2 giugno 2016

La Bohème (23) - "Sono andati? Fingevo di dormire"

Scritto da Christian

Rimasti soli, Rodolfo e Mimì possono finalmente abbracciarsi e parlarsi nell'intimità. A rompere il ghiaccio è proprio Mimì, con un disperato grido d'amore, tanto più struggente perché ne cogliamo la profonda e sincera verità. Non è infatti più tempo di schermaglie amorose, o di fingere di non provare quei sentimenti che in realtà non hanno mai abbandonato i due amanti nemmeno nel periodo della separazione. La ricomparsa della cuffietta rosa, che Rodolfo le mette in testa, dà il via a un'ondata di ricordi che Puccini evidenzia riproponendo i vari temi musicali che avevano accompagnato i due personaggi nei quadri precedenti (un modo per far partecipare anche il pubblico a questa rievocazione nostalgica di un passato felice), in particolare del loro primo incontro in quella stessa soffitta. Mimì ripete le parole della sua presentazione ("Mi chiamano Mimì / il perché non so...") e, poco più tardi, persino quelle di lui ("Che gelida manina..."), ricostruendo la vicenda della chiave perduta ("Mio bel signorino, / posso ben dirlo adesso: / lei la trovò assai presto"), al che lui non può che ammettere: "Aiutavo il destino...". In mezzo a tanta sincerità, il loro dialogo sembra invece girare attorno – senza volerlo affrontare – all'argomento della salute di Mimì, al quale la ragazza allude solo per via scherzosa ("Son bella ancora?" - "Bella come un'aurora" - "Hai sbagliato il raffronto. / Volevi dir: bella come un tramonto").

Questa disperata melodia in Do minore ["Sono andati?"] è l’ultimo tema nuovo dell’opera: ogni frase è detta in progressione discendente sui gradi della scala, quasi a rendere l’affaticamento di lei, poi sorge improvvisa l’ultima espansione lirica verso l’acuto: “Sei il mio amor e tutta la mia vita”.
(Michele Girardi)

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MIMÌ
(apre gli occhi, vede che sono tutti partiti e allunga la mano verso Rodolfo, che gliela bacia amorosamente)
Sono andati? Fingevo di dormire
perché volli con te sola restare.
Ho tante cose che ti voglio dire,
o una sola, ma grande come il mare,
come il mare profonda ed infinita...
(mette le braccia al collo di Rodolfo)
Sei il mio amore e tutta la mia vita!

RODOLFO
Ah, Mimì,
mia bella Mimì!

MIMÌ
(lascia cadere le braccia)
Son bella ancora?

RODOLFO
Bella come un'aurora.

MIMÌ
Hai sbagliato il raffronto.
Volevi dir: bella come un tramonto.
«Mi chiamano Mimì,
il perché non so...».

RODOLFO
(intenerito e carezzevole)
Tornò al nido la rondine e cinguetta.
(si leva di dove l'aveva riposta, sul cuore, la cuffietta di Mimì e gliela porge)

MIMÌ
(gaiamente)
La mia cuffietta...
Ah!
(tende a Rodolfo la testa, questi le mette la cuffietta. Mimì fa sedere presso a lei Rodolfo e rimane colla testa appoggiata sul petto di lui)
Te lo rammenti quando sono entrata
la prima volta, là?

RODOLFO
Se lo rammento!

MIMÌ
Il lume si era spento...

RODOLFO
Eri tanto turbata!
Poi smarristi la chiave...

MIMÌ
E a cercarla
tastoni ti sei messo!...

RODOLFO
...e cerca, cerca...

MIMÌ
Mio bel signorino,
posso ben dirlo adesso:
lei la trovò assai presto...

RODOLFO
Aiutavo il destino...

MIMÌ
(ricordando l'incontro suo con Rodolfo la sera della vigilia di Natale)
Era buio; e il mio rossor non si vedeva...
(sussurra le parole di Rodolfo)
«Che gelida manina...
Se la lasci riscaldar!...»
Era buio
e la man tu mi prendevi...




Renata Scotto (Mimì), Luciano Pavarotti (Rodolfo)
dir: James Levine (1977)


Mirella Freni, Placido Domingo


Anna Netrebko, Rolando Villazón


Renata Tebaldi, Giacinto Prandelli

Licia Albanese, Beniamino Gigli