Nella sua seconda e più celebre aria, il paggio Cherubino è invitato a intonare davanti alla Contessa la canzone che lui stesso ha composto e che, nel corso del primo atto, aveva affidato a Susanna affinché la leggesse "a tutte le donne del palazzo". Proprio Susanna lo accompagna con la chitarra, in realtà "simulata" dal pizzicato ben scandito degli archi dell'orchestra, mentre il resto dell'accompagnamento è fornito dagli strumenti a fiato (meravigliose, a proposito, quelle tre note che i corni che suonano quasi all'inizio, nella quarta misura): si tratta dunque di un brano "diegetico", che si immagina cioè cantato (e non parlato) anche all'interno della finzione scenica, come altre celebri canzoni dell’opera lirica (si pensi alla serenata di Don Giovanni nell’omonima opera di Mozart o – per restare dalle parti di Beaumarchais – a quella di Lindoro ne "Il Barbiere di Siviglia"). Per questo motivo la melodia, il ritmo e l'accompagnamento musicale – almeno a una prima impressione – appaiono assai semplici e schematici: la magia di Mozart, però, consiste proprio nel dare vita a momenti di grande poesia e bellezza anche attraverso costruzioni esili ed essenziali. Personalmente adoro la melodia discendente nel momento in cui il testo recita “Gelo e poi sento / l’alma avvampar”.
Trattandosi dell’esibizione di un ragazzo emozionato davanti a una dama di cui è dichiaratamente invaghito, gli allestimenti dell’opera ricorrono talvolta alla trovata di mostrare all’inizio del brano un Cherubino timido e titubante, che progressivamente – man mano che la canzone procede – si fa sempre più sicuro di sé e acquista coraggio. Il fatto che il testo della canzone renda espliciti i suoi turbamenti amorosi, peraltro, non può certo aiutare il paggio a sentirsi a proprio agio durante il canto! Altri, invece, propongono un Cherubino furbo e sfacciato, in pieno controllo di sé e dunque in contrasto con il testo del brano.
Da notare, fra le interpretazioni che propongo qui sotto, le piccole variazioni presenti nella versione cantata da Rihat Shaham al momento della ripresa del tema principale.
Clicca qui per il testo del recitativo che precede il brano.
LA CONTESSA
Quanto duolmi, Susanna,
che questo giovinotto abbia del Conte
le stravaganze udite! Ah, tu non sai...
Ma per qual causa mai
da me stessa ei non venne?...
Dov'è la canzonetta?
SUSANNA
Eccola: appunto
facciam che ce la canti.
Zitto, vien gente! È desso:
Avanti, avanti, signor uffiziale.
CHERUBINO
Ah, non chiamarmi
con nome sì fatale!
Ei mi rammenta
che abbandonar degg'io
comare tanto buona...
SUSANNA
...e tanto bella!
CHERUBINO
Ah sì... certo...
SUSANNA
Ah sì... certo... Ipocritone!
Via, presto, la canzone
che stamane a me deste
a madama cantate.
LA CONTESSA
Chi n'è l'autor?
SUSANNA
(additando Cherubino)
Guardate: egli ha due braccia
di rossor sulla faccia.
LA CONTESSA
Prendi la mia chitarra, e l'accompagna.
CHERUBINO
Io sono sì tremante...
Ma se madama vuole ...
SUSANNA
Lo vuole, sì, lo vuol. Manco parole.
(prende la chitarra e comincia a suonare)Clicca qui per il testo del brano.
CHERUBINO
Voi che sapete
che cosa è amor,
donne, vedete
s'io l'ho nel cor.
Quello ch'io provo
vi ridirò,
è per me nuovo,
capir nol so.
Sento un affetto
pien di desir,
ch'ora è diletto,
ch'ora è martir.
Gelo e poi sento
l'alma avvampar,
e in un momento
torno a gelar.
Ricerco un bene
fuori di me,
non so chi'l tiene,
non so cos'è.
Sospiro e gemo
senza voler,
palpito e tremo
senza saper.
Non trovo pace
notte né dì,
ma pur mi piace
languir così.
Voi che sapete
che cosa è amor,
donne, vedete
s'io l'ho nel cor.
Maria Ewing
Rihat Shaham | Frederica Von Stade |
Anna Moffo | Teresa Berganza |
Cecilia Bartoli | Giulietta Simionato |
"Voi che sapete" è uno dei pezzi più amati dell’opera, e la sua popolarità non sembra accennare a spegnersi. Di recente la canzone è stata usata nella colonna sonora del film "Io, Don Giovanni" di Carlos Saura, mentre nel 1995 una versione in inglese, cantata da Charlotte Church, era apparsa nella miniserie televisiva della BBC "Pride and prejudice" con Colin Firth e Jennifer Ehle.
Qui la melodia della canzone è accennata al piano, in una scena nel film "La storia di una monaca" (1959) di Fred Zinnemann, con Audrey Hepburn:
Questo invece è uno spezzone del film "L'Opéra imaginaire" (1993) di Pascal Roluin, in cui il brano è cantato da Suzanne Danco:
Giusto a titolo di curiosità, infine, ecco il brano nell'arrangiamento per pianoforte di Sigismond Thalberg (1812-1871) e in una versione per quattro sassofoni:
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