16 dicembre 2016

Carmen (10) - Canzone gitana

Scritto da Marisa


Entr'acte (Atto II)
dir: Herbert von Karajan

Entr'acte (Atto II)
dir: André Cluytens

Il secondo atto si apre nella taverna di Lillas Pastia, appena fuori Siviglia, quella stessa osteria di cui aveva cantato Carmen appena catturata. Qui assistiamo ad un movimentato dopo-cena, uno spettacolo che sembra abituale in quel posto frequentato da soldati, zingari e gente di passaggio, dediti al gioco e alle danze, oltre che, come vedremo, ritrovo di contrabbandieri. L'atmosfera è surriscaldata e densa di eccitazione, mantenuta tale dai canti e dai balli dei gitani, prima tra tutti ovviamente Carmen. La canzone gitana che ascoltiamo è un capolavoro, in cui il crescendo ci guida nel vortice e nell'ebbrezza, un vero e proprio inno all'abbandono, alla frenesia e alla dimenticanza di sé per tuffarsi nella pura sensualità e nella gioia di vivere... Tutto questo è “dionisiaco” e le gitane sembrano menadi che celebrano il loro culto conducendo con i sistri il corteo del dio dell'estasi e dell'ebbrezza per celebrare la vita nelle sue forme più primordiali e spensierate! Ne cito solo l'ultima strofa:
Les bohémiens à tour de bras,
De leurs instruments faisaient rage,
Et cet éblouissant tapage
Ensorcelait les zingaras!
Sous le rythme de la chanson,
Ardentes, folles, enfiévrées,
Elles se laissaient enivrées,
Emporter par le tourbillon!
Tra la la...
Gli zingari a tutta forza,
Imperversavan sui lor strumenti,
E quell’abbagliante frastuono
Stregava le zingare!
Sotto il ritmo della canzone,
Ardenti, folli, febbrili,
Si lasciavano, snervate,
Trasportare dal turbine!
Tra la là...
Capofila e conduttrice del canto è Carmen stessa, vera e propria sacerdotessa di Dioniso, il dio che incita alla frenesia, incurante dei destini umani, perché a lui interessa solo che la vita si celebri nelle sue manifestazioni più irrazionali e mistiche, in perfetta unione con le forze selvagge della natura. La pantera e il toro selvaggio sono infatti i suoi animali e i suoi simboli, e l'ebbrezza causata dalla musica ripetitiva e ipnotica, oltre che dal vino, il mezzo più facile per entrare in contatto con lui...

Ma, ricordiamolo ancora, le divinità sono archetipi, cioè forme strutturanti le energie e i comportamenti più collettivi e universali del genere umano, forze che irrompono dall'inconscio e che bisogna imparare a conoscere e possibilmente controllare, da non sottovalutare nella loro irruenza e pericolosità. Guai a credere di averle sottomesse definitivamente con la volontà o semplicemente standosene alla larga, perché l'irrazionale è sempre dietro l'angolo e l'impulso all'abbandono e a perdersi nell'estasi sensuale è così seducente...
Anche per questo l'uomo ha imparato a ritualizzarle, a contenerle entro tempi e spazi definiti, in certe situazioni come le feste di Carnevale, i festeggiamenti paesani del santo patrono, o altre occasioni in cui l'uso dell'alcool e della musica sfrenata si limita alla serata in discoteca, alla festa nuziale o altri riti di festeggiamento. Finestre aperte sull'indicibile e stati emotivi “oceanici”, da cui far ritorno, appena finita l'ebbrezza.
Se invece di una irruzione occasionale, lo stato di ebbrezza dionisiaca diventa permanente e stile di vita, entriamo nella vera e propria patologia che non riguarda più il contatto col divino, che può schiudere visioni e allargare i confini della normale percezione razionalizzante, ma un pericoloso degrado della volontà e di tutta la personalità da cui è difficile far ritorno: la dipendenza e la tossicomania.

Si capisce sempre di più, addentrandosi nell'opera, la fascinazione che ne ha subito Nietzsche, lo scopritore dello spirito dionisiaco come origine della musica! Per opposizione, il filosofo più solitario di tutta la cultura occidentale era irresistibilmente attratto dallo spirito orgiastico che si sprigiona dalla vicinanza del dio dell'estasi. Ma lui le sue estasi le ha vissute tutte nell'abbandono incondizionato alle profondità inaudite della sua anima e lì si è perso... Gli abissi interiori sono infatti altrettanto pericolosi che il consegnarsi passivamente alle passioni esterne: è sempre Dioniso che guida la danza, sia verso i vortici esterni che vero quello interni, due facce della stessa medaglia...

