9 novembre 2017

Salomè (8) - La promessa

Scritto da Marisa

Forse stanco e infastidito dalla lunga e polemica discussione degli ebrei, allenati da sempre a questi battibecchi teologici, Erode torna a rivolgere la sua attenzione su Salomè e, dimentico dei rifiuti precedenti, avanza un'altra richiesta: “Danza per me!” (“Tanz für mich, Salome!”).

Inizialmente la fanciulla rifiuta (“Di danzare, tetrarca, non ho nessuna voglia”), sostenuta dalla madre che vede nell'indifferenza della figlia e nella sua capacità di disobbedienza al potente marito una propria vittoria, ma tutto cambia quando il tetrarca fa una promessa: “Salome, danza per me, ti prego. Stasera sono triste, perciò danza, Salome, danza per me! Se lo farai, puoi chiedermi tutto quello che vuoi. E io te lo darò”. Lei intravede subito la possibilità di realizzare il suo folle desiderio e non se ne lascia sfuggire l'occasione. Come aveva manipolato l'ascendente su Narraboth innamorato, allo scopo di vedere l'uomo che dalla cisterna parlava con una voce così sconvolgente, così non ha alcun tentennamento nell'usare l'infatuazione di Erode e il suo potere. Per essere sicura di raggiungere il proprio intento lo vincola ad un giuramento, che il tetrarca incautamente accetta, come fosse un gioco e un capriccio da bambina, anche se è disposto a dare molto (“Fosse anche la metà del mio regno. Una regina sarai, bella indicibilmente”), tanta è la libidine attivata. E la vera regina, la madre, non può ormai farci nulla! Il suo “Non permetto che danzi!” rimane completamente inascoltato da tutti e due, il marito e la figlia.

Il tema della promessa incauta da parte di un genitore o di un potente è presente in tutte le tradizioni e in tante versioni, tanto che si può parlare di un tema quasi archetipico. La versione più nota è quella che troviamo nel mito di Fetonte, ampiamente descritto da Ovidio. Il giovane Fetonte, per dimostrare agli amici che lo prendevano in giro di essere veramente il figlio di Apollo, il dio solare che ogni giorno conduce per le vie del cielo il carro del Sole, strappa al padre una promessa senza prima svelarne il contenuto. Solo quando il giuramento lo vincola alla parola data (anche gli dèi non possono violare i giuramenti, se fatti prendendo lo Stige a testimone!), il giovane avanza la pretesa di guidare lui stesso il potente carro: e nonostante i ripetuti tentativi del padre di stornare tale pericolosa richiesta offrendo altre cose, ottiene quello che aveva chiesto. Sappiamo tutti che l'inesperienza lo porterà a perdere il controllo dei focosi cavalli; e per evitare che la terra fosse completamente distrutta dagli incendi (se il sole è troppo vicino) o dal gelo (se troppo lontano), Zeus stesso deve intervenire fulminando il giovane, che cade sfracellandosi al suolo (secondo Ovidio nel fiume Eridano, ovvero il Po!). La catastrofe è quindi vicina quando si fanno promesse alla cieca!
L'imprudenza non è solo dei giovani, ma anche e forse soprattutto degli adulti (genitori o potenti) che, per non saper dire dei no ragionevoli, finiscono col provocare la caduta dei figli. E che dire della tragica conseguenza della promessa al re Mida, di trasformare tutto quello che tocca in oro, che Dioniso esaudisce?

Nel folklore e nelle fiabe, il tema della promessa incauta che prepara la catastrofe è molto sfruttato. In genere si tratta di persone avide, spesso mugnai, che per arricchirsi promettono ad un ignoto visitatore (il diavolo travestito da viandante) la prima cosa vivente che, tornando a casa, incontrano davanti alla porta. Va da sé che si tratta della figlia, il che significa vendere l'anima al diavolo pur di arricchirsi. Quanto la mitologia e le favole potrebbero ancora insegnare!

