17 novembre 2014

1. Introduzione I: "Non v'è del conte Asdrubale"

Scritto da Christian

L'intera azione de "La pietra del paragone" si svolge nella dimora di campagna del Conte Asdrubale ("in un popolato e ricco borgo, poco lontano da una delle principali città d'Italia", recita il libretto), che ospita numerosi personaggi in villeggiatura: aristocratici, intellettuali e "nullafacenti" di varia estrazione. La prima scena, ambientata nel giardino della villa, comincia a introdurci alcuni di questi.

Dopo un coro ("misto d'Ospiti e di Giardinieri") che tesse gli elogi del Conte e della sua ospitalità ("Non v'è del Conte Asdrubale / più amabil cavaliere"), pur sottolineandone la strana ritrosia a prendere moglie ("Sta forse nello scegliere / la sua difficoltà"?), ecco salire in cattedra il poeta Pacuvio, che vuole imporre ai presenti i suoi versi pomposi, strampalati e non-sense ("Ombretta sdegnosa del Missipipì"). Tutti lo rifuggono, evidentemente già adusi alla sua invadenza e al suo tipo di poesia ("Più gran seccatore / giammai non s'udì"). Nonostante Pacuvio, da buon seguace del Metastasio, cerchi di nobilitare le proprie composizioni con un'aura classico-mitologica (Alceste, Arbace), non riesce tuttavia a catturare l'attenzione né di Fabrizio, il maggiordomo del Conte ("Le orecchie, Fabrizio / ti vo' imbalsamare", ossia coprire del "balsamo" della poesia!), che pur di sfuggirgli si inventa una scusa sul momento ("Per certo servizio / lasciatemi andare"), né della Baronessa Aspasia, una delle nobili ospiti della villa.

A sua volta, in pieno furore pindarico, Pacuvio non si rende conto di essere chiamato, ad alta voce e con ampi gesti, da un'altra ospite, Donna Fulvia. Costei, che verso di lui prova una simpatia (ricambiata) e che tutto sommato sembra essere l'unica ad apprezzarne il talento rimario, è – proprio come Aspasia – in realtà interessata ad "accalappiare" Asdrubale, scapolo impenitente ma assai appetito per la sua ricchezza. Nel recitativo che segue il concertato introduttivo, Fulvia chiarisce le cose con Pacuvio: intende sposare il Conte soltanto perchè "è ricco". Il poeta, dal suo canto, non dovrà però temere: dopo il matrimonio avrà comunque "stipendio, alloggio e tavola", visto che "fa sempre onore alle famiglie un letterato in casa".

Clicca qui per il testo del brano.

CORO
Non v'è del Conte Asdrubale
più saggio cavaliere:
ha sensi e cor magnanimo,
è dolce di maniere;
e in casa sua risplendono
ricchezza e nobiltà.
Le femmine rispetta;
qui con piacer le accoglie;
ma par che poca fretta
si dia di prender moglie;
sta forse nello scegliere
la sua difficoltà.

PACUVIO (con alcuni fogli di carta spiegati in mano, e in atto di leggere)
Attenti! Ascoltate:
che rime sono queste!

CORO (voltandogli le spalle)
Di grazia lasciate...

PACUVIO (inseguendoli)
Io fingo che Alceste
facendo all'amore,
coll'ombra d'Arbace
ragioni così.

CORO (come sopra)
Lasciateci in pace.
(Più gran seccatore
giammai non s'udì.)

PACUVIO (come sopra)
«Ombretta sdegnosa
del Missipipì»...

CORO (ironicamente)
Bellissima cosa!
(con somma impazienza)
Ma basta fin qui.

PACUVIO (veggendo a comparir Fabrizio abbandona gli altri, e va ad incontrarlo con trasporto)
Le orecchie, o Fabrizio,
ti vo' imbalsamare.

FABRIZIO (mostrando molta fretta per liberarsene)
Per certo servizio
lasciatemi andare.

BARONESSA (da un'altra parte chiamandolo)
Fabrizio...

PACUVIO (rivolgendosi verso di lei)
Signora,
qui badi per ora:
è Alceste, che parla...
(in atto di leggere)

BARONESSA
Non voglio ascoltarla.

PACUVIO (ora verso gli uni, ora verso gli altri)
Quest'aria allusiva
eroico-bernesca
cantar sulla piva
dovrà una fantesca
per far delle risa
gli astanti crepar.

