28 febbraio 2010

21. Duettino: "Sull'aria... - Che soave zeffiretto"

Scritto da Christian

Uno dei pezzi più popolari delle "Nozze di Figaro" è costituito da questo piccolo e delizioso duetto nel quale la Contessa detta a Susanna un biglietto che la cameriera dovrà recapitare al Conte per confermare il loro incontro serale in giardino. Celato nel testo apparentemente innocuo di una "canzonetta sull'aria", lo scritto indicherà al Conte il luogo del rendezvous: "sotto i pini del boschetto". Le voci delle due cantanti si intrecciano mirabilmente in una scena colma di leggerezza e di allegria, pur se il sottotesto è ambiguo.

Il brano è diventato assai noto anche al di fuori dell'ambito degli appassionati di opera grazie al film "Le ali della libertà" (The Shawshank Redemption, 1994) di Frank Darabont. In una famosa scena, infatti, il protagonista Tim Robbins lo manda in onda dagli altoparlanti del carcere in cui è rinchiuso, donando a tutti i prigionieri un momento di gioia e di libertà.


La versione del duetto che si sente nel film è quella interpretata da Edith Mathis (Susanna) e Gundula Janowitz (Contessa), dirette da Karl Böhm nel 1968. Da notare che il protagonista, non conoscendo l'italiano (ovviamente in originale parla inglese), afferma di non sapere che cosa dicano le cantanti e immagina che "l'argomento fosse una cosa così bella da non poter essere espressa con delle semplici parole". Invece, come abbiamo visto, si tratta di due donne che complottano per ingannare il marito di una di loro: ancora una volta, la potenza della musica di Mozart si eleva al di sopra degli argomenti trattati!

Clicca qui per il testo del recitativo che precede il brano.

LA CONTESSA
Cosa mi narri! E che ne disse il Conte?

SUSANNA
Gli si leggeva in fronte il dispetto e la rabbia.

LA CONTESSA
Piano, che meglio or lo porremo in gabbia.
Dov'è l'appuntamento che tu gli proponesti?

SUSANNA
In giardino.

LA CONTESSA
Fissiamgli un loco. Scrivi.

SUSANNA
Ch'io scriva? Ma, signora...

LA CONTESSA
Eh, scrivi, dico; e tutto io prendo su me stessa.
(Susanna siede e scrive)
"Canzonetta sull'aria..."

Clicca qui per il testo del brano.

SUSANNA
"Sull'aria..."

LA CONTESSA
"Che soave zeffiretto..."

SUSANNA
"Zeffiretto..."

LA CONTESSA
"Questa sera spirerà..."

SUSANNA
"Questa sera spirerà..."

LA CONTESSA
"Sotto i pini del boschetto."

SUSANNA
"Sotto i pini..."

LA CONTESSA
"Sotto i pini del boschetto."

SUSANNA
"Sotto i pini... del boschetto..."

LA CONTESSA
Ei già il resto capirà.

SUSANNA
Certo, certo il capirà.

Clicca qui per il testo del recitativo che segue il brano.

SUSANNA
(piega la lettera)
Piegato è il foglio... or come si sigilla?

LA CONTESSA
(si cava una spilla e gliela dà)
Ecco. Prendi una spilla:
Servirà di sigillo. Attendi...
Scrivi sul riverso del foglio
"Rimandate il sigillo".

SUSANNA
(ridendo)
È più bizzarro di quel della patente.

LA CONTESSA
Presto nascondi, io sento venir gente.
(Susanna si pone il biglietto nel seno)




Mirella Freni e Kiri Te Kanawa


Mirella Freni e Renata Scotto


Diana Damrau e Marcella Orsatti


Cecilia Bartoli e Renée Fleming


Lucia Popp e Gundula Janowitz


Rosemary Joshua e Annette Dasch

Alison Hagley e Hillevi Martinpelto

24 febbraio 2010

20. Recitativo e Aria: "Dove sono i bei momenti"

Scritto da Christian

Questo capolavoro è l'aria più celebre della Contessa, nonché un pezzo immancabile nel repertorio di ogni soprano mozartiano che si rispetti. Come il precedente assolo del Conte ("Hai già vinta la causa! – Vedrò mentr'io sospiro"), è integrato da un recitativo accompagnato ("E Susanna non vien!") che a sua volta è di altissimo livello formale ed emozionale, con un passaggio particolarmente struggente nell'ultima frase, quell'orgoglioso "fammi or cercar da una mia serva aita".

