18 novembre 2011

2. Duetto: "Io ti lascio, perché uniti"

Scritto da Daniele Ciccolo

Al primo duetto segue un recitativo, "Lusinga, no, non c'è", in cui il pubblico viene informato nel dettaglio circa i motivi che hanno dato luogo alle inquietudini espresse nello stesso duetto.
Carolina si lamenta con lo sposo Paolino per il fatto che la loro unione clandestina è ormai diventata insostenibile. È necessario, dunque, svelare il mistero, ma bisogna fare le cose per bene; è vero, infatti, che i due si amano sinceramente, ma la differenza di condizione sociale potrebbe creare scandalo nella famiglia di Carolina, specie in Geronimo, che, in cuor suo, ha già progettato di far sposare entrambe le figlie con dei "titolati".
A questo punto Paolino ha un'idea e la confida alla sposa. In pratica, conscio della brama di nobiltà di Geronimo, è riuscito a combinare un matrimonio tra il Conte Robinson (suo antico protettore) e la sorella maggiore di Carolina, cioè Elisetta, in cambio di una dote di 100.000 scudi. Paolino spera in tal modo di sfruttare questo evento, di cui è il principale fautore, per far sì che la notizia venga accolta con meno freddezza di quanto ci si aspetti: vedremo, invece, quali saranno le complicazioni cui gli amanti dovranno fronteggiare.

Clicca qui per il testo del recitativo.

CAROLINA
Lusinga, no, non c'è. La nostra unione
lungo tempo segreta
non può durar e se si scopre avanti
di quel che ha da scoprirsi,
quale schiamazzo in casa,
qual bisbiglio di fuori, o sposo amato!
Né un trasporto d'amor sarà scusato.

PAOLINO
Dici il ver: vedo tutto.

CAROLINA
Il padre mio
è un uom rigido, è ver, ma finalmente
è d'un ottimo cor. In sulle furie
monterà al primo istante
che saper gliel farai:
ma dopo qualche dì, certa poi sono
che pien d'amor ci accorderà il perdono.

PAOLINO
Sì: questa sicurezza
la sola fu che a stringere c'indusse
il nodo clandestino.
Ma senti: oggi la sorte
occasione propizia a me presenta
di svelare il segreto
con meno di timore.

CAROLINA
Dimmi, su, presto. Ah! mi consoli il core!

PAOLINO
Mi è riuscito alla fine
di poter soddisfare
all'ambizione del signor Geronimo,
che fanatico ognor s'è dimostrato
d'imparentarsi con un titolato.

CAROLINA
E così?

PAOLINO
Sarà sposa
del Conte Robinson, mio protettore,
tua sorella maggiore
con cento mila scudi. Or io, d'entrambi
avendo gl'interessi maneggiati,
spero così d'avermeli obbligati.

CAROLINA
Bene, sì, bene assai.
Il Conte impegnerai
perché sveli a mio padre il nostro arcano.
Ma quando egli verrà?

PAOLINO
Non è lontano.
Lo spero in questo giorno, anzi a momenti.
Ecco qua la sua lettera
che al signore Geronimo
io devo presentar. Ma parmi appunto
di sentir la sua voce.
A casa è ritornato.

CAROLINA
È vero, è vero.
D'esser presto tranquilla io dunque spero.


Segue un nuovo duetto, "Io ti lascio, perché uniti".
Ad un tratto, allertati dalla voce di Geronimo, gli sposi decidono che è meglio interrompere la conversazione, dal momento che non starebbe bene che fossero trovati in atteggiamenti amorosi proprio dal mercante.
Questo brano risulta strettamente connesso con il duetto d'apertura, tanto che ne ricalca la struttura, ormai giunta ad un certo grado di sviluppo. Anche in questo caso, infatti, i due intonano una porzione di testo separatamente, ma con la medesima melodia, che conferma ancora una volta la comunione d'intenti: dapprima Carolina, segue Paolino. Successivamente vi è uno scambio a ritmo alterno (il che manifesta il timore che Geronimo sia prossimo ad entrare nello spazio in cui si trovano) per concludersi con le voci che si sovrappongono, a significare la speranza ritrovata nel dialogo con la persona amata. A questo punto Carolina esce di scena.

Clicca qui per il testo del brano.

CAROLINA
Io ti lascio, perché uniti
ch'ei ci trovi non sta bene...
(Per partire, poi ritorna)
Ah, tu sai ch'io vivo in pene
se non son vicina a te!

PAOLINO
Vanne, sì, non è prudenza
di lasciarci trovar soli...
Ah! tu sai che il cor m'involi
quando vai lontan da me.

CAROLINA
No, non viene...

PAOLINO
Sì, sì; adesso.

(a 2)
Dammi, dammi un altro amplesso.
Ah! pietade troveremo
se il ciel barbaro non è.
(Carolina parte)


Seguono alcune versioni di questo duetto.


Paolo Barbacini e Antonella Bandelli



David Kuebler e Georgine Resick

Ryland Davies e Arleen Augér


A dimostrare la complementarietà dei due duetti vi posto due versioni in cui sono presenti entrambi di seguito; in aggiunta la prima versione postata contiene anche il recitativo che vi è di mezzo.


Laura Giordano e Jeffrey Francis

Tito Schipa e Alda Noni