30 novembre 2020

Il flauto magico (28) - "Pa-pa-pa-pa"

Scritto da Christian



Il gioioso duetto fra Papageno e Papagena è probabilmente il secondo brano più noto dell'intero "Flauto magico" dopo l'aria della Regina della Notte "Der Hölle Rache". In esso anche il simpatico uccellatore ottiene il proprio meritato lieto fine: per lui, a differenza del traguardo spiritualmente elevato di Tamino (e Pamina), si tratta di soddisfare quel desiderio più terreno e "materiale" che sin dall'inizio aveva espresso, ovvero trovare una compagna ("[Alla] mia preferita / darei volentieri uno zuccherino. Lei allora mi bacerebbe affettuosa, sarebbe mia moglie ed io suo marito", cantava già nella sua aria introduttiva). Ma la ragazza promessagli, Papagena, gli è stata fatta balenare davanti per un attimo, prima di essergli portata via. E adesso, in preda alla disperazione, Papageno si sente abbandonato da tutti e medita addirittura il suicidio.

La scena che precede il duetto è dunque drammatica. O meglio, lo sarebbe se, visto il personaggio, Mozart e Schikaneder non la colorassero di tinte vagamente umoristiche, pur restando nell'alveo di una "commovente dignità". D'altronde la scelta di suicidarsi sembra un po' fuori personaggio per un Papageno che fino ad adesso non ha mai preso nulla sul serio e ha sempre vissuto alla giornata, contando su quello che la natura gli regala. Rispetto al precedente tentativo di suicidio di Pamina, pertanto, l'atmosfera è ben diversa, anche se Mozart ricorre ancora una volta alla tonalità di sol minore con cui accompagna le sue pagine più tragiche. Un Papageno che si dichiara "stanco della vita" si rivolge così direttamente al pubblico ("Gridate solo Sì o No": e chissà se non sia mai capitato durante una rappresentazione che qualche ragazza in platea, impietosita, non abbia risposto "Sì") e, prima di impiccarsi, afferma di voler "contare fino a tre" per attendere l'arrivo in extremis della sua bella. Intermezzando il conteggio con lo zufolo, lo protrae il più possibile, ma invano. All'ultimo momento, tuttavia, come nel caso di Pamina, a fermare la sua mano arrivano i Tre Fanciulli.

I tre spiriti salvifici ricordano a Papageno – che non sembra volerli prendere sul serio per via della loro apparente giovane età ("Se vi ardesse il cuore come a me, andreste anche voi in cerca di ragazze", dice loro) – che ha ancora un'ultima risorsa a sua disposizione: i campanelli d'argento. L'uccellatore (come forse anche noi spettatori) aveva completamente dimenticato il Glockenspiel! Tirato fuori "l'aggeggio magico" ("der Zauberdinge"), lo suona e invoca l'arrivo della sua bella. E infatti, condotta per mano dai Tre Fanciulli, ecco apparire Papagena, senza che stavolta nessuno dei sacerdoti di Sarastro abbia da ridire.

Il duetto "Pa-pa-pa-pa" celebra dunque l'unione fra due personaggi simili. Di Papagena, a dire il vero, non sappiamo praticamente nulla (chi è? da dove viene?), se non l'età (18 anni) e il fatto che si veste come Papageno ed è pertanto la perfetta sposa per lui. D'altronde, a parte la breve comparsata precedente nei finti panni di una vecchia, essa appare in scena quando ormai l'opera sta volgendo alla conclusione. Fra la gioia e l'estasi, la coppia non perde tempo a fare progetti di vita, ovvero a immaginare una numerosissima famiglia composta da tanti piccoli Papageni e Papagene: è come se da essi, novelli Adamo ed Eva, debba sorgere un'umanità pronta a ripopolare la terra (il testo, con quel "Pa-pa-pa-pa" ripetuto, ci ricorda il canto degli uccelli – persino i nomi Papageno e Papagena richiamano in italiano quello di un volatile, il pappagallo, così come il loro piumaggio colorato – e di conseguenza quello delle creature della natura), mentre a Tamina e Pamino è riservato un mondo più "elevato", quello degli iniziati, illuminati dalla saggezza.

Si tratta di una delle pagine più celebri e divertenti della Zauberflöte, nella quale la musica dispiega un’irresistibile vis comica. Lo stupore iniziale dei due personaggi, che rimangono sbalorditi senza riuscire a parlare, viene sottolineato da un motivo staccato e saltellante degli archi di otto battute, che forma un ritornello ripetuto altre due volte di seguito. A partire dalla seconda entrata i cantanti iniziano a balbettare le prime sillabe del loro nome («Pa-pa-pa»), alternandosi e imitandosi, ma con entrate sempre più rapide, fino ad arrivare a una raffica di crome ribattute («pa-pa-pa-pa-pa-Pa-pa-ge-no/a»), un vero scioglilingua o, se si preferisce, un assaggio di poesia dadaista con più di un secolo d’anticipo. Poiché anche i figli avranno i nomi dei genitori, e si prevede una prole assai numerosa, Papageno e Papagena continuano a sciorinare cascate di «Pa-pa-pa» fino alla fine del pezzo. In uno dei passaggi musicalmente più divertenti i violini rispondono all’elenco dei nuovi nati con delle scale ascendenti di crome in Re maggiore, sempre uguali, che a noi ascoltatori del XXI secolo fanno pensare a una catena di montaggio. I compositori italiani degli anni successivi, Rossini in primo luogo, sfrutteranno a piene mani la possibilità di creare una situazione comica grazie alla ripetizione ossessiva di un semplice inciso melodico, accompagnato da frasi prive di senso dei cantanti e da una scansione delle sillabe accelerata all’estremo. Le oltre 350 battute dedicate a Papageno nel finale II, sommate alle due arie solistiche nel primo e nel secondo atto, finiscono per farne il protagonista assoluto dell’opera, almeno sul piano musicale. Ciò in parte si spiega col fatto che il ruolo fu scritto per l’autore del libretto, Schikaneder, che era un brillante attore comico e che pertanto si è riservato una parte principale; del resto, l’opera è una farsa popolaresca, e pertanto è più che giustificato il fatto che il registro comico abbia una grande importanza nell’economia complessiva della Zauberflöte. Ma è indubbio anche che la lunga parentesi comica del finale II assume un significato speciale, come trionfo dello spirito vitale e della pura gioia musicale sulla gravità del mondo etico e fin troppo ascetico di Sarastro, al quale si sono votati – o forse sarebbe meglio dire condannati? – Tamino e Pamina.
(Marco Marica)

Clicca qui per il testo di "Papagena! Papagena!".

PAPAGENO
(pfeift)
Papagena! Papagena! Papagena!
(pfeift)
Weibchen! Täubchen! meine Schöne! -
Vergebens! Ach, sie ist verloren!
Ich bin zum Unglück schon geboren! -
Ich plauderte - und das war schlecht,
Und drum geschieht es mir schon recht! -
Seit ich gekostet diesen Wein -
Seit ich das schöne Weibchen sah,
So brennt’s im Herzenskämmerlein,
So zwicket’s hier, so zwicket’s da!
Papagena! Herzensweibchen!
Papagena! Liebes Täubchen!
’S ist umsonst, es ist vergebens,
Müde bin ich meines Lebens!
Sterben macht der Lieb’ ein End’,
Wenn’s im Herzen noch so brennt.
(nimmt einen Strick von seiner Mitte)
Diesen Baum da will ich zieren,
Mir an ihm den Hals zuschnüren,
Weil das Leben mir mißfällt;
Gute Nacht, du schwarze Welt! -
Weil du böse an mir handelst,
Mir kein schönes Kind zubandelst,
So ist’s aus, so sterbe ich.
Schöne Mädchen, denkt an mich! -
Will sich eine um mich Armen,
Eh’ ich hänge, noch erbarmen -
Wohl, so laß’ ich’s diesmal sein!
Rufet nur, Ja, oder Nein. -
Keine hört mich! alles stille!
(sieht sich um)
Also ist es euer Wille!
Papageno frisch hinauf,
Ende deinen Lebenslauf.
(sieht sich um)
Nun! ich warte noch! es sei -
Bis man zählet: eins, zwei, drei!…
(sieht sich um, pfeift)
Nun wohlan! es bleibt dabei!
Weil mich nichts zurücke hält,
Gute Nacht, du falsche Welt!
(will sich hängen)

DIE DREI KNABEN
(fahren herunter)
Halt ein! o Papageno, und sei klug!
Man lebt nur einmal, dies sei dir genug!

PAPAGENO
Ihr habt gut reden, habt gut scherzen;
Doch brennt’ es euch, wie mich im Herzen,
Ihr würdet auch nach Mädchen gehn.

DIE DREI KNABEN
So lasse deine Glöckchen klingen,
Dies wird dein Weibchen zu dir bringen.

