26 dicembre 2009

10. Aria: "Non più andrai, farfallone amoroso"

Scritto da Christian

Il primo atto delle "Nozze di Figaro" si conclude con quella che è senza dubbio l'aria più celebre di tutta l'opera, nonché uno dei brani più noti e orecchiabili dell'intero repertorio mozartiano. Il Conte ha appena deciso che Cherubino dovrà arruolarsi nel suo reggimento, a Siviglia, e Figaro preannuncia al malcapitato paggio la vita spartana che lo attende sotto le armi. In una meravigliosa sequenza del film "Amadeus" (naturalmente senza alcun fondamento storico) si immagina che Mozart abbia letteralmente improvvisato il tema musicale prendendo spunto da una marcetta di benvenuto scritta per lui da Antonio Salieri:


Come detto, il brano funge da finale del primo dei quattro atti in cui è divisa l'opera. Che un atto si concluda con una semplice aria, e non con una lunga sequenza musicale che vede impegnati più cantanti contemporaneamente (come era consuetudine nell'opera buffa italiana, e come infatti avverrà nel secondo e nel quarto atto delle "Nozze"), è piuttosto insolito: se inoltre pensiamo che normalmente questo tipo di opera era costituito da soli due atti, viene il sospetto che Da Ponte e Mozart, nel corso della lavorazione, abbiano deciso di dividere per qualche motivo – forse per l'eccessiva lunghezza – i due atti inizialmente previsti in quattro (che peraltro corrispondono ai cinque della commedia originale di Beaumarchais, con il terzo e il quarto atto del testo francese riuniti qui in uno solo). Anche ai giorni nostri non è raro che in alcune produzioni, per abbreviare la durata dell'opera, vengano fusi insieme gli ultimi due atti e si eliminino alcune arie considerate "minori", solitamente quelle di Marcellina ("Il capro e la capretta") e di Basilio ("In quegl'anni in cui val poco"). Giusto per onor di cronaca, faccio notare che le successive due opere buffe di Da Ponte e Mozart ("Don Giovanni" e "Così fan tutte") saranno rigorosamente in due atti.

Tornando al "Non più andrai", la struttura musicale è in forma di rondò: il brano esordisce con un tema allegro e melodico (con l'orchestra che accompagna in maniera deliziosa la voce del cantante), che verrà ripetuto per tre volte in alternanza con altri temi via via più energici e tonitruanti, per terminare in una marcia trascinante e parodistica, sulla quale i personaggi escono di scena. Il brano serve a Figaro per prendersi gioco di Cherubino, ricordandogli come dalla sua nuova vita militare saranno esclusi vezzi, galanterie e donne, ma anche e soprattutto del Conte e delle istituzioni che egli rappresenta. In un certo senso, infatti, è proprio al suo padrone che Figaro sta rivolgendo le sue parole: è lui il "farfallone amoroso" che dovrebbe smettere di insidiare le donne altrui! Nel recitativo che precede l'aria, oltre al divertente scambio di battute fra Susanna e il Conte ("Egli è ancora fanciullo!" – "Men di quel che tu credi"), sono da sottolineare alcuni passaggi: il Conte sta per cacciare Cherubino tout court dal castello, quando questi gli ricorda che ha udito le sue inappropriate profferte amorose verso Susanna e che non ne ha fatto parola con nessuno, almeno non ancora ("È ver, mancai; ma dal mio labbro alfine..."); al che il Conte lo zittisce rapidamente, preferendo – fra la rabbia e l'imbarazzo – "perdonarlo" con magnanimità e mantenerlo al proprio servizio, seppur destinandolo appunto alla vita sotto le armi. Figaro allora, che ha già in mente un nuovo piano, sussurra al ragazzo "Io vo' parlarti pria che tu parta": avrà infatti bisogno del suo aiuto per metterlo in atto.

Clicca qui per il testo del recitativo che precede il brano.

FIGARO, SUSANNA e BASILIO
Evviva!

FIGARO
(a Cherubino)
E voi non applaudite?

SUSANNA
È afflitto, poveretto,
perché il padron lo scaccia dal castello!

FIGARO
(al Conte)
Ah, in un giorno sì bello!

SUSANNA
In un giorno di nozze!

FIGARO
Quando ognun v'ammira!

CHERUBINO
(s'inginocchia)
Perdono, mio signor...

IL CONTE
Nol meritate.

SUSANNA
Egli è ancora fanciullo!

IL CONTE
Men di quel che tu credi.

CHERUBINO
È ver, mancai; ma dal mio labbro alfine...

