26 dicembre 2009

10. Aria: "Non più andrai, farfallone amoroso"

Scritto da Christian

Il primo atto delle "Nozze di Figaro" si conclude con quella che è senza dubbio l'aria più celebre di tutta l'opera, nonché uno dei brani più noti e orecchiabili dell'intero repertorio mozartiano. Il Conte ha appena deciso che Cherubino dovrà arruolarsi nel suo reggimento, a Siviglia, e Figaro preannuncia al malcapitato paggio la vita spartana che lo attende sotto le armi. In una meravigliosa sequenza del film "Amadeus" (naturalmente senza alcun fondamento storico) si immagina che Mozart abbia letteralmente improvvisato il tema musicale prendendo spunto da una marcetta di benvenuto scritta per lui da Antonio Salieri:


Come detto, il brano funge da finale del primo dei quattro atti in cui è divisa l'opera. Che un atto si concluda con una semplice aria, e non con una lunga sequenza musicale che vede impegnati più cantanti contemporaneamente (come era consuetudine nell'opera buffa italiana, e come infatti avverrà nel secondo e nel quarto atto delle "Nozze"), è piuttosto insolito: se inoltre pensiamo che normalmente questo tipo di opera era costituito da soli due atti, viene il sospetto che Da Ponte e Mozart, nel corso della lavorazione, abbiano deciso di dividere per qualche motivo – forse per l'eccessiva lunghezza – i due atti inizialmente previsti in quattro (che peraltro corrispondono ai cinque della commedia originale di Beaumarchais, con il terzo e il quarto atto del testo francese riuniti qui in uno solo). Anche ai giorni nostri non è raro che in alcune produzioni, per abbreviare la durata dell'opera, vengano fusi insieme gli ultimi due atti e si eliminino alcune arie considerate "minori", solitamente quelle di Marcellina ("Il capro e la capretta") e di Basilio ("In quegl'anni in cui val poco"). Giusto per onor di cronaca, faccio notare che le successive due opere buffe di Da Ponte e Mozart ("Don Giovanni" e "Così fan tutte") saranno rigorosamente in due atti.

Tornando al "Non più andrai", la struttura musicale è in forma di rondò: il brano esordisce con un tema allegro e melodico (con l'orchestra che accompagna in maniera deliziosa la voce del cantante), che verrà ripetuto per tre volte in alternanza con altri temi via via più energici e tonitruanti, per terminare in una marcia trascinante e parodistica, sulla quale i personaggi escono di scena. Il brano serve a Figaro per prendersi gioco di Cherubino, ricordandogli come dalla sua nuova vita militare saranno esclusi vezzi, galanterie e donne, ma anche e soprattutto del Conte e delle istituzioni che egli rappresenta. In un certo senso, infatti, è proprio al suo padrone che Figaro sta rivolgendo le sue parole: è lui il "farfallone amoroso" che dovrebbe smettere di insidiare le donne altrui! Nel recitativo che precede l'aria, oltre al divertente scambio di battute fra Susanna e il Conte ("Egli è ancora fanciullo!" – "Men di quel che tu credi"), sono da sottolineare alcuni passaggi: il Conte sta per cacciare Cherubino tout court dal castello, quando questi gli ricorda che ha udito le sue inappropriate profferte amorose verso Susanna e che non ne ha fatto parola con nessuno, almeno non ancora ("È ver, mancai; ma dal mio labbro alfine..."); al che il Conte lo zittisce rapidamente, preferendo – fra la rabbia e l'imbarazzo – "perdonarlo" con magnanimità e mantenerlo al proprio servizio, seppur destinandolo appunto alla vita sotto le armi. Figaro allora, che ha già in mente un nuovo piano, sussurra al ragazzo "Io vo' parlarti pria che tu parta": avrà infatti bisogno del suo aiuto per metterlo in atto.

Clicca qui per il testo del recitativo che precede il brano.

FIGARO, SUSANNA e BASILIO
Evviva!

FIGARO
(a Cherubino)
E voi non applaudite?

SUSANNA
È afflitto, poveretto,
perché il padron lo scaccia dal castello!

FIGARO
(al Conte)
Ah, in un giorno sì bello!

SUSANNA
In un giorno di nozze!

FIGARO
Quando ognun v'ammira!

CHERUBINO
(s'inginocchia)
Perdono, mio signor...

IL CONTE
Nol meritate.

SUSANNA
Egli è ancora fanciullo!

IL CONTE
Men di quel che tu credi.

CHERUBINO
È ver, mancai; ma dal mio labbro alfine...

IL CONTE
(lo alza)
Ben ben; io vi perdono.
Anzi farò di più; vacante è un posto
d'uffizial nel reggimento mio;
io scelgo voi; partite tosto: addio.

SUSANNA e FIGARO
Ah, fin domani sol...

IL CONTE
No, parta tosto.

CHERUBINO
A ubbidirvi, signor, son già disposto.

IL CONTE
Via, per l'ultima volta
la Susanna abbracciate.
(Inaspettato è il colpo.)

FIGARO
Ehi, capitano, a me pure la mano;
(piano a Cherubino)
io vo' parlarti pria che tu parta.
(forte)
Addio, picciolo Cherubino;
come cangia in un punto il tuo destino.

Clicca qui per il testo del brano.

FIGARO
Non più andrai, farfallone amoroso,
notte e giorno d'intorno girando,
delle belle turbando il riposo,
Narcisetto, Adoncino d'amor.
Non più avrai questi bei pennacchini,
quel cappello leggero e galante,
quella chioma, quell'aria brillante,
quel vermiglio donnesco color.
Tra guerrieri, poffar Bacco!
Gran mustacchi, stretto sacco.
Schioppo in spalla, sciabla al fianco,
collo dritto, muso franco,
un gran casco, o un gran turbante,
molto onor, poco contante!
Ed invece del fandango,
una marcia per il fango.
Per montagne, per valloni,
con le nevi e i sollioni.
Al concerto di tromboni,
di bombarde, di cannoni,
che le palle in tutti i tuoni
all'orecchio fan fischiar.
Cherubino, alla vittoria,
alla gloria militar!



Ruggero Raimondi


Luca Pisaroni


Hermann Prey


Bryn Terfel


Lucio Gallo


Ezio Pinza

Tito Gobbi


La melodia del "farfallone amoroso" divenne subito immensamente popolare, al punto che era molto frequente udirla fischiettare per le strade o cantare a squarciagola nelle birrerie di Praga (dove l'opera era stata rappresentata con grande successo pochi mesi dopo la prima di Vienna). L'anno seguente, lo stesso Mozart vi fece un ironico riferimento all'interno di un'altra sua opera, il "Don Giovanni":

23 dicembre 2009

8-9. Coro: "Giovani liete, fiori spargete"

Scritto da Christian

Doppia numerazione, perché si tratta in effetti di due brani distinti (sebbene praticamente identici), separati da un recitativo. È un coro di contadini e contadine, organizzato da Figaro per costringere il Conte d'Almaviva a celebrare seduta stante il matrimonio fra lui e Susanna, nella speranza che egli non possa rifiutarsi di farlo davanti a tutti (si tratta in realtà della parte civile del matrimonio, la cui ratifica spettava al signore di un castello: in questo caso, la cerimonia consiste nel porre il velo bianco sulla testa della sposa). Il Conte, già furibondo con Susanna per i continui rifiuti di cedere alle sue avances e per l'episodio (appena avvenuto) di Cherubino, riesce comunque a prendere tempo con la scusa di voler celebrare le nozze con maggiore sfarzo, nel tardo pomeriggio. Nel frattempo, ordina a Basilio di rintracciare Marcellina: come l'anziana dama di compagnia aveva previsto, infatti, il nobile intende prendere le sue parti nella causa contro Figaro.

Venendo al coro in sé, dunque, nonostante la bellezza della melodia e delle parole esso è in realtà fortemente ironico, colmo di sarcasmo e tutt'altro che sincero nel tessere le lodi del padrone. Non a caso Figaro ne ha scritto personalmente il testo, facendo riferimento alla recente abolizione del "diritto feudale", ovvero lo ius primae noctis: abolito di nome ma – almeno nelle intenzioni del Conte – non di fatto!