La Contessa è da sola, e sta attendendo con impazienza e inquietudine che Susanna giunga a comunicarle l'esito del suo incontro con il Conte. Già che c'è, ricorda allo spettatore cosa prevede il loro piano: sarà la nobildonna a presentarsi all'appuntamento serale con il marito, travestendosi come la propria cameriera. Nel frattempo, la Contessa si perde in ricordi e rimpianti, alternando tenerezza e impulsività. A una prima parte dell'aria dominata dalla nostalgia e dalla tristezza, ne segue una seconda in cui la forza d'animo della donna la spinge a un ultimo scatto di speranza. Il canto raggiunge il climax con alcune note alte e un impegnativo vibrato (vedi al minuto 4:24 del primo filmato proposto qui sotto, quella di Kiri Te Kanawa).

Clicca qui per il testo del recitativo che precede l'aria.

LA CONTESSA
E Susanna non vien! Sono ansiosa
di saper come il Conte accolse la proposta.
Alquanto ardito il progetto mi par,
e ad uno sposo sì vivace, e geloso!
Ma che mal c'è?
Cangiando i miei vestiti con quelli di Susanna,
e i suoi co' miei... al favor della notte...
Oh cielo, a quale umil stato fatale
io son ridotta da un consorte crudel,
che dopo avermi con un misto inaudito
d'infedeltà, di gelosia, di sdegni,
prima amata, indi offesa, e alfin tradita,
fammi or cercar da una mia serva aita!

Clicca qui per il testo dell'aria.

LA CONTESSA
Dove sono i bei momenti
di dolcezza e di piacer,
dove andaro i giuramenti
di quel labbro menzogner?
Perché mai se in pianti e in pene
per me tutto si cangiò,
la memoria di quel bene
dal mio sen non trapassò?
Ah! Se almen la mia costanza
nel languire amando ognor,
mi portasse una speranza
di cangiar l'ingrato cor.



Kiri Te Kanawa


Dorothea Röschmann


Edita Gruberová

Mirella Freni

Cecilia Bartoli


Gundula Janowitz


Annette Dasch


Lucia Popp

Hillevi Martinpelto


Che il tema musicale dell'aria sia identico a quello già usato da Mozart per un brano sacro (l'Agnus Dei della "Krönungsmesse", la Messa dell'Incoronazione, K. 317, che però era in fa maggiore anziché in do maggiore: vedi clip qui a fianco, con Herbert von Karajan e Kathleen Battle in Vaticano!) dimostra come il personaggio della Contessa sia quello che più di tutti rifugge dagli stilemi comici che caratterizzano l'opera buffa. Per lei Mozart ricorre invece a quelli dell'opera seria o addirittura della musica sacra, nobilitando il dramma d'amore che la donna sta vivendo e ponendola su un piedistallo al di sopra di tutti gli altri personaggi: lo dimostrerà anche nel finale dell'opera, con il "sublime perdono" (per dirla con le parole di Salieri in "Amadeus"!)

22 febbraio 2010

Due recitativi e il problema del III atto

Scritto da Christian

Nel libretto delle "Nozze di Figaro", il sestetto "Riconosci in quest'amplesso" è seguito da un breve recitativo fra Cherubino e Barbarina ("Andiam, andiam, bel paggio"), da una meravigliosa scena con la Contessa (Recitativo e aria: "E Susanna non vien! – Dove sono i bei momenti") e da un altro breve recitativo con Antonio e il Conte ("Io vi dico, signor, che Cherubino"). Ma quest'ordinamento delle scene ha sempre lasciato parecchie perplessità dal punto di vista della sequenza narrativa, e ha suggerito ad alcuni critici l'ipotesi che sia il frutto di rimaneggiamenti e alterazioni in fase di composizione dell'opera. Prima di parlarne in dettaglio, diamo un'occhiata ai due recitativi (entrambi non accompagnati da alcuna aria, e dunque non ne propongo videoclip).

Clicca qui per il testo del recitativo "Andiam, andiam, bel paggio".

BARBARINA
Andiam, andiam, bel paggio,
in casa mia tutte ritroverai
le più belle ragazze del castello.
Di tutte sarai tu certo il più bello.

CHERUBINO
Ah, se il Conte mi trova, misero me;
tu sai che partito ei mi crede per Siviglia.

BARBARINA
Oh ve' che maraviglia!
E se ti trova non sarà cosa nuova...
Odi... vogliamo vestirti come noi:
tutte insiem andrem poi
a presentar de' fiori a madamina;
fidati, o Cherubin, di Barbarina.
(partono)


Citata in precedenza tre o quattro volte, compare qui sul palco per la prima volta il personaggio di Barbarina (soprano), la giovane figlia di Antonio il giardiniere (e dunque cugina di Susanna), innamorata di Cherubino. Alcune produzioni, tuttavia, anticipano la sua presentazione inserendola già fra i contadini che cantano il coro "Giovani liete", nel primo atto. In questo recitativo scopriamo che fine ha fatto Cherubino dopo il suo salto dalla finestra della camera della Contessa. Barbarina e le altre contadine vogliono ora travestirlo (un'altra volta! ^^) da ragazza. Inizialmente Da Ponte aveva scritto anche il testo di una breve aria per Cherubino, evidentemente eliminata per motivi di durata (non esistono prove che Mozart ne abbia mai composto la musica, benché il testo appaia in una copia del libretto del 1786, vedi immagine qui a fianco).