IL CONTE
(lo alza)
Ben ben; io vi perdono.
Anzi farò di più; vacante è un posto
d'uffizial nel reggimento mio;
io scelgo voi; partite tosto: addio.

SUSANNA e FIGARO
Ah, fin domani sol...

IL CONTE
No, parta tosto.

CHERUBINO
A ubbidirvi, signor, son già disposto.

IL CONTE
Via, per l'ultima volta
la Susanna abbracciate.
(Inaspettato è il colpo.)

FIGARO
Ehi, capitano, a me pure la mano;
(piano a Cherubino)
io vo' parlarti pria che tu parta.
(forte)
Addio, picciolo Cherubino;
come cangia in un punto il tuo destino.

Clicca qui per il testo del brano.

FIGARO
Non più andrai, farfallone amoroso,
notte e giorno d'intorno girando,
delle belle turbando il riposo,
Narcisetto, Adoncino d'amor.
Non più avrai questi bei pennacchini,
quel cappello leggero e galante,
quella chioma, quell'aria brillante,
quel vermiglio donnesco color.
Tra guerrieri, poffar Bacco!
Gran mustacchi, stretto sacco.
Schioppo in spalla, sciabla al fianco,
collo dritto, muso franco,
un gran casco, o un gran turbante,
molto onor, poco contante!
Ed invece del fandango,
una marcia per il fango.
Per montagne, per valloni,
con le nevi e i sollioni.
Al concerto di tromboni,
di bombarde, di cannoni,
che le palle in tutti i tuoni
all'orecchio fan fischiar.
Cherubino, alla vittoria,
alla gloria militar!



Ruggero Raimondi


Luca Pisaroni


Hermann Prey


Bryn Terfel


Lucio Gallo


Ezio Pinza

Tito Gobbi


La melodia del "farfallone amoroso" divenne subito immensamente popolare, al punto che era molto frequente udirla fischiettare per le strade o cantare a squarciagola nelle birrerie di Praga (dove l'opera era stata rappresentata con grande successo pochi mesi dopo la prima di Vienna). L'anno seguente, lo stesso Mozart vi fece un ironico riferimento all'interno di un'altra sua opera, il "Don Giovanni":

23 dicembre 2009

8-9. Coro: "Giovani liete, fiori spargete"

Scritto da Christian

Doppia numerazione, perché si tratta in effetti di due brani distinti (sebbene praticamente identici), separati da un recitativo. È un coro di contadini e contadine, organizzato da Figaro per costringere il Conte d'Almaviva a celebrare seduta stante il matrimonio fra lui e Susanna, nella speranza che egli non possa rifiutarsi di farlo davanti a tutti (si tratta in realtà della parte civile del matrimonio, la cui ratifica spettava al signore di un castello: in questo caso, la cerimonia consiste nel porre il velo bianco sulla testa della sposa). Il Conte, già furibondo con Susanna per i continui rifiuti di cedere alle sue avances e per l'episodio (appena avvenuto) di Cherubino, riesce comunque a prendere tempo con la scusa di voler celebrare le nozze con maggiore sfarzo, nel tardo pomeriggio. Nel frattempo, ordina a Basilio di rintracciare Marcellina: come l'anziana dama di compagnia aveva previsto, infatti, il nobile intende prendere le sue parti nella causa contro Figaro.

Venendo al coro in sé, dunque, nonostante la bellezza della melodia e delle parole esso è in realtà fortemente ironico, colmo di sarcasmo e tutt'altro che sincero nel tessere le lodi del padrone. Non a caso Figaro ne ha scritto personalmente il testo, facendo riferimento alla recente abolizione del "diritto feudale", ovvero lo ius primae noctis: abolito di nome ma – almeno nelle intenzioni del Conte – non di fatto!

Da notare che molti registi approfittano di questo coro per introdurre sulla scena, mescolata fra le altre contadine, il personaggio di Barbarina, nonostante la sua presenza non sia menzionata nel libretto (il testo di Da Ponte prevede il suo ingresso sul palco solo dal terzo atto).

Clicca qui per il testo del recitativo che precede il primo coro.

IL CONTE
Basilio, in traccia tosto di Figaro volate!
(addita Cherubino che non si muove di loco)
Io vo' ch'ei veda...

SUSANNA
Ed io che senta; andate!

IL CONTE
Restate: che baldanza!
E quale scusa se la colpa è evidente?

SUSANNA
Non ha d'uopo di scusa un'innocente.

IL CONTE
Ma costui quando venne?

SUSANNA
Egli era meco quando voi qui giungeste,
e mi chiedea d'impegnar la padrona
a intercedergli grazia.
Il vostro arrivo in scompiglio lo pose,
ed allor in quel loco si nascose.

