25 febbraio 2012

L'Orfeo (5) - Atto II

Scritto da Christian


Secondo atto (direttore: René Jacobs – Orfeo: Simon Keenlyside)


Terminato il rito delle nozze, Orfeo ricompare per unirsi alla gioia dei pastori e delle ninfe ("Ecco pur ch'a voi ritorno / care selve e piagge amate") mentre i festeggiamenti proseguono sempre più vivaci, con una serie di danze per le quali Monteverdi si è ispirato a balli francesi dell'epoca. I pastori invocano le divinità e le bellezze della natura ("Mira, ch'a sé ne alletta", "In questo prato adorno"), prima che il cantore si rivolga con le sue strofe direttamente ai boschi e ai campi dove, prima di incontrare la sua sposa, si aggirava "mesto e dolente" ("Vi ricorda, o boschi ombrosi?").

A metà dell'atto, però, ecco irrompere la tragedia. Una messaggera (che uno dei pastori identifica con "Silvia gentile, dolcissima compagna della bella Euridice") porta la notizia dell'improvviso decesso della sposa di Orfeo, morsa da un serpente velenoso mentre raccoglieva fiori. Il doloroso tema "Ahi, caso acerbo / ahi, fato empio e crudele" (ripreso più volte nel prosieguo dell'atto, dapprima da un singolo pastore e poi dall'intero coro) cambia di colpi i toni dell'opera. La messaggera narra il tragico avvenimento ("In un fiorito prato") e Orfeo lamenta il proprio destino ("Tu se' morta, mia vita, ed io respiro?"), prendendo all'istante la decisione di recarsi nel mondo degli inferi per tentare di intenerire "il cor del re del'ombre" e di riportare con sé la sua amata ("o, se ciò negherammi empio destino, / rimarrò teco in compagnia di morte"). Mentre la messaggera si rammarica per essere stata portatrice di una così triste notizia ("Ma io, che in questa lingua / ho portato il coltello"), i pastori vanno a piangere sulle spoglie di Euridice ("Chi ne consola, ahi lassi?").

Clicca qui per il testo del secondo atto.

ORFEO
Ecco pur ch'a voi ritorno,
care selve e piaggie amate,
da quel sol fatte beate
per cui sol mie notti han giorno.

Ritornello

PASTORE II
Mira, ch'a sé n'alletta
l'ombra, Orfeo, di que' faggi,
or che infocati raggi
Febo dal ciel saetta.

Ritornello

Su quell'erbose sponde
posiamci, e in vari modi
ciascun sua voce snodi
al mormorio de l'onde.

Ritornello

PASTORI II E III
In questo prato adorno
ogni selvaggio nume
sovente hà per costume
di far lieto soggiorno.

Ritornello

Qui Pan, dio dei pastori,
s'udì talor dolente
rimembrar dolcemente
suoi sventurati amori.

Ritornello

Qui le Napee vezzose,
schiera sempre fiorita,
con le candide dita
fur viste à coglier rose.

CORO DI NINFE E PASTORI
Dunque fa' degni, Orfeo,
del suon della tua lira
questi campi ove spira
aura d'odor sabeo.

Ritornello

ORFEO
Vi ricorda, o boschi ombrosi,
de' miei lunghi aspri tormenti,
quando i sassi ai miei lamenti
rispondean fatti pietosi?

Ritornello

Dite, allor non vi sembrai
più d'ogni altro sconsolato?
or fortuna hà stil cangiato
ed ha volto in festa i guai.

Ritornello

Vissi già mesto e dolente:
or gioisco e quegli affanni
che sofferti ho per tant'anni
fan più caro il ben presente.

Ritornello

Sol per te, bella Euridice,
benedico il mio tormento:
dopo il duol si è più contento,
dopo il mal si è più felice.

PASTORE II
Mira, deh mira, Orfeo, che d'ogni intorno
ride il bosco e ride il prato.
Segui pur col plettro aurato
d'addolcir l'aria in sì beato giorno.

MESSAGGERA
Ahi, caso acerbo!
Ahi, fato empio e crudele!
Ahi, stelle ingiuriose!
Ahi, ciel avaro!

PASTORE II
Qual suon dolente
il lieto dì perturba ?

MESSAGGERA
Lassa, dunque, debb'io,
Mentre Orfeo con sue note il ciel consola,
con parole mie passargli il cuore ?

PASTORE I
Questa è Silvia gentile,
dolcissima compagna de la bella Euridice;
oh, quanto è in vista dolorosa.
Or che fia? Deh, sommi dei,
non torcete da noi benigno il guardo.

MESSAGGERA
Pastor, lasciate il canto,
ch'ogni nostra allegrezza in doglia è volta.

ORFEO
Donde vieni? Ove vai? Ninfa, che porti?

MESSAGGERA
A te vengo, Orfeo, messaggera infelice
di caso più infelice e più funesto.
La bella Euridice...

