,
E non mi mandi una bella bambina,
La faccio finita, allora io muoio.
Bella fanciulla, pensa a me! -
Se almeno una vorrà ancora impietosirsi
Di me poveretto, prima ch’io m’appenda -
Ebbene, per questa volta lascio perdere!
Gridate solo Sì o No! -
Nessuna mi ode, tutto tace!
(si guarda intorno)
Dunque è questo che volete!
Papageno, sbrìgati!
Poni fine alla tua esistenza!
(si guarda intorno)
Ecco! io aspetto ancora che succeda,
Finché si conti: uno, due, tre!…
(si guarda intorno, zufola)
Dunque orsù, è deciso!
Poiché niente mi trattiene,
Buona notte, mondo bugiardo!
(fa per impiccarsi)

I TRE FANCIULLI
(giungono dall’alto)
Ferma! Papageno, e sii assennato!
Si vive solo una volta, ciò ti basti.

PAPAGENO
Avete un bel parlare, ben da scherzare;
Ma se vi ardesse il cuore come a me,
Andreste anche voi in cerca di ragazze.

I TRE FANCIULLI
Allora fai risuonare i tuoi campanelli,
Essi ti porteranno la tua mogliettina.

PAPAGENO
Che stupido, ho dimenticato l’aggeggio magico! -
(prende fuori il suo strumento)
Risuona, cassettina, risuona!
Io devo vedere la mia cara fanciulla.
(I tre fanciulli corrono alla loro macchina volante e portano fuori la donna)
Suonate, campanelli, suonate!
Conducete qui la mia fanciulla! -
Suonate, campanelli, suonate!
Portate qui la mia mogliettina!

I TRE FANCIULLI
Ora, Papageno, guàrdati attorno!


Clicca qui per il testo di "Pa-Pa-Pa-Pa".

PAPAGENO
Pa-Pa-Pa-Pa-Papagena!

PAPAGENA
Pa-Pa-Pa-Pa-Papageno!

PAPAGENO
Bist du mir nun ganz gegeben? -

PAPAGENA
Nun bin ich dir ganz gegeben.

PAPAGENO
Nun so sei mein liebes Weibchen!

PAPAGENA
Nun so sei mein Herzenstäubchen!

BEIDE
Welche Freude wird das sein,
Wenn die Götter uns bedenken,
Unsrer Liebe Kinder schenken,
So liebe, kleine Kinderlein!

PAPAGENO
Erst einen kleinen Papageno!

PAPAGENA
Dann eine kleine Papagena!

PAPAGENO
Dann wieder einen Papageno!

PAPAGENA
Dann wieder eine Papagena!

BEIDE
Es ist das höchste der Gefühle,
Wenn viele, viele Papageno/Papagena
Der Eltern Segen werden sein.
PAPAGENO
Pa-Pa-Pa-Pa-Papagena!

PAPAGENA
Pa-Pa-Pa-Pa-Papageno!

PAPAGENO
Mi sei data ora completamente? -

PAPAGENA
Ti son data ora completamente.

PAPAGENO
Allora, sii dunque la mia cara mogliettina!

PAPAGENA
Allora, sii dunque il colombello del mio cuore!

A DUE
Quale gioia sarà,
Se gli dèi ci terranno cari
E manderanno bambini al nostro amore,
Tanti cari piccoli bambinelli!

PAPAGENO
Prima un piccolo Papageno!

PAPAGENA
Poi una piccola Papagena!

PAPAGENO
Poi di nuovo un Papageno!

PAPAGENA
Poi di nuovo una Papagena!

A DUE
È la cosa più bella,
Se tanti/e e tanti/e Papageni/e
Saranno la benedizione dei genitori.





Detlef Roth (Papageno), Gaële Le Roi (Papagena)
dir: Iván Fischer (2001)


Manfred Hemm, Barbara Kilduff
dir: James Levine (1991)

Simon Keenlyside, Lisa Larsson
dir: Riccardo Muti (1995)


Wolfgang Brendel (Papageno), Gudrun Sieber (Papagena)
dir: Wolfgang Sawallisch (1983)


Christian Gerhaher (Papageno), Irena Bespalovaote (Papagena)
dir: Riccardo Muti (2006)


Roderick Williams, Christina Gansch
dir: Julia Jones

Bryn Terfel, Cecilia Bartoli
dir: Myung-Whun Chung