IL CONTE
Ma s'io stesso m'assisi
quando in camera entrai!

CHERUBINO
Ed allor di dietro io mi celai.

IL CONTE
E quando io là mi posi?

CHERUBINO
Allor io pian mi volsi, e qui m'ascosi.

IL CONTE
(a Susanna)
Oh ciel, dunque ha sentito
tutto quello ch'io ti dicea!

CHERUBINO
Feci per non sentir quanto potea.

IL CONTE
Ah perfidia!

BASILIO
Frenatevi: vien gente!

IL CONTE
(tira Cherubino giù dalla sedia)
E voi restate qui, picciol serpente!

(Entra Figaro con bianca veste in mano. Coro di contadine e di contadini vestiti di bianco che spargono fiori, raccolti in piccioli panieri, davanti al Conte.)

Clicca qui per il testo del primo coro.

CORO
Giovani liete,
fiori spargete
davanti al nobile
nostro signor.
Il suo gran core
vi serba intatto
d'un più bel fiore
l'almo candor.

Clicca qui per il testo del recitativo fra i due cori.

IL CONTE
Cos'è questa commedia?

FIGARO
(piano a Susanna)
Eccoci in danza:
secondami cor mio.

SUSANNA
(Non ci ho speranza.)

FIGARO
Signor, non isdegnate
questo del nostro affetto
meritato tributo: or che aboliste
un diritto sì ingrato a chi ben ama...

IL CONTE
Quel diritto or non v'è più; cosa si brama?

FIGARO
Della vostra saggezza il primo frutto
oggi noi coglierem: le nostre nozze
si son già stabilite. Or a voi tocca
costei che un vostro dono illibata serbò,
coprir di questa, simbolo d'onestà, candida vesta.

IL CONTE
(Diabolica astuzia! Ma fingere convien.)
Son grato, amici, ad un senso sì onesto!
Ma non merto per questo né tributi, né lodi;
e un dritto ingiusto ne' miei feudi abolendo,
a natura, al dover lor dritti io rendo.

TUTTI
Evviva, evviva, evviva!

SUSANNA
Che virtù!

FIGARO
Che giustizia!

IL CONTE
(a Figaro e Susanna)
A voi prometto compier la ceremonia:
chiedo sol breve indugio;
io voglio in faccia de' miei più fidi,
e con più ricca pompa, rendervi appien felici.
(a Basilio)
Marcellina si trovi.
(a tutti)
Andate, amici.

Clicca qui per il testo del secondo coro.

CORO
Giovani liete,
fiori spargete
davanti al nobile
nostro signor.
Il suo gran core
vi serba intatto
d'un più bel fiore
l'almo candor.
(partono)



dir: Karl Böhm


dir.: Jean-François Rivest

dir.: John Eliot Gardiner

19 dicembre 2009

7. Terzetto: "Cosa sento! Tosto andate"

Scritto da Christian

Dopo una serie di numeri musicali che servivano a introdurre i personaggi, finalmente si entra nel vivo con un po' di azione! La situazione è la seguente: il paggio Cherubino, che si era recato da Susanna per pregarla di intercedere per lui presso la Contessa (il Conte vuole cacciarlo dal palazzo perché il giorno prima lo ha trovato da solo in camera di Barbarina, la figlia del giardiniere), sentendo avvicinarsi proprio il Conte e temendo che la situazione si riproponga tale e quale, si nasconde d'impulso dietro una poltrona. Il Conte d'Almaviva (baritono) fa dunque la sua prima apparizione in scena e cerca nuovamente di convincere Susanna a cedere alle sue voglie, offrendole anche una ricompensa in denaro (ricordiamo che Figaro, il promesso sposo di Susanna, è pesantemente indebitato con l'anziana Marcellina). A un certo punto, lo stesso Conte è costretto a nascondersi (dietro la medesima poltrona dov'era Cherubino, che – non visto – passa davanti e vi ci siede sopra, prontamente ricoperto da Susanna con un telo) perché qualcun altro sta giungendo nella stanza: si tratta del subdolo Don Basilio (tenore buffo), un personaggio già apparso nel "Barbiere di Siviglia". Allora era il maestro di musica di Rosina, stavolta lo è di Susanna; e da fedele servitore del Conte cerca di convincere la ragazza ad accettare le avances del padrone. Per lei, afferma, sarebbe meglio avere come amante un ricco signore piuttosto che un giovane paggio, Cherubino, che fra l'altro è innamorato anche della Contessa: la cosa – afferma – è sulla bocca di tutti. All'udire questo, il Conte esce dal suo nascondiglio ancor più furibondo con il paggio e ordina a Basilio di rintracciare il ragazzino e di cacciarlo immantinente. Qui comincia il terzetto.