Nel recitativo fra Antonio e il Conte, invece, il giardiniere rivela al padrone che per l'appunto Cherubino non si è mai allontanato dal castello e che sua figlia lo sta agghindando da donna. In questo modo Antonio vuole in qualche modo riscattarsi e dimostrare di aver avuto ragione, poche ore prima, quando aveva affermato di aver visto il paggio saltar fuori dalla finestra.

Clicca qui per il testo del recitativo "Io vi dico, signor".

ANTONIO
Io vi dico, signor, che Cherubino
è ancora nel castello,
e vedete per prova il suo cappello.

IL CONTE
Ma come, se a quest'ora
esser giunto a Siviglia egli dovria?

ANTONIO
Scusate, oggi Siviglia è a casa mia.
Là vestissi da donna, e là lasciati
ha gl'altri abiti suoi.

IL CONTE
Perfidi!

ANTONIO
Andiam, e li vedrete voi.


Questo recitativo apparentemente innocuo, però, è una delle fonti dei problemi che affliggono il terzo atto. Questa parte dell'opera è infatti quella in cui Lorenzo Da Ponte, nell'adattare la commedia di Beaumarchais, fu costretto ad allontanarsi maggiormente dal testo originale. La commedia dell'autore francese era divisa in cinque atti, il terzo dei quali consisteva quasi esclusivamente in una lunga scena con il processo di Figaro, che nell'opera è stata eliminata. Da Ponte ha di fatto unificato il terzo e il quarto atto di Beaumarchais in uno solo (il terzo dell'opera), e nel farlo ha tralasciato alcune spiegazioni. Una di queste riguarda la provenienza della borsa di denaro che Susanna reca al Conte per pagare il debito di Figaro, nel bel mezzo del sestetto. Nel libretto dell'opera non se ne fa menzione, mentre Beaumarchais spiegava che il denaro era stato dato a Susanna dalla Contessa. Ma quando le è stato consegnato? Evidentemente deve essere accaduto fra la scena III (quando Susanna si accommiata dal Conte, dopo il duetto "Crudel, perché finora") e la scena V (il sestetto). Questo è l'ordine dei brani nel libretto:

...Scene II/III
17. "Crudel, perché finora" (duetto)
Scena IV
18. "Vedrò mentr'io sospiro" (Conte)
Scene V/VI
19. "Riconosci in quest' amplesso" (sestetto)
Scena VII
"Andiam, andiam, bel paggio" (recitativo)
Scena VIII
20. "E Susanna non vien! – Dove sono" (Contessa)
Scena IX
"Io vi dico, signor" (recitativo)
Scena X
21. "Sull'aria – Che soave zeffiretto" (duetto)
...


Eppure, i conti non tornano. All'inizio del recitativo "E Susanna non vien!", che precede l'aria "Dove sono" (Scena VIII), la Contessa afferma infatti "Sono ansiosa di saper come il Conte accolse la proposta", riferendosi chiaramente all'offerta di Susanna di incontrare il padrone quella sera in giardino. Dunque Susanna non si è ancora recata dalla sua padrona a raccontarle l'esito del suo incontro con il Conte!

È inoltre quantomeno insolito costringere la Contessa a uscire di scena al termine della sua aria per proporre il breve recitativo fra il Conte e Antonio (Scena IX), e dopo pochi secondi farla rientrare per il duetto con Susanna (Scena X), che stavolta le racconta l'esito del processo e la rivelazione dei genitori di Figaro. Questa bizzarra successione di scene ha portato gli studiosi Robert Moberly e Christopher Raeburn (in un articolo, "Mozart's 'Figaro': the plan of the act III", pubblicato nell'aprile 1965 sulla rivista "Music & Letters") a ipotizzare che inizialmente l'ordine dei brani fosse diverso:

...Scene II/III
17. "Crudel, perché finora" (duetto)
Scena IV
18. "Vedrò mentr'io sospiro" (Conte)
Scena VII
"Andiam, andiam, bel paggio" (recitativo)
Scena VIII
20. "E Susanna non vien! – Dove sono" (Contessa)
Scene V/VI
19. "Riconosci in quest' amplesso" (sestetto)
Scena IX
"Io vi dico, signor" (recitativo)
Scena X
21. "Sull'aria – Che soave zeffiretto" (duetto)
...


