15 marzo 2016

La Bohème (4) - Schaunard e il pappagallo

Scritto da Christian

Nel momento più disperato, proprio quando l'ultima scintilla di fuoco si spegne nel camino, ecco arrivare a sorpresa l'ultimo membro del quartetto di artisti, il musicista Schaunard, che reca "provviste di cibi, bottiglie di vino, sigari" e pure "un fascio di legna". Gli amici, stupefatti e increduli per tante dovizie, dubitano persino di quello che vedono ("Son pezzi di latta!", esclama Marcello di fronte alle monete d'argento che Schaunard dispensa loro con malcelato orgoglio) ma si rendono presto conto che è tutto vero. E cominciano a buttar legna nel caminetto e a disporre i cibi e il vino sulla tavola, pronti a bere e a mangiare, incuranti delle parole del musicista che vorrebbe spiegar loro come ha potuto entrare in possesso di quella piccola fortuna.

Il bizzarro racconto di Schaunard, che sembra quasi una barzelletta (o uno sketch dei Monty Python!), si dipana dunque mentre sullo sfondo gli amici non gli prestano la minima attenzione. Per la cronaca, il denaro gli è stato dato da un ricco lord inglese che lo aveva assunto in qualità di musicista: non per prendere lezioni, però, bensì per suonare fino a quando il pappagallo del piano di sopra, che evidentemente infastidiva il signorotto con il suo vociare, non sarebbe caduto morto! Dopo tre giorni di tentativi inutili, Schaunard raggiunge l'obiettivo con una scorciatoia: sedotta la cameriera dell'appartamento soprastante, vi si introduce e avvelena il volatile ("Un poco di prezzemolo... Da Socrate morì").

Dopo un moto di stizza per non essere stato ascoltato ("Che il diavolo vi porti tutti quanti!"), Schaunard invita gli amici a non consumare le cibarie appena portate, conservandole per altri momenti. La vigilia di Natale, afferma, va celebrata all'aperto, nei locali e nelle strade del Quartiere Latino (ovvero la zona di Parigi che si estende attorno alla Sorbona, da Saint-Germain-des-Prés ai Giardini del Lussemburgo: il suo nome nasce dal fatto che sin dal medioevo, essendo sede di scuole e università, vi si sentiva spesso riecheggiare la lingua latina). "Un po’ di religione, o miei signori: / si beva in casa, ma si pranzi fuori", declama, mescolando comicamente sacro e profano. Si noti come il tema musicale sul quale Schaunard decanta le virtù del Quartiere Latino tornerà, in veste di fanfara, all'inizio del secondo quadro, quando i personaggi si tufferanno effettivamente in quelle strade.

Clicca qui per il testo.

(Dalla porta di mezzo entrano due garzoni, portando l'uno provviste di cibi, bottiglie di vino, sigari, e l'altro un fascio di legna. Al rumore, i tre innanzi al camino si volgono e con grida di meraviglia si slanciano sulle provviste portate dal garzone e le depongono sul tavolo. Colline prende la legna e la porta presso il caminetto: comincia a far sera.)

RODOLFO
Legna!

MARCELLO
Sigari!

COLLINE
Bordò!

TUTTI
Le dovizie d'una fiera
il destin ci destinò.

(I garzoni partono.)

SCHAUNARD
(Entra dalla porta di mezzo con aria di trionfo, gettando a terra alcuni scudi.)
La Banca di Francia
per voi si sbilancia.

COLLINE
(raccattando gli scudi insieme a Rodolfo e Marcello)
Raccatta, raccatta!

MARCELLO
(incredulo)
Son pezzi di latta!...

SCHAUNARD
(mostrandogli uno scudo)
Sei sordo?... Sei lippo?
Quest'uomo chi è?

RODOLFO
(inchinandosi)
Luigi Filippo!
M'inchino al mio Re!

TUTTI
Sta Luigi Filippo ai nostri pie'

(Depongono gli scudi sul tavolo. Schaunard vorrebbe raccontare la sua fortuna, ma gli altri non lo ascoltano: vanno e vengono affaccendati disponendo ogni cosa sul tavolo.)

SCHAUNARD
Or vi dirò: quest'oro, o meglio argento,
ha la sua brava storia...

MARCELLO
(ponendo la legna nel camino)
Riscaldiamo il camino!

COLLINE
Tanto freddo ha sofferto.

SCHAUNARD
Un inglese... un signor... lord o milord
che sia, voleva un musicista...

MARCELLO
(gettando via il pacco di libri di Colline dal tavolo)
Via! Prepariamo la tavola!

SCHAUNARD
Io? volo!

RODOLFO
L'esca dov'è?

COLLINE
Là.

MARCELLO
Qua.
(Accendono un gran fuoco nel camino.)

SCHAUNARD
E mi presento.
M'accetta: gli domando...

COLLINE
(mettendo a posto le vivande)
Arrosto freddo!

MARCELLO
(mentre Rodolfo accende l'altra candela)
Pasticcio dolce!

SCHAUNARD
A quando le lezioni?...
Risponde: «Incominciam...
Guardare!» (e un pappagallo m'addita al primo piano),
poi soggiunge: «Voi suonare
finché quello morire!».

RODOLFO
Fulgida folgori la sala splendida.

MARCELLO
(mette le due candele sul tavolo)
Or le candele!

SCHAUNARD
E fu così:
Suonai tre lunghi dì...
Allora usai l'incanto
di mia presenza bella...
Affascinai l'ancella...

COLLINE
Pasticcio dolce!

MARCELLO
Mangiar senza tovaglia?

RODOLFO
(levando di tasca un giornale e spiegandolo)
Un'idea...

COLLINE E MARCELLO
Il «Costituzional!»

RODOLFO
Ottima carta...
Si mangia e si divora un'appendice!

SCHAUNARD
Gli propinai prezzemolo!...
Lorito allargò l'ali,
Lorito il becco aprì...
(vedendo che nessuno gli bada, afferra Colline che gli passa vicino con un piatto)
Un poco di prezzemolo,
da Socrate morì!

COLLINE
Chi?!...

SCHAUNARD
(urlando indispettito)
Che il diavolo vi porti tutti quanti!
(vedendoli in atto di mettersi a mangiare il pasticcio freddo)
Ed or che fate?
(con gesto solenne stende la mano sul pasticcio ed impedisce agli amici di mangiarlo; poi leva le vivande dal tavolo e le mette nel piccolo armadio)
No! Queste cibarie
sono la salmeria
pei dì futuri
tenebrosi e oscuri.
Pranzare in casa
il dì della vigilia
mentre il Quartier Latino le sue vie
addobba di salsicce e leccornie?
Quando un olezzo di frittelle
imbalsama le vecchie strade?
Là le ragazze cantano contente...

MARCELLO, RODOLFO E COLLINE
(circondano ridendo Schaunard)
La vigilia di Natal!

SCHAUNARD
...ed han per eco ognuna uno studente!
Un po' di religione, o miei signori:
si beva in casa, ma si pranzi fuori.




Allan Monk (Schaunard),
Luciano Pavarotti, Ingvar Wixell, Paul Plishka
dir: James Levine (1977)


Massimo Cavalletti

Pietro Spagnoli