Clicca qui per il testo del recitativo che precede il brano.

CHERUBINO
(vedendo il Conte da lontano, torna indietro impaurito e si nasconde dietro la sedia)
Ah, son perduto!

SUSANNA
(cerca di mascherar Cherubino)
Che timor! - Il Conte! - Misera me!

IL CONTE
(entra)
Susanna, tu mi sembri
agitata e confusa.

SUSANNA
Signor... Io chiedo scusa...
ma... se mai... qui sorpresa...
Per carità! Partite.

IL CONTE
(si mette a sedere sulla sedia, prende Susanna per la mano)
Un momento e ti lascio.
Odi...

SUSANNA
Non odo nulla.

IL CONTE
...due parole. Tu sai
che ambasciatore a Londra
il re mi dichiarò;
e di condur meco Figaro destinai.

SUSANNA
Signor, se osassi...

IL CONTE
Parla, parla, mia cara, e con quel dritto
ch'oggi prendi su me finché tu vivi,
chiedi, imponi, prescrivi.

SUSANNA
Lasciatemi signor;
dritti non prendo, non ne vo', non ne intendo...
Oh me infelice!

IL CONTE
Ah no, Susanna, io ti vo' far felice!
Tu ben sai quanto io t'amo:
a te Basilio tutto già disse.
Or senti, se per pochi momenti
meco in giardin sull'imbrunir del giorno...
Ah, per questo favore io pagherei...

BASILIO
(dietro la scena)
È uscito poco fa.

IL CONTE
Chi parla?

SUSANNA
Oh Dei!

IL CONTE
Esci, e alcun non entri.

SUSANNA
Ch'io vi lasci qui solo?

BASILIO
(dietro)
Da madama ei sarà, vado a cercarlo.

IL CONTE
(addita la sedia)
Qui dietro mi porrò.

SUSANNA
Non vi celate.

IL CONTE
Taci, e cerca ch'ei parta.

SUSANNA
Oimè! Che fate?

(Il Conte vuol nascondersi dietro il sedile: Susanna si frappone tra il paggio e lui: il Conte la spinge dolcemente. Ella rincula, intanto il paggio passa al davanti del sedile, si mette dentro in piedi, Susanna il ricopre colla vestaglia.)

BASILIO
(entra)
Susanna, il ciel vi salvi. Avreste a caso veduto il Conte?

SUSANNA
E cosa deve far meco il Conte?
Animo, uscite.

BASILIO
Aspettate, sentite,
Figaro di lui cerca.

SUSANNA
(Oh cielo!) Ei cerca
chi dopo voi più l'odia.

IL CONTE
(Veggiam come mi serve.)

BASILIO
Io non ho mai nella moral sentito
ch'uno ch'ami la moglie odi il marito.
Per dir che il Conte v'ama...

SUSANNA
Sortite, vil ministro
dell'altrui sfrenatezza:
Io non ho d'uopo della vostra morale,
del Conte, del suo amor...

BASILIO
Non c'è alcun male.
Ha ciascun i suoi gusti: io mi credea
che preferir dovreste per amante,
come fan tutte quante,
un signor liberal, prudente, e saggio,
a un giovinastro, a un paggio...

SUSANNA
A Cherubino!

BASILIO
A Cherubino! A Cherubin d'amore
ch'oggi sul far del giorno
passeggiava qui d'intorno,
per entrar...

SUSANNA
Uom maligno,
un'impostura è questa.

BASILIO
È un maligno con voi chi ha gli occhi in testa.
E quella canzonetta? Ditemi in confidenza;
io sono amico, ed altrui nulla dico;
È per voi?... Per madama?...

SUSANNA
(Chi diavol gliel'ha detto?)

BASILIO
A proposito, figlia, instruitelo meglio;
egli la guarda a tavola sì spesso,
e con tale immodestia,
che se il Conte s'accorge...
che su tal punto, sapete, egli è una bestia.

SUSANNA
Scellerato! E perché andate voi
tai menzogne spargendo?

BASILIO
Io? Che ingiustizia!
Quel che compro io vendo.
A quel che tutti dicono io non aggiungo un pelo.

IL CONTE
(sortendo)
Come, che dicon tutti?

BASILIO
Oh, bella!

SUSANNA
Oh, cielo!

Clicca qui per il testo del brano.

