Nel libretto originale scritto da Illica e Giacosa per "La Bohème" era presente un altro quadro, tratto direttamente da uno degli episodi narrati da Murger, che Puccini scelse di eliminare (contro il parere dei due librettisti, e in particolare di Illica). Intitolato "Il cortile della casa di via La Bruyère 8", l'episodio – che curiosamente è invece presente nella "Bohème" realizzata da Leoncavallo – si svolge presso l'abitazione di Musetta: la ragazza è stata sfrattata dall'appartamento perché il suo protettore (verosimilmente l'Alcindoro di cui si era fatta beffe al Quartiere Latino) si è rifiutato di continuare a pagarle l'affitto. Tutti i suoi mobili sono dunque accatastati nel cortile, in attesa di essere messi all'asta, e i nostri amici ne approfittano per organizzare una festa improvvisata e all'aperto. In questa occasione, Musetta presenta a Mimì un giovane Visconte, Paolo, con il quale la ragazza danza una quadriglia, scatenando la gelosia di Rodolfo. Il tutto culminerà nella separazione definitiva fra i due giovani: Mimì accetterà la corte del Visconte, almeno momentaneamente, tanto che all'inizio del quarto quadro Marcello riferirà di averla vista in una carrozza, "vestita come una regina".
La collocazione di questo "atto mancante" era da intendersi fra gli attuali quadri III e IV, ma la struttura dell'opera sarebbe stata comunque diversa: i primi due quadri erano inizialmente uno solo, diviso in due scene. "La barriera d'Enfer" era il secondo, e quello di via La Bruyère era il terzo. E forse non tutto torna dal punto di vista della continuità, dato che alla "Barriera d'Enfer" Musetta già convive con Marcello presso l'osteria, come se lo sfratto fosse già avvenuto. Inoltre, nei dialoghi di Rodolfo c'è un riferimento al Visconte Paolo ("Un moscardino / di Viscontino / le fa l'occhio di triglia"), come se Mimì già lo frequentasse. Questioni di poco conto, certamente, e che sarebbero state gestite in maniera diversa se l'episodio della festa in cortile fosse stato mantenuto. Del Visconte si parlerà nuovamente nell'atto conclusivo, ma anche in quel caso solo nei dialoghi (citato da Musetta: "Intesi dire che Mimì, fuggita dal Viscontino, era in fin di vita"): lui in persona non si vedrà mai sul palcoscenico.
Puccini scelse di eliminare questo quadro per motivi squisitamente formali: riteneva infatti che mettere in scena una festa in questo punto avrebbe "ricalcato" in parte quello che era stato già proposto al Quartiere Latino, rovinando l'equilibrio dell'opera e sbilanciandola eccessivamente sul versante comico. In effetti, la sua rimozione rende "La Bohème" molto più armoniosa nella sua bipartizione a livello strutturale: si inizia con due episodi felici e spensierati, seguiti da due episodi più drammatici.
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