Da notare che molti registi approfittano di questo coro per introdurre sulla scena, mescolata fra le altre contadine, il personaggio di Barbarina, nonostante la sua presenza non sia menzionata nel libretto (il testo di Da Ponte prevede il suo ingresso sul palco solo dal terzo atto).

Clicca qui per il testo del recitativo che precede il primo coro.

IL CONTE
Basilio, in traccia tosto di Figaro volate!
(addita Cherubino che non si muove di loco)
Io vo' ch'ei veda...

SUSANNA
Ed io che senta; andate!

IL CONTE
Restate: che baldanza!
E quale scusa se la colpa è evidente?

SUSANNA
Non ha d'uopo di scusa un'innocente.

IL CONTE
Ma costui quando venne?

SUSANNA
Egli era meco quando voi qui giungeste,
e mi chiedea d'impegnar la padrona
a intercedergli grazia.
Il vostro arrivo in scompiglio lo pose,
ed allor in quel loco si nascose.

IL CONTE
Ma s'io stesso m'assisi
quando in camera entrai!

CHERUBINO
Ed allor di dietro io mi celai.

IL CONTE
E quando io là mi posi?

CHERUBINO
Allor io pian mi volsi, e qui m'ascosi.

IL CONTE
(a Susanna)
Oh ciel, dunque ha sentito
tutto quello ch'io ti dicea!

CHERUBINO
Feci per non sentir quanto potea.

IL CONTE
Ah perfidia!

BASILIO
Frenatevi: vien gente!

IL CONTE
(tira Cherubino giù dalla sedia)
E voi restate qui, picciol serpente!

(Entra Figaro con bianca veste in mano. Coro di contadine e di contadini vestiti di bianco che spargono fiori, raccolti in piccioli panieri, davanti al Conte.)

Clicca qui per il testo del primo coro.

CORO
Giovani liete,
fiori spargete
davanti al nobile
nostro signor.
Il suo gran core
vi serba intatto
d'un più bel fiore
l'almo candor.

Clicca qui per il testo del recitativo fra i due cori.

IL CONTE
Cos'è questa commedia?

FIGARO
(piano a Susanna)
Eccoci in danza:
secondami cor mio.

SUSANNA
(Non ci ho speranza.)

FIGARO
Signor, non isdegnate
questo del nostro affetto
meritato tributo: or che aboliste
un diritto sì ingrato a chi ben ama...

IL CONTE
Quel diritto or non v'è più; cosa si brama?

FIGARO
Della vostra saggezza il primo frutto
oggi noi coglierem: le nostre nozze
si son già stabilite. Or a voi tocca
costei che un vostro dono illibata serbò,
coprir di questa, simbolo d'onestà, candida vesta.

IL CONTE
(Diabolica astuzia! Ma fingere convien.)
Son grato, amici, ad un senso sì onesto!
Ma non merto per questo né tributi, né lodi;
e un dritto ingiusto ne' miei feudi abolendo,
a natura, al dover lor dritti io rendo.

TUTTI
Evviva, evviva, evviva!

SUSANNA
Che virtù!

FIGARO
Che giustizia!

IL CONTE
(a Figaro e Susanna)
A voi prometto compier la ceremonia:
chiedo sol breve indugio;
io voglio in faccia de' miei più fidi,
e con più ricca pompa, rendervi appien felici.
(a Basilio)
Marcellina si trovi.
(a tutti)
Andate, amici.

Clicca qui per il testo del secondo coro.

CORO
Giovani liete,
fiori spargete
davanti al nobile
nostro signor.
Il suo gran core
vi serba intatto
d'un più bel fiore
l'almo candor.
(partono)



dir: Karl Böhm


dir.: Jean-François Rivest

dir.: John Eliot Gardiner

19 dicembre 2009

7. Terzetto: "Cosa sento! Tosto andate"

Scritto da Christian

Dopo una serie di numeri musicali che servivano a introdurre i personaggi, finalmente si entra nel vivo con un po' di azione! La situazione è la seguente: il paggio Cherubino, che si era recato da Susanna per pregarla di intercedere per lui presso la Contessa (il Conte vuole cacciarlo dal palazzo perché il giorno prima lo ha trovato da solo in camera di Barbarina, la figlia del giardiniere), sentendo avvicinarsi proprio il Conte e temendo che la situazione si riproponga tale e quale, si nasconde d'impulso dietro una poltrona. Il Conte d'Almaviva (baritono) fa dunque la sua prima apparizione in scena e cerca nuovamente di convincere Susanna a cedere alle sue voglie, offrendole anche una ricompensa in denaro (ricordiamo che Figaro, il promesso sposo di Susanna, è pesantemente indebitato con l'anziana Marcellina). A un certo punto, lo stesso Conte è costretto a nascondersi (dietro la medesima poltrona dov'era Cherubino, che – non visto – passa davanti e vi ci siede sopra, prontamente ricoperto da Susanna con un telo) perché qualcun altro sta giungendo nella stanza: si tratta del subdolo Don Basilio (tenore buffo), un personaggio già apparso nel "Barbiere di Siviglia". Allora era il maestro di musica di Rosina, stavolta lo è di Susanna; e da fedele servitore del Conte cerca di convincere la ragazza ad accettare le avances del padrone. Per lei, afferma, sarebbe meglio avere come amante un ricco signore piuttosto che un giovane paggio, Cherubino, che fra l'altro è innamorato anche della Contessa: la cosa – afferma – è sulla bocca di tutti. All'udire questo, il Conte esce dal suo nascondiglio ancor più furibondo con il paggio e ordina a Basilio di rintracciare il ragazzino e di cacciarlo immantinente. Qui comincia il terzetto.

Clicca qui per il testo del recitativo che precede il brano.

CHERUBINO
(vedendo il Conte da lontano, torna indietro impaurito e si nasconde dietro la sedia)
Ah, son perduto!

SUSANNA
(cerca di mascherar Cherubino)
Che timor! - Il Conte! - Misera me!

IL CONTE
(entra)
Susanna, tu mi sembri
agitata e confusa.

SUSANNA
Signor... Io chiedo scusa...
ma... se mai... qui sorpresa...
Per carità! Partite.

IL CONTE
(si mette a sedere sulla sedia, prende Susanna per la mano)
Un momento e ti lascio.
Odi...

SUSANNA
Non odo nulla.

IL CONTE
...due parole. Tu sai
che ambasciatore a Londra
il re mi dichiarò;
e di condur meco Figaro destinai.

SUSANNA
Signor, se osassi...

IL CONTE
Parla, parla, mia cara, e con quel dritto
ch'oggi prendi su me finché tu vivi,
chiedi, imponi, prescrivi.

SUSANNA
Lasciatemi signor;
dritti non prendo, non ne vo', non ne intendo...
Oh me infelice!

IL CONTE
Ah no, Susanna, io ti vo' far felice!
Tu ben sai quanto io t'amo:
a te Basilio tutto già disse.
Or senti, se per pochi momenti
meco in giardin sull'imbrunir del giorno...
Ah, per questo favore io pagherei...

BASILIO
(dietro la scena)
È uscito poco fa.

IL CONTE
Chi parla?

SUSANNA
Oh Dei!

IL CONTE
Esci, e alcun non entri.

SUSANNA
Ch'io vi lasci qui solo?

BASILIO
(dietro)
Da madama ei sarà, vado a cercarlo.

IL CONTE
(addita la sedia)
Qui dietro mi porrò.

SUSANNA
Non vi celate.

IL CONTE
Taci, e cerca ch'ei parta.

SUSANNA
Oimè! Che fate?

(Il Conte vuol nascondersi dietro il sedile: Susanna si frappone tra il paggio e lui: il Conte la spinge dolcemente. Ella rincula, intanto il paggio passa al davanti del sedile, si mette dentro in piedi, Susanna il ricopre colla vestaglia.)

