14 dicembre 2013

Don Giovanni (12) - “Là ci darem la mano”

Scritto da Christian

Ecco finalmente Don Giovanni all'opera: sfoggiando tutte le sue armi di seduzione, con poche battute il cavaliere riesce a convincere Zerlina, nel giorno stesso del suo matrimonio, ad abbandonare il promesso sposo Masetto e a fuggire con lui. Le poche resistenze da parte della ragazza ("Non vorrei alfin ingannata restar / Io so che rado con le donne voialtri cavalieri siete onesti e sinceri") sono spazzate via con affermazioni categoriche ("È un'impostura della gente plebea / La nobiltà ha dipinta negli occhi l'onestà"), attraverso le quali Da Ponte e Mozart continuano a prendersi gioco fra le righe della classe aristocratica come già avevano fatto ne "Le nozze di Figaro" (un approccio che in quegli anni, alla vigilia delle rivoluzione francese, trovava ampio consenso nel pubblico, e che – a dimostrazione della liberalità dell'imperatore Giuseppe II – era persino tollerato dalla censura austriaca; ne riparleremo in occasione del verso "Viva la libertà!", nel finale del primo atto).

Il dolcissimo duetto "Là ci darem la mano" è giustamente assai noto anche a chi non frequenta i teatri d'opera. Lo ritroviamo spesso anche nel cinema. Due esempi su tutti: "Don Juan De Marco maestro d'amore" (1995) di Jeremy Leven (che sin dal titolo manifesta il proprio legame con il mito di Don Giovanni), nel quale Marlon Brando ascolta ripetutamente il brano; e "Il pranzo di Babette" (1987) di Gabriel Axel, dove il duetto è cantato da una delle sorelle protagoniste, accompagnata al piano dal suo maestro.

Le poche titubanze di Zerlina ("Vorrei e non vorrei") hanno vita breve. E la ragazza si ritrova a cantare all'unisono con il suo seduttore "Andiam, andiam, mio bene / a ristorar le pene / di un innocente amor". Naturalmente, nonostante l'incantevole bellezza della musica, che solleva ogni cosa a livelli celestiali, si tratta di tutt'altro che di un "innocente amore"... In ogni caso, se non fosse per l'improvvisa comparsa di Donna Elvira (come vedremo), Don Giovanni sarebbe già pronto a iscrivere un nuovo nome (il 1004°, solo per quanto riguarda la Spagna) nel suo catalogo.

Clicca qui per il testo del recitativo che precede il brano.

DON GIOVANNI
Alfin siamo liberati,
Zerlinetta gentil, da quel scioccone.
Che ne dite, mio ben, so far pulito?

ZERLINA
Signore, è mio marito...

DON GIOVANNI
Chi! Colui?
Vi par che un onest'uomo,
un nobil cavalier, qual io mi vanto,
possa soffrir che quel visetto d'oro,
quel viso inzuccherato,
da un bifolcaccio vil sia strapazzato?

ZERLINA
Ma, signor, io gli diedi
parola di sposarlo.

DON GIOVANNI
Tal parola
non vale un zero. Voi non siete fatta
per esser paesana: un'altra sorte
vi procuran quegli occhi briconcelli,
quei labbretti sì belli,
quelle ditucce candide e odorose...
parmi toccar giuncata e fiutar rose.

ZERLINA
Ah... non vorrei...

DON GIOVANNI
Che non vorreste?

ZERLINA
Alfine ingannata restar. Io so che rado
colle donne voi altri cavalieri
siete onesti e sinceri.

DON GIOVANNI
Eh, un'impostura della gente plebea!
La nobiltà ha dipinta negli occhi l'onestà.
Orsù, non perdiam tempo: in questo istante
io vi voglio sposar.

ZERLINA
Voi!

DON GIOVANNI
Certo, io.
Quel casinetto è mio: soli saremo,
e là, gioiello mio, ci sposeremo.

Clicca qui per il testo del brano.

DON GIOVANNI
Là ci darem la mano,
là mi dirai di sì.
Vedi, non è lontano:
partiam, ben mio, di qui.

ZERLINA
(Vorrei, e non vorrei...
mi trema un poco il cor...
Felice, è ver, sarei;
ma può burlarmi ancor.)

DON GIOVANNI
Vieni, mio bel diletto!

ZERLINA
(Mi fa pietà Masetto.)

DON GIOVANNI
Io cangerò tua sorte.

ZERLINA
(Presto, non son più forte.)

ZERLINA E DON GIOVANNI
Andiam, andiam, mio bene,
a ristorar le pene
d'un innocente amor!



Thomas Allen, Susanne Mentzer


Samuel Ramey, Kathleen Battle


Cesare Siepi, Mirella Freni


Placido Domingo, Kathleen Battle


Simon Keenlyside, Christine Schäfer


Carlos Álvarez, Angelika Kirchschlager

Bryn Terfel, Renée Fleming


La popolarità di cui questo duettino ha goduto nel corso dei secoli è smisurata. Lo dimostrano, fra le altre cose, le molte variazioni scritte su di esso da compositori del calibro di Beethoven e Chopin; ma anche l'incredibile numero di interpretazioni da parte di cantanti che normalmente non si esibiscono nella musica lirica (e quando ci provano, hanno qualche difficoltà), da Sting a Sheryl Crow.


variazioni di Chopin
(piano e orchestra)


variazioni di Beethoven
(due oboi e un corno inglese)


Sting e Angela Gheorghiu

Luciano Pavarotti e Sheryl Crow



Una scena dal film "Il postino suona sempre due volte" (1981)