15 ottobre 2011

0. Ouverture

Scritto da Daniele Ciccolo

La parola ouverture deriva dal francese ouver, che significa "apertura". Questo ci indica in maniera chiara la finalità di un brano musicale con questo nome, cioè quella di anteporsi ad un'opera lirica.
Nella prassi operistica di buona parte del '700 l'ouverture non veniva considerata parte integrante dell'opera che seguiva, ma aveva la sola funzione di richiamare l'attenzione degli spettatori invitandoli tacitamente a sedersi, dal momento che la "vera" performance sarebbe cominciata a breve. Successivamente essa acquisì la dignità di "brano vero e proprio" con funzione introduttiva.
Talvolta i compositori si sono trovati ad utilizzare questo brano (caratterizzato dai soli strumenti e dall'assenza di voci) per anticipare i contenuti dell'opera stessa. È il caso, per esempio, dell'ouverture del "Don Giovanni" di Mozart, che contiene buona parte della musica utilizzata verso la fine del secondo atto, quando la statua del Commendatore giunge al palazzo di Don Giovanni.
Comunque questa non è affatto una regola fissa: spesso, infatti, i compositori non riutilizzano il materiale musicale dell'ouverture, come nel nostro caso.

L'ouverture del "Matrimonio segreto" è stata scritta nella tonalità di Re maggiore e credo non sia un caso. Si tratta, a mio avviso, del primo richiamo alle "Nozze di Figaro" di Mozart: anche quell'ouverture, infatti, è costruita sulla medesima tonalità.

Ma c'è dell'altro. Chiunque abbia una discreta dimestichezza con le opere di Mozart non farà fatica a collegare le prime tre battute dell'ouverture che stiamo analizzando con quelle iniziali del "Flauto magico".
Come è già stato detto nei post precedenti, infatti, Cimarosa giunse a Vienna alla fine del 1791. Mozart morì nel dicembre dello stesso anno ed aveva ultimato il "Flauto magico" nel mese di settembre. Quindi è molto probabile che Cimarosa abbia assistito a una delle repliche dell'opera.
E molti direttori se ne accorgono e si regolano con l'orchestra di conseguenza, mentre altri sembrano non notarlo...
Comunque, in Mozart il triplice accordo iniziale, impostato sulla tonalità di Mi bemolle maggiore (considerata la "tonalità della luce"), richiama i colpi di mazzuolo col quale il Maestro Venerabile apriva un'adunanza massonica.
Ora, se ci sono le prove del fatto che Mozart fosse massone, non si hanno notizie circa una eventuale appartenenza di Cimarosa a questa associazione segreta. Dal momento che il richiamo è abbastanza evidente, possiamo supporre un'adesione quantomeno sostanziale del compositore campano nei confronti dei principi massonici, gli stessi che si stavano diffondendo in tutta Europa attraverso la Rivoluzione francese.

Detto questo, vi propongo diverse versioni di questa ouverture, in modo che ciascuno possa operare dei confronti e cogliere le differenti sfumature che si ritrovano in esse.
Personalmente, c'è una versione che mi affascina molto, pur avendola conosciuta da poco. Si tratta di quella in cui Francis Travis dirige l'Orchestra della Svizzera italiana.
È tale preferenza che mi ha spinto a postare per prima questa versione. Da notare, infine, che è l'unica versione in cui il clavicembalo (di solito usato solo per i recitativi) è usato sia nell'ouverture che nelle arie che seguono!

Ora basta con le chiacchiere: è venuto il momento della Musica!


Francis Travis



Hilary Griffiths


Daniel Barenboim


Arturo Toscanini


Aldo Sisillo


Leo Blech

Filippo Zigante


Naturalmente, ci sono versioni buone ed altre meno buone; in alcune il suono non è perfetto, ma quelle non le ho caricate io su YouTube!

Da ultimo, una versione di cui non sono riuscito a reperire né il nome del direttore né quello dell'orchestra che esegue, ma è una bella versione:



Concludo con un'annotazione.
Chi avrà la pazienza di ascoltare tutte le versioni noterà sicuramente che esse non sono perfettamente uguali. Tornato a Napoli, infatti, Cimarosa adattò quest'opera ai teatri italiani e ciò è causa della diversità nelle versioni proposte. Questo discorso è applicabile anche al testo del libretto, che perciò potrà risultare difforme in alcune parole nelle differenti versioni rispetto al testo da me postato di volta in volta.

15 commenti:

Marisa ha detto...

Che bello vedere i disegni di Emanuele Luzzati in apertura. Speriamo che ce ne saranno altri. Naturalmente il pensiero va a quelli veramente magnifici fatti per il Flauto magico. Ho comprato il dvd da regalare alla mia nipotina solo per i disegni!