PAPAGENO
Ich Narr vergaß der Zauberdinge! -
(nimmt sein Instrument heraus)
Erklinge Glockenspiel, erklinge,
Ich muß mein liebes Mädchen sehn!
(Die drei Knaben laufen die zu ihrem Flugwerk und bringen das Weib heraus)
Klinget Glöckchen klinget,
Schafft mein Mädchen her! -
Klinget Glöckchen klinget,
Bringt mein Weibchen her! -

DIE DREI KNABEN
Nun, Papageno, sieh dich um!

PAPAGENO
(zufola)
Papagena! Papagena! Papagena!
(zufola)
Mogliettina! colombella! mia bellezza! -
Inutile! - Ah! ella è perduta!
Io già son nato alla sfortuna! -
Ho chiacchierato - e questo era male,
E perciò mi sta proprio bene! -
Da quando ho assaggiato quel vino -
Da quando ho visto quella bella ragazza,
Ecco sento ardermi nel profondo del cuore,
Ecco pizzica qui, ecco pizzica là.
Papagena! fanciulla del cuore!
Papagena! cara colombella!
È inutile, è perduta,
Stanco son della mia vita!
La morte pone fine all’amore,
Quando nel cuore s’arde ancor così.
(prende una corda dalla sua cintola)
Ecco, voglio adornare quest’albero,
Legandomi il collo a lui,
Giacché la vita non mi piace;
Buona notte, mondo nero! -
Poiché sei cattivo con me,
E non mi mandi una bella bambina,
La faccio finita, allora io muoio.
Bella fanciulla, pensa a me! -
Se almeno una vorrà ancora impietosirsi
Di me poveretto, prima ch’io m’appenda -
Ebbene, per questa volta lascio perdere!
Gridate solo Sì o No! -
Nessuna mi ode, tutto tace!
(si guarda intorno)
Dunque è questo che volete!
Papageno, sbrìgati!
Poni fine alla tua esistenza!
(si guarda intorno)
Ecco! io aspetto ancora che succeda,
Finché si conti: uno, due, tre!…
(si guarda intorno, zufola)
Dunque orsù, è deciso!
Poiché niente mi trattiene,
Buona notte, mondo bugiardo!
(fa per impiccarsi)

I TRE FANCIULLI
(giungono dall’alto)
Ferma! Papageno, e sii assennato!
Si vive solo una volta, ciò ti basti.

PAPAGENO
Avete un bel parlare, ben da scherzare;
Ma se vi ardesse il cuore come a me,
Andreste anche voi in cerca di ragazze.

I TRE FANCIULLI
Allora fai risuonare i tuoi campanelli,
Essi ti porteranno la tua mogliettina.

PAPAGENO
Che stupido, ho dimenticato l’aggeggio magico! -
(prende fuori il suo strumento)
Risuona, cassettina, risuona!
Io devo vedere la mia cara fanciulla.
(I tre fanciulli corrono alla loro macchina volante e portano fuori la donna)
Suonate, campanelli, suonate!
Conducete qui la mia fanciulla! -
Suonate, campanelli, suonate!
Portate qui la mia mogliettina!

I TRE FANCIULLI
Ora, Papageno, guàrdati attorno!


Clicca qui per il testo di "Pa-Pa-Pa-Pa".

PAPAGENO
Pa-Pa-Pa-Pa-Papagena!

PAPAGENA
Pa-Pa-Pa-Pa-Papageno!

PAPAGENO
Bist du mir nun ganz gegeben? -

PAPAGENA
Nun bin ich dir ganz gegeben.

PAPAGENO
Nun so sei mein liebes Weibchen!

PAPAGENA
Nun so sei mein Herzenstäubchen!

BEIDE
Welche Freude wird das sein,
Wenn die Götter uns bedenken,
Unsrer Liebe Kinder schenken,
So liebe, kleine Kinderlein!

PAPAGENO
Erst einen kleinen Papageno!

PAPAGENA
Dann eine kleine Papagena!

PAPAGENO
Dann wieder einen Papageno!

PAPAGENA
Dann wieder eine Papagena!

BEIDE
Es ist das höchste der Gefühle,
Wenn viele, viele Papageno/Papagena
Der Eltern Segen werden sein.
PAPAGENO
Pa-Pa-Pa-Pa-Papagena!

PAPAGENA
Pa-Pa-Pa-Pa-Papageno!

PAPAGENO
Mi sei data ora completamente? -

PAPAGENA
Ti son data ora completamente.

PAPAGENO
Allora, sii dunque la mia cara mogliettina!

PAPAGENA
Allora, sii dunque il colombello del mio cuore!

A DUE
Quale gioia sarà,
Se gli dèi ci terranno cari
E manderanno bambini al nostro amore,
Tanti cari piccoli bambinelli!

PAPAGENO
Prima un piccolo Papageno!

PAPAGENA
Poi una piccola Papagena!

PAPAGENO
Poi di nuovo un Papageno!

PAPAGENA
Poi di nuovo una Papagena!

A DUE
È la cosa più bella,
Se tanti/e e tanti/e Papageni/e
Saranno la benedizione dei genitori.





Detlef Roth (Papageno), Gaële Le Roi (Papagena)
dir: Iván Fischer (2001)


Manfred Hemm, Barbara Kilduff
dir: James Levine (1991)

Simon Keenlyside, Lisa Larsson
dir: Riccardo Muti (1995)


Wolfgang Brendel (Papageno), Gudrun Sieber (Papagena)
dir: Wolfgang Sawallisch (1983)


Christian Gerhaher (Papageno), Irena Bespalovaote (Papagena)
dir: Riccardo Muti (2006)


Roderick Williams, Christina Gansch
dir: Julia Jones

Bryn Terfel, Cecilia Bartoli
dir: Myung-Whun Chung

26 novembre 2020

Il flauto magico (27) - Le prove

Scritto da Christian

Finalmente riuniti, Tamino e Pamina si abbracciano con gioia e si apprestano ad affrontare insieme e senza alcun timore le due prove del fuoco e dell'acqua. Ad aiutarli, infatti, ci sarà la forza dell'amore ("Esso sa cospargere il cammino di rose, giacché le rose son sempre assieme a spine") e, naturalmente, il potere della musica del flauto magico ("Grazie alla potenza della musica, camminiamo lieti attraverso la notte tetra della morte"). Prima di incamminarsi, Pamina ci racconta l'origine di questo portentoso strumento (che, lo ricordiamo, è stato affidato a Tamino dalla madre della ragazza, la Regina della Notte):

Lo intagliò in un’ora magica
mio padre dalla radice più profonda
della quercia millenaria,
fra lampi e tuoni, tempesta e scrosci.
La dolce melodia del flauto, suonato da Tamino, li accompagna mentre attraversano il muro di fuoco e la cascata d'acqua all'interno delle due montagne (due dei quattro elementi che evocano ovviamente i rituali di iniziazione delle logge massoniche). È il momento culminante di tutto il percorso iniziatico che il principe avrebbe dovuto affrontare insieme a Papageno, ma che naturalmente assume ben altro significato con Pamina al suo fianco. A essere innalzata all'onore della "consacrazione di Iside" ed essere ammessa all'interno del tempio, come sottolinea il canto di giubilo del coro finale ("Triumph! Triumph!"), è infatti la "nobile coppia" nel suo insieme, e non il singolo individuo. Più volte, già in precedenza, avevamo incontrato questo concetto (per esempio nel duetto di Pamina e Papageno "Bei Männern, welche Liebe fühlen", dove si diceva che "L’uomo con la donna e la donna con l’uomo / s’innalzano fino alla divinità"). Ricordiamo anche che la preghiera di Sarastro "O Isis und Osiris" già augurava "lo spirito di saggezza alla nuova coppia". E in questa chiave va forse riletta e diversamente interpretata la frase apparentemente più misogina dell'opera, quella nel finale nel primo atto ("Un uomo deve guidare i vostri cuori, poiché senza di lui suole ogni donna deviare dalla via che le è propria"). Il significato è più ampio: la donna ha bisogno dell'uomo per restare sulla retta via e superare gli ostacoli, ma è vero anche il contrario.
La scena delle prove vede la voce del flauto levarsi pura e arcana nel silenzio, pausato solo da sommessi colpi di timpano: melodia fragile e semplicissima, condotta sull'orlo dell'abisso, immagine di una leggerezza estrema, ma anche figura ben riconoscibile del tragitto rettilineo e sicuro che la nobile coppia percorre per uscire dalla notte del pericolo all'apoteosi finale. Ma qui, il flauto non è più solamente uno strumento: Mozart lo ha trasformato nel simbolico demiurgo dell'azione, sottraendolo alla frivolezza dell'intrattenimento mondano per conferirgli quel potere di raffigurare la solitudine e l'attesa che attraverserà tutto l'Ottocento.
(Paolo Gallarati)

Clicca qui per il testo di "Tamino mein! O welch ein Glück!".

(Die Türe wird aufgemacht, Tamino und Pamina umarmen sich.)

PAMINA
Tamino mein! o welch ein Glück!

TAMINO
Pamina mein! o welch ein Glück!
Hier sind die Schreckenspforten,
Die Not und Tod mir dräun.

