30 ottobre 2012

La Cenerentola (8) - "Come un'ape nei giorni d'aprile"

Scritto da Christian

Lo "scudiero" Ramiro annuncia al padrone di casa, Don Magnifico, l'imminente arrivo del “principe”. E pochi istanti dopo, ecco giungere la carrozza reale e il suo seguito: è il momento della sensazionale entrata in scena di Dandini, il cameriere che per un giorno recita la parte del nobile. Il servitore si dà da fare per non sfigurare nella messinscena, ma finisce con l'esagerare con i modi ricercati e le frasi da aristocratico, dando vita a un effetto comico su più piani: quello testuale e quello musicale (oltre che, se l'allestimento è ben curato, quello scenografico).

Introdotto dal coro dei cortigiani che lo esortano ad affrettarsi a prendere una sposa (“La principesca linea se no s'estinguerà”), Dandini esordisce con un'ardita similitudine, paragonandosi a un'ape che vola di fiore in fiore per scegliersi il “boccone” più prelibato. Fra una frase pomposa e l'altra, però, è ben conscio di recitare una commedia che – quando sarà svelata – per alcuni potrebbe tramutarsi in tragedia. Terminato il suo brano (ricco di colorature e di difficile esecuzione: una vera prova d'esame per ogni baritono rossiniano che si rispetti, al pari della cavatina di Figaro nel “Barbiere”), Dandini continua nel suo artificioso eloquio, esibendosi in spudorati elogi alle due figlie di Don Magnifico e al suo ospite stesso, al quale paragona indelicatamente le due ragazze (“Son tutte papà”, aveva già intonato durante l'aria; e ora azzarda una frase in latino, “Tales patris talem filias”, che risulta del tutto sgrammaticata: la versione corretta avrebbe dovuto essere “Tali patris, talem filia”). Quando inanella l'ennesimo complimento fuori luogo (“Vere figure etrusche!”; poco prima aveva persino affermato “Siete l'ottava e nona meraviglia!”), Ramiro si accinge a riprenderlo: “cominci a dirle grosse”, al che il servo replica spiegando il suo concetto di grandeur: “Grande essendo, grandi le ho da sparar!”. In precedenza, per due volte, il principe lo aveva ripreso anche più duramente con un “Bestia!” (cui Dandini aveva ironicamente risposto “Grazie!”), un termine che forse non fa tanto parte del lessico di Ramiro quanto di quello di Don Magnifico (che infatti userà lo stesso epiteto, rivolgendolo ad altri o a sé stesso, ben quattro volte in tutta l'opera).

A questo punto Dandini si rende conto di non aver ancora recitato il discorso che Ramiro gli aveva ordinato di fare, e cerca rapidamente di porre rimedio recitandolo tutto d'un fiato come se fosse una filastrocca, con effetti esilaranti dovuti anche alle ripetute rime in “-ato”. Non si tratta però solo di una gag: il discorso è utile per spiegarci i motivi per cui il principe ha così fretta di trovare una moglie. Tornato dai suoi “lunghi viaggi”, ha trovato il padre in fin di vita (“fra i quondam è capitombolato”, frase impagabile che unisce cultura alta – l'avverbio latino “quondam” significa "una volta", "un tempo": tra i quondam vuole dire "tra i defunti" – e cultura bassa – il “capitombolo”, termine non certo degno di un principe) che ha minacciato di diseredarlo se non si fosse sposato immediatamente (o meglio, “a vista qual cambiale”, altra metafora efficace ma non proprio aristocratica!). A questo punto, dovendo contrarre matrimonio per forza, tanto vale cercare fra le ragazze del circondario la più bella e meritevole.

Mentre tutto il gruppo si appresta a raggiungere la residenza estiva del principe (la “deliziosa”, nome che designava un piccolo fabbricato o capanna in un parco, utilizzato in alternativa alla casa in muratura durante i periodi più caldi) dove si terranno la cena e il ballo, e mentre Dandini non perde occasione per fare un'altra gaffe di cui naturalmente Don Magnifico non si rende conto (la frase “Perseguitate con i piè baronali i magnifici miei quarti reali” può essere letta, oltre che “venite nei miei appartamenti”, anche con il significato di “prendetemi a calci nel didietro”!), ecco che Angelina prende il coraggio a due mani e si decide a chiedere al patrigno il permesso di recarsi anche lei alla festa. Non certo per conquistare il principe, come sperano di fare invece le sorellastre, ma solo per trascorrere un breve momento di svago dalla sua dura vita “sempre fra la cenere”.


Clicca qui per il testo del recitativo che precede il brano.

RAMIRO
Non so che dir.
Come in sì rozze spoglie
sì bel volto e gentil!
Ma don Magnifico non comparisce ancora?
Nunziar vorrei
del mascherato principe l'arrivo.
Fortunato consiglio!
Da semplice scudiero
il core delle femmine
meglio svelar saprò.
Dandini intanto recitando da principe...

DON MAGNIFICO
Domando un milion di perdoni.
Dica: e sua altezza il principe?

RAMIRO
[Or ora] arriva.