BARONESSA, FABRIZIO E CORO
È bella e decisa,
non voglio ascoltar.

PACUVIO (leggendo)
«Ombretta»...

FULVIA (contemporaneamente chiamandolo)
Pacuvio...

CORO (volendosi dispensare)
Di grazia...

PACUVIO (come sopra verso la Baronessa senz'avvedersi di Fulvia, che lo chiama)
«Ombretta»...

FULVIA
Pacuvio...

BARONESSA
Son sazia...

PACUVIO (come sopra verso Fabrizio)
«Ombretta»...

FULVIA
Pacuvio...

FABRIZIO (con impazienza)
Non posso.

BARONESSA
Ha il diavolo addosso.

FULVIA
Ma, caro Pacuvio,
badatemi un po'.

PACUVIO
Ho in petto un Vesuvio;
frenarmi non so.

BARONESSA, FABRIZIO E CORO
Da questo diluvio
si salvi chi può.

Clicca qui per il testo del recitativo che segue il brano.

PACUVIO (a Fabrizio)
«Ombretta»...

FABRIZIO (ritirandosi)
Per pietà...

PACUVIO (alla Baronessa)
«sdegnosa»...

BARONESSA
Io parto, se non tacete.

PACUVIO (avvedendosi solamente in questo punto di donna Fulvia)
Oh! Donna Fulvia...
Appunto qui giungete a proposito:
è uno squarcio degno d'illustri orecchie.

FULVIA
Io volentieri l'ascolterò.

PACUVIO (alla Baronessa con enfasi accennando donna Fulvia)
Queste son donne!

BARONESSA (con sarcasmo)
È vero: si chiama Donna Fulvia.

FULVIA (egualmente)
È molto meno che Baronessa.

PACUVIO
Insomma,
chi non ama il musaico, o parta o taccia.

FABRIZIO (a donna Fulvia, partendo)
Mi consolo con lei.

BARONESSA (egualmente)
Buon pro vi faccia.

PACUVIO
Che ignoranza maiuscola!

FULVIA
Io suppongo che sia malignità.

PACUVIO
Peggio per loro!
(nell'atto di tornare a spiegare il foglio)
Odi, mio bel tesoro...

FULVIA
Non dirmi così:
sai che alla destra aspiro del Conte.

PACUVIO
Già; ma non per genio.

FULVIA
È ricco.

PACUVIO (sospirando)
Purtroppo! ed io...

FULVIA
Ci vuol pazienza.
Avrai a buon conto stipendio, alloggio e tavola,
quando sposa io sarò.

PACUVIO
Fa sempre onore
alle famiglie un letterato in casa.

FULVIA
Io ne son persuasa.

[PACUVIO (tornando a spiegare il foglio)
Ascolta dunque...

FULVIA
Osserva:
Giocondo con Macrobio.

PACUVIO
Ah! quel Giocondo
non lo posso soffrir.

FULVIA
Dunque bisogna evitarlo.

PACUVIO
Sibbene: andiam di sopra;
anzi, per far più presto
entriamo in quella camera terrena,
dove ti recitai la prima scena.]
(partono)



Nella prima clip che vi propongo, si può apprezzare l'originale allestimento di Giorgio Barberio Corsetti e Pierrick Sorin, che fa uso (con notevoli effetti scenografici e comici) del fondale in chroma key per inserire i personaggi all'interno di scenari fittizi (in questo caso, di modellini).


Christian Senn (Pacuvio), Filippo Polinelli (Fabrizio), Jennifer Holloway (Aspasia),
Laura Giordano (Fulvia), dir: Jean-Christophe Spinosi

Questa invece è una messa in scena più tradizionale ma comunque di notevole livello. Ambientata ai giorni nostri, trasforma la villa del Conte Asdrubale nella residenza (con tanto di piscina) di un moderno Briatore.


Paolo Bordogna (Pacuvio), Tomeu Bibiloni (Fabrizio), Laura Brioli (Aspasia),
Patrizia Biccirè (Fulvia), dir: Alberto Zedda

Infine, un allestimento più classico e datato, quello della "Piccola Scala" del 1982, con la regia di Eduardo De Filippo e un cast di prim'ordine anche nei ruoli minori (Desderi, Benelli, Corbelli, Dessì, fra gli altri):


Alessandro Corbelli (Pacuvio), Armando Ariostini (Fabrizio), Antonella Pianezzola (Aspasia),
Daniela Dessì (Fulvia), dir: Piero Bellugi