IL CONTE
(a Basilio)
Cosa sento! Tosto andate,
e scacciate il seduttor.

BASILIO
In mal punto son qui giunto,
perdonate, oh mio signor.

SUSANNA
(quasi svenuta)
Che ruina, me meschina,
son oppressa dal dolor.

BASILIO e IL CONTE
(sostenendola)
Ah già svien la poverina!
Come, oh Dio, le batte il cor!

BASILIO
(approssimandosi al sedile in atto di farla sedere)
Pian pianin, su questo seggio...

SUSANNA
Dove sono?
(rinviene)
Cosa veggio!
(staccandosi da tutti e due)
Che insolenza, andate fuor.

BASILIO
Siamo qui per aiutarvi,
è sicuro il vostro onor.

IL CONTE
Siamo qui per aiutarti,
non turbarti, oh mio tesor.

BASILIO
(al Conte)
Ah, del paggio quel che ho detto
era solo un mio sospetto.

SUSANNA
È un'insidia, una perfidia,
non credete all'impostor.

IL CONTE
Parta, parta il damerino!

SUSANNA e BASILIO
Poverino!

IL CONTE
Poverino!
Ma da me sorpreso ancor.

SUSANNA e BASILIO
Come? Che?

IL CONTE
Da tua cugina
l'uscio ier trovai rinchiuso;
picchio, m'apre Barbarina
paurosa fuor dell'uso.
Io dal muso insospettito,
guardo, cerco in ogni sito,
ed alzando pian pianino
il tappetto al tavolino
vedo il paggio...
(imita il gesto colla vestaglia e scopre il paggio)
Ah! cosa veggio!

SUSANNA
Ah! crude stelle!

BASILIO
Ah! meglio ancora!

IL CONTE
Onestissima signora!
Or capisco come va!

SUSANNA
Accader non può di peggio,
giusti Dei! Che mai sarà?

BASILIO
Così fan tutte le belle;
non c'è alcuna novità!

La scena in cui il Conte solleva il telo dalla poltrona e scopre casualmente Cherubino è una delle più celebri dell'opera, al punto da figurare spesso come illustrazione sulle locandine o sulle copertine dei dischi.

Da sottolineare alcuni passaggi interessanti, dove si può leggere qualcosa tra le righe. Per esempio quando il Conte rivela di essersi recato, il giorno prima, da Barbarina ("Da tua cugina / l'uscio ier trovai rinchiuso; / picchio, m'apre Barbarina / paurosa fuor dell'uso"): il sospetto che il fedifrago Conte si diverta anche con la figlia del giardiniere verrà rinforzato da una frase en passant della ragazzina nel terzo atto: "Eccellenza, Eccellenza, voi mi dite sì spesso, qual volta m'abbracciate e mi baciate..."!

Dalla frase di Basilio "Così fan tutte le belle", infine, Lorenzo Da Ponte trarrà il titolo della terza opera che scriverà per Mozart, "Così fan tutte" appunto.


Thomas Allen (Conte Almaviva), Kathleen Battle (Susanna), Artur Korn (Bartolo)


Rodney Gilfry, Alison Hagley
e Francis Egerton


Dietrich Fischer-Dieskau, Edith Mathis
ed Erwin Wohlfahrt


Gabriel Bacquier, Lucia Popp
e Michel Sénéchal

Nicolas Rivenq, Sophie Marin Degor
e Stuart Patterson

12 dicembre 2009

6. Aria: "Non so più cosa son, cosa faccio"

Scritto da Christian

Partita Marcellina, Susanna riceve un'altra visita: si tratta di Cherubino, il giovane paggio del Conte. Il personaggio, un adolescente in piena tempesta ormonale (nel testo originale di Beaumarchais ha tredici anni), è tradizionalmente interpretato da una donna (la partitura è scritta per mezzosoprano, ma non di rado il suo ruolo viene cantato da un soprano; meno frequente è il caso in cui a eseguirlo è chiamato un vero fanciullo con voce bianca o addirittura un controtenore). Anche nella commedia di Beaumarchais, dove non c'erano brani cantati e quindi esigenze di timbro vocale, il ruolo era assegnato a una ragazza en travesti: secondo il commediografo, infatti, nella sua compagnia non c'erano giovani attori che fossero contemporaneamente dell'età giusta e in grado di comprendere tutte le "sottigliezze" (e le ambiguità) del ruolo.

