2 dicembre 2016

Carmen (6) - Il fiore di gaggia

Scritto da Marisa

La prima scena in cui vediamo interagire Carmen e Don José è quella in cui lui è tutto intento a costruirsi una catena per il fucile cercando di ignorare deliberatamente la donna che è oggetto di tanta acclamazione. Ma lei punta proprio su di lui, su quell'unico che non partecipa al plauso e al desiderio collettivo, e lo interpella abbastanza bruscamente con un “Cosa stai facendo?” impertinente e spiazzante, quasi il richiamo di una maestra severa ad un alunno che invece di ascoltare la lezione sta facendo tutt'altro. E vediamo lui che risponde immediatamente con un certo imbarazzo, come a giustificarsi del fatto che, invece di ammirarla, sta facendosi i fatti suoi...
Naturalmente questa è la vera applicazione (il passaggio dalla teoria all'azione) di quello che abbiamo appena sentito (“Se tu non m'ami, io t'amo...”), l'esatta rappresentazione della strategia di quel tipo di comportamento dominato dall'onnipotenza del desiderio collettivo e mimetico che non può permettere che qualcuno sia fuori dal cerchio e che, quindi, va immediatamente richiamato e sedotto.

E cosa usa Carmen, come arma di seduzione? Un fiore, un semplice fiore di gaggia, cioè di acacia, fiore assai comune ma dal profumo molto intenso, penetrante e persistente, quel fiore di cui le api prevalentemente si nutrono per produrre il miele più dolce che ci sia...
E non è un fiore che costituisce la punta delle frecce di Kama, il dio dell'amore della mitologia induista?

Don José è colpito come da una fucilata, sente immediatamente che qualcosa di completamente nuovo e indecifrabile lo ha raggiunto e vorrebbe esorcizzare l'evento, cancellandolo dalla coscienza. È infatti un atto quasi di esorcismo quello che fa buttando istintivamente il fiore e definendo la donna “strega”, ma riconoscendone inconsciamente il potere. D'altronde da sempre, più o meno seriamente (a volte scherzarci su e dichiarare di non credere a tali stupidaggini è solo una forma scaramantica di autoprotezione), si è ritenuto che le zingare abbiano dei poteri misteriosi e siano in grado di fare incantamenti e lanciare maledizioni che legano l'anima e cambiano il destino... Il “Trovatore” di Verdi ne è un'ulteriore conferma. Ma è possibile sottrarsi al proprio destino?

C'è una bellissima pagina di Isaac Singer, premio Nobel per la letteratura nel 1978, in cui si parla degli incontri fortuiti (caso o destino?):

Il caso non è nient'altro che una maschera sul volto del destino. L'uomo è costantemente tenuto d'occhio da forze che sembrano conoscere tutti i suoi desideri e i suoi problemi. Dispone di libero arbitrio, ma è anche guidato da una mano misteriosa. La letteratura è la storia dell'amore e del destino, il racconto del folle imperversare delle passioni umane, delle lotte in cui con queste ultime ci si deve impegnare.
Queste parole, che troviamo nell'introduzione al suo libro di racconti “L'Immagine”, sono particolarmente vere se pensiamo al melodramma, al genere artistico che per eccellenza si occupa di grandi passioni e destini ineluttabili, modelli di ogni grande o piccolo destino in cui tutti ci ritroviamo a fare i conti... (“Verdi ha amato e sofferto per tutti noi”, ha detto D'Annunzio).

Del tutto sconcertato da questo incontro, Don José, dopo il primo impulso di gettare il fiore, inesplicabilmente lo raccoglie e lo mette in tasca. Comincia così, pur non sapendolo ancora, a non potersi o sapersi liberare dal fascino che entra nel suo essere: non solo nel cuore, ma proprio in tutto l'essere... Non a caso il motivo del fiore è quello che musicalmente caratterizza il personaggio di Don José già dal preludio e ritorna ogni volta ad accompagnarlo come il canto più straziante della sua anima.

Per approfondire il simbolismo del fiore, nelle sue valenze di caducità (l'effimero nell'amore) e sessualità, rimando al mio post "Camelie e altri fiori" nel lavoro sulla "Traviata".

Clicca qui per il testo di "Carmen, sur tes pas".

JEUNES GENS
Carmen! sur tes pas, nous nous pressons tous!
Carmen! sois gentille, au moins réponds-nous!
(Moment de silence. Les jeunes gens entourent Carmen; celle-ci les regarde l’un après l’autre, sort du cercle qu’ils forment autour d’elle et s’en va droit à Don José, qui est toujours occupé avec son épinglette.)

CARMEN
Eh! Compère, que fais-tu là?

JOSÉ
Je fais une chaîne pour attacher mon épinglette.

CARMEN
Vraiment! Ton épinglette! –
épinglier de mon âme!
(Carmen lance la fleur de cassie à Don José. Il se lève brusquement. La fleur est tombée à ses pieds. Éclat de rire général.)

LES CIGARIÈRES (entourant Don José)
L’amour est enfant de bohème, etc.
(La cloche de la manufacture se fait entendre une deuxième fois. Carmen et les autres cigarières courent dans la manufacture. Sortie des jeunes gens, etc. Les soldats entrent le corps de garde. Don José reste seul; il prend la fleur.)

JOSÉ
Quels regards! Quelle effronterie!
Cette fleur-là m’a fait l’effet
d’une balle qui m’arrivait!
Le parfum en est fort et la fleur est jolie!
Et la femme…
S’il est vraiment des sorcières
c’en est une certainement.

I GIOVANI
Carmen! Tutti ci affrettiamo a seguire i tuoi passi!
Carmen! Sii gentile, almeno rispondici!
(Un attimo di silenzio. I giovani circondano Carmen; lei li guarda uno ad uno, esce dal cerchio che hanno formato intorno a lei e va dritta verso Don José, che è sempre occupato con la sua spilla.)

CARMEN
Ehi! Compare, che fai?

JOSÉ
Faccio una catenella per attaccare la mia spilla.

CARMEN
Davvero! La tua spilla! –
fabbricante di spille dell’anima mia!
(Carmen lancia il fiore di gaggia a Don José. Lui si alza di scatto. Il fiore cade ai suoi piedi. Scoppio di risate generali.)

LE SIGARAIE (circondando Don José)
L’amore è un piccolo zingaro, ecc.
(La campana della manifattura risuona una seconda volta. Carmen e le altre sigaraie corrono alla manifattura. Uscita dei giovani, ecc. I soldati entrano nel corpo di guardia. Don José resta solo; raccoglie il fiore.)

JOSÉ
Che sguardo! Che sfrontatezza!
Questo fiore mi ha fatto l’effetto
di un proiettile che mi veniva addosso!
Ha un profumo forte e il fiore è bello!
E la donna…
Se esistono davvero le streghe,
lei è una di loro, di sicuro.



Placido Domingo (Don José), Elena Obraztsova (Carmen)
dir: Carlos Kleiber (1978)