Naturalmente complimenti per la vasta scelta. Io non ho l'orecchio tanto affinato da notare tutte le differenze, ma mi diverto ad ascoltare le varie versioni.


giacy.nta ha detto...

Muovo i primi passi in questa dimensione musicale. Mi è difficile entrare nello specifico, ma voglio che tu abbia il mio grazie.


Daniele Ciccolo ha detto...

@ Marisa Ti ringrazio per l'apprezzamento. Tra l'altro, è il mio primo contatto con Luzzati. non sapevo nulla sui disegni del "Flauto magico", ma cercherò di informarmi!

Quanto all'orecchio, si comincia da ciò che è semplice, ad esempio, puoi notare che l'attacco è diverso per le varie versioni; così come diversa è la velocità scelta per la parte seguente ai tre accordi iniziali: ciascun direttore sceglie in base alla propria visione della partitura; a noi è dato cercare di cogliere queste diversità! :)

@ giacy.nta Sono contento che ne sia rimasta soddisfatta. Spero di continuare in questa direzione!


Christian ha detto...

Come ti ho detto, anch'io non conosco quest'opera e dunque sono curioso di scoprirla grazie ai tuoi post

Questa ouverture è molto bella. Le tre note iniziali ricordano davvero "Il flauto magico"! Poi, però, la melodia si differenzia parecchio da quelle mozartiane, e sembra anticipare (ovviamente, trattandosi della scuola napoletana) certe cose di Rossini.

Ho notato che su YouTube si trova spesso un adattamento di questo brano per flauto e chitarra a opera di Ferdinando Carulli. Tu cosa ne pensi?


Daniele Ciccolo ha detto...

@ Christian

E' vero quello che hai scritto. Addirittura ho letto che Rossini ebbe modi di esternare la sua ammirazione verso Cimarosa e il suo "debito" nei suoi confronti.

Nella ricerca dei brani da postare sono venuto anche io a conoscenza dell'adattamento del Carulli. Ho avuto anche un breve scambio con l'autore del caricamento. Io sostenevo la mia contrarietà alla cosa, mentre mi è stato risposto che questi adattamenti permettono ad un'opera di essere meglio conosciuta, a causa del minor numero di esecutori richiesti.
Continuo a pensare che questo, però, significhi snaturare il brano stesso, che si priva delle sue sonorità e dei timbri peculiari, tradendo il pensiero del compositore.
Al massimo ammetterei formazioni orchestrali ridotte, ma almeno gli strumenti fondamentali dovrebbero essere presenti.

Tu che idea ti sei fatto?


Christian ha detto...

A me di solito queste cose (riduzioni, adattamenti, "cover", riarrangiamenti) divertono parecchio... A patto, naturalmente, di non confondere "l'originale" con il "remake" e di tener presente che si tratta di due brani ben diversi! ^^


Amfortas ha detto...

Era facile pronosticare, viste le premesse, un bel successo per il tuo blog. La qualità paga sempre.
Le Ouverture di Mozart sono straordinarie e ascoltarle in teatro è sempre un'esperienza appagante. Visto che ho appena sentito live a Venezia il DG e le Nozze, metto il M°Antonello Manacorda tra i miei attuali interpreti preferiti, in questo senso.
Ciao.


Christian ha detto...

Grazie! Sì, il blog sta pian piano decollando, anche per merito dei collaboratori che mi sollevano dalla fatica di dover scrivere sempre tutto io. ^^

(Ti invidio per le tante possibilità che hai di sentire le opere in teatro e dal vivo!)


Daniele Ciccolo ha detto...

Christian, ma tu che sei a Milano hai anche tu tante opportunità, no? Io per ora sono lontano dalla città, però proprio il Don Giovanni lo daranno come prima opera della nuova stagione diretta dal nuovo maestro scaligero!


Christian ha detto...

Infatti, vorrei cercare di andarci! ^^


Daniele Ciccolo ha detto...

Spero che tu ci riesca! :)


Anonimo ha detto...