Come si vede, spostando il processo e il relativo sestetto più avanti, si eliminerebbero molte contraddizioni. In questo modo si può immaginare che Susanna si rechi dalla Contessa subito dopo la scena VIII per informarla dell'esito delle sue trattative con il Conte; che nel frattempo cominci il processo (fuori scena, immediatamente prima del sestetto), e che Susanna giunga dunque – in leggero ritardo, e questo spiega la sua assenza durante la discussione della causa – con la borsa di denaro per riscattare la libertà di Figaro. Infine, dopo la rivelazione dei genitori di Figaro, la cameriera torna dalla padrona per informarla delle novità (Scena X).

Perché, secondo Moberly e Raeburn, l'ordine delle scene fu cambiato? La risposta sta nel fatto che, come già ricordato, nella prima rappresentazione alcuni ruoli erano interpretati da uno stesso attore. In particolare, il tenore Michael Kelly cantava le parti di Basilio e di Don Curzio, mentre il basso Francesco Bussani vestiva i panni sia di Bartolo sia di Antonio. Non sarebbe dunque stato possibile, per quest'ultimo, cambiarsi d'abito in tempo fra la conclusione del sestetto (dove Bartolo è in scena) e l'inizio del seguente recitativo fra Antonio e il Conte! Mozart e Da Ponte se ne resero conto e furono costretti a modificare la sequenza dei brani.

Questa teoria, a dire il vero, è stata in seguito un po' ridimensionata. L'edizione critica della partitura, infatti, respingerebbe l'ipotesi di un cambiamento successivo alla composizione dei brani da parte di Mozart. Fatto sta che comunque lo spostamento in avanti del sestetto rende molto più coerente la trama, e dunque non sono pochi gli allestimenti che vi fanno ricorso, compreso il film di Jean-Pierre Ponnelle del 1975, anche perché oggigiorno si ricorre naturalmente a due interpreti diversi per i ruoli di Bartolo e Antonio (cosa che consente fra l'altro di averli entrambi sulla scena nel finale del quarto atto, dove il libretto prevede il solo Antonio).

18 febbraio 2010

19. Sestetto: "Riconosci in questo amplesso"

Scritto da Christian

Questo magnifico sestetto, con il recitativo che lo precede, costituisce un momento chiave non solo del terzo atto, ma dell'intera opera. È un brano sublime, che nel giro di poche note passa dal registro comico al drammatico, dal buffo al sentimentale, senza risparmiare incredibili colpi di scena e rivoluzionando molti presupposti visti fin qui. Ma cominciamo dall'inizio...

Alla presenza del Conte viene finalmente discussa la causa di Marcellina, e il giudice Don Curzio (tenore buffo) sentenzia che Figaro, che non le ha restituito il denaro prestatogli, è obbligato a sposarla. Per il valletto sembra tutto perduto, anche se cerca di opporsi dichiarando di non avere il consenso dei propri genitori, che fra l'altro nemmeno conosce: è stato infatti rapito da bambino, e gli unici indizi sulle sue origini sono i vestiti che indossava e soprattutto un marchio (non è chiaro se un tatuaggio, una cicatrice o una voglia) sul braccio destro. A queste parole, Marcellina si rende conto che Figaro è il suo figlio da tempo perduto! Grande sorpresa da parte di tutti, che raddoppia quando Marcellina rivela che il padre non è altri che il dottor Bartolo: Figaro è infatti il frutto di una loro antica relazione, rimasta segreta a tutti. Incidentalmente, apprendiamo anche il vero nome di Figaro: Raffaello.

Qui termina il recitativo e comincia il sestetto. Mentre Figaro, Marcellina e Bartolo si abbracciano (è questo "l'amplesso" del testo!), il Conte schiuma di rabbia e Don Curzio non può che prendere atto della nuova situazione: ovviamente il matrimonio fra Figaro e Marcellina è ormai da escludersi. Ma non è finita: all'improvviso irrompe Susanna, con una borsa di denaro in mano (dove l'ha presa? gliel'ha data la Contessa, ma ne parleremo in seguito), intenzionata a pagare il debito di Figaro e a salvarlo dall'obbligo di sposare Marcellina. Ma di fronte al loro abbraccio, si convince che il fidanzato si sia già accordato con la rivale, e gli rifila un sonoro ceffone. Seguono comunque le spiegazioni, l'incredulità di Susanna ("Sua madre? – Suo padre?", che riflette lo stupore degli stessi spettatori di fronte all'implausibilità degli eventi a cui hanno appena assistito) si dissolve e il brano si chiude con la formazione di due "gruppi": Susanna, Figaro, Marcellina e Bartolo esprimono la propria gioia, mentre il Conte e Don Curzio manifestano sconcerto e delusione. La situazione è simile a quella del finale del secondo atto, anche se la divisione dei personaggi è diversa: Marcellina e Bartolo, che allora stavano dalla parte del Conte, da avversari diventano ora alleati di Figaro e Susanna. Al termine del sestetto i due addirittura decidono di regolarizzare la propria antica unione: le loro nozze verranno celebrate il giorno stesso, insieme a quelle di Figaro e Susanna, dinnanzi alle quali ormai non c'è più alcun ostacolo.