BASILIO
(entra)
Susanna, il ciel vi salvi. Avreste a caso veduto il Conte?

SUSANNA
E cosa deve far meco il Conte?
Animo, uscite.

BASILIO
Aspettate, sentite,
Figaro di lui cerca.

SUSANNA
(Oh cielo!) Ei cerca
chi dopo voi più l'odia.

IL CONTE
(Veggiam come mi serve.)

BASILIO
Io non ho mai nella moral sentito
ch'uno ch'ami la moglie odi il marito.
Per dir che il Conte v'ama...

SUSANNA
Sortite, vil ministro
dell'altrui sfrenatezza:
Io non ho d'uopo della vostra morale,
del Conte, del suo amor...

BASILIO
Non c'è alcun male.
Ha ciascun i suoi gusti: io mi credea
che preferir dovreste per amante,
come fan tutte quante,
un signor liberal, prudente, e saggio,
a un giovinastro, a un paggio...

SUSANNA
A Cherubino!

BASILIO
A Cherubino! A Cherubin d'amore
ch'oggi sul far del giorno
passeggiava qui d'intorno,
per entrar...

SUSANNA
Uom maligno,
un'impostura è questa.

BASILIO
È un maligno con voi chi ha gli occhi in testa.
E quella canzonetta? Ditemi in confidenza;
io sono amico, ed altrui nulla dico;
È per voi?... Per madama?...

SUSANNA
(Chi diavol gliel'ha detto?)

BASILIO
A proposito, figlia, instruitelo meglio;
egli la guarda a tavola sì spesso,
e con tale immodestia,
che se il Conte s'accorge...
che su tal punto, sapete, egli è una bestia.

SUSANNA
Scellerato! E perché andate voi
tai menzogne spargendo?

BASILIO
Io? Che ingiustizia!
Quel che compro io vendo.
A quel che tutti dicono io non aggiungo un pelo.

IL CONTE
(sortendo)
Come, che dicon tutti?

BASILIO
Oh, bella!

SUSANNA
Oh, cielo!

Clicca qui per il testo del brano.

IL CONTE
(a Basilio)
Cosa sento! Tosto andate,
e scacciate il seduttor.

BASILIO
In mal punto son qui giunto,
perdonate, oh mio signor.

SUSANNA
(quasi svenuta)
Che ruina, me meschina,
son oppressa dal dolor.

BASILIO e IL CONTE
(sostenendola)
Ah già svien la poverina!
Come, oh Dio, le batte il cor!

BASILIO
(approssimandosi al sedile in atto di farla sedere)
Pian pianin, su questo seggio...

SUSANNA
Dove sono?
(rinviene)
Cosa veggio!
(staccandosi da tutti e due)
Che insolenza, andate fuor.

BASILIO
Siamo qui per aiutarvi,
è sicuro il vostro onor.

IL CONTE
Siamo qui per aiutarti,
non turbarti, oh mio tesor.

BASILIO
(al Conte)
Ah, del paggio quel che ho detto
era solo un mio sospetto.

SUSANNA
È un'insidia, una perfidia,
non credete all'impostor.

IL CONTE
Parta, parta il damerino!

SUSANNA e BASILIO
Poverino!

IL CONTE
Poverino!
Ma da me sorpreso ancor.

SUSANNA e BASILIO
Come? Che?

IL CONTE
Da tua cugina
l'uscio ier trovai rinchiuso;
picchio, m'apre Barbarina
paurosa fuor dell'uso.
Io dal muso insospettito,
guardo, cerco in ogni sito,
ed alzando pian pianino
il tappetto al tavolino
vedo il paggio...
(imita il gesto colla vestaglia e scopre il paggio)
Ah! cosa veggio!

SUSANNA
Ah! crude stelle!

BASILIO
Ah! meglio ancora!

IL CONTE
Onestissima signora!
Or capisco come va!

SUSANNA
Accader non può di peggio,
giusti Dei! Che mai sarà?

BASILIO
Così fan tutte le belle;
non c'è alcuna novità!

La scena in cui il Conte solleva il telo dalla poltrona e scopre casualmente Cherubino è una delle più celebri dell'opera, al punto da figurare spesso come illustrazione sulle locandine o sulle copertine dei dischi.

Da sottolineare alcuni passaggi interessanti, dove si può leggere qualcosa tra le righe. Per esempio quando il Conte rivela di essersi recato, il giorno prima, da Barbarina ("Da tua cugina / l'uscio ier trovai rinchiuso; / picchio, m'apre Barbarina / paurosa fuor dell'uso"): il sospetto che il fedifrago Conte si diverta anche con la figlia del giardiniere verrà rinforzato da una frase en passant della ragazzina nel terzo atto: "Eccellenza, Eccellenza, voi mi dite sì spesso, qual volta m'abbracciate e mi baciate..."!

Dalla frase di Basilio "Così fan tutte le belle", infine, Lorenzo Da Ponte trarrà il titolo della terza opera che scriverà per Mozart, "Così fan tutte" appunto.


Thomas Allen (Conte Almaviva), Kathleen Battle (Susanna), Artur Korn (Bartolo)


Rodney Gilfry, Alison Hagley
e Francis Egerton


Dietrich Fischer-Dieskau, Edith Mathis
ed Erwin Wohlfahrt


Gabriel Bacquier, Lucia Popp
e Michel Sénéchal

Nicolas Rivenq, Sophie Marin Degor
e Stuart Patterson

12 dicembre 2009

6. Aria: "Non so più cosa son, cosa faccio"

Scritto da Christian

Partita Marcellina, Susanna riceve un'altra visita: si tratta di Cherubino, il giovane paggio del Conte. Il personaggio, un adolescente in piena tempesta ormonale (nel testo originale di Beaumarchais ha tredici anni), è tradizionalmente interpretato da una donna (la partitura è scritta per mezzosoprano, ma non di rado il suo ruolo viene cantato da un soprano; meno frequente è il caso in cui a eseguirlo è chiamato un vero fanciullo con voce bianca o addirittura un controtenore). Anche nella commedia di Beaumarchais, dove non c'erano brani cantati e quindi esigenze di timbro vocale, il ruolo era assegnato a una ragazza en travesti: secondo il commediografo, infatti, nella sua compagnia non c'erano giovani attori che fossero contemporaneamente dell'età giusta e in grado di comprendere tutte le "sottigliezze" (e le ambiguità) del ruolo.

Per l'efebico Cherubino, forse il personaggio più popolare dell'opera nonostante il suo spazio sulla scena sia inferiore a quello delle quattro figure principali (Figaro, Susanna, il Conte e la Contessa), Mozart ha scritto due arie magnifiche (questa e la celebre "Voi che sapete", nel secondo atto): ma il ragazzo è anche al centro di altri numeri musicali in cui non deve cantare (dal "Non più andrai, farfallone amoroso" di Figaro al "Venite, inginocchiatevi" di Susanna, per esempio). Ed è un motore drammaturgico di notevole importanza, visto che il suo ardore giovanile fa da contraltare a quello – più maturo – del Conte: nonostante la giovane età, anzi proprio per la sua sessualità ancora acerba che sta lentamente sviluppandosi, Cherubino è il personaggio che più rappresenta l'erotismo ne "Le nozze di Figaro": come rivela a Susanna in quest'aria di esordio, non può fare a meno di amare tutte le donne. In particolare, ha una tresca con la coetanea Barbarina, la figlia del giardiniere (e cugina della stessa Susanna), ma più di tutte adora la Contessa in persona, che ammira da lontano. Se da Barbarina è ricambiato (vedremo in seguito la ragazzina chiedere al Conte il permesso di sposarlo!), e se dalla stessa Susanna è visto con simpatia (fra i due c'è una certa complicità, come indica la disinvoltura dei loro dialoghi, qui e altrove), anche da parte della Contessa non c'è indifferenza, sia pure accuratamente nascosta per esigenze sociali (è ovviamente troppo giovane persino per essere un amante o un oggetto del desiderio "rispettabile"). Nella terza commedia della trilogia di Beaumarchais, "La madre colpevole" (molto meno nota delle altre due e ambientata una ventina d'anni più tardi), scopriremo che Rosina e Cherubino, qualche tempo dopo la conclusione delle "Nozze", hanno passato addirittura una singola e breve notte insieme.

