"All'angolo di via Mazzarino appare una bellissima signora dal fare civettuolo ed allegro, dal sorriso provocante. Le vien dietro un signore pomposo, pieno di pretensione negli abiti, nei modi, nella persona". Non appena menzionata, ecco che nello stesso caffè dove si trovano i nostri amici appare Musetta, l'ex fidanzata di Marcello, in abito vistoso, accompagnata da un anziano amante, Alcindoro. Come vedremo, le donne dei bohémiens alternano periodi di fedeltà ai loro amici poveri ad altri in cui preferiscono la corte (e il denaro) di ricchi "protettori", che garantiscono loro qualche momento di agio e di comodità. Evidentemente Musetta è ben conosciuta da tutti gli abitanti del quartiere, visto che al suo incedere i commenti si sprecano. Le bottegaie osservano il suo abito e il suo stato ("To'! - Lei! - Sì! - To'! - Lei! - Musetta! / Siamo in auge! - Che toeletta!"), mentre le sartine e gli studenti si focalizzano sul suo accompagnatore ("Guarda, guarda chi si vede, / proprio lei, Musetta! / Con quel vecchio che balbetta..."). È Marcello stesso, ancora stizzito per essere stato da lei abbandonato, a presentarla a Mimì con parole astiose: "Il suo nome è Musetta; / cognome: Tentazione! / Per sua vocazione / fa la Rosa dei venti; / gira e muta soventi / e d'amanti e d'amore. / E come la civetta / è uccello sanguinario; / il suo cibo ordinario / è il cuore... Mangia il cuore!... / Per questo io non ne ho più".
Se Musetta viene introdotta come un personaggio non insensibile al fascino del denaro e degli agi, in realtà Mimì non è poi tanto diversa da lei, tanto che nel prosieguo della vicenda si lascerà a sua volta corteggiare da un fantomatico "Viscontino" (ne parleremo più avanti, al momento in cui tratteremo del "quadro mancante", eliminato dal libretto prima ancora che Puccini ne componesse la musica): semplicemente la fioraia è più giovane, o forse ha avuto meno esperienze. "Musetta, civettuola e leggera, è una Mimì più avanti nell’esperienza della vita", recita il Dizionario dell'Opera edito da Baldini & Castoldi. Rodolfo sembra presagirlo, e in una sua frase mette le mani avanti ("Sappi per tuo governo / che non darei perdono in sempiterno"), suscitando la timida difesa di Mimì ("Io t'amo tanto, e son tutta tua! / Ché mi parli di perdono?"). A sua volta Musetta, nel prosieguo dell'opera e in particolare nel quadro finale, dimostrerà di non essere solo vanitosa e insensibile ma di avere ottime qualità, a partire dall'empatia. Il suo amare e lasciare in continuazione Marcello è una caratteristica fondamentale dell'ondivaga "vita da Bohème", che si conduce alla giornata e senza certezze anche in campo sentimentale, alternando momenti vissuti in ricchezza e agi con altri in povertà ma fra amici sinceri.
E infatti, avendo riconosciuto Marcello e i suoi amici, Musetta sceglie di proposito di sedersi al tavolo vicino e fa di tutto per attirare la loro attenzione, mettendo in scena una serie di capricci e di bisticci con il cameriere. Evidentemente è già stufa di Alcindoro, e non le dispiacerebbe riconquistare con il proprio fascino, anche se per un breve momento, l'amico di un tempo. Ne nasce una "commedia" (come la chiamano, divertiti, Schaunard e Colline) in cui i dialoghi rivolti da Musetta ad Alcindoro sono in realtà messaggi per Marcello, che pure pare volerli ignorare...
Qualche parola anche sul personaggio di Alcindoro (indicato come un "consigliere di stato" nell'elenco dei personaggi a inizio libretto), "pomposo", dichiaratamente buffo, e destinato a restar scornato alla fine del quadro. Tutto in lui è caricaturale (ancora più che nel Benoît conosciuto in precedenza), a partire dal nomignolo ("Lulù") con il quale viene chiamato dalla fanciulla, e di cui si vergogna ("Tali nomignoli, / prego, serbateli / al tu per tu!"). Quasi una figura da commedia dell'arte, o – per restare nel mondo dell'opera – una sorta di Don Bartolo che finirà ridicolizzato nel suo tentativo di accompagnarsi con una giovane ragazza, e che ha nel denaro l'unico mezzo a sua disposizione per riuscirci. È l'esatto contrario dei bohémiens, che di denaro non ne hanno (come dimostrerà la conclusione del quadro) ma che in compenso sanno amare, sognare, apprezzare la poesia, il bello e il brutto della vita.
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(All'angolo di via Mazzarino appare una bellissima signora dal fare civettuolo ed allegro, dal sorriso provocante. Le vien dietro un signore pomposo, pieno di pretensione negli abiti, nei modi, nella persona.)
RODOLFO, SCHAUNARD E COLLINE
(con sorpresa, vedendo Musetta)
Oh!
MARCELLO
Essa!
RODOLFO, SCHAUNARD E COLLINE
Musetta!
BOTTEGAIE
(vedendo Musetta)
To'! - Lei! - Sì! - To'! - Lei! - Musetta!
Siamo in auge! - Che toeletta!
ALCINDORO
(trafelato)
Come un facchino...
correr di qua... di là...