PAMINA
Ich werde aller Orten
An deiner Seite sein -
Ich selbsten führe dich -
Die Liebe leite mich! -
(nimmt ihn bei der Hand)
Sie mag den Weg mit Rosen streun,
Weil Rosen stets bei Dornen sein.
Spiel du die Zauberflöte an,
Sie schütze uns auf unsrer Bahn.
Es schnitt in einer Zauberstunde
Mein Vater sie aus tiefstem Grunde
Der tausendjähr’gen Eiche aus,
Bei Blitz und Donner - Sturm und Braus. -
Nun komm und spiel die Flöte an!
Sie leite uns auf grauser Bahn.

TAMINO, PAMINA UND DIE ZWEI GEHARNISCHTEN MÄNNER
Wir wandeln/Ihr wandelt durch des Tones Macht
Froh durch des Todes düstre Nacht.

(Die Türen werden nach ihnen zugeschlagen; man sieht Tamino und Pamina wandern; man hört Feuergeprassel und Windesgeheul, manchmal auch den Ton eines dumpfen Donners, und Wassergeräusch. Tamino bläst seine Flöte. Sobald sie vom Feuer herauskommen, umarmen sie sich und bleiben in der Mitte.)

TAMINO UND PAMINA
Wir wandelten durch Feuergluten,
Bekämpften mutig die Gefahr,
Dein Ton sei Schutz in Wasserfluten,
So wie er es im Feuer war.

(Tamino bläst; man sieht sie hinuntersteigen und nach einiger Zeit wieder heraufkommen; sogleich öffnet sich eine Türe; man sieht einen Eingang in einen Tempel, welcher hell beleuchtet ist. Eine feierliche Stille. Dieser Anblick muß den vollkommensten Glanz darstellen. Sogleich fällt der Chor unter Trompeten und Pauken ein. Zuvor aber:)

TAMINO UND PAMINA
Ihr Götter, welch ein Augenblick!
Gewähret ist uns Isis’ Glück! -

CHOR
Triumph, Triumph! du edles Paar,
Besieget hast du die Gefahr!
Der Isis Weihe ist nun dein!
Kommt! tretet in den Tempel ein!
(La porta si apre, Tamino e Pamina si abbracciano.)

PAMINA
Tamino mio! Oh qual felicità!

TAMINO
Pamina mia! Oh qual felicità!
Ecco le porte della paura,
Che minacciano difficoltà e morte.

PAMINA
In ogni luogo
Starò al tuo fianco.
Io stessa ti conduco,
L’amore mi guidi!
(lo prende per mano)
Esso sa cospargere il cammino di rose,
Giacché le rose son sempre assieme a spine.
Comincia a suonare il flauto magico,
Ci proteggerà nel nostro cammino.
Lo intagliò in un’ora magica
Mio padre dalla radice più profonda
Della quercia millenaria,
Fra lampi e tuoni, tempesta e scrosci. -
Ora vieni e comincia a suonarlo!
Ci guiderà nel difficile cammino.

TAMINO, PAMINA E I DUE ARMIGERI
Grazie alla potenza della musica camminiamo/camminate
Lieti attraverso la notte tetra della morte.

(Le porte vengono richiuse pesantemente dietro di loro; si vedono Tamino e Pamina procedere; si ode crepitio di fiamme e ulular di vento, talora anche il suono d’un cupo tuono e rumore d’acqua. Tamino suona il suo flauto. Appena essi escono dal fuoco, si abbracciano e rimangono al centro della scena.)


TAMINO E PAMINA
Camminammo attraverso lingue di fuoco,
Combattemmo con coraggio il pericolo,
Il tuo suono sia protezione tra i flutti,
Così come lo fu nel fuoco.


(Tamino suona; si scorgono scendere e dopo breve tempo risalire nuovamente; subito s’apre una porta; si vede l’entrata di un tempio, risplendente di luce. Silenzio solenne. Questa scena deve rappresentare il più perfetto splendore. D’un tratto attacca il Coro, fra trombe e timpani. Ma prima:)


TAMINO E PAMINA
Dèi, quale istante!
La fortuna di Iside ci è vicina! -

CORO
Trionfo! trionfo! tu, nobile coppia,
Tu hai vinto il pericolo!
La consacrazione di Iside ora è tua!
Venite! entrate nel tempio!





Edith Mathis (Pamina), Nicolai Gedda (Tamino)
dir: Horst Stein (1971)


Genia Kühmeier (Pamina), Paul Groves (Tamino)
dir: Riccardo Muti (2006)


Evelyn Lear, Fritz Wunderlich
dir: Karl Böhm (1964)

Maria Stader, Ernst Haefliger
dir: Ferenc Fricsay (1955)

22 novembre 2020

Il flauto magico (26) - "Der, welcher wandert diese Straße"

Scritto da Christian

Tamino è pronto per essere sottoposto alle ultime due prove ("Ti rimangono ancora due strade pericolose da percorrere", gli aveva detto Sarastro), quelle del fuoco e dell'acqua. Viene infatti condotto da "due uomini con corazza nera" ed elmi su cui "arde il fuoco" – in seguito indicati nel libretto come Due Armigeri – davanti alle due montagne che contengono questi elementi (si intravedono rispettivamente una cascata d'acqua e un muro di fuoco), e che il principe dovrà attraversare. Siamo in un mondo del tutto differente da quello delle scene precedenti, più arcaico e austero. In mezzo alle montagne, su una piramide, c'è una scritta misteriosa. E sono proprio i Due Armigeri a leggerla a Tamino:

Chi percorre questa strada irta di fatiche,
si purifica con fuoco, acqua, aria e terra;
Se saprà vincere la paura della morte,
balzerà dalla terra verso il cielo!
Illuminato, sarà allora in grado
di dedicarsi completamente al culto di Iside.
Il testo di questo breve brano fu ispirato a Schikaneder dal romanzo "Sethos" di Jean Terrasson, di cui abbiamo già parlato in precedenza, e che aveva contribuito a rendere popolari i "misteri egizi" in Europa alla metà del settecento. Per la musica, invece, dopo l'introduzione con i tromboni, Mozart si rifà apertamente alla forma del corale luterano, sul modello fugato in tempo uniforme di Bach, citando addirittura un motivo antico e ben preciso, ispirato a un salmo di Martin Lutero, che i Due Armigeri (un tenore e un basso) cantano a distanza di un'ottava.
{I due armigeri] cantano il corale protestante «Ach Gott, vom Himmel sieh' darein», tratto da un manuale di composizione di Johann Philipp Kirnberger (1774) mentre in orchestra risuona il tema del terzo Kyrie di una Messa cattolica di San Enrìco (1701) di Heinrich von Biber: sorprendente apertura su di uno stile arcaico, qui adottato, nella sovrapposizione dei rigidi contrappunti, per connotare la durezza, la difficoltà, la severa austerità delle prove che attendono Tamino e Pamina.
(Paolo Gallarati)
Se il finale del primo atto rappresenta la rivelazione dell'esistenza dell'amore nella coscienza individuale, le prove del fuoco e dell'acqua costituiscono l'affermazione di una legge universale, trascendente, che riguarda tutta l'umanità in tutto ciò che vi è in essa di divinamente sacro: il compimento dell'amore come bellezza e saggezza nel mondo degli uomini. È ciò che chiaramente esprime, al vertice di tutta l'opera, la scena degli armigeri. Qui Mozart utilizza un procedimento simmetrico rispetto al finale del primo atto: non un canto interiorizzato dell'eroe, che si spoglia delle sue certezze per prepararsi esitante a una nuova rivelazione, ma una verità che si rivela con la forza di un imperativo categorico, la cui certezza consentirà alla coppia eletta di superare le prove supreme. Il fatto che Mozart abbia introdotto in questa scena un corale di Bach nel duetto degli armigeri che leggono l'iscrizione misteriosa, e ne abbia poi elaborato la citazione su accompagnamento contrappuntistico nella marcia della purificazione, costituisce un superamento e allo stesso tempo un inveramento della convenzione teatrale in legge musicale assoluta: qui è la musica stessa a diventare protagonista della scena, con gesto che addita la meta del divino. Quando il fugato si arresta bruscamente, comprendiamo di essere giunti, dopo un cammino di lunga attesa, alle soglie dell'eterno.
(Sergio Sablich)
Il tono antico e solenne di questo duetto contribuisce a comunicare il senso sacrale, ma anche il pericolo, delle prove che Tamino sta per affrontare. È probabile che nella prima rappresentazione i cantanti che avevano interpretato l'Oratore e il Secondo Sacerdote (nel duetto "Bewahret euch vor Weibertücken") abbiano rivestito anche i ruoli dei Due Armigeri: questa è una consuetudine conservata anche in molti allestimenti moderni.

Al termine del brano, Tamino si dichiara pronto a sostenere le prove. Ma prima che possa fare un solo passo, si ode la voce di Pamina che chiede di vederlo e di unirsi a lui. I Due Armigeri acconsentono, e danno l'assenso affinché i due entrino nel tempo "mano nella mano", commentando che "una donna che non teme notte e morte / è degna, e viene iniziata". Si tratta di un grande capovolgimento rispetto alla misoginia che finora sembrava aver regnato nel tempio della saggezza. Secondo il musicologo H. C. Robbins-Landon, questo passaggio può essere letto come il desiderio di Mozart di perorare una riforma della loggia massonica cui apparteneva, chiedendo di includere anche le donne.