DON MAGNIFICO
E quando?

RAMIRO
Tra tre minuti.

DON MAGNIFICO
(in agitazione)
Tre minuti!
Ah figlie, sbrigatevi!
Che serve? Le vado ad affrettar.
Scusi, con queste ragazze benedette
un secolo è un momento alla toelette.
(esce)

RAMIRO
Che buffone! E Alidoro mio maestro
sostien che in queste mura
sta la bontà più pura!
[Basta, basta, vedrem. Alle sue figlie
convien che m'avvicini.]
(si ode una carrozza)
Qual fragor!... Non m'inganno, ecco Dandini.

Clicca qui per il testo del brano.

CORO DI CAVALIERI
Scegli la sposa, affrettati:
s'invola via l'età.
La principesca linea
se no si estinguerà.

DANDINI
Come un'ape ne' giorni d'aprile
va volando leggera e scherzosa,
corre al giglio, poi salta alla rosa,
dolce un fiore a cercare per sé,
fra le belle m'aggiro e rimiro:
ne ho vedute già tante e poi tante;
ma non trovo un giudizio, un sembiante,
un boccone squisito per me.

(Don Magnifico in gala presenta Clorinda e Tisbe a Dandini)

CLORINDA
Prence...

TISBE
Sire...

CLORINDA, TISBE
Ma quanti favori!

DON MAGNIFICO
Che diluvio, che abisso di onori!

DANDINI
(con espressione or all'una, or all'altra)
Nulla, nulla. Vezzosa! Graziosa!
(accostandosi a Ramiro, piano)
Dico bene? Son tutte papà.

RAMIRO
(piano, a Dandini)
Bestia! Attento, ti scosta di qua.

DANDINI
(alle due sorelle, che lo guardano con passione)
Per pietà, quelle ciglia abbassate.
Galoppando se n' va la ragione,
e fra i colpi d'un doppio cannone
spalancata la breccia è di già.
(Ma al finir della nostra commedia,
che tragedia qui nascer dovrà!)

CLORINDA, TISBE
(Ei mi guarda, sospira, delira,
non v'è dubbio, è mio schiavo di già.)

RAMIRO
(Ah! perché qui non viene colei
con quell'aria di grazia e bontà?)

DON MAGNIFICO
(È già cotto, stracotto, spolpato:
l'eccellenza si cangia in maestà.)

Clicca qui per il testo del recitativo che segue il brano.

DANDINI
Allegrissimamente! Che bei quadri,
che bocchino, che ciglia!
Siete l'ottava e nona meraviglia.
Già: talis patris, talem filias.

CLORINDA, TISBE
Grazie.

DON MAGNIFICO
Altezze delle altezze, che dice?
Mi confonde: debolezze.

DANDINI
Vere figure etrusche!
(piano a Ramiro)
Dico bene?

RAMIRO
(piano a Dandini)
Cominci a dirle grosse.

DANDINI
(piano a Ramiro)
Io recito da grande,
e grande essendo,
grandi le ho da sparar.

DON MAGNIFICO
(piano alle figlie, con compiacenza)
Bel principotto!
Che non vi scappi, attente!

DANDINI
Or dunque, seguitando quel discorso
che non ho cominciato...
Dai miei lunghi viaggi ritornato,
e il mio papà trovato,
che fra i quondam è capitombolato,
e spirando ha ordinato
che a vista qual cambiale io sia sposato,
o son diseredato;
fatto ho un invito a tutto il vicinato,
e trovando un boccone delicato,
per me l'ho destinato:
ho detto, ho detto, e adesso prendo fiato.

DON MAGNIFICO
(Che eloquenza norcina!)

CENERENTOLA
(entrando osserva l'abito del principe e Ramiro che la guarda)
(Ah! Che bell'abito!
E quell'altro mi guarda...)

RAMIRO
(Ecco colei!
Mi ripalpita il cor.)

DANDINI
Belle ragazze, se vi degnate,
inciambellate il braccio ai nostri cavalieri.
Il legno è pronto.

CLORINDA
Andiam.

TISBE
Papà, eccellenza,
non tardate a venir.

(Clorinda e Tisbe escono)

DON MAGNIFICO
(a Cenerentola, voltandosi)
Che fai tu qui?
Il cappello e il bastone!

CENERENTOLA
(scuotendosi dal guardar Ramiro)
Eh! Sì signor.
(parte)

DANDINI
Perseguitate presto
con i piè baronali
i magnifici miei quarti reali.
(parte)

DON MAGNIFICO
(entrando nella Camera dove è entrata Cenerentola)
Monti in carrozza, e vengo.

RAMIRO
(E pur colei vo' riveder.)

DON MAGNIFICO
(di dentro, in collera)
Ma lasciami!

RAMIRO
(La sgrida?)

CENERENTOLA
Sentite...

DON MAGNIFICO
(esce con cappello e bastone, trattenuto con ingenuità da Cenerentola)
Il tempo vola.

RAMIRO
(Che vorrà?)

DON MAGNIFICO
Vuoi lasciarmi?

CENERENTOLA
Una parola.




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