16 dicembre 2020

I miti nel flauto magico/3 - Amore e Psiche

Scritto da Marisa

Un altro tema mitologico che sottende “Il flauto magico” è quello di Amore e Psiche, per lo meno per quanto riguarda Pamina. Lei è una bellissima fanciulla che corre un grande pericolo, rapita, tenuta prigioniera e sul punto di essere violentata. Le viene annunciata una possibile salvezza e, al solo sentire di un giovane principe incaricato di salvarla e innamorato di lei, arde già d'amore ed è pronta a seguirlo dovunque. Dunque si innamora senza averlo mai visto.

Questa situazione ci ricorda il mito di Psiche, che si unisce a Eros senza conoscerlo e anzi con la proibizione persino di vederne il volto e saperne il nome (è il motivo dello sposo sconosciuto che permea anche il "Lohengrin" di Wagner). Ma questo primo trasporto d'amore, del tutto proiettivo e motivato dal bisogno di essere salvata, è destinato a subire un grave trauma. Psiche infatti infrange la promessa di non cercare di conoscere il proprio amante: e non appena scopre, munita di una fiaccola, che lo sposo nascosto è nientemeno che Eros stesso, viene punita con l'abbandono immediato. Per il dolore tenta più volte il suicidio, e dovrà affrontare delle difficili prove che alla fine la condurranno a ricongiungersi con l'amato. L'ultima prova la porta addirittura nel mondo infero; ne esce che sta morendo per una nuova trasgressione, e viene salvata finalmente da Eros stesso, che ottiene da Zeus di renderla degna di accedere all'Olimpo. Un percorso iniziatico, quindi, che la rende simile agli dei.

Anche Pamina deve sperimentare quello che a lei si presenta come un abbandono totale. Il silenzio di Tamino, che ha accettato di affrontare le prove imposte dai sacerdoti, viene interpretato come disamore e indifferenza nei suoi confronti: e anche Pamina pensa al suicidio. Dopo la prima beatitudine d'amore vissuta in completa ignoranza dell'altro, arrivano la disperazione e la paura dell'abbandono. Soltanto dopo aver superato tale pericolo anche Pamina potrà accedere alle prove iniziatiche, e lo farà insieme all'amato, cosa ancora impensabile per la povera Psiche che deve affrontare tutte le prove da sola – ma in realtà avrà aiuti insperati da varie forze della natura – e soltanto alla fine rivedrà lo sposo.

Psiche deve superare delle prove difficilissime impostale da Venere, la madre di Eros (quindi la suocera...), ostile alla scelta del figlio e nemica della fanciulla che incarna una nuova concezione dell'amore, un rapporto più “psicologico” per l'appunto rispetto ad un'unione solamente biologica affidata all'attrazione sessuale. Anche Pamina è in fondo messa nella situazione più difficile proprio dalla madre che, prima amorevole, diventa poi sempre più ostile fino a progettare di rapirla lei stessa con l'aiuto proprio di quel Monostatos che stava già per violentarla e promettendogliela in sposa, continuando a credere di poter disporre della figlia a suo piacimento, senza tener assolutamente conto dei desideri e del percorso diverso che Pamina ha deciso di intraprendere.

Il tema simile alla favola di Amore e Psiche ci parla dunque di un percorso pericoloso ma importantissimo per arrivare a una relazione erotica in cui non agisce solo l'attrazione iniziale (il colpo di fulmine) ma il bisogno di conoscersi veramente, superando grandi difficoltà e uscendo dall'illusione del primo amore romantico e inconscio, dove si dà tutto per scontato. Conoscersi, superare insieme grandi percoli e rinforzare l'amore con un reale reciproco aiuto non è cosa da tutti. Spesso si preferisce rimanere nell'illusione della “luna di miele” e, quando la vita costringe ad uscirne, le cose vanno molto male e la delusione spesso prevale, distruggendo le possibilità di una relazione consapevole e più solida.