Clicca qui per il testo del recitativo che precede il brano.

DON CURZIO
È decisa la lite.
O pagarla, o sposarla. Ora ammutite.

MARCELLINA
Io respiro.

FIGARO
Ed io moro.

MARCELLINA
Alfin sposa io sarò d'un uom ch'adoro.

FIGARO
Eccellenza, m'appello!

IL CONTE
È giusta la sentenza.
O pagar, o sposar. Bravo, Don Curzio.

DON CURZIO
Bontà di sua Eccellenza.

BARTOLO
Che superba sentenza!

FIGARO
In che superba?

BARTOLO
Siam tutti vendicati.

FIGARO
Io non la sposerò!

BARTOLO
La sposerai.

DON CURZIO
O pagarla, o sposarla.
Lei t'ha prestati duemila pezzi duri.

FIGARO
Son gentiluomo,
e senza l'assenso de' miei nobili parenti...

IL CONTE
Dove sono? Chi sono?

FIGARO
Lasciate ancor cercarli!
Dopo dieci anni io spero di trovarli.

BARTOLO
Qualche bambin trovato?

FIGARO
No, perduto, dottor, anzi rubato.

IL CONTE
Come?

MARCELLINA
Cosa?

BARTOLO
La prova?

DON CURZIO
Il testimonio?

FIGARO
L'oro, le gemme e i ricamati panni,
che ne' più teneri anni
mi ritrovaro addosso i masnadieri,
sono gl'indizi veri di mia nascita illustre,
e sopra tutto
questo al mio braccio impresso geroglifico...

MARCELLINA
Una spatola impressa al braccio destro...

FIGARO
E a voi chi'l disse?

MARCELLINA
Oh Dio, è egli...

FIGARO
È ver son io.

DON CURZIO, IL CONTE e BARTOLO
Chi?

MARCELLINA
Raffaello.

BARTOLO
E i ladri ti rapir...

FIGARO
Presso un castello.

BARTOLO
(indica Marcellina)
Ecco tua madre.

FIGARO
Balia...

BARTOLO
No, tua madre.

IL CONTE e DON CURZIO
Sua madre!

FIGARO
Cosa sento!

MARCELLINA
(indica Bartolo)
Ecco tuo padre.

Clicca qui per il testo del brano.

MARCELLINA
(abbracciando Figaro)
Riconosci in questo amplesso
una madre, amato figlio!

FIGARO
(a Bartolo)
Padre mio, fate lo stesso,
non mi fate più arrossir.

BARTOLO
(abbracciando Figaro)
Resistenza la coscienza
far non lascia al tuo desir.

DON CURZIO
Ei suo padre, ella sua madre,
l'imeneo non può seguir.

IL CONTE
Son smarrito, son stordito,
meglio è assai di qua partir.

MARCELLINA e BARTOLO
Figlio amato!

FIGARO
Parenti amati!

(Il Conte vuol partire. Susanna entra con una borsa in mano.)

SUSANNA
Alto, alto, signor Conte,
mille doppie son qui pronte,
a pagar vengo per Figaro,
ed a porlo in libertà.

IL CONTE e DON CURZIO
Non sappiam com'è la cosa,
osservate un poco là!

SUSANNA
(si volge, e vede Figaro che abbraccia Marcellina)
Già d'accordo ei colla sposa;
giusti Dei, che infedeltà!
(vuol partire, Figaro la trattiene)
Lascia, iniquo!

FIGARO
(trattenendo Susanna)
No, t'arresta!
Senti, oh cara!

SUSANNA
(dà uno schiaffo a Figaro)
Senti questa!

MARCELLINA, BARTOLO e FIGARO
È un effetto di buon core,
tutto amore è quel che fa.

IL CONTE
Fremo, smanio dal furore,
il destino a me la fa.

DON CURZIO
Freme e smania dal furore,
il destino gliela fa.

SUSANNA
Fremo, smanio dal furore,
una vecchia a me la fa.

MARCELLINA
(corre ad abbracciar Susanna)
Lo sdegno calmate,
mia cara figliuola,
sua madre abbracciate
che or vostra sarà.

SUSANNA
Sua madre?

BARTOLO, IL CONTE, DON CURZIO e MARCELLINA
Sua madre!

SUSANNA
(a Figaro)
Tua madre?

FIGARO
E quello è mio padre
che a te lo dirà.