Clicca qui per il testo di "Der, welcher wandert diese Straße".

(Das Theater verwandelt sich in zwei große Berge; in dem einen ist ein Wasserfall, worin man Sausen und Brausen hört; der andre speit Feuer aus; jeder Berg hat ein durchbrochenes Gitter, worin man Feuer und Wasser sieht; da, wo das Feuer brennt, muß der Horizont hellrot sein, und wo das Wasser ist, liegt schwarzer Nebel. Die Szenen sind Felsen, jede Szene schließt sich mit einer eisernen Tür. Tamino ist leicht angezogen, ohne Sandalen. Zwei schwarz geharnischte Männer führen Tamino herein. Auf ihren Helmen brennt Feuer. Sie lesen ihm die transparente Schrift vor, welche auf einer Pyramide geschrieben steht. Diese Pyramide steht in der Mitte ganz in der Höhe, nahe dem Gegitter.)

DIE ZWEI GEHARNISCHTEN MÄNNER
Der, welcher wandert diese Straße voll Beschwerden,
Wird rein durch Feuer, Wasser, Luft und Erden.
Wenn er des Todes Schrecken überwinden kann,
Schwingt er sich aus der Erde himmelan!
Erleuchtet wird er dann im Stande sein,
Sich den Mysterien der Isis ganz zu weih’n.

TAMINO
Mich schreckt kein Tod, als Mann zu handeln,
Den Weg der Tugend fortzuwandeln! -
Schließt mir die Schreckenspforten auf -
Ich wage froh den kühnen Lauf. -
(will gehen)

PAMINA
(von innen)
Tamino halt! ich muß dich sehn!

TAMINO
Was hör’ ich? Paminens Stimme? -

DIE ZWEI GEHARNISCHTEN MÄNNER
Ja ja, das ist Paminens Stimme! -

TAMINO UND DIE ZWEI GEHARNISCHTEN MÄNNER
Wohl mir/dir, nun kann sie mit mir/dir gehn!
Nun trennet uns/euch kein Schicksal mehr,
Wenn auch der Tod beschieden wär’.

TAMINO
Ist mir erlaubt mit ihr zu sprechen?

DIE ZWEI GEHARNISCHTEN MÄNNER
Er ist erlaubt mit ihr zu sprechen!

TAMINO UND DIE ZWEI GEHARNISCHTEN MÄNNER
Welch Glück, wenn wir uns/euch wiedersehn,
Froh Hand in Hand in Tempel gehn.
Ein Weib, das Nacht und Tod nicht scheut,
Ist würdig und wird eingeweiht.
(La scena si muta in due grandi montagne; nell’una c’è una cascata, da dove si sente sibilare e scrosciare l’acqua; l’altra vomita fuoco; ogni montagna ha un’inferriata, da dove si intravedono fuoco e acqua; là, dove arde il fuoco, l’orizzonte deve essere rosso chiaro, e dove c’è l’acqua, si trova una nebbia nera. Le quinte sono rocce, ogni quinta si chiude con una porta di ferro. Tamino è vestito leggero, senza sandali. Due uomini con corazza nera introducono Tamino. Sui loro elmi arde il fuoco. Gli leggono la scritta trasparente che è su una piramide. Questa piramide sta nel mezzo, proprio in cima, accanto all’inferriata.)


I DUE ARMIGERI
Chi percorre questa strada irta di fatiche,
Si purifica con fuoco, acqua, aria e terra;
Se saprà vincere la paura della morte,
Balzerà dalla terra verso il cielo!
Illuminato, sarà allora in grado
Di dedicarsi completamente al culto di Iside.


TAMINO
Non mi spaventa morte alcuna ad agir da uomo,
A continuare sulla strada della virtù! -
Aprite a me le porte della paura -
Io tento lieto il percorso ardito. -
(vuole andare)

PAMINA
(da dentro)
Tamino, ferma! ti devo vedere!

TAMINO
Cosa sento? la voce di Pamina? -

I DUE ARMIGERI
Sì, sì, è la voce di Pamina! -

TAMINO E I DUE ARMIGERI
Oh me/te felice, ora lei può venir con me/te,
Ora nessun destino ci/vi dividerà più,
Anche se la morte fosse segnata.

TAMINO
Mi è concesso parlare con lei? -

I DUE ARMIGERI
Ti è concesso parlare con lei!

TAMINO E I DUE ARMIGERI
Quale gioia, quando ci/vi rivedremo,
Andare nel Tempio mano nella mano.
Una donna che non teme notte e morte
È degna, e viene iniziata.





Will Hartmann (Tamino)
dir: Colin Davis (2003)


dir: Ferenc Fricsay (1955)


dir: John Eliot Gardiner (1995)


dir: William Christie (1995)

dir: René Jacobs (2005)



In un piccolo giardino, i Tre Fanciulli celebrano metaforicamente l'arrivo dell'alba e si dichiarano pronti ad "annunciare il giorno [in cui] la superstizione scomparirà [e] l'uomo saggio vincerà". La musica, serena e solenne al tempo stesso, cambia però improvvisamente tono: alla vista di una Pamina "fuor di senno" per la disperazione di non essere più amata da Tamino (o almeno così crede), che intende suicidarsi con lo stesso pugnale che sua madre le aveva dato per uccidere Sarastro, i genietti intervengono rapidamente a bloccarle la mano. La convincono a desistere dall'insano gesto e a seguirli, promettendole di condurla dal suo innamorato e rassicurandola sui suoi sentimenti: "Egli ti ha consacrato il suo cuore".

Questa scena, che apre tecnicamente il lungo finale del secondo atto e dell'intera opera (non udremo più alcun recitativo secco), è un quartetto che inizia con un trio cui si aggiunge in un secondo momento il soprano (di fatto è cantato da quattro soprani, visto che le voci bianche possono essere classificate come tali: nella prima rappresentazione del 1791, uno dei fanciulli era interpretato da Anna Schikaneder, nipote ventiquattrenne del librettista; e tuttora può capitare, soprattutto nelle registrazioni in studio, che le parti vengano affidate a donne adulte anziché a bambini). Dopo l'introduzione, per la prima volta i Tre Fanciulli cessano di cantare all'unisono come hanno sempre fatto, separando le rispettive linee musicali: in particolare il Primo Fanciullo dialoga con gli altri due, commentando lo stato di dolore in cui versa Pamina. E tutti e tre si succedono e si alternano in quel "Sie kommt!" che accompagna il suo ingresso in scena.

La ragazza sembra in effetti davvero pervasa dalla follia: si rivolge direttamente al pugnale ("Ebbene sei tu il mio sposo? Con te concludo la mia pena!") e dichiara di voler morire perché Tamino l'ha abbandonata, in quanto non le rivolge più la parola. Questa situazione ci sembra strana perché nel terzetto "Soll ich dich, Teurer, nicht mehr sehen?" i due si erano incontrati, parlati e salutati. Come ho già scritto in un post precedente, il problema dell'apparente mancanza di continuity viene talvolta risolto anticipando quel terzetto all'inizio del secondo atto, oppure – più raramente – posticipandolo a dopo questo quartetto.



È la prima occasione in cui i Tre Fanciulli interagiscono nel canto con altri personaggi (in precedenza avevano interpretato soltanto dei terzetti a sé stanti). Il passaggio finale, dopo che hanno dissuaso Pamina del suicidio, in cui i quattro personaggi intonano all'unisono la massima morale "Zwei Herzen, die von Liebe brennen...", ha una particolare qualità gioiosa e rassicurante, molto apprezzato da musicologi e compositori. Sulla Wikipedia inglese si legge:

[Daniel] Heartz lo ha definito "il più amabile di tutti i bei momenti dell'opera"; [Hermann] Abert ha scritto di "una radianza paradisiaca unica in questo lavoro". E [Franz] Liszt ha citato il verso di Schikaneder in una sua lettera, aggiungendovi "Amen!".

Clicca qui per il testo di "Bald prangt, den Morgen zu verkünden".

(Das Theater verwandelt sich in einen kurzen Garten. Die drei Knaben fahren herunter.)

DIE DREI KNABEN
Bald prangt, den Morgen zu verkünden,
Die Sonn’ auf gold’ner Bahn -
Bald soll der Aberglaube schwinden,
Bald siegt der weise Mann! -
O holde Ruhe, steig hernieder,
Kehr in der Menschen Herzen wieder;
Dann ist die Erd’ ein Himmelreich,
Und Sterbliche den Göttern gleich.

ERSTER KNABE
Doch seht,Verzweiflung quält Paminen! -

ZWEITER UND DRITTER KNABE
Wo ist sie denn?