No! No! non ci sta...
non ne posso più!
MUSETTA
(con passi rapidi, guardando qua e là come in cerca di qualcuno, mentre Alcindoro la segue, sbuffando e stizzito)
(chiamandolo come un cagnolino)
Vien, Lulù!
Vien, Lulù!
SCHAUNARD
Quel brutto coso
mi par che sudi!
(Musetta vede la tavolata degli amici innanzi al Caffè Momus ed indica ad Alcindoro di sedersi al tavolo lasciato libero poco prima dai borghesi.)
ALCINDORO
(a Musetta)
Come! qui fuori?
Qui?
MUSETTA
Siedi, Lulù!
ALCINDORO
(siede irritato, alzando il bavero del suo pastrano e borbottando)
Tali nomignoli,
prego, serbateli
al tu per tu!
(Un cameriere si avvicina e prepara la tavola.)
MUSETTA
Non farmi il Barbablù!
(Siede anch'essa al tavolo rivolta verso il caffè.)
COLLINE
(esaminando il vecchio)
È il vizio contegnoso...
MARCELLO
(con disprezzo)
Colla casta Susanna!
MIMÌ
(a Rodolfo)
È pur ben vestita!
RODOLFO
Gli angeli vanno nudi.
MIMÌ
(con curiosità)
La conosci! Chi è?
MARCELLO
(a Mimì)
Domandatelo a me.
Il suo nome è Musetta;
cognome: Tentazione!
Per sua vocazione
fa la Rosa dei venti;
gira e muta soventi
e d'amanti e d'amore.
E come la civetta
è uccello sanguinario;
il suo cibo ordinario
è il cuore... Mangia il cuore!...
Per questo io non ne ho più...
Passatemi il ragù!
MUSETTA
(colpita nel vedere che gli amici non la guardano)
(Marcello mi vide...
Non mi guarda, il vile!
(sempre più stizzita)
Quel Schaunard che ride!
Mi fan tutti una bile!
Se potessi picchiar,
se potessi graffiar!
Ma non ho sottomano
che questo pellican!
Aspetta!)
(gridando)
Ehi! Camerier!
(Il cameriere accorre: Musetta prende un piatto e lo fiuta.)
Cameriere! Questo piatto
ha una puzza di rifritto!
(Getta il piatto a terra con forza, il cameriere si affretta a raccogliere i cocci.)
ALCINDORO
(frenandola)
No, Musetta...
Zitta zitta!
MUSETTA
(vedendo che Marcello non si volta)
(Non si volta.)
ALCINDORO
(con comica disperazione)
Zitta! zitta! zitta!
Modi, garbo!
MUSETTA
(Ah, non si volta!)
ALCINDORO
A chi parli?...
COLLINE
Questo pollo è un poema!
MUSETTA
(rabbiosa)
(Ora lo batto, lo batto!)
ALCINDORO
Con chi parli?...
SCHAUNARD
Il vino è prelibato.
MUSETTA
(seccata)
Al cameriere!
Non seccar!
Voglio fare il mio piacere....
ALCINDORO
Parla pian!
Parla pian!
(Prende la nota del cameriere e si mette ad ordinare la cena.)
MUSETTA
...vo' far quel che mi pare!
Non seccar.
SARTINE
(attraversando la scena, si arrestano un momento vedendo Musetta)
Guarda, guarda chi si vede,
proprio lei, Musetta!
STUDENTI
(attraversando la scena)
Con quel vecchio che balbetta...
SARTINE E STUDENTI
... proprio lei, Musetta!
(ridendo)
Ah, ah, ah, ah!
MUSETTA
(Che sia geloso
di questa mummia?)
ALCINDORO
(interrompendo le sue ordinazioni, per calmare Musetta che continua ad agitarsi)
La convenienza...
il grado... la virtù...
MUSETTA
...(Vediam se mi resta
tanto poter su lui da farlo cedere!)
SCHAUNARD
La commedia è stupenda!
MUSETTA
(guardando Marcello, a voce alta)
Tu non mi guardi!
ALCINDORO
(credendo che Musetta gli abbia rivolto la parola, se ne compiace e le risponde gravemente)
Vedi bene che ordino!...
SCHAUNARD
La commedia è stupenda!
COLLINE
Stupenda!
RODOLFO
(a Mimì)
Sappi per tuo governo
che non darei perdono in sempiterno.
SCHAUNARD
Essa all'un parla
perché l'altro intenda.
MIMÌ
(a Rodolfo)
Io t'amo tanto,
e son tutta tua!...
Ché mi parli di perdono?
COLLINE
(a Schaunard)
E l'altro invan crudel...
finge di non capir, ma sugge miel!...
MUSETTA
(come sopra)
Ma il tuo cuore martella!
ALCINDORO
Parla piano.
Maralin Niska (Musetta), Andrea Velis (Alcindoro), Luciano Pavarotti (Rodolfo), Renata Scotto (Mimì), Ingvar Wixell (Marcello), Paul Plishka (Colline), Allan Monk (Schaunard)
dir: James Levine (1977)
Anna Moffo (Musetta), Carlo Badioli (Alcindoro), Rolando Panerai (Marcello) dir: Antonino Votto | Elizabeth Harwood (Musetta), Michel Sénéchal (Alcindoro), Rolando Panerai (Marcello) dir: Herbert von Karajan |
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