Per l'efebico Cherubino, forse il personaggio più popolare dell'opera nonostante il suo spazio sulla scena sia inferiore a quello delle quattro figure principali (Figaro, Susanna, il Conte e la Contessa), Mozart ha scritto due arie magnifiche (questa e la celebre "Voi che sapete", nel secondo atto): ma il ragazzo è anche al centro di altri numeri musicali in cui non deve cantare (dal "Non più andrai, farfallone amoroso" di Figaro al "Venite, inginocchiatevi" di Susanna, per esempio). Ed è un motore drammaturgico di notevole importanza, visto che il suo ardore giovanile fa da contraltare a quello – più maturo – del Conte: nonostante la giovane età, anzi proprio per la sua sessualità ancora acerba che sta lentamente sviluppandosi, Cherubino è il personaggio che più rappresenta l'erotismo ne "Le nozze di Figaro": come rivela a Susanna in quest'aria di esordio, non può fare a meno di amare tutte le donne. In particolare, ha una tresca con la coetanea Barbarina, la figlia del giardiniere (e cugina della stessa Susanna), ma più di tutte adora la Contessa in persona, che ammira da lontano. Se da Barbarina è ricambiato (vedremo in seguito la ragazzina chiedere al Conte il permesso di sposarlo!), e se dalla stessa Susanna è visto con simpatia (fra i due c'è una certa complicità, come indica la disinvoltura dei loro dialoghi, qui e altrove), anche da parte della Contessa non c'è indifferenza, sia pure accuratamente nascosta per esigenze sociali (è ovviamente troppo giovane persino per essere un amante o un oggetto del desiderio "rispettabile"). Nella terza commedia della trilogia di Beaumarchais, "La madre colpevole" (molto meno nota delle altre due e ambientata una ventina d'anni più tardi), scopriremo che Rosina e Cherubino, qualche tempo dopo la conclusione delle "Nozze", hanno passato addirittura una singola e breve notte insieme.

Clicca qui per il testo del recitativo che precede il brano.

SUSANNA
Va' là, vecchia pedante,
dottoressa arrogante,
perché hai letti due libri
e seccata madama in gioventù...

CHERUBINO
(arriva in fretta)
Susanetta, sei tu?

SUSANNA
Son io, cosa volete?

CHERUBINO
Ah, cor mio, che accidente!

SUSANNA
Cor vostro! Cosa avvenne?

CHERUBINO
Il Conte ieri
perché trovommi sol con Barbarina,
il congedo mi diede;
e se la Contessina,
la mia bella comare,
grazia non m'intercede, io vado via,
io non ti vedo più, Susanna mia!

SUSANNA
Non vedete più me! Bravo! Ma dunque
non più per la Contessa
secretamente il vostro cor sospira?

CHERUBINO
Ah, che troppo rispetto ella m'ispira!
Felice te, che puoi
vederla quando vuoi,
che la vesti il mattino,
che la sera la spogli, che le metti
gli spilloni, i merletti...
Ah, se in tuo loco...
Cos'hai lì? Dimmi un poco...

SUSANNA
Ah, il vago nastro della notturna cuffia
di comare sì bella.

CHERUBINO
(toglie il nastro di mano a Susanna)
Deh, dammelo sorella,
dammelo per pietà!

SUSANNA
(vuol riprenderglielo)
Presto quel nastro!

CHERUBINO
(si mette a girare intorno la sedia)
O caro, o bello, o fortunato nastro!
Io non te'l renderò che colla vita!

SUSANNA
(seguita a corrergli dietro, ma poi s'arresta come fosse stanca)
Cos'è quest'insolenza?

CHERUBINO
Eh via, sta cheta!
In ricompensa poi
questa mia canzonetta io ti vo' dare.

SUSANNA
E che ne debbo fare?

CHERUBINO
Leggila alla padrona,
leggila tu medesma;
leggila a Barbarina, a Marcellina;
leggila ad ogni donna del palazzo!

SUSANNA
Povero Cherubin, siete voi pazzo!

Clicca qui per il testo del brano.

CHERUBINO
Non so più cosa son, cosa faccio,
or di foco, ora sono di ghiaccio,
ogni donna cangiar di colore,
ogni donna mi fa palpitar.
Solo ai nomi d'amor, di diletto,
mi si turba, mi s'altera il petto
e a parlare mi sforza d'amore
un desio ch'io non posso spiegar.
Parlo d'amor vegliando,
parlo d'amor sognando,
all'acque, all'ombre, ai monti,
ai fiori, all'erbe, ai fonti,
all'eco, all'aria, ai venti,
che il suon de' vani accenti
portano via con sé.
E se non ho chi m'oda,
parlo d'amor con me.