Clicca qui per il testo del recitativo che precede il brano.

SUSANNA
Va' là, vecchia pedante,
dottoressa arrogante,
perché hai letti due libri
e seccata madama in gioventù...

CHERUBINO
(arriva in fretta)
Susanetta, sei tu?

SUSANNA
Son io, cosa volete?

CHERUBINO
Ah, cor mio, che accidente!

SUSANNA
Cor vostro! Cosa avvenne?

CHERUBINO
Il Conte ieri
perché trovommi sol con Barbarina,
il congedo mi diede;
e se la Contessina,
la mia bella comare,
grazia non m'intercede, io vado via,
io non ti vedo più, Susanna mia!

SUSANNA
Non vedete più me! Bravo! Ma dunque
non più per la Contessa
secretamente il vostro cor sospira?

CHERUBINO
Ah, che troppo rispetto ella m'ispira!
Felice te, che puoi
vederla quando vuoi,
che la vesti il mattino,
che la sera la spogli, che le metti
gli spilloni, i merletti...
Ah, se in tuo loco...
Cos'hai lì? Dimmi un poco...

SUSANNA
Ah, il vago nastro della notturna cuffia
di comare sì bella.

CHERUBINO
(toglie il nastro di mano a Susanna)
Deh, dammelo sorella,
dammelo per pietà!

SUSANNA
(vuol riprenderglielo)
Presto quel nastro!

CHERUBINO
(si mette a girare intorno la sedia)
O caro, o bello, o fortunato nastro!
Io non te'l renderò che colla vita!

SUSANNA
(seguita a corrergli dietro, ma poi s'arresta come fosse stanca)
Cos'è quest'insolenza?

CHERUBINO
Eh via, sta cheta!
In ricompensa poi
questa mia canzonetta io ti vo' dare.

SUSANNA
E che ne debbo fare?

CHERUBINO
Leggila alla padrona,
leggila tu medesma;
leggila a Barbarina, a Marcellina;
leggila ad ogni donna del palazzo!

SUSANNA
Povero Cherubin, siete voi pazzo!

Clicca qui per il testo del brano.

CHERUBINO
Non so più cosa son, cosa faccio,
or di foco, ora sono di ghiaccio,
ogni donna cangiar di colore,
ogni donna mi fa palpitar.
Solo ai nomi d'amor, di diletto,
mi si turba, mi s'altera il petto
e a parlare mi sforza d'amore
un desio ch'io non posso spiegar.
Parlo d'amor vegliando,
parlo d'amor sognando,
all'acque, all'ombre, ai monti,
ai fiori, all'erbe, ai fonti,
all'eco, all'aria, ai venti,
che il suon de' vani accenti
portano via con sé.
E se non ho chi m'oda,
parlo d'amor con me.

Sul palcoscenico, normalmente, Cherubino si presenta entrando baldanzosamente dalla finestra come un novello Romeo (o Almaviva!): un ingresso speculare alla sua uscita di scena nel secondo atto, quando da un'altra finestra (dalle stanze della Contessa) balzerà giù. Nel corso del recitativo, il ragazzo informa Susanna che il Conte è furioso con lui perché il giorno prima lo ha sorpreso in camera di Barbarina, e pertanto vorrebbe cacciarlo dal castello: è giunto qui per chiedere – attraverso Susanna – alla Contessa di intercedere per lui. È interessante come il Conte abbia in particolare antipatia Cherubino: non si tratta solo di insana gelosia; forse in lui vede sé stesso da giovane, e confronta con rabbia le pulsioni sessuali pure e adolescenziali del paggio con le proprie, ricolme di egoismo, di voglia di possesso e di frustrazione.

Sulla scena, il ruolo di Cherubino presenta alcune difficoltà non solo per le interpreti (è una tempesta di emozioni: sempre inquieto, passa dalla baldanza e dall'insolenza di fronte a Susanna alla timidezza e alla soggezione in presenza della Contessa; dalla gioia di vivere e dalla continua voglia di scherzare alla malinconia e allo struggimento d'amore) ma anche per registi e scenografi: a partire dal costume, che deve rendere credibili interpreti femminili in un ruolo maschile. Il tutto è complicato dal fatto che per ben due volte, nel secondo e nel terzo atto, il povero paggio viene travestito da ragazza! Mettiamo dunque a confronto tra loro alcune interpretazioni molto differenti per tono, ritmo e – appunto – abbigliamento!



Frederica Von Stade


Tove Dahlberg


Pamela Helen Stephen


Tatiana Troyanos


Edith Mathis


Cecilia Bartoli


Christine Schäfer

Gabriele Sima

9 dicembre 2009

5. Duettino: "Via resti servita, Madama brillante"

Scritto da Christian

Date le premesse, è evidente che fra Susanna e Marcellina (mezzosoprano) non può esserci grande simpatia. In questo brioso ed esilarante duetto, le due donne – che si sono ritrovate per caso nella stessa stanza – fanno a gara di "cortesie", ciascuna per lasciare uscire prima l'altra, con una schermaglia verbale che può ricordare l'alternanza di colpi tipica delle comiche di Stanlio e Ollio. Divertente, in particolare, come Susanna infierisca perfidamente con il colpo di grazia: "L'età! L'età! L'età!".

Da sottolineare, nel recitativo che introduce il brano, il francesismo di Marcellina "argent fait tout", il cui utilizzo indica una certa cultura. Terminato il duetto, e partita la rivale, Susanna la apostroferà infatti con "vecchia pedante, dottoressa arrogante", affermando che "ha letto due libri e seccato madama in gioventù". Quest'ultima frase si riferisce al fatto che Marcellina è stata in passato la governante di Rosina, l'attuale Contessa, quando questa viveva a casa di Bartolo (di cui era la pupilla) nel "Barbiere di Siviglia". Il personaggio, comunque, non compariva nella precedente commedia di Beaumarchais: nell'opera di Giovanni Paisiello, assai popolare al tempo di Mozart, veniva citata soltanto di sfuggita un paio di volte nei dialoghi. Nella successiva opera di Rossini, invece, al suo posto compariva un'altra domestica di Bartolo, Berta, che però pare difficile identificare con lo stesso personaggio (mentre il nome "Marcellina" era attribuito, probabilmente per un equivoco, a una fantomatica figlia di Figaro).

Clicca qui per il testo del recitativo che precede il brano.

MARCELLINA
(Tutto ancor non ho perso:
mi resta la speranza.
Ma Susanna si avanza:
io vo' provarmi...
Fingiam di non vederla.)
E quella buona perla
la vorrebbe sposar!

SUSANNA
(resta indietro)
(Di me favella)

MARCELLINA
Ma da Figaro alfine
non può meglio sperarsi: argent fait tout.

SUSANNA
(Che lingua! Manco male
ch'ognun sa quanto vale.)

MARCELLINA
Brava! Questo è giudizio!
Con quegli occhi modesti,
con quell'aria pietosa,
e poi...

SUSANNA
(Meglio è partir.)

MARCELLINA
Che cara sposa!
(Vanno tutte due per partire e s'incontrano alla porta.)

Clicca qui per il testo del brano.

MARCELLINA
(facendo una riverenza)
Via resti servita,
Madama brillante.

SUSANNA
(facendo una riverenza)
Non sono sì ardita,
madama piccante.

MARCELLINA
No, prima a lei tocca.

SUSANNA
No, no, tocca a lei.

SUSANNA e MARCELLINA
Io so i dover miei,
non fo inciviltà.

MARCELLINA
La sposa novella!

SUSANNA
La dama d'onore!

MARCELLINA
Del Conte la bella!

SUSANNA
Di Spagna l'amore!

MARCELLINA
I meriti!

SUSANNA
L'abito!

MARCELLINA
Il posto!