Fascino e paura, quindi: i due limiti che ci aiutano a dosare e ad accostarci a tali esperienze senza farcene travolgere!

Clicca qui per il testo di "Les tringles des sistres tintaient".

CARMEN
Les tringles des sistres tintaient
avec un éclat métallique,
et sur cette étrange musique
les zingarellas se levaient.
Tambours de basque allaient leur train,
et les guitares forcenées
grinçaient sous des mains obstinées,
même chanson, même refrain.
Tra la la...

CARMEN, FRASQUITA ET MERCÉDÈS
Tra la la...
(Sur le refrain les bohémiennes dansent.)

CARMEN
Les anneaux de cuivre et d’argent
reluisaient sur les peaux bistrées;
d’orange et de rouge zébrées
les étoffes flottaient au vent.
La danse au chant se mariait,
d’abord indécise et timide,
plus vive ensuite et plus rapide,
cela montait, montait, montait!
Tra la la...

CARMEN, FRASQUITA ET MERCÉDÈS
Tra la la...

CARMEN
Les bohémiens à tour de bras
de leurs instruments faisaient rage,
et cet éblouissant tapage,
ensorcelait les zingaras!
Sous le rythme de la chanson,
ardentes, folles, enfiévrées,
elles se laissaient, enivrées,
emporter par le tourbillon!
Tra la la...

CARMEN, FRASQUITA ET MERCÉDÈS
Tra la la...

CARMEN
Le lamine dei sistri tintinnavano
con un fragore metallico,
e su questa strana musica
le zingarelle si alzavano.
Tamburi di baschi andavano alla loro maniera,
e le chitarre forsennate
cigolavano sotto mani ostinate,
stessa canzone, stesso ritornello.
Tra la la...

CARMEN, FRASQUITA E MERCEDES
Tra la la...
(Su questo ritornello le zingare ballano)

CARMEN
Gli anelli di rame e argento
rilucevano sulle pelli brune;
striate di arancio e di rosso
le vesti fluttuavano al vento.
La danza si univa al canto,
prima timida e indecisa,
poi più vivace e rapida,
tutto cresceva, cresceva, cresceva!
Tra la la...

CARMEN, FRASQUITA E MERCEDES
Tra la la...

CARMEN
Gli zingari con la forza delle braccia
si sfogavano sui loro strumenti,
e questo baccano abbagliante
stregava le zingare!
Al ritmo della canzone,
ardenti, folli, infervorate,
si lasciavano, inebriate,
trascinare dal vortice!
Tra la la...

CARMEN, FRASQUITA E MERCEDES
Tra la la...

Clicca qui per il testo del recitativo che segue.

FRASQUITA
Messieurs, Pastia me dit…

ZUNIGA
Que nous veut-il encore, maître Pastia?

FRASQUITA
Il dit que le corrégidor
veut que l’on ferme l’auberge.

ZUNIGA
Eh bien, nous partirons.
Vous viendrez avec nous.

FRASQUITA
Non pas! nous, nous restons.

ZUNIGA
Et toi, Carmen, tu ne viens pas?
Écoute! Deux mots dits tout bas:
tu m’en veux.

CARMEN
Vous en vouloir! pourquoi?

ZUNIGA
Ce soldat, l’autre jour, emprisonné
pour toi…

CARMEN
Qu’a-t-on fait de ce malheureux?

ZUNIGA
Maintenant il est libre!

CARMEN
Il est libre! tant mieux.
Bonsoir, messieurs nos amoureux!

CARMEN, FRASQUITA ET MERCÉDÈS
Bonsoir, messieurs nos amoureux!

FRASQUITA
Signori, Pastia mi dice…

ZUNIGA
Cosa vuole ancora, il signor Pastia?

FRASQUITA
Dice che il corregidor
vuole che l’albergo chiuda.

ZUNIGA
E allora andremo via.
Voi verrete con noi.

FRASQUITA
No! Noi restiamo.

ZUNIGA
E tu, Carmen, non vieni?
Ascolta! Due parole in un orecchio:
tu ce l’hai con me.

CARMEN
Con voi? E perché?

ZUNIGA
Quel soldato, l’altro giorno,
arrestato a causa tua…

CARMEN
Che ne è stato di quel poveretto?

ZUNIGA
Ora è libero!

CARMEN
È libero! Meglio così.
Buonasera, cari signori innamorati!

CARMEN, FRASQUITA E MERCEDES
Buonasera, cari signori innamorati!




Elena Obraztsova (Carmen)
dir: Carlos Kleiber (1978)



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