SUSANNA
Suo padre?

BARTOLO, IL CONTE, DON CURZIO e MARCELLINA
Suo padre!

SUSANNA
(a Figaro)
Tuo padre?

FIGARO
E quella è mia madre
che a te lo dirà.
(corrono tutti quattro ad abbracciarsi)

SUSANNA, MARCELLINA, BARTOLO e FIGARO
Al dolce contento
di questo momento,
quest'anima appena
resister or sa.

DON CURZIO ed IL CONTE
Al fiero tormento
di questo momento,
quell'/quest'anima appena
resister or sa.

(Il Conte e Don Curzio partono.)

Clicca qui per il testo del recitativo che segue il brano.

MARCELLINA
(a Bartolo)
Eccovi, o caro amico, il dolce frutto
dell'antico amor nostro.

BARTOLO
Or non parliamo di fatti sì rimoti.
Egli è mio figlio,
mia consorte voi siete;
e le nozze farem quando volete.

MARCELLINA
Oggi, e doppie saranno.
(dà il biglietto a Figaro)
Prendi, questo è il biglietto
del danar che a me devi, ed è tua dote.

SUSANNA
(gli getta la borsa coi danari)
Prendi ancor questa borsa.

BARTOLO
(fa lo stesso con un'altra borsa)
E questa ancora.

FIGARO
Bravi, gittate pur, ch'io piglio ognora.

SUSANNA
Voliamo ad informar d'ogni avventura
madama e nostro zio.
Chi al par di me contenta?

FIGARO, BARTOLO e MARCELLINA
Io!

SUSANNA, MARCELLINA, BARTOLO e FIGARO
E schiatti il signor Conte al gusto mio.


Alcune parole su Don Curzio, personaggio decisamente minore, che compare in quest'unica scena e si distingue per la forte balbuzie, soprattutto nel recitativo ma talvolta anche nella parte cantata (in maniera un po' fastidiosa, a dire il vero: Michael Kelly, il tenore che interpretò il ruolo per primo, scrisse nelle sue memorie che Mozart gli aveva chiesto di balbettare nei recitativi ma non durante il canto, temendo che rovinasse l'effetto della musica). Naturalmente la balbuzie serve a caratterizzarlo come una macchietta comica: un magistrato che balbetta non è altri che un giudice che amministra anche la giustizia in maniera non proprio limpida, spesso inchinandosi – come in questo caso – ai desideri del suo signore, il Conte. Nella prima rappresentazione, Kelly interpretava sia il ruolo di Don Curzio sia quello di Don Basilio, e questo spiega l'assenza del secondo personaggio (che avrebbe dovuto fungere da testimone) durante il processo: assenza giustificata, fra l'altro, dal fatto che il Conte – all'inizio del terzo atto – spiega di aver inviato il maestro di musica a Siviglia per verificare se Cherubino avesse effettivamente raggiunto il suo reggimento.



Susan McCulloch (Marcellina), Bryn Terfel (Figaro), Carlos Feller (Bartolo),
Francis Egerton (Don Curzio), Rodney Gilfry (Conte), Alison Hagley (Susanna)
dir: John Eliot Gardiner


Marie McLaughlin, Ildebrando D'Arcangelo,
Franz-Josef Selig, Oliver Ringelhahn,
Bo Skovhus, Anna Netrebko


Jane Berbié, Samuel Ramey,
Kurt Moll, Philip Langridge,
Thomas Allen, Lucia Popp


Sophie Pondjiclis, Luca Pisaroni,
Enrico Facini, Serge Goubioud,
Pietro Spagnoli, Rosemary Joshua

Marie McLaughlin, Lorenzo Regazzo,
Antonio Abete, Kobie van Rensburg,
Simon Keenlyside, Patrizia Ciofi


La scena del sestetto, con i suoi incredibili colpi di scena e le movimentate dinamiche fra i personaggi (gli stupori, lo schiaffo, gli abbracci), è forse la più divertente di tutta l'opera. Se ben inscenata, strappa grasse risate agli spettatori, come testimoniano esecuzioni nel quale è evidente la partecipazione del pubblico.

11 febbraio 2010

18. Recitativo e Aria: "Vedrò mentr'io sospiro"

Scritto da Christian

Accomiatandosi dal Conte dopo il duetto precedente, Susanna aveva incautamente confidato a Figaro di aver sistemato per lui ogni cosa: "Senza avvocato hai già vinta la causa". Ma il Conte ha udito le sue parole, e capisce subito di essere stato ingannato: la disponibilità che la ragazza aveva manifestato verso di lui non era che una recita per spingerlo a prendere le parti di Figaro nell'imminente processo. Furibondo, il nobile giura vendetta e si ripromette di costringere il valletto a sposare Marcellina, in un aria che costituisce il "pezzo forte", musicalmente parlando ma anche a livello di approfondimento psicologico, del personaggio.