ERSTER KNABE
Sie ist von Sinnen! -

DIE DREI KNABEN
Sie quält verschmähter Liebe Leiden,
Laßt uns der Armen Trost bereiten! -
Fürwahr, ihr Schicksal geht uns nah!
O wäre nur ihr Jüngling da! -
Sie kommt! laßt uns bei Seite gehn,
Damit wir, was sie mache, sehn.
(gehn beiseite)

PAMINA
(halb wahnwitzig, mit einem Dolch; zum Dolch)
Du also bist mein Bräutigam? -
Durch dich vollend’ ich meinen Gram! -

DIE DREI KNABEN
(beiseite)
Welch dunkle Worte sprach sie da! -
Die Arme ist dem Wahnsinn nah! -

PAMINA
Geduld! mein Trauter, ich bin dein -
Bald werden wir vermählet sein! -

DIE DREI KNABEN
(beiseite)
Wahnsinn tobt ihr im Gehirne -
Selbstmord steht auf ihrer Stirne! -
(zu Pamina)
Holdes Mädchen, sieh uns an!

PAMINA
Sterben will ich - weil der Mann,
Den ich nimmermehr kann hassen,
Seine Traute kann verlassen! -
(auf den Dolch zeigend)
Dies gab meine Mutter mir -

DIE DREI KNABEN
Selbstmord strafet Gott an dir. -

PAMINA
Lieber durch dies Eisen sterben,
Als durch Liebesgram verderben! -
Mutter! durch dich leide ich,
Und dein Fluch verfolget mich!

DIE DREI KNABEN
Mädchen! willst du mit uns gehn?

PAMINA
Ja, des Jammers Maß ist voll!
Falscher Jüngling, lebe wohl!
Sieh, Pamina stirbt durch dich:
Dieses Eisen töte mich! -
(will sich erstechen)

DIE DREI KNABEN
(halten ihr den Arm)
Ha Unglückliche, halt ein!
Sollte dies dein Jüngling sehen,
Würde er vor Gram vergehen,
Denn er liebet dich allein. -

PAMINA
(erholt sich)
Was? er fühlte Gegenliebe?
Und verbarg mir seine Triebe -
Wandte sein Gesicht vor mir?
Warum sprach er nicht mit mir? -

DIE DREI KNABEN
Dieses müssen wir verschweigen,
Doch wir wollen dir ihn zeigen,
Und du wirst mit Staunen sehn,
Daß er dir sein Herz geweiht
Und den Tod für dich nicht scheut!

PAMINA
Führt mich hin, ich möcht’ ihn sehn.

DIE DREI KNABEN
Komm, wir wollen zu ihm gehn.

ALLE
Zwei Herzen, die von Liebe brennen,
Kann Menschenohnmacht niemals trennen. -
Verloren ist der Feinde Müh’,
Die Götter selbsten schützen sie.
(gehen ab)
(La scena si muta in un piccolo giardino. I tre fanciulli giungono dall’alto.)

I TRE FANCIULLI
Presto ad annunciare il giorno
Il sole splenderà sulla via dorata,
Presto la superstizione scomparirà,
Presto l’uomo saggio vincerà! -
Oh cara quiete, scendi quaggiù,
Torna di nuovo nei cuori degli uomini
Allora la terra sarà un regno dei cieli,
Ed i mortali uguali agli dèi.

PRIMO FANCIULLO
Ehi guardate, la disperazione strazia Pamina!

SECONDO E TERZO FANCIULLO
Ma dov’è?

PRIMO FANCIULLO
È fuor di senno! -

I TRE FANCIULLI
La strazia il dolore dell’amore respinto.
Portiamo consolazione alla poveretta! -
Veramente, la sua sorte ci sta a cuore!
Oh fosse qui ora il suo giovane! -
Ella viene! mettiamoci da parte,
Così vediamo cosa fa.
(si fanno da parte)

PAMINA
(fuori di sé, con un pugnale; al pugnale)
Ebbene sei tu il mio sposo -
Con te concludo la mia pena!

I TRE FANCIULLI
(a parte)
Quali parole oscure sta dicendo! -
La poveretta è presso a follia! -

PAMINA
Pazienta, mio caro, io sono tua,
E presto saremo sposi! -

I TRE FANCIULLI
(a parte)
La pazzia imperversa nel suo cervello -
Le si legge in fronte il suicidio! -
(a Pamina)
Cara fanciulla, guardaci!

PAMINA
Io voglio morire - poiché l’uomo
Che giammai posso odiare,
Ha potuto abbandonare la sua amata! -
(indicando il pugnale)
Me l’ha dato mia madre -

I TRE FANCIULLI
Dio ti punirà per il suicidio.

PAMINA
Meglio morire per questo acciaio,
Che rovinarsi per pene d’amore. -
Madre! per tua causa io soffro,
E la tua maledizione m’insegue!

I TRE FANCIULLI
Ragazza! vuoi venire con noi?

PAMINA
Sì, la misura del dolore è piena!
Bugiardo giovane, addio!
Guarda, Pamina muore per te:
Questo acciaio mi uccida! -
(vuole colpirsi)

I TRE FANCIULLI
(le fermano la mano)
Ah infelice! ferma!
Se il tuo giovane vedesse ciò,
Morirebbe di dolore,
Poiché egli ama solo te. -

PAMINA
(si riprende)
Cosa? egli sentiva amore per me?
E mi nascondeva i suoi impulsi -
Volgeva il suo viso lontano da me?
Perché non mi diceva niente?

I TRE FANCIULLI
Questo noi dobbiamo tacerlo,
Pure vogliamo mostrartelo,
E tu vedrai con stupore,
Che egli ti ha consacrato il suo cuore
E che per te non teme la morte!

PAMINA
Conducetemi da lui, io desidero vederlo.

I TRE FANCIULLI
Vieni, noi vogliamo andare da lui.

TUTTI
Due cuori, che ardono d’amore,
La debolezza umana non può dividere. -
Sprecata è la fatica dei nemici,
Perché gli dèi li proteggono.
(escono)





Ludwig M., Philip M., Matthias H. (Tre Fanciulli), Dorothea Röschmann (Pamina)
dir: Iván Fisher (2001)


Cedric Rossdeutscher, Christian Immler, Stefan Bandemehr (Tre Fanciulli), Lucia Popp (Pamina)
dir: Wolfgang Sawallisch (1983)


Allan Bergius, Manfred Hohenleitner, Stefan Bandemehr (Tre Fanciulli), Ileana Cotrubas (Pamina)
dir: James Levine (1982)


Ted Huffman, Per-Christian Brevig, Benjamin Schott (Tre Fanciulli), Kathleen Battle (Pamina)
dir: James Levine (1991)

12 novembre 2020

Il flauto magico (24) - "Ein Mädchen oder Weibchen"

Scritto da Christian

Che Papageno sia un personaggio guidato dalla necessità di soddisfare i bisogni primari ci è già stato fatto capire in più occasioni, sin dalla sua aria introduttiva, passando per frasi o frammenti di dialoghi come quello di una scena precedente ("In fondo io non pretendo alcuna saggezza. Io sono una persona così semplice, che si accontenta di dormire, mangiare e bere"). E il bisogno per eccellenza, anch'esso manifestato in numerose occasioni, è quello di avere una compagna al proprio fianco. Ora, nella sua seconda aria, questa necessità viene definitivamente esplicitata. Rimasto solo dopo la partenza di Tamino, ed escluso dal circolo degli iniziati per non aver saputo rispettare il silenzio ("Embè, ci saranno certo anche altri nelle mie condizioni", commenta senza scomporsi), al nostro uccellatore viene almeno offerto un bicchiere di vino. Dopodiché, si lancia ad esprimere col canto un altro desiderio... quello di avere con sé "ein Mädchen oder Weibchen", "una fanciulla o una donna [matura]".

Strutturato come un Lied viennese, bipartito (in contrasto con l'aria tipica dell'opera italiana, che invece è tripartita), il brano è una vera e propria canzone da intonare a sé stessi, tanto che alcuni allestimenti approfittano del fatto che Papageno ha appena bevuto del vino per mostrarlo progressivamente più ubriaco man mano che canta. Come la musica, anche il testo è semplice e diretto. Alcuni passaggi ci rendono più chiaro come il personaggio non si poteva sentire a proprio agio in un regno, quello di Sarastro, dove l'elemento femminile è visto con sospetto ("Bewahret euch vor Weibertücken", "Guardatevi dalle insidie delle donne"). Per Papageno, invece, la donna è salvifica ("Doch küßt mich ein weiblicher Mund, so bin ich schon wieder gesund", "Ma se mi bacia una bocca femminile, allora io son già di nuovo guarito!"). Musicalmente, la chiusura ricorda "Signori, di fuori son già i suonatori" dalle "Nozze di Figaro".