Sul palcoscenico, normalmente, Cherubino si presenta entrando baldanzosamente dalla finestra come un novello Romeo (o Almaviva!): un ingresso speculare alla sua uscita di scena nel secondo atto, quando da un'altra finestra (dalle stanze della Contessa) balzerà giù. Nel corso del recitativo, il ragazzo informa Susanna che il Conte è furioso con lui perché il giorno prima lo ha sorpreso in camera di Barbarina, e pertanto vorrebbe cacciarlo dal castello: è giunto qui per chiedere – attraverso Susanna – alla Contessa di intercedere per lui. È interessante come il Conte abbia in particolare antipatia Cherubino: non si tratta solo di insana gelosia; forse in lui vede sé stesso da giovane, e confronta con rabbia le pulsioni sessuali pure e adolescenziali del paggio con le proprie, ricolme di egoismo, di voglia di possesso e di frustrazione.

Sulla scena, il ruolo di Cherubino presenta alcune difficoltà non solo per le interpreti (è una tempesta di emozioni: sempre inquieto, passa dalla baldanza e dall'insolenza di fronte a Susanna alla timidezza e alla soggezione in presenza della Contessa; dalla gioia di vivere e dalla continua voglia di scherzare alla malinconia e allo struggimento d'amore) ma anche per registi e scenografi: a partire dal costume, che deve rendere credibili interpreti femminili in un ruolo maschile. Il tutto è complicato dal fatto che per ben due volte, nel secondo e nel terzo atto, il povero paggio viene travestito da ragazza! Mettiamo dunque a confronto tra loro alcune interpretazioni molto differenti per tono, ritmo e – appunto – abbigliamento!



Frederica Von Stade


Tove Dahlberg


Pamela Helen Stephen


Tatiana Troyanos


Edith Mathis


Cecilia Bartoli


Christine Schäfer

Gabriele Sima

9 dicembre 2009

5. Duettino: "Via resti servita, Madama brillante"

Scritto da Christian

Date le premesse, è evidente che fra Susanna e Marcellina (mezzosoprano) non può esserci grande simpatia. In questo brioso ed esilarante duetto, le due donne – che si sono ritrovate per caso nella stessa stanza – fanno a gara di "cortesie", ciascuna per lasciare uscire prima l'altra, con una schermaglia verbale che può ricordare l'alternanza di colpi tipica delle comiche di Stanlio e Ollio. Divertente, in particolare, come Susanna infierisca perfidamente con il colpo di grazia: "L'età! L'età! L'età!".

Da sottolineare, nel recitativo che introduce il brano, il francesismo di Marcellina "argent fait tout", il cui utilizzo indica una certa cultura. Terminato il duetto, e partita la rivale, Susanna la apostroferà infatti con "vecchia pedante, dottoressa arrogante", affermando che "ha letto due libri e seccato madama in gioventù". Quest'ultima frase si riferisce al fatto che Marcellina è stata in passato la governante di Rosina, l'attuale Contessa, quando questa viveva a casa di Bartolo (di cui era la pupilla) nel "Barbiere di Siviglia". Il personaggio, comunque, non compariva nella precedente commedia di Beaumarchais: nell'opera di Giovanni Paisiello, assai popolare al tempo di Mozart, veniva citata soltanto di sfuggita un paio di volte nei dialoghi. Nella successiva opera di Rossini, invece, al suo posto compariva un'altra domestica di Bartolo, Berta, che però pare difficile identificare con lo stesso personaggio (mentre il nome "Marcellina" era attribuito, probabilmente per un equivoco, a una fantomatica figlia di Figaro).

Clicca qui per il testo del recitativo che precede il brano.

MARCELLINA
(Tutto ancor non ho perso:
mi resta la speranza.
Ma Susanna si avanza:
io vo' provarmi...
Fingiam di non vederla.)
E quella buona perla
la vorrebbe sposar!

SUSANNA
(resta indietro)
(Di me favella)

MARCELLINA
Ma da Figaro alfine
non può meglio sperarsi: argent fait tout.

SUSANNA
(Che lingua! Manco male
ch'ognun sa quanto vale.)

MARCELLINA
Brava! Questo è giudizio!
Con quegli occhi modesti,
con quell'aria pietosa,
e poi...

SUSANNA
(Meglio è partir.)

MARCELLINA
Che cara sposa!
(Vanno tutte due per partire e s'incontrano alla porta.)

Clicca qui per il testo del brano.

MARCELLINA
(facendo una riverenza)
Via resti servita,
Madama brillante.

SUSANNA
(facendo una riverenza)
Non sono sì ardita,
madama piccante.

MARCELLINA
No, prima a lei tocca.

SUSANNA
No, no, tocca a lei.

