E finalmente si celebrano le tanto sospirate nozze tra Figaro e Susanna (insieme a quelle tra Marcellina e Bartolo, che regolarizzano così la propria posizione). Il finale del terzo atto è costituito da una serie di danze, di balli e di canti (due donne, e poi il coro, lodano nuovamente il Conte per aver rinunciato al "diritto feudale"). Ma se la musica domina sulle parole, in realtà l'intera sequenza è anche piena di azione drammaturgica. La cerimonia prevede che le due coppie vengano presentate dinnanzi alla Contessa e al Conte, che pongono il velo bianco sulla testa delle due spose. Il nobiluomo è naturalmente scornato per aver visto fallire tutti i propri piani uno dopo l'altro (è stato anche "costretto" da Barbarina a perdonare Cherubino), ma il suo umore si risolleva di colpo quando Susanna, durante il fandango, gli porge di nascosto il bigliettino con la "canzonetta sull'aria" da lei scritta che gli comunica il luogo esatto del loro incontro serale.
Nell'aprire il foglio, il Conte si punge con la spilla che lo sigillava, e questa gli cade. Mentre si china a raccoglierla (la spilla dovrà infatti essere restituita a Susanna per confermare l'appuntamento), Figaro lo osserva e si prende gioco di lui: il valletto ha capito che si tratta di un appuntamento galante, ma naturalmente ignora con chi il Conte si deve incontrare (Susanna e la Contessa, infatti, hanno stavolta tenuto Figaro all'oscuro del loro progetto). Oltre a mettere in scena la cerimonia nuziale attraverso i canti e i balli dei contadini, molte produzioni utilizzano questo finale per riportare sul palcoscenico Basilio (che era stato inviato dal Conte a Siviglia, e che fa il suo ritorno proprio durante le nozze) e per mostrare il Conte stesso che incarica la giovane Barbarina di riportare la spilla a Susanna (cosa che farà non senza qualche intoppo, come vedremo all'inizio dell'atto successivo). Clicca qui per il testo del finale.
(S'ode la marcia da lontano)
FIGARO
Ecco la marcia, andiamo;
ai vostri posti, o belle, ai vostri posti.
Susanna, dammi il braccio.
SUSANNA
Eccolo!
(partono tutti, eccettuati il Conte e la Contessa)
IL CONTE
Temerari.
LA CONTESSA
Io son di ghiaccio!
IL CONTE
Contessa...
LA CONTESSA
Or non parliamo.
Ecco qui le due nozze, riceverle dobbiam,
alfin si tratta d'una vostra protetta.
Seggiamo.
IL CONTE
Seggiamo (e meditiam vendetta).
(Due giovinette portano il cappello verginale con piume bianche, due altre un bianco velo, due altre i guanti e il mazzetto di fiori. Poi Figaro con Marcellina. Due altre giovinette che portano un simile cappello per Susanna ecc. Poi Bartolo con Susanna. Due giovinette incominciano il coro che termina in ripieno. Bartolo conduce la Susanna al Conte e s'inginocchia per ricever da lui il cappello ecc. Figaro conduce Marcellina alla Contessa e fa la stessa funzione.)
DUE DONNE
Amanti costanti,
seguaci d'onor,
cantate, lodate
sì saggio signor.
A un dritto cedendo,
che oltraggia, che offende,
ei caste vi rende
ai vostri amator.
TUTTI
Cantiamo, lodiamo
sì saggio signor!
(I figuranti ballano. Susanna essendo in ginocchio durante il duo, tira il Conte per l'abito, gli mostra il bigliettino, dopo passa la mano dal lato degli spettatori alla testa, dove pare che il Conte le aggiusti il cappello, e gli dà il biglietto. Il Conte se lo mette furtivamente in seno, Susanna s'alza, e gli fa una riverenza. Figaro viene a riceverla, e si balla il fandango. Marcellina s'alza un po' più tardi. Bartolo viene a riceverla dalle mani della Contessa.)
IL CONTE
(cava il biglietto e nel aprirlo si punge il dito)
Eh già, la solita usanza,
le donne ficcan gli aghi in ogni loco.
Ah, ah, capisco il gioco.
FIGARO
(vede tutto e dice a Susanna)
Un biglietto amoroso
che gli diè nel passar qualche galante,
ed era sigillato d'una spilla,
ond'ei si punse il dito.
(il Conte legge, bacia il biglietto, cerca la spilla,
la trova e se la mette alla manica del saio.)
Il Narciso or la cerca; oh, che stordito!
IL CONTE
Andate, amici! E sia per questa sera
disposto l'apparato nuziale
colla più ricca pompa; io vo' che sia
magnifica la festa, e canti e fuochi,
e gran cena, e gran ballo, e ognuno impari
com'io tratto color che a me son cari.
CORO
Amanti costanti,
seguaci d'onor,
cantate, lodate
sì saggio signor.
A un dritto cedendo,
che oltraggia, che offende,
ei caste vi rende
ai vostri amator.
Cantiamo, lodiamo
sì saggio signor!
(tutti partono.)
Luca Pisaroni, Rosemary Joshua, Pietro Spagnoli, Annette Dasch
dir: René Jacobs
dir: Gerard Korsten | dir: Georg Solti |
Chi ha visto il film "Amadeus" di Miloš Forman, ricorderà che questa parte dell'opera aveva provocato qualche problema a Mozart. Poiché un editto dell'imperatore Giuseppe II proibiva di rappresentare balletti nel teatro dell'opera di Vienna, i suoi "oppositori" a corte (il direttore del teatro imperiale, il Conte Orsini-Rosenberg, e il Kappelmeister Bonno), imbeccati da Antonio Salieri, avevano cercato di costringere il compositore austriaco a eliminare l'intera scena. Ma l'imperatore in persona, arrivato senza preavviso ad assistere alle prove, aveva sbloccato la situazione in favore di Mozart.
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