9 maggio 2011

La traviata (8) - "De' miei bollenti spiriti"

Scritto da Christian

Il secondo atto, il più lungo dell'opera, è diviso in due quadri che si svolgono nello stesso giorno ma in luoghi diversi. Si tratta dell'atto centrale e – se vogliamo – più importante di questo melodramma, quello che mette in scena il sacrificio d'amore di Violetta (il primo atto serviva a presentare i personaggi, il terzo ad accomiatarcene: ma la vera azione drammatica è tutta qui). Sono passati alcuni mesi (almeno "tre lune") dalla scena precedente, e scopriamo subito che alla fine Violetta ha ceduto alle profferte d'amore di Alfredo e ha abbandonato la vita da cortigiana. I due amanti si sono trasferiti nella casa di campagna della ragazza, lontani dalle tentazioni della vita mondana di Parigi. Nella celebre aria "De' miei bollenti spiriti", in un tripudio di felicità, Alfredo (che sta tornando da una battuta di caccia) rende esplicita tutta la sua idealizzazione dell'amore che Violetta gli ha donato: le ardite metafore si sprecano ("Dell'universo immemore io vivo quasi in ciel"), e anche per questo, poi, ripiombare sulla Terra sarà ancora più doloroso.

Clicca qui per il testo del brano.

ALFREDO
Lunge da lei per me non v'ha diletto!
Volaron gia' tre lune
dacchè la mia Violetta
agi per me lasciò, dovizie, onori,
e le pompose feste
ove, agli omaggi avvezza,
vedea schiavo ciascun di sua bellezza.
Ed or contenta in questi ameni luoghi
tutto scorda per me.
Qui presso a lei io rinascer mi sento,
e dal soffio d'amor rigenerato
scordo ne' gaudii suoi tutto il passato.

De' miei bollenti spiriti
il giovanile ardore
ella temprò col placido
sorriso dell'amore!
Dal dì che disse: vivere
io voglio a te fedel,
dell'universo immemore
io vivo quasi in ciel.



Giuseppe Di Stefano


Placido Domingo


Richard Tucker

Luciano Pavarotti