SUSANNA
L'età!

MARCELLINA
Per Bacco, precipito,
se ancor resto qua.

SUSANNA
Sibilla decrepita,
da rider mi fa.
(Marcellina parte)



Ileana Cotrubas e Nucci Condo


Anna Moffo e Dora Gatta


Alison Hagley e Susan McCulloch


Diana Damrau e Jeanette Fischer

Anna Netrebko e Marie McLaughlin

4 dicembre 2009

4. Aria: "La vendetta, oh, la vendetta!"

Scritto da Christian

Facciamo ora la conoscenza di altri due personaggi. Il vecchio dottor Bartolo, che qui compare nelle vesti di avvocato (nel "Barbiere di Siviglia" era invece medico), era stato il tutore di Rosina e aveva persino fatto progetti matrimoniali sulla ragazza prima che questa diventasse Contessa grazie agli imbrogli di Figaro: da allora ha giurato di vendicarsi del barbiere. L'anziana Marcellina è invece l'ex domestica proprio di Bartolo (o più probabilmente, l'ex governante di Rosina). Si è emancipata in qualche modo, ha studiato e ha fatto fortuna, e ora sogna di sposare Figaro: può contare su un impegno scritto che quest'ultimo le aveva firmato qualche anno prima in cambio di un prestito di denaro (mai restituito). Adesso, a quanto pare, vive nel castello del Conte, probabilmente come dama di compagnia.

In quest'aria, dopo che Marcellina ha incaricato Bartolo di portare la sua causa davanti al Conte per impedire l'imminente matrimonio fra Figaro e Susanna e costringere il valletto a sposare invece lei, il dottore gioisce perché in questo modo potrà finalmente vendicare i torti che Figaro gli ha fatto in passato. Presentati inizialmente come tipici comprimari, non dissimili dai tanti antagonisti delle opere buffe pronti a ogni "garbuglio" e a ogni intrigo per raggiungere i propri loschi fini, questi due personaggi nascondono però un sorprendente segreto che sarà rivelato solo nel terzo atto.

Il ruolo di Bartolo è scritto da Mozart per un basso buffo, una voce che richiede una buona tecnica e una certa rapidità di esecuzione (si pensi alla velocità con cui vengono scandite le parole nei versi "Se tutto il codice dovessi volgere...", quasi uno scioglilingua). Con l'evoluzione del genere, gli esempi più celebri di basso buffo si troveranno in seguito nelle opere di Donizetti e di Rossini: in particolare va ricordato proprio il personaggio dello stesso Don Bartolo nel "Barbiere di Siviglia" (vedi l'aria "A un dottor della mia sorte").

Clicca qui per il testo del recitativo che precede il brano.

BARTOLO
Ed aspettaste il giorno
fissato a le sue nozze
per parlarmi di questo?

MARCELLINA
Io non mi perdo,
dottor mio, di coraggio:
per romper de' sponsali
più avanzati di questo
bastò spesso un pretesto, ed egli ha meco,
oltre questo contratto, certi impegni...
so io... Basta! Convien
la Susanna atterrir. Convien con arte
impuntigliarla a rifiutar il Conte.
Egli per vendicarsi
prenderà il mio partito,
e Figaro così fia mio marito.

BARTOLO
(prende il contratto dalle mani di Marcellina)
Bene, io tutto farò: senza riserve
tutto a me palesate.
(Avrei pur gusto di dar per moglie la mia serva antica
a chi mi fece un dì rapir l'amica.)

Clicca qui per il testo del brano.

BARTOLO
La vendetta, oh, la vendetta!
È un piacer serbato ai saggi.
L'obliar l'onte e gli oltraggi
è bassezza, è ognor viltà.
Con l'astuzia... coll'arguzia...
col giudizio... col criterio...
si potrebbe... il fatto è serio...
ma credete, si farà.
Se tutto il codice dovessi volgere,
se tutto l'indice dovessi leggere,
con un equivoco, con un sinonimo
qualche garbuglio si troverà.
Tutta Siviglia conosce Bartolo:
il birbo Figaro vostro* sarà.

*in alcune versioni figura "vinto" anziché "vostro".



Kurt Moll


Michele Filanti


Antonio Abete


Carlos Feller

Maurizio Muraro

28 novembre 2009

3. Cavatina: "Se vuol ballare, signor Contino"

Scritto da Christian

Uscita Susanna, Figaro rimane solo e libero di manifestare la propria ira verso il Conte, e soprattutto di progettare una strategia per contrastare le sue macchinazioni e i suoi tentativi di sedurre la sua promessa sposa anche tramite offerte di denaro (scopriremo più tardi, infatti, che Figaro ha un disperato bisogno di moneta, essendo pesantemente indebitato con l'anziana Marcellina).

In questa cavatina, il primo assolo dell'opera, ritroviamo finalmente il Figaro che avevamo già conosciuto nel "Barbiere di Siviglia", il factotum dall'ingegno fino e dalla mente prodigiosa, cinico e sempre pronto alla lotta e all'inganno. Se nella commedia precedente aveva messo le sue "invenzioni prelibate" al servizio del Conte d'Almaviva, favorendo la sua tresca con Rosina a scapito del malcapitato dottor Bartolo (tutti personaggi che ritroveremo fra poco, per quanto trasfigurati!), stavolta lotterà per sé stesso e proprio contro il Conte, che da alleato diventa suo nemico. E questa è la sua dichiarazione di guerra.

Nella commedia originale di Beaumarchais, i lunghi monologhi di Figaro erano i frammenti che più avevano fatto scandalo presso le corti europee dell'epoca, visto che prendevano in giro la nobiltà e arrivavano addirittura a metterne in dubbio il diritto all'autorità. Il librettista Da Ponte, naturalmente, li accorcia (per esigenze di tempo) e li edulcora (per motivi di censura), ma in quel "il chitarrino le suonerò" rimane una forte carica sarcastica ed eversiva.

Clicca qui per il testo del recitativo che precede il brano.

FIGARO
Bravo, signor padrone! Ora incomincio
a capir il mistero... e a veder schietto
tutto il vostro progetto: a Londra è vero?
Voi ministro, io corriero, e la Susanna ...
secreta ambasciatrice.
Non sarà, non sarà. Figaro il dice.

Clicca qui per il testo del brano.

FIGARO
Se vuol ballare,
signor Contino,
il chitarrino
le suonerò.
Se vuol venire
nella mia scuola
la capriola
le insegnerò.
Saprò... ma piano!
Meglio ogni arcano
dissimulando
scoprir potrò!
L'arte schermendo,
l'arte adoprando,
di qua pungendo,
di là scherzando,
tutte le macchine
rovescerò.
Se vuol ballare,
signor Contino,
il chitarrino
le suonerò.

La menzione di Londra, nel recitativo, si riferisce al fatto che (come spiegherà più avanti il Conte stesso) il Re di Spagna lo ha recentemente nominato ambasciatore spagnolo in Inghilterra: e il Conte progetta di trasferirsi là conducendo con sé anche i suoi servitori più fidati, fra i quali naturalmente Figaro e Susanna.


Erwin Schrott


Ferruccio Furlanetto


Luca Pisaroni


Ildebrando d'Arcangelo

Bryn Terfel

Nel 1792, sei anni dopo la prima rappresentazione dell'opera di Mozart, Ludwig van Beethoven scrisse delle variazioni per piano e violino sul tema di quest'aria (WoO 40, pubblicate nel 1793 e dedicate a Eleonore Breuning). Qui sotto, eccole nella versione per pianoforte solo (interprete Cyprien Katsaris):

25 novembre 2009

2. Duettino: "Se a caso madama la notte ti chiama"

Scritto da Christian

Il duetto di apertura è seguito da un breve recitativo e subito da un secondo duetto, sempre tra Figaro e Susanna, in cui la ragazza spiega al promesso sposo (che cerca di convincerla di quanto sia comoda la stanza che il Conte d'Almaviva ha destinato loro) perché non è così entusiasta di trasferirsi vicino alle camere del padrone. La generosità di quest'ultimo non è infatti disinteressata: stanco ormai della Contessa (ossia di quella Rosina che aveva conquistato con tanta fatica ne "Il barbiere di Siviglia"), il Conte vorrebbe adesso accattivarsi i favori proprio di Susanna... La notizia scuote Figaro (e la sua fiducia nel Conte), e anche la musica ha un brusco cambio di tono a metà brano (e termina con alcune dissonanze).