Clicca qui per il testo del recitativo che precede l'aria.

IL CONTE
Hai già vinta la causa! Cosa sento?
In qual laccio io cadea!
Perfidi! Io voglio di tal modo punirvi...
A piacer mio la sentenza sarà!
Ma s'ei pagasse la vecchia pretendente?
Pagarla! In qual maniera?
E poi v'è Antonio,
che a un incognito Figaro ricusa
di dare una nipote in matrimonio.
Coltivando l'orgoglio di questo mentecatto...
Tutto giova a un raggiro...
Il colpo è fatto!

Clicca qui per il testo dell'aria.

IL CONTE
Vedrò mentr'io sospiro,
felice un servo mio?
E un ben ch'invan desio,
ei posseder dovrà?
Vedrò per man d'amore
unita a un vile oggetto
chi in me destò un affetto
che per me poi non ha?
Ah no, lasciarti in pace,
non vo' questo contento,
tu non nascesti, audace,
per dare a me tormento,
e forse ancor per ridere
di mia infelicità.
Già la speranza sola
delle vendette mie
quest'anima consola,
e giubilar mi fa.

Ritorna la lotta di classe. Questo brano – in cui il Conte grida tutta la propria rabbia all'idea di vedere un suo servitore felice mentre lui non può ottenere quel che desidera – è quasi una risposta al "Se vuol ballare, signor Contino" cantato da Figaro nel primo atto. La musica è possente, marziale e minacciosa, e convoglia un'autentica gelosia e frustrazione aristocratica.

L'aria è introdotta da un recitativo accompagnato, noto anche come recitativo obbligato ("Hai già vinta la causa! Cosa sento?"), che ne fa parte integrante: le due parti vengono eseguite insieme anche nei recital, perché l'una sfocia in modo naturale nell'altra. A differenza dei recitativi secchi, per i quali non esiste una partitura vera e propria e che vengono accompagnati da uno strumento singolo (di solito il clavicembalo o il fortepiano), nei recitativi accompagnati la voce è sostenuta da tutta l'orchestra. Ne "Le nozze di Figaro" ne incontriamo quattro esempi particolarmente significativi, due nel terzo atto (questo e più avanti quello della Contessa, "E Susanna non vien", che precede l'aria "Dove sono i bei momenti") e due nel quarto ("Tutto è disposto – Aprite un po' quegli occhi", per Figaro, e "Giunse alfin il momento – Deh, vieni, non tardar", cantato da Susanna). Dunque uno per ciascuno dei quattro personaggi principali dell'opera: se non è democrazia questa...

Nel recitativo, il Conte accenna al fatto che Figaro è figlio di genitori ignoti (lo chiama "un incognito Figaro"), e che per questo motivo Antonio è titubante nel dargli il permesso di sposare sua nipote Susanna. Si tratta di un elemento al quale finora non si era mai accennato ma che verrà ripreso più avanti, nella scena del processo.


Dwayne Croft


Ferruccio Furlanetto


Dietrich Fischer-Dieskau


Ruggero Raimondi


Simon Keenlyside


Tito Gobbi

Dmitri Hvorostovsky


Infine, una curiosità cinematografica legata a quest'aria. "Vedrò mentr'io sospiro" era il brano di presentazione di Dynamo, uno dei rivali di Arnold Schwarzenegger nel film di fantascienza "L'implacabile" (The running man) di Paul Michael Glaser (1987). Il personaggio era interpretato dall'attore olandese Erland Van Lidth De Jeude, che cantava in prima persona, essendo fra le altre cose anche un baritono (oltre che un wrestler e un ingegnere informatico!). Van Lidth morì per uno scompenso cardiaco nello stesso anno in cui uscì il film, all'età di soli 34 anni.

Trovate uno spezzone qui (purtroppo non è possibile fare l'embedding del video).

8 febbraio 2010

17. Duettino: "Crudel! Perché finora"

Scritto da Christian

Il terzo atto si apre in un grande salone del palazzo, quello decorato per il matrimonio in programma, dove troviamo il Conte a interrogarsi sulla plausibilità delle vicende appena accadute. Visto il fallimento del piano escogitato da Figaro, ora Susanna e la Contessa hanno deciso di darsi da fare per proprio conto. L'intenzione è ancora quella di far credere al Conte che Susanna intenda cedere alle sue avances, anche per "ammorbidirlo" in vista della causa fra Marcellina e Figaro, la cui discussione è imminente: ma all'appuntamento che la ragazza gli darà per la sera intende presentarsi sotto falsi abiti la Contessa in persona (e non più Cherubino, come era nei progetti originali e ormai abbandonati). In questo delizioso duettino, Susanna dichiara dunque al Conte la propria disponibilità a incontrarlo da solo in giardino.