Papageno è il rappresentante del russoviano stato di natura: non sa nulla di nulla, conosce solo il ristretto territorio in cui vive, con l'unico scopo di soddisfare i propri bisogni materiali e i propri piaceri sensuali [...]. La musica ne coglie tutta l'ingenuità, come trasfigurandola in una promessa di felicità accessibile alle anime semplici, la cui bontà e freschezza istintiva non è ancora stata intaccata dalla corruzione della civiltà. Lo stile messo in atto da Mozart per caratterizzare questo straordinario personaggio, che possiede anch'egli uno strumento dalla virtù magica come il Glockenspiel, tintinnante gioco di campanelli, è quello del Lied strofico di origine popolare: la semplicità dei mezzi, l'immediatezza delle melodie, l'assoluta linearità della forma sono esse stesse espressione di uno stato di natura che la musica sublima nella più elevata forma d'arte.
(Paolo Gallarati)
Il ritornello dello «Ein Madchen oder Weibchen» di Papageno, una semplice canzone strofica di grande fascino, introdotta e punteggiata dal carillon magico, è diventato in Austria una canzone popolare (con parole diverse, che cominciano con «Üb immer Treu und Redlichkeit»). Un carillon dietro le quinte (oggi di solito viene usata una celesta) fornisce la musica per i carillon di Papageno; e Mozart, in una lettera scritta alla moglie convalescente a Baden, racconta come una sera, al Theater auf der Wieden, si divertì a spese dell'amico Schikaneder: «Durante l'aria di Papageno con il carillon, sono andato dietro le scene perché oggi sentivo proprio una gran voglia di suonarlo io stesso. E per divertirmi, nel momento in cui Schikaneder ha una pausa, io ho suonato un arpeggio. Si è spaventato, ha guardato tra le quinte e mi ha visto. Alla sua pausa successiva, non ho suonato nessun arpeggio. Questa volta si è fermato e si rifiutava di andare avanti. Indovinando il suo pensiero, ho suonato un altro accordo. Allora lui ha dato una botta al carillon e ha gridato: "Chiudi il becco!". Al che tutti hanno riso. Io credo che questo scherzo abbia fatto capire a molti del pubblico che non è Papageno che suona lo strumento».
(Charles Osborne)


Clicca qui per il testo del recitativo ("Tamino! Tamino! - Willst du mich denn gänzlich verlassen?").

PAPAGENO
(von außen)
Tamino! Tamino! - Willst du mich denn gänzlich verlassen?
(er sucht herein)
Wenn ich nur wenigstens wüßte, wo ich wäre. - Tamino! - Tamino! Solang ich lebe, bleib’ ich nicht mehr von dir - nur diesmal verlaß mich armen Reisegefährten nicht!
(er kommt an die Türe, wo Tamino abgeführt worden ist)

EINE STIMME
(ruft)
Zurück!
(Dann ein Donnerschlag; das Feuer schlägt zur Tür heraus; starker Akkord)

PAPAGENO
Barmherzige Götter! - Wo wend’ ich mich hin? Wenn ich nur wüßte, wo ich hereinkam.
(er kommt an die Türe, wo er hereinkam)

DIE STIMME
Zurück!
(Donner und Feuer and Akkord wie oben)

PAPAGENO
Nun kann ich weder zurück, noch vorwärts!
(weint)
Muß vielleicht am Ende gar verhungern! - Schon recht! - Warum bin ich mitgereist?

ZWEITER PRIESTER
Mensch! du hättest verdient, auf immer in finstern Klüften der Erde zu wandern; - die gütigen Götter aber entlassen der Strafe dich. - Dafür aber wirst du das himmlische Vergnügen der Eingeweihten nie fühlen.

PAPAGENO
Je nun, es gibt ja noch mehr Leute meinesgleichen! - Mir wäre jetzt ein gut Glas Wein das größte Vergnügen.

ZWEITER PRIESTER
Sonst hast du keinen Wunsch in dieser Welt?

PAPAGENO
Bis jetzt nicht.

ZWEITER PRIESTER
Man wird dich damit bedienen! -
(Ab. Sogleich kommt ein großer Becher, mit rote Wein angefüllt, aus der Erde.)

PAPAGENO
Juchhe! da ist er ja schon! -
(trinkt)
Herrlich! - Himmlisch! - Göttlich! - Ha! ich bin jetzt so vergnügt, daß ich bis zur Sonne fliegen wollte, wenn ich Flügel hätte! - Ha! - mir wird ganz wunderlich ums Herz! - Ich möchte - ich wünschte - ja, was denn?

PAPAGENO
(da fuori)
Tamino! Tamino! Vuoi dunque abbandonarmi del tutto?
(cerca dentro)
Se solo sapessi almeno dove mi trovo. - Tamino! Tamino! - Per quanto io viva, non starò più lontano da te - solo per stavolta, non abbandonare il tuo povero compagno di viaggio!
(giunge alla porta, attraverso la quale Tamino è stato condotto via)

UNA VOCE
(grida)
Indietro!
(Poi un tuono; il fuoco divampa uscendo dalla porta; forte accordo)

PAPAGENO
Dèi misericordiosi! - Dove mi dirigo? Se solo sapessi dove sono entrato.
(va alla porta donde era venuto)

LA VOCE
Indietro!
(Tuono, fuoco e accordo come sopra)

PAPAGENO
Ora non posso andare né indietro, né avanti.
(piange)
Forse alla fine dovrò persino morir di fame - Ben mi sta! - Perché mi sono fatto coinvolgere?

SECONDO SACERDOTE
Uomo! tu avresti meritato di vagare per sempre nei tetri baratri della terra; gli dèi clementi tuttavia ti condonano la punizione. - Ma per contro non proverai mai i piaceri celesti degli iniziati.


PAPAGENO
Embè, ci saranno certo anche altri nelle mie condizioni. - Per quanto mi riguarda, il piacere più grande sarebbe ora un buon bicchiere di vino.

SECONDO SACERDOTE
Dunque non hai alcun desiderio in questo mondo?

PAPAGENO
Per ora no.

SECONDO SACERDOTE
Sarai servito! -
(Esce. Subito dal suolo giunge una grossa coppa, piena di vino rosso.)

PAPAGENO
Urrà! è già qui!
(beve)
Magnifico! - Celestiale! - Divino! - Ah! ora sono così soddisfatto che vorrei volare fino al sole, se avessi le ali. - Ah! - mi sento tutto strano attorno al cuore! - Io vorrei - desidererei - sì, ma cosa?


Clicca qui per il testo di "Ein Mädchen oder Weibchen".

PAPAGENO
(schlägt das Glockenspiel)
Ein Mädchen oder Weibchen
Wünscht Papageno sich!
O so ein sanftes Täubchen
Wär’ Seligkeit für mich!

Dann schmeckte mir Trinken und Essen,
Dann könnt’ ich mit Fürsten mich messen,
Des Lebens als Weiser mich freun,
Und wie im Elysium sein.

Ein Mädchen oder Weibchen
Wünscht Papageno sich!
O so ein sanftes Täubchen
Wär’ Seligkeit für mich!

Ach kann ich denn keiner von allen
Den reizenden Mädchen gefallen?
Helf’ eine mir nur aus der Not,
Sonst gräm’ ich mich wahrlich zu Tod.

Ein Mädchen oder Weibchen
Wünscht Papageno sich!
O so ein sanftes Täubchen
Wär’ Seligkeit für mich!

Wird keine mir Liebe gewähren,
So muß mich die Flamme verzehren,
Doch küßt mich ein weiblicher Mund,
So bin ich schon wieder gesund.
PAPAGENO
(suona i campanelli)
Una fanciulla o una donnetta
Vorrebbe Papageno per sé!
Oh, una delicata colombella
Sarebbe per me la beatitudine!

Allora berrei e mangerei di gusto,
Allora potrei misurarmi coi principi,
Godermi la vita al par di un saggio
E sentirmi come nell’Elisio.

Una fanciulla o una donnetta
Vorrebbe Papageno per sé!
Oh, una delicata colombella
Sarebbe per me la beatitudine!

Possibil che non piaccia a nessuna
Di tutte quelle deliziose fanciulle?
Almeno una mi aiuti a uscir da questo stato,
Altrimenti mi affliggerò fino a morire.

Una fanciulla o una donnetta
Vorrebbe Papageno per sé!
Oh, una delicata colombella
Sarebbe per me la beatitudine!

Se nessuna mi accorderà amore,
Allor l’ardore mi consumerà,
Ma se mi bacia una bocca femminile,
Allora io son già di nuovo guarito!





Simon Keenlyside (1995)


Detlef Roth (2001)


Christian Gerhaher (2006)


Hermann Prey (1971)


Manfred Hemm (1991)


Daniel Schmutzhard (2009)

Gerard Finley (1995)


Anche questo brano ha dato origine nel tempo a numerose variazioni e canzoni. Qui sotto potete ascoltare in due versioni (tenore e coro) la canzone viennese citata da Osborne ("Üb immer Treu und Redlichkeit"). Come già per il duetto fra Papageno e Pamina "Bei Männern, welche Liebe fühlen", esistono poi delle variazioni di Ludwig van Beethoven per violoncello e pianoforte. Infine, la melodia è stata adattata a un inno religioso ("I am a faithful Catholic") pubblicato da Henri F. Hémy nel 1864.