Clicca qui per il testo del recitativo che precede il brano.

SUSANNA
Cosa stai misurando,
caro il mio Figaretto?

FIGARO
Io guardo se quel letto
che ci destina il Conte
farà buona figura in questo loco.

SUSANNA
E in questa stanza?

FIGARO
Certo: a noi la cede
generoso il padrone.

SUSANNA
Io per me te la dono.

FIGARO
E la ragione?

SUSANNA
(toccandosi la fronte)
La ragione l'ho qui.

FIGARO
(facendo lo stesso)
Perché non puoi
far che passi un po' qui?

SUSANNA
Perché non voglio.
Sei tu mio servo, o no?

FIGARO
Ma non capisco
perché tanto ti spiace
la più comoda stanza del palazzo.

SUSANNA
Perch'io son la Susanna, e tu sei pazzo.

FIGARO
Grazie; non tanti elogi! Guarda un poco
se potriasi star meglio in altro loco.

Clicca qui per il testo del duetto.

FIGARO
Se a caso madama
la notte ti chiama,
din din; in due passi
da quella puoi gir.
Vien poi l'occasione
che vuolmi il padrone,
don, don; in tre salti
lo vado a servir.

SUSANNA
Così se il mattino
il caro Contino,
din din; e ti manda
tre miglia lontan,
don don; a mia porta
il diavol lo porta,
ed ecco in tre salti...

FIGARO
Susanna, pian, pian.

SUSANNA
Ascolta...

FIGARO
Fa presto!

SUSANNA
Se udir brami il resto,
discaccia i sospetti
che torto mi fan.

FIGARO
Udir bramo il resto,
i dubbi, i sospetti
gelare mi fan.

Clicca qui per il testo del recitativo che segue il brano.

SUSANNA
Or bene; ascolta, e taci!

FIGARO
Parla: che c'è di nuovo?

SUSANNA
Il signor Conte,
stanco di andar cacciando le straniere
bellezze forestiere,
vuole ancor nel castello
ritentar la sua sorte,
né già di sua consorte, bada bene,
appetito gli viene ...

FIGARO
E di chi dunque?

SUSANNA
Della tua Susannetta.

FIGARO
Di te?

SUSANNA
Di me medesma; ed ha speranza,
che al nobil suo progetto
utilissima sia tal vicinanza.

FIGARO
Bravo! Tiriamo avanti.

SUSANNA
Queste le grazie son, questa la cura
ch'egli prende di te, della tua sposa.

FIGARO
Oh, guarda un po', che carità pelosa!

SUSANNA
Chetati, or viene il meglio: Don Basilio,
mio maestro di canto, e suo mezzano,
nel darmi la lezione
mi ripete ogni dì questa canzone.

FIGARO
Chi? Basilio? Oh, birbante!

SUSANNA
E tu credevi
che fosse la mia dote
merto del tuo bel muso!

FIGARO
Me n'ero lusingato.

SUSANNA
Ei la destina
per ottener da me certe mezz'ore...
che il diritto feudale...

FIGARO
Come? Ne' feudi suoi
non l'ha il Conte abolito?

SUSANNA
Ebben; ora è pentito, e par che tenti
riscattarlo da me.

FIGARO
Bravo! Mi piace.
Che caro signor Conte!
Ci vogliam divertir: trovato avete...
(Si sente suonare un campanello)
Chi suona? La Contessa.

SUSANNA
Addio, addio, Figaro bello...

FIGARO
Coraggio, mio tesoro.

SUSANNA
E tu, cervello.
(parte)


Cominciamo a intravedere meglio le caratteristiche dei personaggi. Figaro, nonostante la sua genialità, resta un eterno e ingenuo bambinone, così impegnato a compiere i propri doveri e a mostrarsi fedele ai padroni (da notare comunque l'ironia dei quei "din din" e "don don") da non accorgersi di cosa avviene intorno a lui. Susanna, forte e determinata, gli è alla pari o forse lo supera addirittura per furbizia e ingegno (come d'altronde la Contessa si dimostrerà superiore nei confronti del Conte: ne "Le nozze di Figaro" sono spesso le donne a dominare la scena) e nel prosieguo dell'opera la vedremo spesso fingere o dissimulare le proprie qualità. In questo numero musicale (e nel recitativo che segue) è proprio Susanna a spiegare al futuro marito qual è la situazione: il Conte, al quale spetterebbe il compito di celebrare la parte civile del loro matrimonio, intende ripristinare ad personam e in via non ufficiale il diritto feudale dello ius primae noctis, che ha recentemente abolito in tutti i suoi possedimenti. Come compenso, ha promesso alla ragazza una cospicua dote per le sue nozze. Inutile dire che, se Susanna non cederà alle sue voglie, l'aristocratico metterà invece in tutti i modi i bastoni fra le ruote ai due innamorati.


Bryn Terfel e Alison Hagley


Giuseppe Taddei e Anna Moffo


Samuel Ramey e Lucia Popp


Ildebrando d'Arcangelo e Diana Damrau

Luca Pisaroni e Rosemary Joshua

21 novembre 2009

1. Duettino: "Cinque... dieci... venti... trenta..."

Scritto da Christian

Come ci rivela anche il film "Amadeus" (vedi il finale della clip qui a fianco), l'opera si apre su toni ilari e giocosi. L'azione è ambientata in un'ala del palazzo del Conte d'Almaviva, in Spagna. Nella prima scena del primo atto facciamo subito conoscenza con due dei principali protagonisti, vale a dire Figaro e Susanna, servitori del Conte e della Contessa. Ci vengono presentati come una coppia di innamorati che pregusta le gioie dell'imminente matrimonio, in programma quello stesso giorno: Susanna si sta provando l'abito da sposa, mentre Figaro sta misurando lo spazio destinato al letto nuziale nella stanza che il Conte intende destinare loro all'interno del palazzo.

La scena si svolge mentre l'alba sta per spuntare (ricordo ancora che l'intera opera si svolge nell'arco di una sola "folle" giornata, e si concluderà quando la notte è ormai inoltrata). La musica è ovviamente allegra, e anche il testo, così lontano dalla retorica e dall'ampollosità delle opere serie dell'epoca, contribuisce ad alleggerire l'atmosfera. La scelta di cominciare il libretto in maniera così terra-terra, cioè con una sequenza di numeri - che anticipa tra l'altro un secondo celebre elenco di cifre, quello dell'aria del "catalogo" dal Don Giovanni - appare ben poco convenzionale: ma serve ad evidenziare il lato "pratico" dei due personaggi, con Figaro che lavora con intraprendenza per organizzare la propria stanza e Susanna si "fa da sé" il corredo; e tutto questo mette subito in chiaro che si tratta di gente semplice e di bassa estrazione sociale, in contrasto con le altre due figure cardine dell'opera (il Conte e la Contessa, appunto).

Figaro (il cui ruolo sulla partitura è indicato per basso, ma oggi è spesso cantato da un baritono), da barbiere che era, è ormai diventato il valletto "tuttofare" e l'uomo di fiducia del Conte. Susanna (soprano) è invece la cameriera personale della Contessa, nonché nipote del giardiniere del palazzo, Antonio. Non ci è dato sapere da quanto tempo i due si conoscano, ma probabilmente si frequentano sin da quando, al termine del "Barbiere di Siviglia", Figaro si è trasferito al servizio permanente del Conte.

Clicca qui per il testo del duetto.

FIGARO
(misurando)
Cinque... dieci.... venti... trenta...
trentasei... quarantatrè.

SUSANNA
(specchiandosi)
Ora sì ch'io son contenta;
sembra fatto inver per me.
Guarda un po', mio caro Figaro,
guarda adesso il mio cappello.