Effettivamente non si ha alcuna notizia dell'appartenenza di Cimarosa alla Massoneria; la tonalità di Re Maggiore in cui è strutturata l'Ouverture era piuttosto comune per l'epoca, sia per motivi estetici che tecnici. Quelli tecnici erano riferiti essenzialmente a una maggiore facilità di esecuzione per corni e trombe che erano tagliati in Re e che, a quel tempo, potevano emettere solo i suoni naturali, estetici perchè il Re maggiore era identificato come tonalità dell'allegria e della solarità. Cimarosa, poi, predilige assolutamente questa tonalità con cui compone la stragrande maggioranza delle proprie Overture (ce ne sono altre in Sib maggiore, una in Do maggiore e poche in Mib maggiore). La somiglianza tra "Il matrimonio segreto" e "Le nozze" mozartiane non è certo solo relativo alla musica, ma anche al libretto. Le due opere vennero rappresentata, pur a distanza di alcuni anni, nello stesso teatro e Bertati (il librettista di Cimarosa) conosceva bene il libretto e l'opera di Da Ponte pur essendo in una posizione professionale assai più ambìta rispetto a quella di Da Ponte Stesso. Bertati, infatti, era ufficialmente poeta di corte in quel tempo; il suo compito non era solo quello di allestire libretti nuove per nuove opere, ma anche di adattare e supervisionare i libretti di altri poeti scritti per il Burgtheater. Evidentemente Bertati, ancor prima e forse ancor più di Cimarosa, si rifà al modello mozartiano delle "Nozze": le due opere (caso assai raro per l'epoca) iniziano entrambe con due duetti, separati da un recitativo secco e cantanti dagli stessi personaggi (Figaro - Susanna ne "Le nozze", Paolino - Carolina ne "Il matrimonio segreto"). Generalmente le opere comiche dell'epoca si aprivano con una scena concertata, denominata nelle partiture autografe, "Introduzione" alla quale partecipavano da tre a 5/6 personaggi. La struttura drammaturgica del libretto segue in più punti quella dapontiana delle "Nozze" (comprensiva di una scena notturna nel Finale - anche se abbastanza usuale nei libretti dell'epoca - a cui entrambi i lavori si rifanno). CImarosa, inoltre, non era solo un grande compositore, ma, evidentemente, anche uomo assai intelligente. A Vienna egli giunge dopo il soggiorno russo e, sicuramente, prima di debuttare col "Matrimonio segreto" deve aver visto e forse studiato le partiture dei suoi colleghi d'oltralpe (e sicuramente quelle di Mozart). Il viaggio in Russia e la permanenza a Vienna servirono in qualche modo a "sprovincializzare" la tecnica compositiva dell'aversano che, fino a quel tempo, aveva mietuto successi a Napoli, Venezia e Roma. Nelle partiture antecedenti il 1786 (data dell'ultima opera composta in Italia prima del viaggio in Russia) non si trovano tracce della presenza dei clarinetti; i fagotti non hanno mai parte propria ma si sottindendono sempre "col basso". Dopo il viaggio in Russia e con la cutura viennese (che, non dimentichiamoci, almeno sul versante operistico parlava il lunguaggio italiano) la tavolozza orchestrale di Cimarosa si ampia notevolmente: appaiono i clarinetti (spesso addirittura solisti - vedi il secondo tema della sinfonia de "I nemici generosi", 1796) i fagotti hanno parte propria e le viole spesso suonano indipendenti dal basso.


Christian ha detto...

Grazie del tuo lungo commento! Lascio eventualmente a Daniele la possibilità di rispondere... Io mi limito a notare come sia interessante questo "incrocio" di debiti artistici fra Bertati e Da Ponte, visto che se per "Il matrimonio segreto" Bertati sembra rifarsi al modello de "Le nozze di Figaro", in precedenza per il Don Giovanni era invece stato Da Ponte a saccheggiare ampiamente il libretto di Bertati per l'opera di Gazzaniga.


Daniele Ciccolo ha detto...

Ciao! Ti ringrazio anche io per il tuo bel commento. Esso arricchisce e completa la mia esposizione, perciò risulta molto gradito.

Se vorrai aggiungere qualcosa anche ai singoli brani sarà un piacere leggere le tue osservazioni.


Simone ha detto...

Salve a entrambi! Sono l'"Anonimo" che ha postato qualche giorno fa il commento su Cimarosa. Grazie per l'apprezzamento e mi scuso in anticipo se nel primo commento avevo usato il settaggio "anonimo". Non avevo ancora ben capito come funziona questo blog.
L'incrocio, diciamo così, tra autori diversi (sia quelli della musica che dei libretti) era prassi piuttosto usuale allora. Usuale e anche ben conosciuta (e, alla fin dei conti, condivisa) dagli autori stessi a cui interessava principalmente il successo. Tra i tanti riutilizzi di materiali preesistenti, c'e n'è uno che merita di essere indicato anche perchè nessun musicologo, a mia conoscenza, se n'è ancora occupato. Si tratta de "La finta giardiniera" di Mozart (anzi, in realtà, quella ancor prima composta sullo stesso libretto usato da Mozart dal musicista di scuola napoletana Pasquale Anfossi) e "La finta parigina" di Cimarosa che risulta essere una parodia (nel senso etimologico del termine e con la definizione del termine "parodia" così come era in uso nel Settecento) dell'opera mozartiana.
Mi sono permesso di commentare il post su Cimarosa perchè mi occupo di questo compositore dal 1991 sia tramite ricerche musicologiche e pubblicazione da me curate, sia come interpete (ho diretto diverse opere del maestro aversano anche in prima esecuzione in tempi moderni).