26 dicembre 2016

Carmen (13) - Carmen danza per Don José

Scritto da Marisa

Finalmente uniti!
Don José, appena liberato dalla prigione dove è stato rinchiuso perché accusato (giustamente) di aver favorito la fuga di Carmen, si precipita alla taverna dove sa di trovare la donna che ha ossessionato la sua mente per tutto il tempo della reclusione. La trova che ha appena finito di danzare per gli ufficiali e concesso ad Escamillo l'onore di dedicare al suo nome la prossima vittoria nella corrida... Carmen prende in giro il moto di gelosia che sembra cogliere nel suo sguardo e, per mostrargli il suo interesse, decide di danzare solo per lui, uno spettacolo destinato solamente all'ammirazione e al godimento dell'innamorato!

  Je vais danser en votre honneur.
  Et vous verrez, seigneur,
  Comment je sais moi-même accompagner
  Mettez-vous là, Don José; je commence!
  La la la la la la la la la la la la
Don José è affascinato ed estasiato, e davvero la danza è molto sensuale e seducente, il meglio che Carmen possa esibire per rinsaldare il filo della passione. Se la danza precedente era orgiastica e coinvolgeva tutti i presenti come in un rito pagano, mescolandone i desideri in un girotondo sfrenato, questa, destinata solo allo spasimante, è molto più sottile, caratterizzata da un magnetismo che corre sottopelle e avvolge come in una spirale... Magia della musica...
Ma, sul più bello, qualcosa irrompe a spezzare la magia. Da lontano si sente la tromba che annuncia la ritirata, il momento in cui i militari devono far ritorno dalla libera uscita e presentarsi in caserma: una vera doccia fredda per il povero Don José, che si è appena abbandonato al godimento tanto atteso! Con grande rammarico egli cerca di fermare la danza di Carmen per comunicarle la necessità della nuova separazione, anche se questa a lui sembra, se pur dolorosa, di breve durata e dettata da una causa del tutto ovvia. Un soldato deve pur accettare le regole della disciplina e tornare in caserma ogni sera. Potrà vedere l'innamorata il giorno dopo, con la nuova libera uscita!

Non così la pensa Carmen, ed assistiamo qui alla prima vera scenata furibonda, che lascia allibito l'uomo. Come osa, mentre lei gli fa l'onore di danzare solo per lui, mettere qualcosa al di sopra di tale privilegio e interrompere la sua danza per una ridicola ritirata? Con grande sarcasmo lo invita ad andarsene e, trattandolo come un moccioso che ha paura della maestra, ridicolizza il senso del dovere del militare.
Au quartier!... pour l’appel...
Ah! j’étais vraiment trop bête!...
Je me mettais en quatre et je faisais des frais...
Pour amuser monsieur. Je chantais! Je dansais!
Je crois, Dieu me pardonne,
Qu’un peu plus, je l’aimais!
Ta ra ta ta... c’est le clairon qui sonne!
Ta ra ta ta... il part! il est parti!
Va-t’en donc, canari!
(avec fureur lui envoyant son shako à la volée)
Prends ton shako, ton sabre, ta giberne,
Et va-t’en, mon garçon, va t’en,
Retourne à ta caserne!
Al quartiere!... per l’appello...
Ah! ero proprio stupida!...
Mi facevo in quattro e spendevo del mio...
Per divertire il signore. Cantavo! danzavo!
Credo, Dio mi perdoni,
Che un po’ più, lo amavo!
Taratatà... è la tromba che suona!
Taratatà... parte! è partito!
Vattene allora, canarino!
(con furore, buttandogli il suo sciaccò)
Prendi il tuo sciaccò, la tua sciabola, la giberna
E vattene, ragazzo mio, vattene,
Torna in caserma!
Non potrebbero esserci mondi più lontani!

Pur essendo innamoratissimo, Don Josè dà per scontata la possibilità di continuare a mantener fede ai propri doveri, a quelle regole che scandiscono la sua giornata e rassicurano la sua coscienza: in fondo sta facendo soltanto il proprio dovere! È pur vero che ha già trasgredito una volta per amore, ma ha pagato duramente (è stato anche retrocesso da brigadiere a soldato semplice) ed ora intende rimanere un buon soldato e recuperare la credibilità non andando incontro a nuove sanzioni. Pura illusione, come vedremo! Per Carmen, invece, le regole semplicemente non esistono davanti ai suoi piaceri, anche se momentanei, e al fatto – per lei indiscutibile – che la sua presenza e i suoi favori sono prioritari. Dare la precedenza a un dovere è il segno che l'amore per lei è talmente fiacco da non potersi nemmeno chiamare amore e, dunque, non vale la pena nemmeno cominciare!