FIGARO
Sì mio core, or è più bello,
sembra fatto inver per te.

SUSANNA e FIGARO
Ah, il mattino alle nozze vicino
quanto è dolce al mio/tuo tenero sposo
questo bel cappellino vezzoso
che Susanna ella stessa si fe'.

Il primo video che segue è tratto dal film del 1975 diretto da Jean-Pierre Ponnelle, forse il più noto adattamento cinematografico delle "Nozze di Figaro". Gli interpreti non sono attori di cinema ma veri cantanti lirici (oltre a Prey e alla Freni, ci sono Dietrich Fischer-Dieskau e Kiri Te Kanawa) e l'orchestra è diretta da Karl Böhm, che già nel 1968 aveva inciso l'opera per la Deutsche Grammophon.


Hermann Prey e Mirella Freni


Luca Pisaroni e Rosemary Joshua


Samuel Ramey e Lucia Popp


Bryn Terfel e Alison Hagley

Cesare Siepi e Hilde Gueden

Naturalmente su YouTube si trovano diverse altre interpretazioni, che spaziano dal dilettantistico al professionale. Ma è ovvio che se si cerca una qualità audio migliore si deve ricorrere direttamente ai CD e ai DVD originali, o almeno a mp3 con una buona compressione.

18 novembre 2009

Le nozze di Figaro - Ouverture

Scritto da Christian

L'ouverture de "Le nozze di Figaro" è probabilmente la più popolare (e la più bella, a mio parere) fra tutte quelle delle opere di Mozart: non a caso viene spesso eseguita anche da sola, in forma di concerto.

È stata usata frequentemente anche come colonna sonora cinematografica. Il caso più eclatante è quello del film "Una poltrona per due" (Trading places, 1983) di John Landis, i cui titoli di testa sono accompagnati per l'appunto dalla partitura mozartiana in una versione diretta da Elmer Bernstein.


Spesso le ouverture (o sinfonie, come sono chiamate quelle delle opere italiane) anticipano temi musicali dello spettacolo a venire. Non è questo il caso: il materiale non viene poi riutilizzato successivamente, con l'unica eccezione di un motivo che si risente brevemente durante il terzetto "Cosa sento!" nel primo atto, quando il Conte intona "Parta, parta il damerino...". Se non musicalmente, almeno come spirito il brano comunque anticipa già quel che seguirà, adombrando una certa tensione all'interno di un tema decisamente trascinante e frizzante, ricco di brio e di "fuoco".

Personalmente mi piace molto il finale, con tutte quelle "cascatelle di note". Qui c'è una bella esecuzione, diretta da Claudio Abbado:



Per divertirci a fare qualche confronto, ecco altre interpretazioni. Come potrete sentire, lo stile, la durata e il ritmo variano sensibilmente da un direttore all'altro (quella di Muti, per esempio, è più veloce, mentre quella di Harnoncourt è più lenta).


dir.: Riccardo Muti


dir.: Daniel Barenboim


dir.: Herbert von Karajan

dir.: Nikolaus Harnoncourt


Infine (orrore! ^^), una rivisitazione moderna (Mark Wood al violino elettrico, con la Trans-Siberian Orchestra):

16 novembre 2009

Le nozze di Figaro - Introduzione

Scritto da Christian

Le nozze di Figaro, o sia la folle giornata
Opera buffa in quattro atti
Libretto di Lorenzo Da Ponte
Musica di Wolfgang Amadeus Mozart (K. 492)
Prima rappresentazione: Vienna (Burgtheater), 1 maggio 1786

Personaggi e voci:
Il Conte d'Almaviva (baritono), nobile spagnolo
La Contessa d'Almaviva (soprano), sua moglie
Susanna (soprano), cameriera della Contessa
Figaro (basso-baritono), valletto del Conte
Cherubino (mezzosoprano), paggio del Conte
Bartolo (basso), dottore e avvocato di Siviglia
Marcellina (mezzosoprano), ex domestica di Bartolo
Basilio (tenore), maestro di musica
Don Curzio (tenore), giudice
Antonio (basso), giardiniere e zio di Susanna
Barbarina (soprano), figlia di Antonio

"Le nozze di Figaro" è la prima delle tre opere in lingua italiana composte da Mozart su libretto di Lorenzo Da Ponte (le successive saranno "Don Giovanni" e "Così fan tutte").
È tratta dall'omonima commedia di Pierre de Beaumarchais del 1784, secondo capitolo di una trilogia composta anche da "Il barbiere di Siviglia" (che a sua volta verrà messo in musica più volte: la versione più celebre è naturalmente quella di Rossini del 1816) e "La madre colpevole".

Come indica il sottotitolo, l'azione si svolge nell'arco di una sola giornata – quella in cui è in programma il matrimonio fra Figaro e Susanna, rispettivamente valletto del Conte d'Almaviva e cameriera della Contessa (che nel "Barbiere di Siviglia" era nota semplicemente come Rosina) – ed è incentrata sui tentativi del fedifrago Conte di ripristinare lo ius primae noctis e sulle contromisure messe in atto da Figaro per salvare la propria sposa. La situazione è ulteriormente complicata dall'intervento di altri personaggi (fra i quali il giovane paggio Cherubino, innamorato di ogni dama che incontra, e l'intrigante Marcellina, che cerca di impedire il matrimonio perché vorrebbe a sua volta sposare Figaro), tutti coinvolti nel guazzabuglio di amori, intrighi, tradimenti, travestimenti e colpi di scena.

L'opera tocca molti tasti, dal comico (alcune situazioni sono davvero esilaranti) al drammatico, dal tragico al romantico, dal sublime al volgare. Il testo, solo all'apparenza frivolo, è elevato da una musica leggera e al contempo raffinata, piena di poesia e di lampi di genio, cone molte sfumature e continui cambi di registro. Senza un attimo di tregua dall'inizio alla fine, sfiora temi universali come l'amore e contingenti come i complessi rapporti sociali dell'epoca (senza risparmiare frecciate satiriche verso le classi dominanti).

A questo proposito va però detto che anche se la commedia originale di Beaumarchais si prendeva gioco dell'aristocrazia, e per questo motivo era stata bandita dalla maggior parte delle corti europee (si era alla vigilia della Rivoluzione Francese, e l'atmosfera cominciava a farsi delicata per le classi privilegiate), il libretto di Da Ponte ne elimina i passaggi più politici e dunque fu approvato dall'imperatore austriaco Joseph II, di cui Mozart era un protetto.

In questa clip (ridoppiata) tratta dal film "Amadeus" (1984) di Miloš Forman, vediamo Mozart (interpretato da Tom Hulce) cercare di convincere l'imperatore (Jeffrey Jones) a dare il suo benestare alla realizzazione dell'opera. Per farlo, il compositore gli descrive dapprima il finale del secondo atto e poi – dopo una disquisizione in difesa dei temi "triviali" – l'incipit del primo:



"Le nozze di Figaro" non riscosse un particolare successo a Vienna (soltanto nove rappresentazioni a partire dalla "prima", nel maggio del 1786; e non fu ripresa prima del 1789). Ben più entusiasta fu invece l'accoglienza a Praga, dove venne messa in scena alla fine dello stesso anno (e per l'occasione Mozart rivedette alcuni punti della partitura, scrisse alcune arie aggiuntive e ne sostituì delle altre: ma di questo parleremo più avanti). L'enorme successo di Praga è testimoniato da una celebre lettera inviata dal compositore il 15 gennaio 1787 al suo amico Barone Gottfried von Jacquin, nella quale scrive:
Qui [a Praga] non si parla che del "Figaro", non si suona, non si strombetta, non si canta, non si fischia che il "Figaro", non si va a sentire altra opera che il "Figaro". Eternamente Figaro!
Stilisticamente e contenutisticamente, l'opera rappresenta un importante spartiacque nella storia del teatro lirico. L'impostazione strutturale è ancora settecentesca, con numeri musicali ben distinti e separati da recitativi secchi (accompagnati dal clavicembalo). Ma nella spontaneità con cui si passa dai recitativi ai brani cantati (si pensi ad "Hai già vinta la causa – Vedrò mentr'io sospiro", a "E Susanna non vien – Dove sono i bei momenti", a "Tutto è disposto – Aprite un po' quegl'occhi") e nell'ampio ricorso a numeri d'insieme (duetti, terzetti, e così via) già si intravedono le evoluzioni successive verso il "bel canto" e il fluire continuo della musica e degli eventi. Inoltre, la novità più importante fu il superamento degli stilemi dell'opera buffa (che Mozart e Da Ponte porteranno ancora più avanti con il successivo "Don Giovanni"). Come detto, la sovrapposizione dei registri favorisce l'approfondimento delle psicologie dei personaggi, che – sia drammaturgicamente che musicalmente – vanno ben oltre le consuetudini e i "tipi" che caratterizzavano l'opera fino ad allora, soprattutto quella italiana.

