26 maggio 2017

Così fan tutte (4) - "Ah, guarda, sorella"

Scritto da Christian

Dopo aver conosciuto i tre personaggi maschili dell'opera, cominciamo ora ad incontrare quelli femminili, a partire dalle due "Penelopi" della cui fedeltà si è discusso tanto: le sorelle Fiordiligi (soprano) e Dorabella (mezzosoprano). Le troviamo in un "giardino sulla spiaggia del mare", intende a rimirare i ritratti dei rispettivi amanti e a decantarne a vicenda le lodi. Subito è evidente come siano innamorate, anzi innamoratissime! E quasi a fare eco alle convinzioni di Guglielmo e Ferrando, anch'esse declamano a gran voce la propria eterna fedeltà ("Se questo mio core / mai cangia desio, / Amore mi faccia / vivendo penar"). La sublime musica di Mozart fa danzare le due voci femminili l'una attorno all'altra (ciascuna delle cantanti, a turno, a un certo punto sostiene a lungo la nota mentre l'altra intona il tema). Il duetto trasuda di leziosità e frivolezza tipicamente settecentesca, come in un quadretto rococò.



Il recitativo che segue ci conferma come, al pari dei fidanzati, anche le immature Fiordiligi e Dorabella sono in preda ad un amore idealizzato (probabilmente le coppie si conoscono da molto poco, e vivono ancora la primissima fase dell'infatuazione, quando tutto è colorato di rosa). In ogni caso, a differenza degli uomini, è subito chiaro quale sia il loro desiderio maggiore: sposarsi, e il più presto possibile ("Io giurerei, / che lontane non siam dagli Imenei"). Desiderio che trova conferma nel buffo momento in cui Fiordiligi prova a leggere la mano della sorella ("Dammi la mano: io voglio astrologarti"): le linee sul palmo formano una Emme e una Pi, che la ragazza interpreta senza alcun dubbio in "Matrimonio Presto"! Quello di maritarsi in giovane età, all'epoca, era probabilmente un pensiero fisso per ogni ragazza di buona famiglia, anche a prescindere dalla specifica identità del futuro coniuge. E questo forse aiuta a comprendere meglio le cause, nel secondo atto, del loro rapido voltafaccia e del cedimento di fronte alla corte dei due misteriosi "nobili albanesi": a differenza dei fidanzati ufficiali, che evidentemente su questo argomento la tirano per le lunghe, gli amanti esotici si dimostreranno subito disposti a contrarre un matrimonio immediato. (Ricordiamo che anche Don Giovanni seduceva le sue prede dicendo loro "In questo istante io ti voglio sposar!")

Per ora, limitiamoci a notare come anche le due ragazze, nonostante la serietà e l'ampollosità con cui parlano (e parleranno) di amore e fedeltà, hanno una certa natura giocosa e incline agli scherzi: "Mi par, che stamattina volentieri / farei la pazzarella: ho un certo foco, / un certo pizzicor entro le vene. / Quando Guglielmo viene, se sapessi / che burla gli vo' far!", confida Fiordiligi, forse presagendo che questa giornata non sarà come tutte le altre.

La scelta di Ferrara come città d'origine delle due dame non deve essere stata casuale, visto che la prima interprete del personaggio di Fiordiligi nel 1791 fu la celebre Adriana Gabrielli Del Bene, detta appunto "La Ferrarese" (e amante, fra l'altro, di Lorenzo Da Ponte). E come se non bastasse, la prima Dorabella era Luisa Villeneuve, probabilmente sua sorella anche nella realtà, e anch'essa proveniente da quella città. Definire "sorelle ferraresi" i due personaggi era dunque un modo per identificarle spiritosamente, agli occhi del pubblico viennese, con le loro interpreti sul palcoscenico. Il setting napoletano, però, aggiunge un ulteriore strato di profondità:

Da Ponte aveva inizialmente proposto di ambientare la vicenda a Trieste, importante punto di scambio commerciale dell'impero asburgico sull'Adriatico. Da parte sua Mozart dovette di gran lunga preferire un'ambientazione pittoresca ed evocativa come Napoli. Se è davvero difficile pensare a Trieste come al luogo di soggiorno ideale per due le palpitanti gentildonne ferraresi, ben diverso è il caso di Napoli, all'epoca grandiosa capitale del Regno, metropoli fra le più sviluppate d'Europa, centro indiscusso dell'illuminismo italiano (dunque naturale residenza di un filosofo come Don Alfonso) e sede del più prestigioso teatro lirico della penisola, il San Carlo, ma anche epitome vivente del conflitto fra sensi e ragione alla base di "Così fan tutte". Ancora una volta è il sensuale Sud che seduce il compassato Nord: un mito, certo, ma come molti altri miti adattissimo a essere messo in scena.
(Daniel Heartz)

Clicca qui per il testo di "Ah, guarda, sorella".

FIORDILIGI
Ah, guarda, sorella,
Se bocca più bella
Se aspetto più nobile
Si può ritrovar.

DORABELLA
Osserva tu un poco,
Osserva, che foco
Ha ne' sguardi,
Se fiamma, se dardi
Non sembran scoccar.

FIORDILIGI
Si vede un sembiante
Guerriero ed amante.

DORABELLA
Si vede una faccia
Che alletta e minaccia.

FIORDILIGI E DORABELLA
Io sono felice!
Se questo mio core
Mai cangia desio,
Amore mi faccia
Vivendo penar.

Clicca qui per il testo del recitativo che segue.

FIORDILIGI
Mi par, che stamattina volentieri
Farei la pazzarella: ho un certo foco,
Un certo pizzicor entro le vene.
Quando Guglielmo viene, se sapessi
Che burla gli vo' far!

DORABELLA
Per dirti il vero,
Qualche cosa di nuovo
Anch'io nell'alma provo: io giurerei,
Che lontane non siam dagli Imenei.

FIORDILIGI
Dammi la mano: io voglio astrologarti.
Uh, che bell'Emme! E questo è un Pi: va bene:
Matrimonio presto.

DORABELLA
Affè che ci avrei gusto!

FIORDILIGI
Ed io non ci avrei rabbia.

DORABELLA
Ma che diavol vuol dir che i nostri sposi
Ritardano a venir?
Son già le sei.




Daniela Dessì (Fiordiligi), Delores Ziegler (Dorabella)
dir: Riccardo Muti (1989)


Gundula Janowitz (Fiordiligi), Christa Ludwig (Dorabella)
dir: Karl Böhm (1970)


Miah Persson (Fiordiligi), Anke Vondung (Dorabella)
dir: Iván Fischer (2006)


Dorothea Röschmann, Katharina Kammerloher

Renee Fleming, Joyce DiDonato