Siamo abituati a dare il nome di “narcisismo” alla tendenza di mettere al centro di tutto la propria persona e i propri desideri, ed è vero che il narcisista vede il mondo solo attraverso il suo riflesso (Narciso che guarda incantato, come ipnotizzato e costretto da una forza superiore, la propria immagine). Ma possiamo liquidare Carmen solo con un termine psichiatrico? Le diagnosi psichiatriche sono spesso delle gabbie, degli schemi in cui rinchiudere le persone che ci disturbano e che crediamo di controllare attraverso “etichette” che con la pretesa di scientificità ci fanno sentire al riparo e confermano la nostra superiore “normalità”. Ed è anche vero che spesso la personalità narcisista ha tratti in comune con il caratteriale e il sociopatico che si caratterizzano per la debolezza, a volte la mancanza quasi assoluta, del senso morale e del dovere. Non riscontriamo anche in Carmen queste caratteristiche?
Ebbene sì. Possiamo anche dire che Carmen è una personalità disturbata in senso narcisistico e sociopatico. Ma allora da dove viene tanto fascino, tanta forza e magnetismo da far innamorare tutti? La risposta ci può venire dalla psicoanalisi, che è sempre stata vista dalla psichiatria ufficiale con grande sospetto e fastidio, quasi sempre ignorata perché ha osato guardare con interesse e simpatia nelle zone profonde della psiche cercandone le motivazioni e le origini più che la classificazione dei sintomi: situazioni disturbanti che gli psichiatri cercano di reprimere e liberarsene quanto prima con gli psicofarmaci e, finché la legge lo permetteva, con pratiche violente e lesive come l'elettroshock e la lobotomia!

Carmen ci affascina e ci spaventa perché ci mostra uno dei nostri volti nascosti, dichiarando in modo aperto e a volte sfacciato quello che segretamente vogliamo ancora. Forse siamo in una delle stanze segrete e rimosse della nostra infanzia, mai del tutto superata, spesso solo cacciata dietro l'angolo del perbenismo con una superficiale imbiancata di altruismo e solidarietà. È il bambino “perverso polimorfo” (a cui tutto è potenzialmente concesso perché per lui non esistono ancora divieti morali!) di Freud, quello che tutti noi siamo stati all'origine, il tenero infante che sorride beato nelle braccia della madre perché lì è al centro del mondo. Quel mondo affettivo che per lui è il Tutto, l'unico universo esistente nella nebulosa coscienza neonatale, il vero paradiso da cui siamo stati cacciati inesorabilmente dalla faticosa nascita della coscienza separante (la conoscenza del bene e del male, albero piantato al centro del paradiso proprio per provocarne l'uscita con l'acquisizione delle sue possibilità evolutive e con l'inevitabile senso di colpa di accompagnamento). Carmen è immune dal senso di colpa, e questo è talmente evidente da lasciarci sempre stupefatti. Come fa? Solo Don Giovanni le è alla pari in questo, e vedremo poi le analogie e le differenze tra questi due personaggi, icone della trasgressività e della seduzione...

Pur essendo un'adulta Carmen, deve il suo fascino proprio all'essere rimasta, in un certo senso, nel mondo incantato della prima infanzia, in quel credersi in diritto di essere amata incondizionatamente, senza bisogno di restituire o di essere legata a doveri e vincoli sgradevoli. In breve, senza ancora la presenza importante, ma a volte ingombrante, di un Super-Io vincolante.

Clicca qui per il testo di "Je vais danser en votre honneur".

CARMEN
Je vais danser en votre honneur,
et vous verrez, seigneur,
comment je sais moi-même accompagner ma danse!
Mettez-vous là, Don José, je commence!
(Elle fait asseoir Don José dans un coin du théâtre. Petite danse, Carmen, du bout des lèvres, fredonne un air qu’elle accompagne avec ses castagnettes. Don José la dévore des yeux.)

(On entend au loin des clairons qui sonnent la retraite. Don José prête l’oreille. Il s’approche de Carmen, et l’oblige à arrêter.)

JOSÉ
Attends un peu, Carmen, rien qu’un moment,
arrête!

CARMEN
Et pourquoi, s’il te plaît?

JOSÉ
Il me semble, là-bas…
oui, ce sont nos clairons qui sonnent la retraite!
Ne les entends-tu pas?

CARMEN
Bravo! Bravo! J’avais beau faire;
il est mélancolique
de danser sans orchestre.
Et vive la musique
qui nous tombe du ciel!
(Elle reprend sa chanson.)

(La retraite approche, passe sous les fenêtres de l’auberge, puis s’éloigne.)