Ecco un estratto dalla prefazione di Da Ponte alla prima versione pubblicata del libretto:
Ad onta [...] di tutto lo studio e di tutta la diligenza e cura avuta dal maestro di Cappella e da me per esser brevi, l’opera non sarà delle più corte che si sieno esposte sul nostro teatro; al che speriamo che basti di scusa la varietà delle fila onde è tessuta l’azione di questo dramma, la vastità e grandezza del medesimo, la molteplicità de’ pezzi musicali che si sono dovuti fare per non tener di soverchio oziosi gli attori, per scemare la noia e monotonia dei lunghi recitativi, per esprimere a tratto a tratto con diversi colori le diverse passioni che vi campeggiano, e il desiderio nostro, particolarmente, di offrire un quasi nuovo genere di spettacolo ad un pubblico di gusto sì raffinato e di sì giudizioso intendimento.

Alcune delle incisioni più celebri:















Link utili:

Articolo su Wikipedia in inglese
Articolo su Wikipedia in italiano
Una bella analisi da un blog
Libretto completo
Partitura

15 novembre 2009

Elenco opere per compositore

Scritto da Christian

Queste sono le opere di cui abbiamo trattato finora qui sul blog, divise per compositore:

Vincenzo Bellini:
- Norma (1831) - 21 post

Georges Bizet:
- Carmen (1875) - 30 post

Domenico Cimarosa:
- Il matrimonio segreto (1792) - 23 post

Gaetano Donizetti:
- Lucia di Lammermoor (1835) - 16 post

Claudio Monteverdi:
- L'Orfeo (1607) - 14 post

Wolfgang Amadeus Mozart:
- Le nozze di Figaro (1786) - 34 post
- Don Giovanni (1787) - 43 post
- Così fan tutte (1790) - 35 post
- Die Zauberflöte / Il flauto magico (1791) - 39 post

Giacomo Puccini:
- La Bohème (1896) - 26 post
- Turandot (1926) - 21 post

Gioacchino Rossini:
- La pietra del paragone (1812) - 26 post
- Il barbiere di Siviglia (1815) - 21 post
- La Cenerentola (1817) - 21 post

Richard Strauss:
- Salomè (1905) - 14 post

Giuseppe Verdi:
- Rigoletto (1851) - 19 post
- La traviata (1853) - 24 post

Richard Wagner:
- Lohengrin (1850) - 20 post

Si comincia!

Scritto da Christian



Che bello inaugurare un nuovo blog!

Come suggerisce il suo nome, "Opera Omnia" è dedicato al mondo dell'opera lirica: un genere musicale (e teatrale, non dimentichiamolo) forse difficile da approcciare, soprattutto per un neofita, ma in grado poi di dare enormi soddisfazioni. I grandi capolavori del genere, quelli che ancora oggi si ascoltano a secoli di distanza (solo la mediocrità non regge alla prova del tempo!) sono infatti capaci di smuovere corde e di suscitare sentimenti profondi e intensi. Spero che i contenuti che qui proporrò possano risultare interessanti anche per chi conosce poco o per nulla questo affascinante universo ricco di gioielli preziosi e di tesori nascosti. Sono infatti convinto che – gusti permettendo, naturalmente – non sia difficile riuscire ad apprezzare la musica lirica: sono necessarie soltanto abitudine, costanza e dedizione per poter cogliere tutte le sfumature e i dettagli di storie e melodie senza tempo.

Si dice che il cinema sia la forma d'arte assoluta perché fonde in sé tante discipline differenti: la scrittura, la recitazione, il teatro, la musica... Ebbene, lo stesso in realtà vale per l'opera lirica, che infatti è stata per tre secoli (ma soprattutto nell'ottocento) quello che il cinema è stato nel novecento. Compositori e cantanti celebri erano amati, seguiti e idolatrati dalle masse, che osannavano i loro preferiti (e fischiavano i rivali, come allo stadio!). I titoli in cartellone si succedevano con rapidità, seguendo estro e creatività artistica ma anche mode, capricci o calcoli da parte degli impresari (non dissimili dagli odierni produttori hollywoodiani). Tutto un mondo, dunque, che oggi è erroneamente relegato da alcuni al passato, confinato in sale polverose o in incisioni per soli appassionati: eppure, basta guardarsi attorno per scoprire che il melodramma è più vivo che mai, che basta una rappresentazione estiva in piazza per richiamare ancora folle di spettatori, e che proprio l'erede della lirica – il cinema, appunto – ricorre continuamente a essa per spunti, idee e, naturalmente, colonne sonore.

Lo stile con cui scriverò i post sarà semplice. Non sono un critico musicale, e dunque non intendo – e non potrei – impelagarmi in dettagliate analisi teoriche o complesse dissertazioni tecniche (all'occorrenza, citerò e pubblicherò stralci di testi critici già esistenti): vorrei semplicemente cercare di condividere questa passione con chi avrà interesse a seguirmi. Per quanto riguarda i miei gusti personali a livello di compositori, amo sopra tutti Mozart ma non disdegno Rossini e Puccini. Sono meno ferrato su altri "mostri sacri", quali Verdi o Wagner, e anche per questo motivo – a differenza del mio blog cinematografico, Tomobiki Märchenland – ho intenzione di aprire Opera Omnia anche a collaborazioni esterne, in modo da offrire un ventaglio più ampio di idee e di opinioni. Già entro qualche mese dovrebbero cominciare ad apparire i post scritti da un altro autore... ma ne riparleremo più avanti.

Cosa conterrà dunque questo blog? La parte del leone, il vero motivo per cui ho voluto dargli vita, sarà costituita da una sorta di "guide all'ascolto" di celebri opere, che verranno dissezionate brano per brano, con una serie di post che si svilupperanno nell'arco di settimane o anche di mesi e che prenderanno in esame ogni singolo numero musicale, proponendone (grazie soprattutto ai video di YouTube, anche se, per motivi di diritti, sono sempre a rischio di cancellazione) una selezione di diverse versioni da ascoltare e da confrontare fra di loro. In certi casi presenterò anche clip tratti da lungometraggi cinematografici o da altri media, per mostrare come i brani in questioni sono stati usati al di fuori del loro contesto naturale, a testimonianza della loro universalità. E naturalmente ci sarà spazio per l'analisi contenutistica delle opere, per esempio dei temi di base o della caratterizzazione psicologica dei personaggi, andando dunque a scavare nel libretto e oltre la musica.

Comincerò subito con una delle mie opere preferite, "Le nozze di Figaro" di Wolfgang Amadeus Mozart, che monopolizzerà dunque questo spazio per almeno una trentina di post. Chi non la conosce, imparerà ad amarla scoprendone un pezzettino alla volta. Chi già la adora, come me, ritroverà tutte quelle sfumature e quei particolari che a un semplice ascolto possono sfuggire.



Link utili:

Articolo "Opera" (Wikipedia in inglese)
Articolo "Opera" (Wikipedia in italiano)
Elenco delle opere più celebri (Wikipedia in inglese)
Elenco di compositori (Wikipedia in inglese)