Erode, del tutto ignaro di che tipo di richiesta gli farà Salomè, giura “sul capo mio, sulla corona, sui miei dèi. O Salome, Salome, danza per me!”. Un simile giuramento è solenne e vincolante. Ma immediatamente dopo averlo fatto, gli torna lo strano presentimento, un brivido freddo, quell'ala di morte che il tetrarca non capisce e che non vuol ascoltare: “Ah! - Qui fa freddo. Soffia un gelido vento e odo... perché odo nell'aria questo sibilo d'ali? Ah! Ma non volteggia dunque sulla terrazza un nero uccello mostruoso? Quest'uccello, perché non riesco a vederlo? Ed è un sibilo orrendo. Tira un vento sferzante. Ma no, non è freddo, è vento caldo. Versatemi acqua sulle mani, voglio mangiare neve, toglietemi il mantello. Via, via, toglietemi il mantello! No invece! Lasciatelo! Mi opprime la ghirlanda. Sono rose di fuoco”.

Ma ormai il giuramento è fatto e la macchina infernale è messa in moto.

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HERODES
Tanz für mich, Salome.

HERODIAS
(heftig)
Ich will nicht haben, daß sie tanzt.

SALOME
(ruhig)
Ich habe keine Lust, zu tanzen, Tetrarch.

HERODES
Salome, Tochter der Herodias, tanz für mich!

SALOME
Ich will nicht tanzen, Tetrarch.

HERODIAS
Du siehst, wie sie dir gehorcht.

DIE STIMME DES JOCHANAAN
Er wird auf seinem Throne sitzen, er wird gekleidet sein in Scharlach und Purpur. Und der Engel des Herrn wird ihn darniederschlagen. Er wird von den Würmern gefressen werden.

HERODES
Salome, Salome, tanz für mich, ich bitte dich. Ich bin traurig heute nacht, drum tanz für mich. Salome, tanz für mich! Wenn du für mich tanzest, kannst du von mir begehren, was du willst. Ich werde es dir geben.

SALOME
(aufstehend)
Willst du mir wirklich alles geben, was ich von dir begehre, Tetrarch?

HERODIAS
Tanze nicht, meine Tochter!

HERODES
Alles, was du von mir begehren wirst, und war's die Hälfte meines Königreichs.

SALOME
Du schwörst es, Tetrarch?

HERODES
Ich schwör' es, Salome.

SALOME
Wobei willst du das beschwören, Tetrarch?

HERODES
Bei meinem Leben, bei meiner Krone, bei meinen Göttern. O Salome, Salome, tanz für mich!

HERODIAS
Tanze nicht, meine Tochter!

SALOME
Du hast einen Eid geschworen, Tetrarch.

HERODES
Ich habe einen Eid geschworen!

HERODIAS
Meine Tochter, tanze nicht!

HERODES
Und war's die Hälfte meines Königreichs. Du wirst schön sein als Königin, unermeßlich schön.
(Erschauernd)
Ah! - es ist kalt hier. Es weht ein eis'gerWind und ich höre... Warum höre ich in der Luft dieses Rauschen von Flügeln? Ah! Es ist doch so, als ob ein ungeheurer, schwarzer Vogel über der Terrasse schwebte? Warum kann ich ihn nicht sehn, diesen Vogel? Dieses Rauschen ist schrecklich... Es ist ein schneidender Wind. Aber nein, er ist nicht kalt, er ist heiß. Gießt mir Wasser über die Hände, gebt mir Schnee zu essen, macht mir den Mantel los. Schnell, schnell, macht mir den Mantel los! Doch nein! Laßt ihn! Dieser Kranz drückt mich. Diese Rosen sind wie Feuer.
(Er reißt sich das Kranzgewinde ab und wirft es auf den Tisch.)
Ah! Jetzt kann ich atmen. Jetzt bin ich glücklich.
(Matt)
Willst du für mich tanzen, Salome?

HERODIAS
Ich will nicht haben, daß sie tanze!

SALOME
Ich will für dich tanzen.

(Sklavinnen bringen Salben und die sieben Schleier und nehmen Salome die Sandalen ab.)

DIE STIMME DES JOCHANAAN
Wer ist Der, der von Edom kommt, wer ist Der, der von Bosra kommt, dessen Kleid mit Purpur gefärbt ist, der in der Schönheit seiner Gewänder leuchtet, der mächtig in seiner Größe wandelt, warum ist dein Kleid mit Scharlach gefleckt?

HERODIAS
Wir wollen hineingehn. Die Stimme dieses Menschen macht mich wahnsinnig.
(Immer heftiger)
Ich will nicht haben, daß meine Tochter tanzt, während er immer dazwischenschreit. Ich will nicht haben, daß sie tanzt, während du sie aufsolche Art ansiehst. Mit einem Wort: ich will nicht haben, daß sie tanzt.

