15 agosto 2017

Così fan tutte (28) - "È amore un ladroncello"

Scritto da Christian

Rientrate in camera, le due sorelle mostrano umori contrapposti. Se Dorabella, di fronte a una compiaciuta Despina, racconta di aver ceduto con piacere al nuovo corteggiatore, Fiordiligi è invece furibonda (con sé stessa, con tutti) e in preda allo sconforto: ammette di essere attratta dal "galante biondino" ("Inorridisci: io amo, e l'amor mio / non è sol per Guglielmo"), ma lo ritiene una vergogna. In uno scambio significativo di battute, Dorabella prova a convincerla di accettare con pragmatismo l'amore dello straniero.

DORABELLA
Odimi: sei tu certa
Che non muoiano in guerra
I nostri vecchi amanti? E allora entrambe
Resterem colle man piene di mosche
Tra un ben certo e un incerto
C'è sempre un gran divario!


FIORDILIGI
E se poi torneranno?

DORABELLA
Se torneran, lor danno!
Noi saremo allor mogli,
Noi saremo lontane mille miglia.


FIORDILIGI
Ma non so come mai
Si può cangiar in un sol giorno un core.


DORABELLA
Che domanda ridicola! Siam donne!
Qui Dorabella sembra quasi voler dare ragione all'assunto di Don Alfonso ("Così fan tutte"). In realtà, come abbiamo visto, esso può essere cinicamente giustificato da un altro, al maschile, propugnato da Despina: "Uno val l'altro, perché nessun val nulla".
In questa prospettiva si comprende il senso della fuga di Mozart nei cieli di cristallo della musica più pura e sublime; si chiariscono le motivazioni segrete di certe aperture su paesaggi edenici di bellezza incontaminata, la risoluzione di tanti momenti della vicenda in apparizioni splendide, in accensioni di bellezza assoluta. Qui Mozart non è più all'interno del gioco divertito di coinvolgimento e di distacco ironico rispetto al teatro ed alle sue cangianti ed effimere parvenze. Si pone in un'altra dimensione: diversa da quella di Da Ponte, della corte absburgica, del pubblico aristocratico che affollava il Teatro Imperiale, e via dicendo. Da altezze immense guarda alle miserie della commedia umana, dandoci davvero il senso di «quel vuoto che fa male», di «quel rimpianto che non viene mai appagato» di cui parla nelle ultime lettere alla moglie; che è rimpianto di un mondo perduto, o forse mai posseduto, nel quale i valori hanno ben altra consistenza di quanto non ne assegni o ne possa assegnare loro una ragione sterile e negativa, generata da un assetto sociale giunto al culmine del suo possibile sviluppo e già condannato dalla storia.
(Francesco Degrada)
L'arietta giocosa con cui Dorabella ribadisce il concetto alla sorella, invitandola ad accogliere il richiamo dell'amore senza più resistergli, serve innanzitutto a scoprire il vero volto della ragazza. È un'aria leggera, di certo più simile a quelle di Despina che non alla precedente della stessa Dorabella ("Smanie implacabili"). E in effetti, quando afferma che l'amore "porta dolcezza e gusto se tu lo lasci far, ma t'empie di disgusto se tenti di pugnar", sembra proprio sentir parlare la cameriera ("Non è più amore / se incomodo diventa, / se invece di piacer nuoce e tormenta"). Certo, a differenza di quella di Despina, l'aria di Dorabella è priva di ogni conflittualità verso il genere maschile. Libera finalmente dalla teatralità che la opprimeva e la soffocava con le sue convenzioni morali, la ragazza si mostra ora "maliziosamente sentimentale e spensierata". Anche nel canto, che richiama come metafora le creature della natura ("un serpentello", o magari – con il musicale "s'egli ti becca qui... qui, qui, qui..." – un fringuellino). D'altronde, quasi un secolo più tardi, una zingara di nome Carmen affermerà a sua volta che "L'amore è un uccello ribelle".


Clicca qui per il testo del recitativo che precede il brano.

(Camera con diverse porte, specchio e tavolini.
Dorabella e Despina, poi Fiordiligi.
)

DESPINA
Ora vedo che siete
Una donna di garbo.

DORABELLA
Invan, Despina,
Di resister tentai: quel demonietto
Ha un artifizio, un eloquenza, un tratto,
Che ti fa cader giù se sei di sasso.

DESPINA
Corpo di satanasso!
Questo vuol dir saper! Tanto di raro
Noi povere ragazze
Abbiamo un po' di bene,
Che bisogna pigliarlo allor ch'ei viene.
Ma ecco la sorella.
Che ceffo!

FIORDILIGI
Sciagurate!
Ecco per colpa vostra
In che stato mi trovo!

DESPINA
Cosa è nato,
Cara madamigella?

DORABELLA
Hai qualche mal, sorella?

FIORDILIGI
Ho il diavolo, che porti me,
Te, lei, Don Alfonso, i forestieri
E quanti pazzi ha il mondo.

DORABELLA
Hai perduto il giudizio?

FIORDILIGI
Peggio, peggio,
Inorridisci: io amo, e l'amor mio
Non è sol per Guglielmo.

DESPINA
Meglio, meglio!

DORABELLA
È che forse anche tu se' innamorata
Del galante biondino?

FIORDILIGI
(sospirando)
Ah, purtroppo per noi!

DESPINA
Ma brava!

DORABELLA
Tieni
Settantamila baci:
Tu il biondino, io il brunetto,
Eccoci entrambe spose!

FIORDILIGI
Cosa dici?
Non pensi agli infelici
Che stamane partir?
Ai loro pianti?
Alla lor fedeltà tu più non pensi?
Così barbari sensi
Dove, dove apprendesti?
Sì diversa da te come ti festi?

DORABELLA
Odimi: sei tu certa
Che non muoiano in guerra
I nostri vecchi amanti? E allora? Entrambe
Resterem colle man piene di mosche.
Tra un ben certo, e un incerto
C'è sempre gran divario.

FIORDILIGI
E se poi torneranno?

DORABELLA
Se torneran, lor danno!
Noi saremo allor mogli,
Noi saremo lontane mille miglia.

FIORDILIGI
Ma non so, come mai
Si può cangiar in un sol giorno un core.

DORABELLA
Che domanda ridicola!
Siam donne!
E poi, tu com'hai fatto?

FIORDILIGI
Io saprò vincermi.

DESPINA
Voi non saprete nulla.

FIORDILIGI
Farò che tu lo veda.

DORABELLA
Credi, sorella, è meglio che tu ceda.

Clicca qui per il testo di "È amore un ladroncello".

DORABELLA
È amore un ladroncello,
Un serpentello è amor.
Ei toglie e dà la pace,
Come gli piace ai cor.
Per gli occhi al seno appena
Un varco aprir si fa
Che l'anima incatena
E toglie libertà.
Porta dolcezza e gusto,
Se tu lo lasci far,
Ma t'empie di disgusto
Se tenti di pugnar.
Se nel tuo petto ei siede,
S'egli ti becca qui,
Fa' tutto quel ch'ei chiede,
Che anch'io farò così.




Delores Ziegler (Dorabella)
dir: Riccardo Muti (1989)


Anna Caterina Antonacci (Dorabella)
dir: Claudio Abbado (2000)


Christa Ludwig


Tatiana Troyanos


Elina Garanča

Frederica von Stade