"Üb immer Treu und Redlichkeit"
Franz Baumann (tenore)

"Üb immer Treu und Redlichkeit"
The Boys Choir of Vienna (coro)


Dodici variazioni di Ludwig van Beethoven per violoncello e pianoforte (1796)
Mischa Maisky, Martha Argerich


Quanto al cinema, è proprio durante l'esecuzione di quest'aria da parte di Schikaneder (Simon Callow) che, nel film "Amadeus", si immagina che Mozart si senta male (l'aria è cantata in inglese da Brian Kay).


scena dal film "Amadeus" (1984) di Miloš Forman


scena dal film "Lettera da una sconosciuta" (1948) di Max Ophüls


scena dal film "L'infedele" (2000) di Liv Ullmann



Non appena Papageno ha terminato la sua canzone (anzi, danzando sulle ultime note di questa, come specifica il libretto) fa la sua ricomparsa la vecchia che aveva già dialogato con l'uccellatore in una scena precedente. Questa volta gli chiede di sposarla ("Se tu mi prometti di rimanermi sempre fedele, allora vedrai quanto teneramente ti amerà la tua mogliettina"). Pur di non dover "rinunciare per sempre al mondo", Papageno accetta e le giura fedeltà ("finché non ne vedrò una più bella", commenta però fra sé).

A queste parole, "la donna si muta in una giovane" (il libretto non specifica se per magia, o se fosse semplicemente travestita). Si tratta infatti di quella Papagena "giovane e bella" che gli era stata promessa se si fosse sottoposto alle prove. L'uccellatore vorrebbe abbracciarla, ma il Secondo Sacerdote interviene per dividerli. Egli, infatti, "non è ancora degno" di lei.

A chi vorrebbe una risposta per ogni cosa, restano delle domande irrisolte: chi è Papagena? da dove viene? perché è vestita come Papageno e, soprattutto, ha il suo stesso nome (come Paperino e Paperina)? Inutile attendersi delle spiegazioni realistiche: ricordiamo che si tratta di una fiaba... Che poi, anche questo è un classico topos delle favole: il personaggio "buono" che viene premiato per essersi mostrato gentile verso qualcuno camuffato da vecchio e brutto. Nell'incipit della "Cenerentola" di Rossini, per esempio, la protagonista accoglie in casa e offre del cibo ad Alidoro, vestito da mendicante, che invece le due sorellastre vorrebbero scacciare. Qui Papageno, pur con qualche esitazione (e il caveat che dice fra sé), fa qualcosa di simile, accettando (e non scacciando) la vecchia: per questo alla fine sarà ricompensato.

Clicca qui per il testo del recitativo che segue ("Da bin ich schon, mein Engel!").

(Die Alte kommt, tanzend und auf ihren Stock dabei sich stützend.)

WEIB
Da bin ich schon, mein Engel!

PAPAGENO
Du hast dich meiner erbarmt?

WEIB
Ja, mein Engel!

PAPAGENO
Das ist ein Glück!

WEIB
Und wenn du mir versprichst, mir ewig treu zu bleiben, dann sollst du sehen, wie zärtlich dein Weibchen dich lieben wird.

PAPAGENO
Nur nicht so hastig, lieber Engel! - So ein Bündnis braucht doch auch seine Überlegung.

WEIB
Papageno, ich rate dir, zaudre nicht. - Deine Hand, oder du bist auf immer hier eingekerkert.

PAPAGENO
Eingekerkert?

WEIB
Wasser und Brot wird deine tägliche Kost sein. - Ohne Freund, ohne Freundin mußt du leben, und der Welt auf immer entsagen. -

PAPAGENO
Wasser trinken? - Der Welt entsagen? - Nein, da will ich doch lieber eine Alte nehmen, als gar keine. - Nun, da hast du meine Hand, mit der Versicherung, daß ich dir immer getreu bleibe,
(für sich)
solang ich keine Schönere sehe.

WEIB
Das schwörst du?

PAPAGENO
Ja, das schwör’ ich!
(Das Weib verwandelt sich in ein junges Weib, welches ebenso gekleidet ist wie Papageno)

PAPAGENO
Pa-Pa-Papagena! -
(er will sie umarmen)

ZWEITER PRIESTER
(nimmt sie hastig bei der Hand)
Fort mit dir, junges Weib! Er ist deiner noch nicht würdig.
(er schleppt sie hinein, Papageno will nach)
Zurück, sag ich! oder zittre! -

PAPAGENO
Eh’ ich mich zurückziehe, soll die Erde mich verschlingen.
(er sinkt hinab)
O ihr Götter!

(Entra la vecchia, che danza e nello stesso tempo si appoggia al suo bastone.)

DONNA
Eccomi qui, angelo mio!

PAPAGENO
Ti sei impietosita di me?

DONNA
Sì, angelo mio!

PAPAGENO
Una vera fortuna!

DONNA
Se tu mi prometti di rimanermi sempre fedele, allora vedrai quanto teneramente ti amerà la tua mogliettina.

PAPAGENO
Ma non così in fretta, angelo caro! - Un patto siffatto richiede una certa riflessione.

DONNA
Papageno, io ti consiglio di non esitare. - La tua mano, o tu resterai per sempre qui imprigionato.

PAPAGENO
Imprigionato?

DONNA
Acqua e pane saranno il tuo cibo quotidiano. - Dovrai vivere senza amici e senza amiche, e rinunciare per sempre al mondo. -

PAPAGENO
Bere acqua? - Rinunciare al mondo? - No, in tal caso preferisco prendere una vecchia che niente del tutto. - Ebbene, hai qui la mia mano, con l’assicurazione che ti rimarrò sempre fedele,
(fra sé)
finché non ne vedrò una più bella.

DONNA
Tu lo giuri?

PAPAGENO
Sì, io lo giuro!
(La donna si muta in una giovane, vestita esattamente come Papageno)

PAPAGENO
Pa-Pa-Papagena! -
(la vuole abbracciare)

SECONDO SACERDOTE
(la prende in fretta per la mano)
Vattene via, giovane donna, egli non è ancora degno di te!
(la trascina dentro, Papageno vuole seguirla)
Indietro, ti dico, o trema! -

PAPAGENO
Prima ch’io mi ritiri, la terra mi deve inghiottire.
(egli sprofonda)
Oh dèi!

8 novembre 2020

Il flauto magico (23) - "Soll ich dich, Teurer"

Scritto da Christian



Tamino ha superato la prova del silenzio. Sarastro gli comunica ora che gli restano ancora "due strade pericolose da percorrere" (si tratta, lo vedremo poi, delle prove del fuoco e dell'acqua). Ma prima potrà salutare Pamina, o meglio darle "l'ultimo addio" ("das letzte Lebewohl"): questa scelta di parole (che si riferisce, in realtà, al fatto che dopo aver superato le prove il principe diverrà un "uomo nuovo") preoccupa la ragazza, che viene introdotta incappucciata, e ciò dà l'avvio a un terzetto (Sarastro, Tamino, Pamina) in cui i due innamorati si salutano mentre il sacerdote, dopo essersi unito al principe nel tranquillizzare la fanciulla, scandisce il tempo della sua partenza ("Die Stunde schlägt!", "L'ora risuona").

Oltre che molto bello, questo "terzetto degli addii" è musicalmente complesso. "Gli arpeggi irrequieti dell'accompagnamento trasmettono l'agitazione e l'ansia della situazione, mentre le due voci maschili infondono sicurezza e la voce del soprano interroga ansiosamente", commenta Charles Osborne. E a differenza degli altri numeri d'insieme, dove "le voci procedono per terze e seste o in successione", qui – spiega Mario Marica – i solisti "cantano insieme per più della metà del brano [...] e sebbene non manchino i passaggi paralleli, spesso procedono autonomamente e in un caso entrano addirittura in fugato".

Dal punto di vista narrativo, però, questo brano generà un notevole problema di continuità, che non sfugge di certo a uno spettatore attento. Avevamo lasciato Pamina in preda alla disperazione perché Tamino non le rivolgeva parola né attenzione: al termine dell'aria "Ach, ich fühl's", la ragazza evocava addirittura la morte. E più avanti, nella scena con i Tre Fanciulli "Bald prangt, den Morgen zu verkünden", la troveremo effettivamente intenzionata a uccidersi (domandandosi "Warum sprach er nicht mit mir?", "Perché non mi parlava?"). Eppure in questo terzetto Tamino e Pamina si parlano eccome, anzi si rinnovano la promessa d'amore (il principe le dice esplicitamente "Ti sarò sempre fedele") e si danno l'arrivederci ("Lebe wohl!").

Anche se non tutti i critici concordano nel ritenerlo un problema (per David Cairns, per esempio, "i dolori e i conflitti sotto cui lo spirito di Pamina quasi si spezzerà non sono stati risolti; La questione cruciale dell'influenza di sua madre resta da appianare e il suo ricongiungimento con Tamino è stato sorprendentemente breve e oscurato dal dubbio. Sia la musica che le parole del trio instillano uno stato d'animo di tristezza e struggente tenerezza che, per Pamina, è solo in parte connotato da una vaga speranza; la realtà più vivida è la sua separazione forzata da Tamino"), questa incoerenza viene solitamente risolta anticipando il terzetto all'inizio del secondo atto, collocandolo subito prima o dopo l'aria di Sarastro "O Isis und Osiris", vale a dire prima che Tamino e Papageno intraprendano la prova del silenzio (e anche prima che la Regina della Notte faccia visita a Pamina). Più raramente si sceglie addirittura di eliminare del tutto il terzetto: la trama infatti non ne risente, anche se è un peccato tagliare un brano mozartiano così mirabile!