SUSANNA e MARCELLINA
Io so i dover miei,
non fo inciviltà.

MARCELLINA
La sposa novella!

SUSANNA
La dama d'onore!

MARCELLINA
Del Conte la bella!

SUSANNA
Di Spagna l'amore!

MARCELLINA
I meriti!

SUSANNA
L'abito!

MARCELLINA
Il posto!

SUSANNA
L'età!

MARCELLINA
Per Bacco, precipito,
se ancor resto qua.

SUSANNA
Sibilla decrepita,
da rider mi fa.
(Marcellina parte)



Ileana Cotrubas e Nucci Condo


Anna Moffo e Dora Gatta


Alison Hagley e Susan McCulloch


Diana Damrau e Jeanette Fischer

Anna Netrebko e Marie McLaughlin

4 dicembre 2009

4. Aria: "La vendetta, oh, la vendetta!"

Scritto da Christian

Facciamo ora la conoscenza di altri due personaggi. Il vecchio dottor Bartolo, che qui compare nelle vesti di avvocato (nel "Barbiere di Siviglia" era invece medico), era stato il tutore di Rosina e aveva persino fatto progetti matrimoniali sulla ragazza prima che questa diventasse Contessa grazie agli imbrogli di Figaro: da allora ha giurato di vendicarsi del barbiere. L'anziana Marcellina è invece l'ex domestica proprio di Bartolo (o più probabilmente, l'ex governante di Rosina). Si è emancipata in qualche modo, ha studiato e ha fatto fortuna, e ora sogna di sposare Figaro: può contare su un impegno scritto che quest'ultimo le aveva firmato qualche anno prima in cambio di un prestito di denaro (mai restituito). Adesso, a quanto pare, vive nel castello del Conte, probabilmente come dama di compagnia.

In quest'aria, dopo che Marcellina ha incaricato Bartolo di portare la sua causa davanti al Conte per impedire l'imminente matrimonio fra Figaro e Susanna e costringere il valletto a sposare invece lei, il dottore gioisce perché in questo modo potrà finalmente vendicare i torti che Figaro gli ha fatto in passato. Presentati inizialmente come tipici comprimari, non dissimili dai tanti antagonisti delle opere buffe pronti a ogni "garbuglio" e a ogni intrigo per raggiungere i propri loschi fini, questi due personaggi nascondono però un sorprendente segreto che sarà rivelato solo nel terzo atto.

Il ruolo di Bartolo è scritto da Mozart per un basso buffo, una voce che richiede una buona tecnica e una certa rapidità di esecuzione (si pensi alla velocità con cui vengono scandite le parole nei versi "Se tutto il codice dovessi volgere...", quasi uno scioglilingua). Con l'evoluzione del genere, gli esempi più celebri di basso buffo si troveranno in seguito nelle opere di Donizetti e di Rossini: in particolare va ricordato proprio il personaggio dello stesso Don Bartolo nel "Barbiere di Siviglia" (vedi l'aria "A un dottor della mia sorte").

Clicca qui per il testo del recitativo che precede il brano.

BARTOLO
Ed aspettaste il giorno
fissato a le sue nozze
per parlarmi di questo?

MARCELLINA
Io non mi perdo,
dottor mio, di coraggio:
per romper de' sponsali
più avanzati di questo
bastò spesso un pretesto, ed egli ha meco,
oltre questo contratto, certi impegni...
so io... Basta! Convien
la Susanna atterrir. Convien con arte
impuntigliarla a rifiutar il Conte.
Egli per vendicarsi
prenderà il mio partito,
e Figaro così fia mio marito.

BARTOLO
(prende il contratto dalle mani di Marcellina)
Bene, io tutto farò: senza riserve
tutto a me palesate.
(Avrei pur gusto di dar per moglie la mia serva antica
a chi mi fece un dì rapir l'amica.)

Clicca qui per il testo del brano.

BARTOLO
La vendetta, oh, la vendetta!
È un piacer serbato ai saggi.
L'obliar l'onte e gli oltraggi
è bassezza, è ognor viltà.
Con l'astuzia... coll'arguzia...
col giudizio... col criterio...
si potrebbe... il fatto è serio...
ma credete, si farà.
Se tutto il codice dovessi volgere,
se tutto l'indice dovessi leggere,
con un equivoco, con un sinonimo
qualche garbuglio si troverà.
Tutta Siviglia conosce Bartolo:
il birbo Figaro vostro* sarà.

*in alcune versioni figura "vinto" anziché "vostro".



Kurt Moll


Michele Filanti


Antonio Abete


Carlos Feller

Maurizio Muraro