A differenza di Guglielmo con Dorabella, Ferrando ha ben più difficoltà nel conquistare Fiordiligi con il suo corteggiamento galante. E lo dimostra l'atteggiamento, tutt'altro che affettuoso, in cui li ritroviamo in un'altra parte del giardino. La ragazza, che da subito aveva rifiutato il braccio del suo cavaliere, lo mantiene a distanza, e anzi lo rifugge, con le scuse più implausibili ("Ho visto un aspide, un idra, un basilisco!"). Nonostante lei gli chieda di partire, Guglielmo però comincia a vedere nei suoi occhi un lampo di affetto e di pietà ("Ah, lo veggio: quell'anima bella / al mio pianto resister non sa").
Come già detto, fra i due duetti d'amore che sanciscono la formazione delle nuove coppie ("Il core vi dono" e "Fra gli amplessi in pochi istanti") intercorre una sequenza di ben cinque arie solistiche. Anche nell'ultimo atto de "Le nozze di Figaro", Da Ponte e Mozart avevano collocato una sequenza simile. E come in quel caso, per snellire l'opera e impedire che l'azione ristagni troppo a lungo (sono infatti i numeri d'insieme a "portare avanti" la vicenda), alcuni dei brani "a solo" vengono solitamente eliminati dagli allestimenti. Nel caso del "Figaro", capita di solito alle arie di Marcellina e di Basilio, trattandosi di pezzi minori riservati a personaggi di contorno. Nel "Così fan tutte", invece, la scure cade spesso proprio su quest'aria di Ferrando: vuoi perché lo stesso Ferrando ne avrà a disposizione un'altra poco più tardi (la cavatina "Tradito, schernito"); vuoi perché è seguita immediatamente da un rondò di Fiordiligi che veicola i medesimi concetti e ne condivide anche i tratti musicali; e vuoi perché – con i suoi numerosi Si bemolle e la richiesta di una grande fluidità e controllo vocale – l'aria è particolarmente impegnativa per la maggior parte dei tenori. Ecco perché su YouTube, rispetto agli altri brani dell'opera, se ne trovano poche versioni. Alcuni storici ritengono che lo stesso Mozart, per i medesimi motivi, abbia valutato la possibilità di sopprimerla dalla partitura, e comunque autorizzò l'interprete a cantarne una versione accorciata.
[Quanto a Ferrando,] il suo ardente sfogo lo trascina al punto da fargli dimenticare se stesso e ogni finzione; e quel trasporto di passione sincera riesce a toccare il cuore di Fiordiligi piú profondamente di qualsiasi artificio teatrale.(Bernhard Paumgartner)
Più problematica è l'aria di Ferrando, "Ah lo veggio", generata da ciò che in origine era stato concepito come il rondò finale del Quintetto per clarinetto K. 581. [...] Particolarmente evidente è il carattere strumentale della melodia principale, proiettata fino al Si bemolle acuto sia per gradi congiunti sia per ampi salti ascendenti e dunque tale da poter essere eseguita solo da un tenore di straordinaria agilità. L'Allegretto d'apertura, in tempo tagliato, ha modo di espandersi per quasi cento battute prima di confluire nell'Allegro finale, corrispondente ai due versi di congedo. All'inizio di quest'ultima sezione il tema del rondò passa all'orchestra, mentre Ferrando intona "Ah cessate" con un salto di sesta discendente, Fa-La, e successiva risoluzione su Si bemolle (è questa un'eco letterale dell'"Ach Konstanze!" nel n. 15 della Entführung, anch'esso un rondò bipartito in Si bemolle maggiore: a riprova che la figura di Ferrando è modellata su quella altrettanto ardente e fervida di Belmonte).Clicca qui per il testo del recitativo che precede il brano.(Daniel Heartz)
(Entra Fiordiligi agitata, seguita da Ferrando.)
FERRANDO
Barbara! Perchè fuggi?
FIORDILIGI
Ho visto un aspide,
Un idra, un basilisco!
FERRANDO
Ah, crudel, ti capisco!
L'aspide, l'idra, il basilisco
E quante i libici deserti
Han di più fiero in me solo tu vedi.
FIORDILIGI
È vero, è vero!
Tu vuoi tormi la pace.
FERRANDO
Ma per farti felice.
FIORDILIGI
Cessa di molestarmi!
FERRANDO
Non ti chiedo che un guardo.
FIORDILIGI
Partiti!
FERRANDO
Non sperarlo,
Se pria gli occhi men fieri a me non giri.
O ciel! Ma tu mi guardi e poi sospiri?
Clicca qui per il testo di "Ah, lo veggio, quell'anima bella".
FERRANDOAh, lo veggio: quell'anima bella
Al mio pianto resister non sa;
Non è fatta per esser rubella
Agli affetti di amica pietà.
In quel guardo, in quei cari sospiri
Dolce raggio lampeggia al mio cor:
Già rispondi a' miei caldi desiri,
Già tu cedi al più tenero amor.
Ma tu fuggi, spietata, tu taci
Ed invano mi senti languir?
Ah, cessate, speranze fallaci:
La crudel mi condanna a morir.
(parte)
Francisco Araiza | Jerry Hadley |
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