JOSÉ
Tu ne m’as pas compris, Carmen,
c’est la retraite;
il faut que moi, je rentre au quartier
pour l’appel.

CARMEN
Au quartier ! pour l’appel!
Ah! j’étais vraiment trop bête!
Je me mettais en quatre
et je faisais des frais,
oui, je faisais des frais
pour amuser monsieur!
Je chantais ! Je dansais!
Je crois, Dieu me pardonne,
qu’un peu plus, je l’aimais!
Taratata!
C’est le clairon qui sonne!
Taratata!
Il part! il est parti!
Va-t’en donc, canari!
(avec fureur lui envoyant son shako à la volée)
Tiens ; prends ton shako,
ton sabre, ta giberne;
et va-t’en, mon garçon, va-t’en!
Retourne à ta caserne!

JOSÉ
C’est mal à toi, Carmen, de te moquer de moi!
Je souffre de partir, car jamais femme,
jamais femme avant toi,
aussi profondément n’avait troublé mon âme!

CARMEN
«Taratata, mon Dieu! c’est la retraite!
Taratata, je vais être en retard!»
Il court, il perd la tête,
et voilà son amour!

JOSÉ
Ainsi, tu ne crois pas à mon amour?

CARMEN
Mais non!

JOSÉ
Eh bien! tu m’entendras!

CARMEN
Je ne veux rien entendre!

JOSÉ
Tu m’entendras!

CARMEN
Tu vas te faire attendre!

JOSÉ
Tu m’entendras ! Carmen!

CARMEN
Non! non! non! non!

JOSÉ
Oui, tu m’entendras!
Je le veux! Carmen,
tu m’entendras!

CARMEN
Ora ballo in vostro onore,
e vedrete, signore,
come so accompagnarmi da sola nella danza!
Mettetevi là, Don José, io comincio!
(Fa sedere Don José in un angolo. Piccola danza, Carmen, sulla punta delle labbra, canticchia un’aria accompagnandosi con le sue nacchere. Don José la divora con gli occhi.)

(Da lontano si odono delle trombe che suonano la ritirata. Don José le sente. Si avvicina a Carmen e la obbliga a fermarsi.)

JOSÉ
Aspetta un attimo, Carmen, solo un attimo,
fermati!

CARMEN
E perché, scusa?

JOSÉ
Mi sembra, laggiù…
Sì, sono le nostre trombe che suonano la ritirata!
Non le senti?

CARMEN
Bravo! Bravo! Per quanto facessi,
è triste
ballare senza orchestra.
Evviva la musica
che ci arriva dal cielo!
(Riprende a cantare.)

(La ritirata si avvicina, passa sotto alle finestre dell’albergo, poi si allontana.)

JOSÉ
Tu non mi hai capito, Carmen,
è la ritirata;
bisogna che io rientri al quartiere
per l’appello.

CARMEN
Al quartiere! Per l’appello!
Ah! Sono stata proprio una stupida!
Io mi facevo in quattro
per cercare di piacerti, sì,
per cercare di piacerti,
per divertire il signore!
Cantavo! Ballavo!
Credo, che Dio mi perdoni,
che ci mancava poco e l’avrei amato!
Taratata!
Suona la tromba!
Taratata!
Parte! È partito!
E vattene, allora, allocco!
(lanciandogli con rabbia il suo shakò)
Tieni, prendi il tuo shakò,
la tua sciabola, la tua giberna;
e vattene, ragazzo mio, vattene!
Ritorna alla tua caserma!

JOSÉ
Fai male, Carmen, a prendermi in giro!
Mi dispiace dover partire, perché nessuna donna,
nessuna prima di te,
mi aveva fatto battere così forte il cuore!

CARMEN
“Taratata, mio Dio! La ritirata!
Taratata, sono in ritardo!”
Corre via, perde la testa,
ed ecco il suo amore!

JOSÉ
Allora non credi nel mio amore?

CARMEN
No!

JOSÉ
Allora devi starmi a sentire!

CARMEN
Non voglio sentire niente!

JOSÉ
Mi devi ascoltare!

CARMEN
Arriverai tardi!

JOSÉ
Tu mi devi ascoltare! Carmen!

CARMEN
No! No! No! No!

JOSÉ
Sì, mi ascolterai!
Lo pretendo! Carmen,
mi ascolterai!



Elena Obraztsova (Carmen), Placido Domingo (Don José)
dir: Carlos Kleiber (1978)



Agnes Baltsa (Carmen), José Carreras (Don José)
dir: James Levine (1987)



Maria Callas, Nicolai Gedda

Beatrice Uria-Monzon, Roberto Alagna