ORFEO
Ohimé, che odo?

MESSAGGERA
La tua diletta sposa è morta.

ORFEO
Ohimé!

MESSAGGERA
In un fiorito prato
con altre sue compagne,
giva cogliendo fiori
per farne una ghirlanda a le sue chiome,
quando angue insidioso,
ch'era fra l'erbe ascoso,
le punse un piè con velenoso dente.
Ed ecco immantinente,
scolorirsi il bel viso e ne' suoi lumi
sparir que' lampi, ond'ella al sol fea scorno.
Allor noi tutte,
sbigottite e meste,
le fummo intorno richiamar tentando
gli spirti in lei smarriti
con l'onda fresca e con possenti carmi.
Ma nulla valse, ahi lassa,
ch' ella i languidi lumi alquanto aprendo,
e te chiamando, Orfeo,
dopo un grave sospiro,
spirò frà queste braccia; ed io rimasi
pieno il cor di pietade e di spavento.

PASTORE II
Ahi, caso acerbo!
Ahi, fato empio e crudele!
Ahi, stelle ingiuriose!
Ahi, ciel avaro!

PASTORE III
A l'amara novella
rassembra l' infelice un muto sasso
che per troppo dolor non può dolersi.
Ahi, ben avrebbe un cor di tigre o d'orsa
chi non sentisse del tuo mal pietate,
privo d'ogni tuo ben, misero amante.

ORFEO
Tu se' morta, mia vita, ed io respiro?
Tu se' da me partita
per mai più non tornare, ed io rimango?
No, che se i versi alcuna cosa ponno,
n'andrò sicuro a' più profondi abissi,
e, intenerito il cor del re de l'ombre,
meco trarròtti a riveder le stelle;
o se ciò negherammi empio destino,
rimarrò teco in compagnia di morte,
Addio terra, addio cielo, e sole addio.

CORO DI NINFE E PASTORI
Ahi, caso acerbo!
Ahi, fato empio e crudele!
Ahi, stelle ingiuriose!
Ahi, ciel avaro!
Non si fidi uom mortale
di ben caduco e frale
che tosto fugge, e spesso
a gran salita il precipizio è presso.

MESSAGGERA
Ma io, che in questa lingua
ho portato il coltello
ch'ha svenata ad Orfeo l'anima amante,
odiosa ai Pastori e alle Ninfe,
odiosa a me stessa, ove m'ascondo?
Nottola infausta,
il sole fuggirò sempre
e in solitario speco
menerò vita al mio dolor conforme.

Sinfonia

PASTORI II E III
Chi ne consola, ahi lassi?
O pur, chi ne concede
negli occhi un vivo fonte,
da poter lagrimar come conviensi
in questo mesto giorno,
quanto più lieto tant'or più mesto?
Oggi turbo crudele
i due lumi maggiori
di queste nostre selve,
Euridice e Orfeo,
l'una punta da l'angue,
l'altro dal duol trafitto,
ahi lassi, ha spenti.

CORO DI NINFE E PASTORI
Ahi, caso acerbo!
Ahi, fato empio e crudele, ...

PASTORI II E III
Ma dove, ah, dove or sono
de la misera ninfa
le belle e fredde membra,
che per suo degno albergo
quella bell'alma elesse,
ch'oggi è partita in sul fiorir dei giorni?
Andiam pastori, andiamo
pietosi a ritrovarle,
e di lagrime amare
il dovuto tributo
per noi si paghi almeno al corpo esangue.

CORO DI NINFE E PASTORI
Ahi, caso acerbo!
Ahi, fato empio e crudele, ...

Ritornello


direttore: Jordi Savall – Orfeo: Furio Zanasi



direttore: Nikolaus Harnoncourt – Orfeo: Philippe Huttenlocher



"In questo prato adorno", "Vi ricorda, o boschi ombrosi" (Vittorio Prato)


"Vi ricorda, o boschi ombrosi"
(Kobie Van Rensburg)


"Ahi, caso acerbo"
(Sara Mingardo)


"Ahi, caso acerbo", "Tu se' morta, mia vita"
(Eva Zaïcik, Marc Mauillon)


"Tu se' morta, mia vita" (Rolando Villazon)


"Chi ne consola, ahi lassi?"
(dir: Trisdee na Patalung)

2 commenti:

Aaren ha detto...

Ho appena scoperto questo blog! Avevo proprio bisogno "lezioni" sull'opera lirica! Fino ad ora mi sono affidata a wikipedia e a youtube.. ora vi aggiungo tra i preferiti! :)
A presto!


Christian ha detto...

Grazie per la visita e per le tue parole. Torna a trovarci! ^^ Naturalmente non pretendiamo di impartire "lezioni" a nessuno, ma solo di condividere una passione e di offrire qualche spunto di riflessione, sperando di trovare un terreno particolarmente ricettivo... ^^