Clicca qui per il testo del recitativo che precede ("Prinz, dein Betragen war bisher männlich und gelassen").

SARASTRO
Prinz, dein Betragen war bisher männlich und gelassen; nun hast du noch zwei gefährliche Wege zu wandern. - Man bringe Paminen!

(Eine Stille herrscht bei allen Priestern; Pamina wird mit eben diesem Sack, welcher die Eingeweihten bedeckt, hereingeführt; Sarastro löst die Bande am Sacke auf)

PAMINA
Wo bin ich? - Welch eine fürchterliche Stille! - Saget, wo ist mein Jüngling? -

SARASTRO
Er wartet deiner, um dir das letzte Lebewohl zu sagen.

PAMINA
Das letzte Lebewohl? - O wo ist er? -
Führe mich zu ihm! -

SARASTRO
Hier! -

PAMINA
Tamino!

TAMINO
Zurück!

SARASTRO
Principe, il tuo contegno è stato fin qui virile e pacato; ti rimangono ancora due strade pericolose da percorrere. - Si conduca Pamina!

(Il silenzio regna fra tutti i sacerdoti; Pamina viene introdotta col cappuccio proprio degli iniziati; Sarastro ne scioglie la legatura)


PAMINA
Dove sono? - Qual terribile silenzio! - Dite, ov’è il mio giovane? -

SARASTRO
Egli ti attende, per darti l’ultimo addio.


PAMINA
L’ultimo addio? - Oh, dov’è? -
Conducimi da lui!

SARASTRO
Ecco!

PAMINA
Tamino!

TAMINO
Indietro!

Clicca qui per il testo di "Soll ich dich, Teurer, nicht mehr sehen?".

PAMINA
Soll ich dich, Teurer, nicht mehr sehen? -

SARASTRO
Ihr werdet froh euch wiedersehn! -

PAMINA
Dein warten tödliche Gefahren!

SARASTRO UND TAMINO
Die Götter mögen ihn/mich bewahren!

PAMINA
Du wirst dem Tode nicht entgehen,
Mir flüstert dieses Ahndung ein!

SARASTRO UND TAMINO
Der Götter Wille mag geschehen,
Ihr Wink soll ihm/ihr Gesetze sein!

PAMINA
O liebtest du, wie ich dich liebe,
Du würdest nicht so ruhig sein.

TAMINO UND SARASTRO
Glaub mir, er fühlet/ich fühle gleiche Triebe,
Wird/Werd’ ewig dein Getreuer sein.

SARASTRO
Die Stunde schlägt, nun müßt ihr scheiden!

TAMINO UND PAMINA
Wie bitter sind der Trennung Leiden!

SARASTRO
Tamino muß nun wieder fort!

TAMINO
Pamina, ich muß wirklich fort!

PAMINA
Tamino muß nun wirklich fort!

SARASTRO UND TAMINO
Nun muß er/ich fort!

PAMINA
So mußt du fort!

TAMINO
Pamina, lebe wohl!

PAMINA
Tamino, lebe wohl!

SARASTRO
Nun eile fort!
Dich ruft dein Wort!
Die Stunde schlägt!
Wir sehn uns wieder!

TAMINO UND PAMINA
O goldne Ruhe!
Kehre wieder!
Lebe wohl!
(Entfernen sich)
PAMINA
Dovrò, caro, non più vederti? -

SARASTRO
Vi rivedrete felici! -

PAMINA
Ti aspettano pericoli mortali! -

SARASTRO E TAMINO
Gli dèi possano proteggerlo/mi!

PAMINA
Tu non sfuggirai alla morte,
Mi suggerisce questo un presagio!

SARASTRO E TAMINO
Possa avverarsi il volere degli dèi,
Il loro cenno gli/mi sia di legge.

PAMINA
Ah se tu amassi com’io ti amo,
Non saresti così tranquillo.

SARASTRO E TAMINO
Credimi, egli sente/io sento gli stessi impulsi,
Sarà/Sarò sempre il tuo fedele.

SARASTRO
Suona l’ora, or dovete separarvi!

TAMINO E PAMINA
Come sono amare le pene del distacco!

SARASTRO
Tamino or deve nuovamente andare!

TAMINO
Pamina, or devo veramente andare!

PAMINA
Tamino or deve veramente andare!

SARASTRO E TAMINO
Or deve/devo andare!

PAMINA
Così devi andare!

TAMINO
Pamina, addio!

PAMINA
Tamino, addio!

SARASTRO
Ora affrèttati a partire!
Ti chiama la parola data!
Risuona l’ora!
Ci rivedremo!

TAMINO E PAMINA
Oh aurea quiete!
Ritorna ancora!
Addio!
(Si allontanano)



Venendo alle clip, vi prego di confrontare l'enorme differenza di esecuzione fra la versione di René Jacobs (assai veloce) e quella di Nikolaus Harnoncourt (assai lenta). Le altre si collocano fra questi due estremi.


Genia Kühmeier (Pamina), René Pape (Sarastro), Paul Groves (Tamino)
dir: Riccardo Muti (2006)


Sophie Karthäuser (Pamina), Harry Peeters (Sarastro), Topi Lehtipuu (Tamino)
dir: René Jacobs (2005)


Evelyn Lear, Franz Crass, Fritz Wunderlich
dir: Karl Böhm (1964)


Helen Donath, Theo Adam, Peter Schreier
dir: Otmar Suitner (1970)


Barbara Bonney, Matti Salminen, H.P. Blochwitz
dir: Nikolaus Harnoncourt (1987)

Ruth Ziesak, Kurt Moll, Uwe Heilmann
dir: Georg Solti (1990)


Oltre a segnalare l'esistenza di numerose trascrizioni strumentali (per esempio per piano a quattro mani o per due oboi barocchi), propongo qui un folle concorrente del talent show "The Voice Russia", Maksim Galkin, che canta da solo tutte e tre le parti del terzetto (soprano, tenore e basso):

5 novembre 2020

Il flauto magico (22) - "O Isis und Osiris" (coro)

Scritto da Christian



Sarastro e i sacerdoti del tempio giungono con le loro lanterne (delle "piramidi illuminate", recita il libretto) e intonano in coro una "ferma e fiduciosa preghiera di una bellezza solenne" (Osborne), la cui frase finale, dolcissima e sublime, predestina Tamino all'iniziazione ("Bald wird er unser würdig sein", "Presto sarà degno di noi"): da notare quel "bald" ripetuto tre volte all'inizio della frase musicale. Per alcuni critici (leggi sotto), qui Mozart pare anticipare addirittura Wagner.

Come, irresistibilmente, a "Parsìfal" fa pensare il coro dei sacerdoti "O Isis und Osiris", con i suoi echi interni, l'andamento, scandito su un ritmo puntato che contraddistingue, nell'opera, la sfera sacrale, il suono organistico dei tromboni, l'altissima trasfigurazione della solennità ieratica nell'intimità di un dolce misticismo.
(Paolo Gallarati)
Il brano non va confuso con l'aria di Sarastro (anch'essa accompagnata dal coro) "O Isis und Osiris" che apriva il secondo atto e che iniziava con le stesse parole, l'invocazione alle divinità Iside e Osiride. Credo che trovare in una stessa opera due brani diversi con il medesimo titolo sia un caso più unico che raro.

La frase "Die düstre Nacht verscheucht der Glanz der Sonne!" ("Lo splendore del sole scaccia la tetra notte!") tornerà, parafrasata, proprio nel finale dell'opera, quando Sarastro intonerà "Die Strahlen der Sonne vertreiben die Nacht" ("I raggi del sole dissipano la notte").

Clicca qui per il testo di "O Isis und Osiris, welche Wonne!".

(Zwei Priester tragen eine beleuchtete Pyramide auf den Schultern; jeder Priester hat eine transparente Pyramide, in der Größe einer Laterne, in der Hand.)

CHOR DER PRIESTER
O Isis und Osiris, welche Wonne!
Die düstre Nacht verscheucht der Glanz der Sonne!
Bald fühlt der edle Jüngling neues Leben,
Bald ist er unserm Dienste ganz ergeben.
Sein Geist ist kühn, sein Herz ist rein -
Bald wird er unser würdig sein.
(Due sacerdoti portano sulle spalle una piramide illuminata; ogni sacerdote ha in mano una piramide trasparente della grandezza di una lanterna.)


CORO DI SACERDOTI
Oh Iside e Osiride, qual gioia!
Lo splendore del sole scaccia la tetra notte!
Presto il nobile giovane proverà nuova vita,
Presto sarà completamente al nostro servizio.
Il suo animo è ardito, il suo cuore è puro. -
Presto sarà degno di noi.





dir: James Levine (1991)


dir: Georg Solti (1990)

dir: Yannick Nézet-Séguin (2017)