HERODES
Steh nicht auf, mein Weib, meine Königin. Es wird dir nichts helfen, ich gehe nicht hinein, bevor sie getanzt hat. Tanze, Salome, tanz für mich!

HERODIAS
Tanze nicht, meine Tochter!

SALOME
Ich bin bereit, Tetrarch.
ERODE
Salome, danza per me.

ERODIADE
(violenta)
Non permetto che danzi.

SALOME
(tranquilla)
Di danzare, tetrarca, non ho nessuna voglia.

ERODE
Salome, figlia di Erodiade, danza per me!

SALOME
Non danzerò, tetrarca.

ERODIADE
Lo vedi, come t'obbedisce.

LA VOCE DI JOCHANAAN
Egli sarà seduto in trono, avvolto in manto di porpora e cinabro, l'angelo del Signore lo scaglierà giù a terra. Ed egli sarà il pasto dei vermi.


ERODE
Salome, Salome, danza per me, ti prego. Stasera sono triste, perciò danza, Salome, danza per me! Se lo farai, puoi chiedermi tutto quello che vuoi. E io te lo darò.


SALOME
(alzandosi)
Tetrarca, davvero tu vuoi darmi tutto quello che chiedo?

ERODIADE
Non danzare, figlia!

ERODE
Tutto quello che vorrai, fosse anche la metà del mio regno.

SALOME
Tu lo giuri, tetrarca?

ERODE
Salome, sì lo giuro.

SALOME
Su che giuri, tetrarca?

ERODE
Sul capo mio, sulla corona, sui miei dèi. O Salome, Salome, danza per me!

ERODIADE
Non danzare, figlia!

SALOME
Hai fatto un giuramento, tetrarca.

ERODE
Ho fatto un giuramento!

ERODIADE
Figlia, non danzare!

ERODE
E fosse anche la metà del mio regno. Una regina sarai, bella, bella indicibilmente.
(rabbrividisce)

Ah! - Qui fa freddo. Soffia un gelido vento e odo... perché odo nell'aria questo sibilo d'ali? Ah! Ma non volteggia dunque sulla terrazza un nero uccello mostruoso? Quest'uccello, perché non riesco a vederlo? Ed è un sibilo orrendo. Tira un vento sferzante. Ma no, non è freddo, è vento caldo. Versatemi acqua sulle mani, voglio mangiare neve, toglietemi il mantello. Via, via, toglietemi il mantello! No invece! Lasciatelo! Mi opprime la ghirlanda. Sono rose di fuoco.
(Si strappa la corona di fiori e la getta sulla tavola.)

Ah! Ora respiro. Ora son felice.
(languido)
Salome, vuoi danzare per me?

ERODIADE
Non permetto che danzi!

SALOME
Sì, danzerò per te.

(Le schiave recano unguenti e i sette veli, e tolgono i sandali a Salome.)

LA VOCE DI JOCHANAAN
Chi è Colui che giunge da Edom, chi è Colui che giunge da Bosra, avvolto in vesti di porpora. Colui che splende nel fulgore del manto, che avanza fiero del suo potere, perché il tuo manto ha spruzzi di scarlatto?

ERODIADE
Rientriamo, è meglio. La voce di costui mi rende pazza.
(con impeto sempre maggiore)
Io non permetto che mia figlia danzi mentre costui continuamente urla. Non permetto che danzi mentre tanto la fissi. In breve: non permetto che danzi.


ERODE
Non alzarti, mia sposa, mia regina. Non serve a nulla, non intendo rientrare s'ella non ha danzato. Danza, Salome, danza per me!

ERODIADE
Non danzare, figlia!

SALOME
Sono pronta, tetrarca.




Hans Beirer (Erode), Astrid Varnay (Erodiade), Teresa Stratas (Salomè)
dir: Karl Böhm (1974)


Horst Hiestermann (Erode), Leonie Rysaner (Erodiade), Catherine Malfitano (Salomè)
dir: Giuseppe Sinopoli (1990)


Herwig Pecoraro (Erode), Elisabeth Kulman (Erodiade), Catherine Naglestad (Salomè)
dir: Simone Young (2015)