Clicca qui per il testo del recitativo che precede il brano.

IL CONTE
Che imbarazzo è mai questo!
Un foglio anonimo...
La cameriera in gabinetto chiusa...
La padrona confusa...
Un uom che salta dal balcone in giardino...
Un altro appresso che dice esser quel desso...
Non so cosa pensar.
Potrebbe forse qualcun de' miei vassalli...
a simil razza è comune l'ardir.
Ma la Contessa... ah, che un dubbio l'offende.
Ella rispetta troppo sé stessa, e l'onor mio...
l'onore... dove diamin l'ha posto umano errore!

(La Contessa e Susanna s'arrestano in fondo alla scena, non vedute dal Conte)

LA CONTESSA
(a Susanna)
Via, fatti core:
digli che ti attenda in giardino.

IL CONTE
Saprò se Cherubino
era giunto a Siviglia.
A tale oggetto ho mandato Basilio...

SUSANNA
(alla Contessa)
Oh cielo! E Figaro?

LA CONTESSA
A lui non dei dir nulla:
in vece tua voglio andarci io medesma.

IL CONTE
Avanti sera dovrebbe ritornar...

SUSANNA
Oh Dio... non oso!

LA CONTESSA
Pensa, ch'è in tua mano il mio riposo.
(si nasconde)

IL CONTE
E Susanna? Chi sa ch'ella tradito
abbia il segreto mio... oh, se ha parlato,
gli fo sposar la vecchia.

SUSANNA
(Marcellina!)
Signor...

IL CONTE
Cosa bramate?

SUSANNA
Mi par che siete in collera!

IL CONTE
Volete qualche cosa?

SUSANNA
Signor... la vostra sposa
ha i soliti vapori,
e vi chiede il fiaschetto degli odori.

IL CONTE
Prendete.

SUSANNA
Or vel riporto.

IL CONTE
Ah no, potete
Ritenerlo per voi.

SUSANNA
Per me? Questi non son mali
da donne triviali.

IL CONTE
Un'amante, che perde il caro sposo
sul punto d'ottenerlo...

SUSANNA
Pagando Marcellina
colla dote che voi mi prometteste...

IL CONTE
Ch'io vi promisi? Quando?

SUSANNA
Credea d'averlo inteso...

IL CONTE
Sì, se voluto aveste
intendermi voi stessa.

SUSANNA
È mio dovere,
e quel di Sua Eccellenza il mio volere.

Clicca qui per il testo del brano.

IL CONTE
Crudel! Perché finora
farmi languir così?

SUSANNA
Signor, la donna ognora
tempo ha dir di sì.

IL CONTE
Dunque, in giardin verrai?

SUSANNA
Se piace a voi, verrò.

IL CONTE
E non mi mancherai?

SUSANNA
No, non vi mancherò.

IL CONTE
Mi sento dal contento
pieno di gioia il cor.

SUSANNA
Scusatemi se mento,
voi che intendete amor.

Clicca qui per il testo del recitativo che segue il brano.

IL CONTE
E perché fosti meco
stamattina sì austera?

SUSANNA
Col paggio ch'ivi c'era...

IL CONTE
Ed a Basilio,
che per me ti parlò?

SUSANNA
Ma qual bisogno
abbiam noi, che un Basilio...

IL CONTE
È vero, è vero,
e mi prometti poi...
se tu manchi, oh cor mio...
Ma la Contessa attenderà il fiaschetto.

SUSANNA
Eh, fu un pretesto.
Parlato io non avrei senza di questo.

IL CONTE
(le prende la mano)
Carissima!

SUSANNA
(si ritira)
Vien gente.

IL CONTE
(È mia senz'altro.)

SUSANNA
(Forbitevi la bocca, oh signor scaltro.)

FIGARO
(entra)
Ehi, Susanna, ove vai?

SUSANNA
Taci, senza avvocato
hai già vinta la causa.
(parte)

FIGARO
Cos'è nato?
(la segue)


Mozart si è parecchio divertito con questo pezzo, nel quale il Conte esulta di gioia mentre la povera Susanna sembra quasi chiedere scusa al pubblico per essere costretta a mentire e soprattutto inciampa più volte nelle risposte da dare al padrone, che continua a tampinarla per assicurarsi che si presenterà davvero all'appuntamento. La ragazza, a furia di rispondere "sì" o "no" alle sue varie domande, finisce per confondersi e dare talvolta la risposta sbagliata, per poi correggersi immediatamente: una gag che non era presente nel libretto, e che Mozart ha creato facendola sorgere con naturalezza dalla musica stessa e dalla ripetizione del tema.


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